Gianni Russian

pittore italiano

Gianni Russian (Trieste, 17 marzo 1922Trieste, 24 novembre 1962) è stato un pittore italiano.

Biografia

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Gianni Russian frequenta l'Istituto d'Arte ai Carmini di Venezia dove riceve la prima educazione artistica e nel 1943 ottiene l'abilitazione all'insegnamento della storia dell'arte. Durante la seconda guerra mondiale viene arruolato nell'esercito italiano e dopo il Proclama Badoglio dell' 8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dall'esercito tedesco e recluso in diversi campi di prigionia tra cui il campo di Misburg (Hannover). Durante la prigionia esegue una serie di disegni che rappresentano una testimonianza preziosa e rarissima della vita nei campi di prigionia tedeschi. Dopo quasi due anni viene liberato, il 5 maggio 1945, e rientrato a Trieste frequenta la scuola di nudo del Museo Revoltella[1] dove ha come insegnanti i pittori Carlo Sbisà e Edgardo Sambo. Nel 1949 espone la sua prima personale alla Galleria Trieste e successivamente espone in molte collettive[2]. Si dedica anche all'incisione e all'arredamento marittimo. Collabora con artisti come Ugo Carà e Marcello Mascherini, e con architetti come Umberto Nordio e Giò Ponti [3]. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale nazionale d'arte di Roma ed espone anche a Città del Messico. Nel 1957 espone una Mostra d'Arte Decorativa alla Galleria la Chiocciola di Padova. Negli anni 1957-58 esegue un ciclo pittorico per l'ospedale pneumologico "Santorio Santorio" di Trieste. Dopo la trasformazione dell'ospedale nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) nel 2004, il ciclo pittorico è stato trasferito nel Palazzo Economo presso la Soprintendenza di Trieste[1]. Nel 1960 esegue la Sintesi della meccanizzazione[4]. Forte della sua indiscussa abilità grafica, secondo Elisa Prelli, Russian volge in chiave ironica le figurine arcaiche di Massimo Campigli e i manichini assemblati di Giorgio de Chirico ed è sicuramente la personalità più sottovalutata nel panorama artistico della seconda metà del ‘900 a Trieste[5]. Un oblio dovuto anche alla sua prematura scomparsa a soli 40 anni per una grave malattia.

Opere (parziale)

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  • 1944 Lavoro a Misburg. China su carta, cm 30 x 38
  • 1945 Deportati. China su carta, cm 25.5 x 34
  • 1949 Macchina da scrivere. China acquerellata su carta bianca, cm 35 x 27,2 Collezione D'Arte Fondazione CRTrieste
  • 1957-58 ciclo pittorico per il sanatorio "Santorio Santorio" di Trieste
  • 1960 Sintesi della Meccanizzazione. Acrilico su tavola con intarsi, cm 130 x 368 Collezione d'Arte della Fondazione CRTrieste
  • 1962 Annunciazione
  1. ^ a b Soprintendenza di Trieste, Gianni Russian, in Giornate Europee del Patrimonio, pp. 1-2.
  2. ^ Giulia Medeossi, le Gallerie d'Arte Contemporanea a Trieste dal 1946 al 1956, in tesi di laurea 2018 Università Ca Foscari Venezia.
  3. ^ Decio Gioseffi, Quasi una scoperta la personale di Gianni Russian, in Il Giornale di Trieste, 18 marzo 1954.
  4. ^ Cardonio, Gianni Russian, in La Collezione d'Arte della Fondazione CRTrieste, 2012.
  5. ^ Elisa Prelli, Gianni Russian, in Quaderni Giuliani di Storia XXX, 2009, pp. 161-185.

Bibliografia

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  • Quattro personali alla Galleria di Trieste, in "il Corriere di Trieste", 15 Dicembre 1949, p II.
  • Decio Gioseffi, Quasi una scoperta la personale di Gianni Russian, in “Il Giornale di Trieste”, 18 marzo 1954
  • Mazzi Libero, 1967 Queste mie strade. Con sei disegni di Gianni Russian. Ed. Moderna
  • Elisa Prelli, Gianni Russian, 1922- 1962, “Quaderni Giuliani di Storia, XXX, 1 – gennaio-luglio, 2009, pp.161-185
  • Giulia Medeossi le Gallerie d'Arte Contemporanea a Trieste dal 1946 al 1956. tesi di laurea 2018 Università Ca Foscari Venezia
  • Elisa Prelli, Gianni Russian (1922-1962) e la critica: l’attenzione prima dell’oblio, in “Archeografo Triestino”, s. IV, LXIX (CXVII), 2009, p. 609
  • Elisa Prelli, Itinerario storico-critico dell'opera di Gianni Russian (1922-1962), 2009, Premio Vittorio Firmiani.

Collegamenti esterni

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