Giuseppe Maria Papardo del Parco

arcivescovo cattolico italiano (1819-1883)

Giuseppe Maria Papardo del Parco (Messina, 13 settembre 18193 agosto 1883) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Giuseppe Maria Papardo del Parco, C.R.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato13 settembre 1819 a Messina
Nominato vescovo11 dicembre 1857 da papa Pio IX
Consacrato vescovo31 gennaio 1858 dal cardinale Girolamo d'Andrea
Elevato arcivescovo27 ottobre 1871 da papa Pio IX
Deceduto3 agosto 1883 (63 anni)
 

Biografia

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Nacque a Messina dal nobile Bernardo e dalla moglie Violante del Pozzo, principessa del Parco. Era fratello di Ignazio Carlo Vittore Papardo, vescovo di Patti. Con la loro generazione si estense il casato dei Papardo.[1]

Dopo aver pronunciato i voti solenni, divenne procuratore generale dei Chierici regolari teatini. Ebbe anche l'incarico di consultore della Sacra Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie.

Accolto nell'Accademia di Religion Cattolica, nel 1853 espose una dissertazione, poi data alle stampe, Sulla libertà, uguaglianza e fraternità del socialismo, nel quale confuta i principii rivoluzionari, affermando che le parole, travisate dai socialisti, finiscono per negare il loro autentico significato.[2]

L'11 dicembre 1857 papa Pio IX lo nominò vescovo titolare di Sinope e amministratore apostolico sede plena di Messina, durante gli anni della vecchiaia dell'arcivescovo cardinale Francesco di Paola Villadecani; ricevette l'ordinazione episcopale nella chiesa di Sant'Andrea della Valle a Roma il 31 gennaio 1858 dal cardinale Girolamo d'Andrea, prefetto della Congregazione dell'Indice, co-consacranti i futuri cardinali Mariano Falcinelli Antoniacci e Salvatore Nobili Vitelleschi, arcivescovi titolari rispettivamente di Atene e di Seleucia di Isauria.

Nel 1867 l'arcidiocesi di Monreale rimase vacante per la morte di mons. Benedetto D'Acquisto; la sede vacante si protrasse anche per i tentativi del governo liberale di intervenire nella nomina dei vescovi, che era soggetta all'exequatur e alla pretesa di subentrare nel regio patronato ai precedenti monarchi, ossia di godere del diritto di presentazione dei vescovi. Dopo la frattura tra Chiesa e Stato con la presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Santa Sede rifiutò di concordare le nomine dei vescovi e tra il 1871 e il 1872 procedette a nomine unilaterali per le diocesi siciliane.[3]

Il 27 ottobre 1871 lo stesso papa Pio IX lo promosse arcivescovo metropolita di Monreale. Fino al 1879 non ricevette[4] l'exequatur e pertanto aveva ricevuto l’ingiunzione di lasciare il palazzo arcivescovile. Un'eventuale resistenza avrebbe potuto comportare non solo l'uso della forza, ma anche l'allontanamento coatto dalla diocesi e l'affidamento della diocesi a un vicario capitolare.[5] Mantenne il suo incarico fino alla morte, il 3 agosto 1883.[6]

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Giuseppe Galluppi, Nobiliario della città di Messina, Napoli, Giannini, 1877, p. 138
  2. ^ Giuseppe Maria Papardo del Parco, Sulla libertà, uguaglianza e fraternità del socialismo
  3. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, pp. 257-260, ISBN 978-88-87617-56-6
  4. ^ Concessione di exequatur a Monsignor Papardo Giuseppe Maria nominato arcivescovo e a Monsignor Michelangelo Celesia arcivescovo di Palermo in Prefettura di Palermo. Archivio di Gabinetto 1860-1905, p. 110
  5. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, p. 272, ISBN 978-88-87617-56-6
  6. ^ Nel suo monumento funebre nella chiesa di Santa Rosalia fuori le mura di Monreale, sotto a un busto di marmo bianco opera di Giuseppe Prinzi, si legge l'iscrizione:

    JOSEPHO . MARIAE . PAPARDO . MESSANENSI . PATRICIO
    QUI . SINOPENSIS . EPISCOPUS . DEIN . MAJOR . PONTIFEX . NOSTER . BENEFICEN .
    AMPLIS .EGREGIE . REBUS . GESTIS . COR . INGENIUMQUE . DIVINIUS . PRAETULIT
    DE . CHRIST. R. P. DE . SUMMIS PONT . DE . N . ARCHIDIOECESI . OPTIME MERITO
    ALPHONSUS . AMORELLI . C . R . TH . DESIDERIO . QUASI . PARENTIS . ABSUMTUS . P.
    SANCTE . OBIIT. III. NON SEXT . AN . M . DCCC. LXXXIII . AET . AN . EXACTO . LXIII

    Vedi: Valentina Fiorito, Saro Zagari, Giuseppe Prinzi e la scultura in Sicilia dal neoclassicismo al realismo, Università degli Studi di Napoli Federico II, tesi di dottorato, pp. 249-250, 876-877

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN89313606 · ISNI (EN0000 0000 6247 5176 · SBN NAPV132577 · BAV 495/35617