Grassi (famiglia veneta)

famiglia patrizia di Venezia

I Grassi furono una famiglia chioggiotta, entrata nel patriziato veneziano nel 1718.

Grassi
StatoRepubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
EtniaItaliana
 
Lo stemma della famiglia Grassi presente nel timpano dell'Oratorio della Natività di Maria Vergine a Baricetta, Adria.

Da sempre dediti ai commerci, i Grassi erano originari di Bologna e si stabilirono a Chioggia attorno al 1230. Nei secoli successivi, parallelamente alla loro ascesa economica, si affermarono anche nella vita pubblica e in particolare a livello ecclesiastico: nel Seicento tre membri della famiglia (Pasquale, Francesco, Antonio) furono vescovi della città mentre all'inizio del Settecento un quarto (Francesco Andrea Grassi) salì alla cattedra di Caorle[1].

Nel 1718 divennero patrizi veneziani grazie al consueto esborso di centomila ducati a favore delle casse della Serenissima[2][3].

In questo secolo il nome della famiglia è legato alla costruzione di alcune pregevoli opere architettoniche: tra queste, il palazzo Grassi di Chioggia (opera di Andrea Tirali) e, soprattutto, il palazzo Grassi sul Canal Grande (attribuito a Giorgio Massari)[4]. Trasferiti definitivamente in quest'ultima residenza, raggiunsero in questi anni l'apice del prestigio; ne sarebbe seguita, tuttavia, un'improvvisa e rapida decadenza.

Caduta la Repubblica di Venezia e subentrato il governo austriaco, ai primi dell'Ottocento la famiglia era ridotta ai soli Angelo e Domenico, figli di Giovanni Grassi e Margherita Condulmer (i quali furono confermati nobili con Sovrana Risoluzione dell'11 novembre 1817)[2]. A ciò si aggiungevano le difficoltà finanziarie, sicché nel 1834 Angelo - il fratello "responsabile" cui andò la gestione del patrimonio - vendette la residenza chioggiotta e nel 1840 il palazzo veneziano[5][6][4].

Privo di eredi diretti, lasciò buona parte delle sostanze a Giovanni Battista Tornielli, esponente di una famiglia amica[6].

Membri illustri

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Luoghi e architetture

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  1. ^ Elena Bassi, Tommaso Temanza e la congregazione filippina di Chioggia, in Annali di architettura, vol. 1, Electa, 1989, p. 96.
  2. ^ a b Francesco Schröeder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Vol. 1, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1830, pp. 64-66.
  3. ^ Curiosità Veneziane, su books.google.it, volume primo, Cecchini, 1863, p. 300.
  4. ^ a b La storia, su palazzograssi.it, Palazzo Grassi. URL consultato il 21 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  5. ^ Renzo Ravagnan, Il restauro di Palazzo Grassi a Chioggia, Padova, Il Prato, 2000, p. 11, ISBN 88-87243-16-6.
  6. ^ a b Giandomenico Romanelli, Giuseppe Pavanello, Palazzo Grassi: storia, architettura, decorazioni dell'ultimo palazzo veneziano, Venezia, Albrizzi, 1986, p. 48, ISBN 88-317-4884-X.

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