Gancia

azienda italiana
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La Gancia è una delle più importanti case vitivinicole italiane, con sede a Canelli, in Piemonte, specializzata nella produzione dei vini spumanti.

Gancia
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StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà per Azioni
Fondazione1850
Fondata daCarlo Gancia
Sede principaleCanelli
GruppoRussian Standard Corporation
SettoreAlimentare
Prodottivini spumante
Sito webwww.gancia.com
 
Le storiche cantine Gancia a Canelli

Vita e studi del fondatore dell'azienda Carlo Gancia

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Il nome lo si deve al fondatore Carlo Gancia, nato nel 1829 a Narzole, in Provincia di Cuneo, Piemonte, settimo figlio di Michele e Caterina Rosso, quest'ultimo erede di numerosi poderi e terreni agricoli nella zona di Canelli, in Provincia di Asti, tanto da iniziarvi una prospera viticoltura, in special modo di uve di moscato.

Il piccolo Carlo rimase tanto affascinato da come le mani del padre riuscissero a trasformare i grappoli d'uva in vino, da farne una passione. Appena quindicenne, quindi, nel 1845 si trasferì stabilmente a Torino, dove seguì gli studi superiori per poi entrare all'Università degli Studi nelle facoltà di chimica e farmacia. Agli studi affiancava esperienze da tirocinante negli allora laboratori chimici di confettieri ed acquavitai torinesi compiendo, insieme a loro, vari esperimenti enologici.

A 18 anni, Carlo Gancia divenne dapprima socio, poi direttore della antica caffetteria-liquoreria torinese di Piazza Castello, la Dettoni e C., sperimentando e brevettando una nuova ricetta per il vermouth[1], basata sull'utilizzo di uve moscato come base per ammorbidire l'infuso, ottenendo così un prodotto innovativo e dal vasto successo.

Non ancora soddisfatto, l'anno dopo il giovane decise di recarsi in Francia, per studiare la spumantizzazione dello champagne. Dal 1849 si stabilì a Reims, nel Grande Est, patria del vino spumante champagne, dove entrò, come semplice operaio, alla rinomata ditta di vini Piper-Heidsieck. Qui vi rimase per un paio d'anni, dove divenne addetto esperto alla vinificazione, apprendendo il metodo champenois per la spumantizzazione, importato in Italia col nome di "metodo classico". A tale metodo, Carlo Gancia applicò soltanto alcune semplificazioni della procedura, al fine di velocizzare i tempi e abbassare i costi di produzione massiva delle bottiglie.

La fondazione nel 1850: il primo spumante italiano

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Mentre i vini di uve moscato e i relativi laboratori di vermouth riscuotevano successo a Canelli, in tutto il Piemonte ed oltre (molto mercato era diretto anche in Francia) già dalla prima metà del XIX secolo, nel 1850 Carlo Gancia tornò in Piemonte, affittò una cantina a Chivasso, circa 20 km a nord di Torino, e coinvolse suo fratello Edoardo in esperimenti di spumantizzazione col metodo champenois appena appreso in Francia. Carlo decise di impiantare nuove vigne di moscato e, con l'appena nominato socio Arnaldo Strucchi, quest'ultimo già direttore dell'azienda Cora di Costigliole d'Asti, studiò nuove aree idonee in loco. I due trovarono consenso anche da Camillo Benso, conte di Cavour, ma la legge in favore dell'ampliamento delle zone di coltura destinate a differenti tipi di uva non venne modificata.

La cantina di Chivasso divenne in breve tempo una vera e propria fabbrica che, dal 1851, si chiamerà semplicemente Fratelli Gancia. Nel 1861, a seguito dell'Unità d'Italia, la ditta siglò degli accordi con la Società per le Ferrovie dell'Alta Italia per facilitare l'allargamento della produzione, grazie anche alla vicinanza con Torino, unico nodo ferroviario utile per estendere i propri commerci. Tuttavia, la sperimentazione della spumantizzazione attraverso il cosiddetto "metodo classico" ebbe inizio soltanto quattro anni dopo, quando, togliendo gli sciroppi richiesti dalla lavorazione francese, Carlo Gancia presentò il suo primo "Spumante italiano", iniziando l'esportazione estera già l'anno successivo[2]. A lui si deve la brillante intuizione dell'interruzione della fermentazione con ripetuta filtrazione del mosto, al fine di ottenere uno spumante di tipo demi-sec (zuccheri 35-40 g/l) unito ad una bassa gradazione alcolica, e all'epoca chiamato anche moscato champagne.

Apertura della sede di Canelli (Asti) e perfezionamento delle tecniche di produzione

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Per ottimizzare tempi e produzione, nel 1865 fu necessario spostare l'azienda del neonato "Spumante italiano" da Chivasso a Canelli, dove venne eretta la storica sede di Corso Libertà. Nel frattempo, Carlo Gancia inviò il famoso enologo Giovanni Gallese di nuovo in Francia, per approfondire ulteriormente i processi del metodo classico. Il perfezionamento diede i suoi frutti negli anni immediatamente successivi, quando Gancia diventò un marchio famoso in tutta Europa, tanto da ricevere un diploma all'Esposizione Universale di Vienna del 1873 e un premio a quella di Parigi nel 1878. Nel 1870 Carlo Gancia sposò Marietta Barbero, da cui ebbe cinque figli: Adelina, Camillo, Giuseppina, Carlo Edoardo e Gaspare Giacomo. All'azienda si aggiunsero altri soci e, nel 1880, si costituì l'azienda "Fratelli Gancia & C.". Nel 1897 Carlo Gancia morì lasciando l'azienda al primogenito maschio Camillo.

Il Novecento

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All'inizio del XX secolo l'azienda godeva di una buona prosperità, tanto da espandere ulteriormente i vigneti, le cantine e la produzione. Nel 1916 tuttavia, in seguito a un'epidemia di fillossera, fu necessaria l'estirpazione di molte piante, con impianto di vitigni di moscato a base americana. Nel 1920 venne immesso sul mercato il Gancia Bianco, ovvero il primo vermouth bianco italiano. Nel 1924 l'azienda era fornitore ufficiale dei Sacri palazzi Apostolici, mentre nel 1937 divenne fornitore ("provveditore") della Real Casa Savoia.

Nel periodo 1930-1935, oltre ad aprire una seconda azienda nel vicino paese di Santo Stefano Belbo, venne anche ristrutturato ad opera dell'architetto Arturo Midana l'antico castello di Canelli, già degli Scarampi-Crivelli[3], , oggi conosciuto anche come Villa o Castello Gancia. Con la morte di Camillo Gancia nel 1932, l'azienda passò nelle mani di sua sorella, Adelina Gancia in Vallarino, che aveva due figli già grandi, Carlo junior e Lamberto, peraltro adottati legalmente dallo zio appena defunto. Sarà comunque il trentatreenne Lamberto a prendere la gestione dell'azienda fino al 12 dicembre 1994, giorno della sua morte.[4]. Nel 1950, proprio grazie al vermouth rosso Gancia, nacque il cosiddetto cocktail "bitter americano". Poco dopo iniziò la produzione del noto Asti spumante, che otterrà la D.O.C. nel 1967 e la D.O.C.G. nel 1993.

Nel 1994, anno della morte di Lamberto, l'azienda passò a suo figlio sessantenne Vittorio Vallarino Gancia (1932-2022) il quale, nello stesso anno fu nominato Cavaliere del Lavoro. I suoi due figli, Massimiliano e Lamberto, erano già in azienda con posizioni di dirigenza.

Gli ultimi anni 1990 e il terzo millennio

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I fratelli Massimiliano e Lamberto Vallarino Gancia hanno continuato a gestire l'azienda proponendo sempre delle innovazioni. Nel 1998, ad esempio, Massimiliano ha promosso l'edizione dello spumante Asti Castello Gancia. Nel contesto vitivinicolo di Canelli sono state istituite rassegne e iniziative dedicate allo spumante, come la tradizionale ed estiva Festa dei Conferenti Gancia[5], ma anche Cantine aperte e Vincanta. Sia a Canelli, che in alcune zone limitrofe, la produzione di vini spumanti ha una ricca e secolare tradizione, che risiede anche in altre aziende che, con uno spirito di sana competizione, collaborano alla promozione turistica ed enogastronomica dell'intero territorio. In particolare, Lamberto Vallarino Gancia si è occupato di immagine e marketing aziendale, promuovendo le fiere espositive, diventando consigliere per le Politiche Agricole durante l'Expo Universale di Milano 2015 e, poco dopo, direttore del Teatro Stabile di Torino.

Nel 2010 inizia un graduale processo di acquisizione dei pacchetti azionari dell'azienda da parte del magnate russo Rustam Tariko,[6] noto ai mercati come il "re della vodka" Russian Standard; pur lasciando il marchio Gancia, la produzione a Canelli e le uve sempre italiane, l'azienda è divenuta proprietà della Russian Standard al 95%, alla fine del luglio 2013.[7] Amministratori delegati sono stati dapprima Paolo Fontana, poi Sergio Fava[8], entrambi esperti di lungo corso nel settore agroalimentare. Nel 2014 la Gancia è entrata ufficialmente nella lista delle Cantine Storiche dell'Asti spumante e diventa patrimonio dell'umanità, nel contesto del paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, con codice 1390-010.

Negli ultimi anni, viene arricchita la gamma di spumanti metodo classico con la denominazione Alta Langa a base Pinot Nero e Chardonnay, di cui l’azienda è stata tra le principali promotrici dal 1990.

Dal 2018 è iniziata anche la produzione e la vendita dell'Asti spumante secco D.O.C.G..

  1. ^ Copia archiviata, su corsi.storiaindustria.it. URL consultato il 19 luglio 2018 (archiviato il 19 luglio 2018).
  2. ^ Copia archiviata, su unioncamere.gov.it. URL consultato il 19 luglio 2018 (archiviato il 19 luglio 2018).
  3. ^ Copia archiviata, su mepiemont.net. URL consultato il 19 luglio 2018 (archiviato il 19 luglio 2018).
  4. ^ Gancia, addio al patriarca, su ricerca.repubblica.it, 13 dicembre 1994. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato il 20 luglio 2018).
  5. ^ Asti, la grande festa canellese dei conferitori Gancia, su lastampa.it, 25 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2018).
  6. ^ Vini e spumanti: la Gancia diventa russa, su corriere.it, 13 dicembre 2011. URL consultato il 29 dicembre 2018 (archiviato il 30 aprile 2012).
  7. ^ Il russo Tariko sale al 95% di Gancia, su ilsole24ore.com, 23 luglio 2013. URL consultato il 29 dicembre 2018 (archiviato il 22 agosto 2018).
  8. ^ Fava sale al vertice Gancia, su ilsole24ore.com, 4 agosto 2012. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato il 20 luglio 2018).

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