Giovanni Battista I Ludovisi
Giovanni Battista I Ludovisi (1647 – Roma, 24 agosto 1699) è stato un nobile italiano, Principe di Piombino da fine 1664 sino alla sua morte.
Giovanni Battista I Ludovisi | |
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Principe di Piombino | |
In carica | 25 dicembre 1664 – 24 agosto 1699 |
Predecessore | Niccolò Ludovisi |
Successore | Niccolò II Ludovisi |
Altri titoli | Duca di Zagarolo Principe di Gallicano Duca di Fiano Marchese di Populonia |
Nascita | 1647 |
Morte | Roma, 24 agosto 1699 |
Dinastia | Ludovisi |
Padre | Niccolò Ludovisi |
Madre | Costanza Pamphili |
Coniugi | Maria di Moncada (1669-1694, ved.) Anna Maria Arduino (1697) |
Figli | da Anna Niccolò II Ludovisi |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaGiovanni Battista Ludovisi nacque nel 1647 da Niccolò Ludovisi, principe di Piombino tramite l'eredità ricevuta da Isabella Appiano, madre della sua seconda moglie Polissena de Mendoza-Appiano, e da Costanza Pamphili, sua terza moglie, figlia di Olimpia Maidalchini e sorella del cardinale Camillo Pamphili. Aveva una sorellastra e un fratellastro maggiori da parte di padre morti nell'infanzia e quattro sorelle minori: Olimpia, Lavinia, Ippolita e Nicolina, morta infante[1][2][3][4].
Unico erede di entrambi i genitori, alla morte del padre, il 25 dicembre 1664, ereditò i titoli e i possedimenti sia dei Ludovisi-Appiano di Candia che dei Pamphili, fra cui il principato di Piombino. Nel corso della sua vita dovette però rinunciare, per motivi economici, a diversi feudi, fra cui, ad esempio, il Ducato di Fiano, venduto nel 1690 agli Ottoboni di Venezia[1][2][3].
Giovanni Battista si sposò due volte. La prima nel 1669 con Maria di Montcada, figlia di Guglielmo Raimondo di Moncada, marchese di Aitona. Rimase vedovo nel 1694, senza aver avuto figli. Si risposò nel 1697 con Anna Maria Arduino, figlia di Paolo Arduino, principe di Polizzi, dalla quale ebbe un figlio, Niccolò II Ludovisi (Niccolò Maria Domenico, 1698 - 1699)[1][2].
Giovanni Battista Ludovisi morì il 24 agosto 1699 a Roma. Gli succedette suo figlio, sotto la reggenza materna, e quando il bambino morì a sua volta pochi mesi dopo, il Principato passò a sua sorella Olimpia[1][4][5][6].
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Pompeo Ludovisi, conte di Samoggia | Ludovico Ludovisi | ||||||||||||
Bernardina Sassoni | |||||||||||||
Orazio Ludovisi, I duca di Fiano | |||||||||||||
Camilla Bianchini | Alessandro Bianchini, patrizio bolognese | ||||||||||||
Ippolita Legnani | |||||||||||||
Niccolò I Ludovisi, IV principe di Piombino | |||||||||||||
Fabio Albergati, patrizio bolognese | Filippo Albergati | ||||||||||||
Giulia Bargellini | |||||||||||||
Lavinia Albergati | |||||||||||||
Flaminia Bentivoglio | Antonio Bentivoglio, conte palatino | ||||||||||||
Alessandra Desideri | |||||||||||||
Giovanni Battista I Ludovisi | |||||||||||||
Camillo Pamphili | Pamphilio Pamphili | ||||||||||||
Orazia Mattei | |||||||||||||
Pamphilio Pamphili | |||||||||||||
Flaminia Cancellieri del Bufalo | Fulvio Cancellieri del Bufalo | ||||||||||||
Antonia Serlupi | |||||||||||||
Costanza Pamphili | |||||||||||||
Sforza Maidalchini | Andrea Maidalchini | ||||||||||||
Pacifica Feliziani | |||||||||||||
Olimpia Maidalchini, principessa di San Martino al Cimino | |||||||||||||
Vittoria Gualtiero | Giulio Gualtiero | ||||||||||||
Giulia Gherardi | |||||||||||||
Note
modifica- ^ a b c d Annamaria Santangelo, La toga e la porpora: quattro biografie di Giovan Battista De Luca, Edizioni Osanna, 1991, ISBN 978-88-8167-013-0. URL consultato l'11 giugno 2023.
- ^ a b c Niccolò Ludovisi (Treccani, DBdI), su treccani.it.
- ^ a b (FR) Paul Delsalle e André Ferrer, Les enclaves territoriales aux temps modernes (XVIe-XVIIIe siècles): actes du colloque de Besançon, Presses universitaires franc-comtoises, 2000, p. 388, ISBN 978-2-913322-99-8. URL consultato l'11 giugno 2023.
- ^ a b M. Carrara, Signori e Principi di Piombino, Pontedera 1997, pp. 46-50
- ^ (EN) villaludovisi, New from 1701-1714: Royal letters (including from Louis XIV of France) to Ippolita Ludovisi, Princess of Piombino, su Archivio Digitale Boncompagni Ludovisi, 21 dicembre 2012. URL consultato l'11 giugno 2023.
- ^ L. Cappelletti, Storia della città e dello Stato di Piombino, Livorno 1997, p. 90.
Controllo di autorità | BNE (ES) XX5603558 (data) |
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