Giulio Nicoletta
Giulio Nicoletta (Crotone, 21 agosto 1921 – Giaveno, 23 giugno 2009) è stato un partigiano e militare italiano, decorato con la medaglia d'argento al valor militare.
Giulio Nicoletta | |
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Nascita | Crotone, 21 agosto 1921 |
Morte | Giaveno, 23 giugno 2009 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Giaveno - Sacrario dei Caduti |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Esercito |
Unità | |
Reparto | Fanteria |
Grado | Sottotenente |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Guerra di liberazione italiana |
Decorazioni | |
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Biografia
modificaNato a Crotone il 21 agosto 1921, terminò gli studi classici al liceo "Pitagora"[1]. Come sottotenente di complemento su assegnato al 1º reggimento carristi a Vercelli. Dopo l'8 settembre 1943 si unì subito alla lotta partigiana e a Bruino (TO) diede vita, insieme al fratello Franco, alla banda partigiana "Nicoletta"[2].
Nel gennaio del 1944 fu ferito durante un combattimento contro i nazifascisti vicino a Trana (TO). Nell'aprile dello stesso anno avviò delle trattative con i tedeschi per il rilascio di 51 ostaggi cumianesi (per i quali avrebbe a sua volta rilasciato i soldati tedeschi suoi prigionieri), ma essi violarono gli accordi e uccisero tutti gli ostaggi[3]. Nell'autunno 1944 fu costituita in Val Sangone la 43ª Divisione autonoma "Sergio de Vitis" di cui assunse il grado di comandante.
Nel 1945, anno in cui avvenne l'insurrezione, fu tra i primi a recarsi a Torino insieme ai suoi partigiani per impedire l'entrata in città delle truppe naziste del generale Hans Schlemmer[4].
Al termine della guerra restò in Piemonte e si stabilì a Giaveno, in provincia di Torino, dove si spense il 23 giugno 2009.
Galleria d'immagini
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Giulio Nicoletta.
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Giulio Nicoletta al comando di una parata militare.
Onorificenze
modificaGiovane sottotenente carrista, dotato di elevati doti di carattere e coraggio, raccolti, all’armistizio, intorno a sé i propri uomini, si portava in valle Sangone unitamente ad alcune autoblinde ed automezzi, dando vita a una formazione partigiana. In numerosi combattimenti, sempre alla testa dei suoi gregari, dimostrava spiccate capacità organizzative e di comando, imponendosi all’ammirazione degli altri gruppi partigiani che chiedevano di porsi ai suoi ordini. Riunite le varie bande in un’unica formazione, conduceva senza tregua con essa, per oltre un anno, una accanita guerriglia procurando serie perdite al nemico e concorrendo infine alla liberazione di Torino. Piemonte, 10 settembre 1943 - maggio 1945.
Riconoscimenti
modificaA Giulio Nicoletta è intitolata la Scuola Media di Coazze (TO). Alla cerimonia di scoprimento della targa di intitolazione della scuola, il 31 ottobre 2015, era presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella[6].
Note
modifica- ^ Giulio e Franco Nicoletta eroi dimenticati solo dalla loro Crotone, su crotoneinforma.it. URL consultato il 18 gennaio 2020.
- ^ Sul suo ingresso nella Resistenza, vedi l'opinione di Guido Quazza in Luciano Boccalatte, 2008
- ^ Aldo Cazzullo 2010
- ^ anpi.it
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Il Presidente a Forno di Coazze, su quirinale.it. URL consultato il 14 marzo 2021.
Bibliografia
modifica- Tobia Cornacchioli e Giuseppe Masi, Intervista al comandante partigiano Giulio Nicoletta, nel bollettino dell'ICSAIC, 1992;
- Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Feltrinelli;
- Gianni Oliva, L'Italia del silenzio, Mondadori, 2013.
- Gianni Oliva, La Resistenza alle porte di Torino, Franco Angeli, 1989
- Mauro Sonzini, Abbracciati per sempre, Gribaudo, 2004.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Giulio Nicoletta, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.