Ferrovia Lonigo-Lonigo Città

linea ferroviaria italiana

La ferrovia Lonigo-Lonigo Città era una linea ferroviaria che collegava il centro della cittadina di Lonigo alla sua stazione, ubicata lungo la ferrovia Milano-Venezia. Si trattava di una diramazione a binario unico, non elettrificata, di 4,9 km.

Lonigo-Lonigo Città
Stati attraversatiItalia (bandiera) Italia
InizioLonigo Stazione
FineLonigo Città
Attivazione1949
Soppressione1965
GestoreFerrovie dello Stato Italiane
Precedenti gestoriFS
Lunghezza4,9 km
Scartamento1.435 mm
Ferrovie
  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia delle ferrovie e tranvie vicentine.
 
La fermata di Lonigo Città in una nota d'epoca

La breve ferrovia nacque in seguito alla soppressione, dal 1º novembre 1937, della tranvia San Bonifacio-Lonigo-Cologna Veneta[1] e della sua diramazione di collegamento con la stazione ferroviaria.

L'immissione in servizio delle automotrici ad accumulatori aveva consentito di istituire a Lonigo un vero e proprio servizio tranviario urbano sulla tratta Lonigo Stazione-Lonigo Tram (già Lonigo San Giovanni-Piazza Cavalli-Ippodromo[1].

All'indomani della sua soppressione, avvenuta il 1º novembre 1937, e dell'istituzione dell'autoservizio gestito dall'impresa Guido Mizzon[1], il comune di Lonigo riscattò il tratto di sua pertinenza col preciso intento di riattivarne l'esercizio. A causa dello scoppio della guerra questo poté avvenire soltanto nel 1949 a cura delle Ferrovie dello Stato[2] con la costituzione della ferrovia sul tratto Lonigo Stazione - Zona industriale (4,1 km), cui si aggiunse l'anno successivo[3] il breve prolungamento Zona Industriale-Lonigo Città, di 0,8 km[1].

In breve tempo la linea vide incrementare il traffico viaggiatori e nel 1955 veniva svolta anche una corsa di andata e ritorno per Vicenza. Nel 1959 la fermata di Lonigo Zona Industriale venne sostituita da quella di Lonigo Madonna, dal nome del sobborgo servito[4]. Il servizio era svolto all'inizio con un'unica automotrice del gruppo ALn 56 e in seguito con una ALn 772.

Nonostante vi si svolgessero fino a 15 coppie di corse giornaliere, la breve tratta venne sostituita da autoservizio[1][4] delle stesse Ferrovie dello Stato. La chiusura all'esercizio fu disposta il 1º gennaio 1965 in seguito all'autorizzazione accordata con D.M. 28 dicembre 1964, n. 4493[5].

Percorso

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Stazioni e fermate
 
linea per Venezia
 
0+000 Lonigo
     
linea per Milano
 
Lonigo Madonna
     
ex tranvia per San Bonifacio
 
Lonigo San Giovanni (Stazione tranviaria)
 
4+1?? Lonigo Zona Industriale
 
4+916 Lonigo Città
 
ex tranvia per Cologna Veneta

Il percorso prevedeva la fermata di Lonigo Madonna (aggiunta successivamente) e quella terminale di Lonigo Città che aveva un solo binario, che terminava con un paraurti, e un fabbricato viaggiatori, munito di pensilina e comode sale d'aspetto[4].

Situazione attuale

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La sede della ferrovia è ancora perfettamente riconoscibile per tutta l'estensione della linea ed è percorribile come strada di campagna. Il rilevato si diramava dalla radice sud-ovest della stazione di Lonigo e, dopo aver piegato decisamente verso sud-est con una curva di circa novanta gradi, si dirigeva verso il centro di Lonigo passando nei pressi delle località di Villaraspa e Madonna, dove era posta una fermata.

Il tratto Lonigo Madonna - Lonigo Città è asfaltato e percorribile come pista ciclo pedonale.

Della fermata di Lonigo Madonna sono ancora visibili il marciapiede e due lampioni. Il fabbricato viaggiatori della stazione di Lonigo Città è stato trasformato in un bar, dove sono ancora rilevabili la tettoia e la scritta indicatrice.

  1. ^ a b c d e Notizia su I Treni, n. 138, giugno 1993, p. 14.
  2. ^ La storia di Lonigo Città, in I Treni Oggi n. 138, giugno 1993, p. 14.
  3. ^ Ordine di Servizio n. 138 del 1950
  4. ^ a b c Muscolino, op. cit., p. 18
  5. ^ Atti parlamentari della Camera dei Deputati, VII legislatura, allegato al resoconto della seduta 5 luglio 1977, pag. 1054, punto 19

Bibliografia

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  • Piero Muscolino, Littorine in città, in "I Treni", 2007, nº 290.
  • Pier Giorgio Puppini, Ferrotranvie Veronesi, in Tutto Treno & Storia, n. 13, aprile 2005, pp. 40–55.

Voci correlate

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