Seconda guerra del Nagorno Karabakh

scontri armati in Nagorno-Karabakh tra Azerbaigian e Armenia
(Reindirizzamento da Guerra nell'Artsakh del 2020)

La seconda guerra nel Nagorno-Karabakh è stato un conflitto armato tra le forze azere e quelle armene per il controllo della regione caucasica del Nagorno Karabakh. Le prime attività belliche ebbero inizio la mattina del 27 settembre 2020 lungo la linea di contatto dell'Artsakh.

Seconda guerra del Nagorno Karabakh
Situazione territoriale al 10 novembre 2020

     Repubblica d'Armenia.


     Autoproclamata Repubblica dell'Artsakh.


     Territorio della ex-NKAO sovietica.


     Territori precedentemente rivendicati dall'Artsakh


     Territori riconquistati manu militari dall'Azerbaigian

Data27 settembre - 10 novembre 2020
LuogoArtsakh/Nagorno-Karabakh, Azerbaigian
Casus belliAttacco azero[1]
EsitoVittoria azera
(cessate il fuoco in vigore dal 10 novembre 2020)
  • L'Azerbaigian mantiene il controllo sui territori che ha riconquistato durante la guerra.
  • Le forze russe di mantenimento della pace sono dispiegate nella regione.
  • Memorandum d'intesa firmato l'11 novembre 2020, per la formazione di un centro congiunto turco-russo per il monitoraggio del cessate il fuoco tramite APR[2]
Modifiche territorialiL'Azerbaigian riottiene i 7 distretti precedentemente in mano all’Artsakh nonché una parte di ciò che era la Provincia autonoma del Nagorno Karabakh assegnatole in era sovietica; territori perduti nella guerra precedente.
Schieramenti
Azerbaigian (bandiera) Azerbaigian
Turchia (bandiera) Turchia[3]
CNS[N 1]
Fornitori di armamenti
Turchia (bandiera) Turchia[1]
Israele (bandiera) Israele[1]
Artsakh (bandiera) Artsakh
Armenia (bandiera) Armenia
Fornitori di armamenti
Russia (bandiera) Russia (via Iran)[N 2]
Comandanti
Figure politiche

Azerbaigian (bandiera) İlham Əliyev
(presidente, CiC)
Azerbaigian (bandiera) col. gen. Zakir Hasanov
(ministro della difesa)


Figure militari
Azerbaigian (bandiera) col. gen. Najmaddin Sadigov
(capo di stato maggiore)
Azerbaigian (bandiera) mag. gen. Hikmat Hasanov
(com.te 1º Corpo d'armata)

Azerbaigian (bandiera) mag. gen. Mais Barkhudarov
(com.te forze sul campo)
Azerbaigian (bandiera) mag. gen. Hikmat Mirzayev
(com.te forze speciali)

Azerbaigian (bandiera) col. gen. Elchin Guliyev
(cte Guardia di frontiera)
cte Adel al-Shahir †
(Firqat al-Hamza)[11][12]
mag. gen. Omar al-Jabali †
(com.te 95ª Brigata forze speciali della Firqat al-Sultan Murad)[13]
Figure politiche

Artsakh (bandiera) Arayik Harutyunyan
(presidente, CiC)
Artsakh (bandiera) ten. gen. Mikael Arzumanyan
(min. della difesa, cte EdD)
Armenia (bandiera) Nikol Pashinyan
(primo ministro, CIC)
Armenia (bandiera) David Tonoyan
(ministro della difesa)


Figure militari
Artsakh (bandiera) ten. gen. Jalal Harutyunyan
(ex min. difesa, cte EdD)
Artsakh (bandiera) ten. gen. Levon Mnatsakanyan
(com.te artiglieria)

Artsakh (bandiera) col. Karen Jalavyan
(com.te forze sul campo)
Artsakh (bandiera) col. Sergej Shakaryan †
(com.te forze sul campo)
Artsakh (bandiera) col. gen Seyran Ohanyan
(com.te difesa Shushi)
Armenia (bandiera) col. gen Onik Gasparyan
(capo di stato maggiore)
Armenia (bandiera) ten. gen. Tiran Khachatryan
(1º sottocapo di s.m.)
Armenia (bandiera) mag. gen. Arayik Harutyunyan
(com.te 2º Corpo d'armata)

Armenia (bandiera) mag. gen. Grigory Khachaturov
(com.te 3º Corpo d'armata)

Armenia (bandiera) mag. gen. Artak Budaghyan
(com.te 4º Corpo d'armata)

Armenia (bandiera) mag. gen. Andranik Piloyan
(com.te 5º Corpo d'armata)
Perdite
Secondo l'Azerbaigian
  • 2.906 soldati uccisi durante la guerra[14]
  • 6 dispersi[14]
  • 11.110 militari feriti[15]
  • 14 prigionieri di guerra[16]

NB: le perdite sopra riportate sono relative alle sole FFAA azere, da questo computo mancano completamente i dati relativi ai caduti appartenenti a forze paramilitari quali, ad es. la Guardia di frontiera e i 541 mercenari siriani uccisi[17]


Secondo l'Armenia

(dati al 08/11/2020)[18]

(BM-21/BM-27/BM-30/TOS-1)


Secondo altre fonti

Orix via IMINT / OSINT: [19][20]

  • 63 carrarmati:

• 53 T-72 di vari modelli
(33 distr.; 13 dann.; 6 catt. ma 1 poi ripreso; 1 abband.;)
• 10 T-90S
(5 distr,; 3 dann.; 2 dann. e catturati)

  • 1 mortaio catturato
  • 1 sistema SAM:

S-125 (SA-3 Goa) danneggiato

(49 distr.; 7 dann.; 10 abband; 5 catt.)

(6 distr.; 3 dann.; 7 abband.; 9 catt.)

  • 2 LRM (1 distr.; 1 dann.):

• 1 KRL 122

  • 13 aeromobili:

An-2 Colt
(esche per le difese aeree)
• 1 Mi-8/17 Hip
• 1 Su-25 Frogfoot

  • 26 APR:

(22 distr.; 4 catturati)
• 11 IAI Harop
• 3 SkyStriker
• 1 Aerostar Tactical
• 1 Orbiter 1K
• 2 Bayraktar TB2
• 8 di tipo sconosciuto

  • 76 VTLM/VLM/ACM/AB

(40 distr.; 22 dann.; 8 abbandonati; 6 catturati) Hərbi Media:

  • 1.490 militari azeri uccisi.[21]

Karabakh Records:

  • 1.119 militari azeri uccisi.[22]

SOHR:

  • 541 mercenari siriani uccisi.[17]
Secondo l'Armenia
  • ufficialmente: 3.825 militari uccisi[23]
  • 187 dispersi.[24]

N.B.: Tra queste, le perdite armene includono 742 militari caduti tra le file dell'esercito di difesa dell'Artsakh e 45 dispersi.[25]

  • ~11.000 soldati feriti e/o malati[26]
  • 60+ prigionieri di guerra[27]
  • stima prob. 4.750 morti[28]

Secondo altre fonti

Orix via IMINT / OSINT: [19][29]

  • 255 T-72 di vari modelli

(146 distrutti; 6 danneggiati; 103 catturati)

(138 distr.; 10 dann. 102 catturati)

(21 distr.; 8 catturati)
• 24 2S1 Gvozdika
(16 distr.; 8 catturati)
• 5 2S3 Akatsiya
(5 distrutti)

• 75 BM-21 Grad
• 4 BM-30 Smerch
• 2 WM-80
• 1 TOS-1A
• 2 tipo non identificato

(9 distr.; 50 catt.)

(3 distr; 146 catt. di cui: 23 lanciatori o ottiche)

  • 15 semoventi a/a

• 4 ZU-23
(2 distr.; 2 catt.)
• 11 ZSU-23-4 Shilka
(2 distr.; 9 catt.)

Distrutti:
• 20 9K33 Osa
(SA-8 Gecko)
• 4 lanciatori 5P85S per S-300PS (SA-10 Grumble)
• 1 lanciatore 5P85D per S-300PS
• 1 componente di S-300
• 3 9K35 Strela-10
(SA-13 Gopher)
• 2 sistemi 2K12 Kub
(SA-6 Gainful)
• 2 Tor-M2KM
(SA-15 Gauntlet)
Catturati:
• 3 2K11 Krug (SA-4 Ganef)
• 2 9K33 Osa (SA-8 Gecko)
• 1 sistema 2K12 Kub
(SA-6 Gainful)

Catturati:
• 6 9K38 Igla-S
(SA-24 Grinch)
• 2 9K310 Igla-1
(SA-16 Gimlet)

  • 18 radar

Distrutti:
• 2 P-18 Spoon Rest D
• 4 ST86U/36D6 Tin Shield
(per gli S-300)
• 1 SNR-125 Low Blow
(per gli S-125)
• 2 5N63S Flap Lid
(per gli S-300)
• 1 19J6
(per gli S-300)
• 1 1S32 Pat Hand
(per il 2K11 Krug)
• 2 1S91 SURN
(per il 2K12 Kub)
• 1 di tipo sconosciuto Catturati:
• 1 P-15 Flat Face A
• 1 P-19 Flat Face B
• 1 1S32 Pat Hand
• 1 1S91 SURN

• 1 R-330P Piramida-I
• 2 Repellent-1

TEL MAZ-543
missile 9K72 R-17 Elbrus
(SS-1 Scud-B)

  • 2 aeromobili:

• 1 Su-25 K Frogfoot
• 1 Mi-8 Hip

  • 6 APR:

• 1 Orlan-10
• 1 X-55
• 1 APR quadrirotore
• 1 BZEZ
• 2 di tipo sconosciuto

  • 737 VTLM/VLM/ACM/AB

    • 4.000+ morti in totale (secondo la Russia)[31]
    • 93 civili azeri[32] e 54 armeni uccisi[33]
    • 148 civili armeni e 407 azeri feriti[32][33]
    • 1 elicottero russo Mi-24R abbattuto: 2 piloti uccisi, 1 membro dell'equipaggio ferito[34]
    • 3 giornalisti russi,[35] e 1 azero feriti[36]
    • 1 civile iraniano ferito da schegge[37]
    • 100.000 civili armeni[38] e 40.000 azeri sfollati[39]
    • probabili crimini di guerra[40]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

In risposta agli attacchi, l'autoproclamata Repubblica dell'Artsakh e l'Armenia introdussero la legge marziale e la mobilitazione generale[41][42], mentre l'Azerbaigian solamente la legge marziale e il coprifuoco[43].

Dopo quarantaquattro giorni di aspri combattimenti, la sera del 9 novembre i rappresentanti dell'Armenia e dell'Azerbaigian, tramite la mediazione del presidente russo Vladimir Putin, firmarono un cessate il fuoco per consentire lo scambio di prigionieri e quello dei caduti, valido dalle 00:00 ora di Mosca (le 01:00 ore locali) del 10 novembre 2020, quarantacinquesimo giorno di guerra.[44]

Antefatti

modifica

Gli scontri sono parte della controversia riguardante la regione caucasica del Nagorno Karabakh abitata da una maggioranza armena, riconosciuta internazionalmente come parte dell'Azerbaigian, ma sotto il controllo della Repubblica dell'Artsakh[45][46][47]. Il 20 febbraio 1988 la votazione del soviet dell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh per l'unione della regione con la RSS Armena acuì la tensione fra armeni e azeri e determinò negli anni a seguire violenti scontri etnici. Lo scontro crebbe ulteriormente quando il Nagorno Karabakh, approfittando dell'uscita della RSS Azera dall'URSS e della legge esistente concernente le norme che regolavano la secessione delle repubbliche, dichiarò la propria indipendenza, che si concretizzò formalmente il 6 gennaio 1992 dopo lo svolgimento di un referendum confermativo ed elezioni politiche.

Il 30 gennaio 1992 scoppiò la prima guerra del Nagorno Karabakh che durò fino al 1994, quando i diversi stati belligeranti firmarono l'Accordo di Biškek. L'accordo impose un cessate il fuoco, senza portare ad una risoluzione effettiva della controversia, lasciando la regione sotto il controllo armeno. Nei decenni successivi ci furono diverse violazioni dell'accordo di Biškek lungo il confine tra l'Armenia e l'Azerbaigian: in particolare la guerra dei quattro giorni del 2016 e gli scontri del luglio 2020[48] avvenuti sulla linea di confine tra Armenia e Azerbaigian, nel corso dei quali vennero uccisi tra gli altri il generale Polad Həşimov e il colonnello İlqar Mirzəyev.[49]

Il 29 luglio 2020 l'Azerbaigian iniziò una serie di esercitazioni militari che durarono fino al 10 agosto[50], riprendendoli all'inizio di settembre con l'aiuto dell'esercito turco[51]. Nello stesso mese anche l'Armenia iniziò una serie di esercitazioni militari nella Federazione Russa[52].

Nei giorni immediatamente prima dell'inizio delle azioni militari ci furono segnalazioni secondo cui la Turchia trasferì i soldati dell'Esercito Nazionale Siriano della divisione Hamza in Azerbaigian[53], mentre secondo le fonti turche furono i membri dell'YPG e del PKK ad essere stati trasferiti nel Nagorno Karabakh con l'ordine di addestrare le milizie armene[54].

Scontri

modifica

27 settembre

modifica

Secondo la presidenza della repubblica dell'Artsakh, i primi contatti militari ebbero inizio alle 08:03 del 27 settembre quando l'esercito azero effettuò alcuni attacchi missilistici e aerei diretti verso paesi e città, compresa la capitale Step'anakert[55]. Al contrario, le autorità azere risposero dichiarando che l'esercito stava effettuando una controffensiva[56] dopo l'attacco avvenuto alle 06:00 da parte delle forze armate armene[57]. La tesi della controffensiva azera in risposta a un attacco armeno fu presto smentita dai fatti: la circostanza che l'attività militare dell'Azerbaigian interessava l'intera linea di contatto nonché il potente dispiegamento di uomini e mezzi evidenziano che non si trattò di una "rappresaglia" ma di un attacco pianificato accuratamente nei mesi precedenti.[58] In risposta all'attacco azero, la repubblica dell'Artsakh introdusse la legge marziale e la mobilitazione totale della popolazione maschile.[59] Nel pomeriggio anche l'Azerbaigian introdusse la legge marziale con un coprifuoco valido per le città principali.

Nel pomeriggio il ministero della Difesa azero annunciò la riconquista di sette villaggi nel Nagorno-Karabakh[60], seppur il corrispettivo karabakho negò le conquiste relegando la dichiarazione a mera propaganda[61]. Ulteriori dichiarazioni di conquiste azere arrivarono nel pomeriggio, tutte smentite dalla controparte armena che, per contro, pubblicò video con distruzioni di equipaggiamento azero[62].

Organi governativi iraniani segnalarono che, a causa degli scontri, il villaggio Khalaf Beygluy-e Sofla sito nella contea di Khoda Afarin era risultato il bersaglio di proiettili azeri, senza provocare danni economici o umani.[63]

28 settembre

modifica

I combattimenti continuarono durante la notte del 28 settembre che risultarono nell'attacco effettuato alle 08:00 contro la città azera di Tərtər. Il Ministero degli Affari Esteri azero informò che l'esercito armeno aveva iniziato a prendere di mira località civili in modo intenzionale[64]. Il presidente dell'Artsakh dichiarò che durante gli scontri della mattinata, l'esercito armeno aveva ripreso il controllo di alcuni territori precedentemente catturati dall'Azerbaigian[65]. L'Azerbaigian risposte a queste dichiarazioni annunciando delle importanti vittorie presso la città di Talish[66].

Nel pomeriggio l'esercito azero si concentrò nell'eliminare i pezzi di artiglieria che miravano alle città, causando la distruzione di gran parte dell'equipaggiamento e il ritiro delle forze armene dalle loro posizioni[67]. Gli scontri continuarono anche nella sera e nella notte con una controffensiva armena in territorio azero che causò la conquista di alcuni villaggi[68].

29 settembre

modifica

L'esercito azero iniziò un attacco sulla città di Füzuli, controllata dall'Artsakh, distruggendo nelle operazioni quattro carri armati delle forze armene[69]. Verso le 11:00, il ministero della difesa armeno informò che la base militare nella città armena di Vardenis era diventata bersaglio dell'artiglieria azera[70].

Nel pomeriggio gli scontri continuarono con la perdita di equipaggiamento da ambo le parti. In particolare l'esercito azero riuscì a respingere un attacco diretto alla città di Aşağı Veysəlli nel distretto di Füzuli, uccidendo parte dei soldati armeni[71].

La sera, verso le 18:00, il ministero della difesa armeno riportò la perdita di un proprio Su-25[72] ai comandi del maggiore pilota Valeri Danelin, deceduto nell’abbattimento operato da parte di un F-16 turco; il coinvolgimento bellico di Ankara fu negato sia dalle autorità azere sia dalle stesse autorità turche[73]. Dopo la pubblicazione delle immagini dell'aereo armeno distrutto, le autorità azere affermarono che il pilota si fosse in realtà schiantato su un monte e che la Turchia non avesse responsabilità dell'incidente[74].

30 settembre

modifica

I combattimenti continuarono anche nella notte tra il 29 e il 30 settembre e il ministero della difesa azero pubblicò video che mostravano mezzi armati armeni venir distrutti[75]. Lo stesso ministero annunciò verso le 08:30 che le forze armene stavano bombardando con l'aiuto dell'artiglieria la città di Tərtər[76], specificando due ore dopo che gli scontri avvenuti nel distretto omonimo erano risultati nell'accerchiamento delle forze armene[77].

Nel pomeriggio, sia il ministero azero sia quello armeno pubblicarono filmati nei quali l'equipaggiamento militare nemico veniva distrutto e l'esercito bombardato[78].

1º ottobre

modifica

Il ministero della difesa azero dichiarò che gli scontri si erano protratti anche nella notte[79]; il corrispettivo karabakho dichiarò che la situazione era invece stabile[80]. I due ministeri resero pubblici nel corso della giornata ulteriori filmati di distruzione di equipaggiamento avversario.

Alle 11 circa, il ministero della difesa azero rese noto che l'esercito armeno stava nuovamente bombardando la città di Tərtər utilizzando pezzi di artiglieria[81]. Nel pomeriggio lo stesso ministero dichiarò che i distretti di Cəbrayıl e di Füzuli fossero sotto attacco dall'artiglieria sita a Goris, in Armenia[82]. Gli attacchi armeni divennero più precisi, colpendo poi le città di Çocuq Mərcanlı e di Horadiz[83]. Nella notte il ministero armeno segnalò attacchi azeri contro le città di Shatvan e di Mets Masrik, con l'uccisione di un civile[84].

I giornali iraniani segnalarono che un razzo azero aveva colpito nuovamente la contea di Khoda Afarin[85].

2 ottobre

modifica

Secondo il ministero della difesa azero, i combattimenti continuarono anche durante la notte culminanti con la cattura azera dei monti intorno alla città di Suqovuşan in Artsakh[86]. Lo stesso ministero informò nella mattinata che alcune città del distretto di Ağdam erano bersaglio dell'artiglieria armena[87].

Nel pomeriggio, verso le 12:40, il ministero della difesa azero segnalò altri attacchi indiretti: bersaglio questa volta fu la città di Quzanlı, presa di mira con razzi sparati dal Nagorno-Karabakh utilizzando gli OTR-21 Točka[88][89]; l'attacco missilistico fu negato dai vertici armeni[90]. Secondo il ministero azero, gli attacchi armeni, tramite artiglieria o lanciarazzi, continuarono per tutto il pomeriggio; essi erano rivolti verso Əmirli, Ağdam, Tərtər, Shikharkh e Soğanverdilər[91][92].

3 ottobre

modifica

Secondo il ministero della difesa azero durante la notte il fronte era rimasto teso[93], mentre il corrispettivo armeno segnalò lo svolgimento di combattimenti a nord e a sud[94]. Alle 10:40 circa, il ministero azero segnalò che le città Səhləbad, Qazyan, Qapanlı, Qaynaq, Əskipara e Hüsənli nel distretto di Tərtər insieme a Ayaq Qərvənd, İmamqulubəyli, Qaradağlı e Təzəkənd nel distretto di Ağdam, insieme a Muğanlı, Qiyaməddinli e Rəncbərlər nel distretto di Ağcabədi con Tap Qaraqoyunlu nel distretto di Goranboy erano state bersaglio durante la notte dell'artiglieria armena[95] che mirava a distruggere le infrastrutture civili[96].

Nella sera il ministero armeno annunciò che l'Azerbaigian possedeva ora il controllo di alcune città quali Mataghis[97], Talish, Mehdili e Çaxırlı, controllate precedentemente dalla repubblica di Artsakh[98].

4 ottobre

modifica
 
Distruzione a Gəncə dopo gli attacchi armeni alla città.

Nella mattina il ministero azero informò che le città sotto il fuoco dell'artiglieria armena continuavano ad essere attaccate[99], con Gəncə che si era ritrovata sotto bombardamento aereo[100]. L'Armenia negò la responsabilità per il bombardamento di Gəncə[101], ma le autorità karabakhe affermarono che erano stati i suoi alleati a colpire la città, affinché fosse distrutta la base militare all'Aeroporto Internazionale[102]; le autorità azere riferirono che queste erano false informazioni[103]. I mezzi di comunicazione russi e anche il direttore dell'aeroporto confermarono che l'aeroporto, chiuso da marzo a causa della pandemia di COVID-19, era stato colpito[104][105].

Nel pomeriggio, verso le 14:00, le autorità azere dichiararono di aver ferito il presidente karabakho Arayik Harutyunyan, in visita quella mattina al fronte, nel suo bunker[106][107]; le affermazioni furono negate dall'Artsakh[108]. Verso le 17:00 il presidente azero Aliyev annunciò che l'Azerbaigian deteneva ora il controllo di Mekhakavan[109], Karxulu, Şükürbəyli, Yuxarı Maralyan, Çərəkən, Daşgəsən, Horovlu, Mahmudlu e Cəfərabad, tutte nel distretto di Jabrayil controllato dalla repubblica di Artsakh[110].

Nella notte, verso le 22:40, il ministero della difesa azero accusò le forze armene e karabakhe di aver attaccato Tərtər e Mingəçevir tramite l'utilizzo di razzi[111]; sia le autorità armene che karabekhe negarono l'attacco[112]. Gli attacchi indiretti continuarono e le autorità azere riferirono che l'Armenia aveva lanciato dei missili diretti nei distretti di Abşeron e Xızı[113].

5 ottobre

modifica

Secondo il ministero della difesa armeno le forze azere avevano dato inizio nella notte una controffensiva nel settentrione[114]. Gli attacchi indiretti iniziati il giorno prima tramite l'utilizzo di razzi e missili continuarono anche durante la mattina e il pomeriggio del 5 ottobre: le autorità azere denunciarono che Ganjga era ancora sotto bombardamento armeno[115][116], insieme ad altre città quali Tərtər e Horadiz.

Verso la sera il presidente azero Əliyev annunciò ulteriori vittorie belliche con la conquista di Şıxalıağalı, Sarıcalı e Məzrə tutte nel Distretto di Cəbrayıl[117], mentre le autorità armene dichiararono che la loro fosse una "ritirata strategica"[118].

6 ottobre

modifica

I combattimenti continuarono durante la notte con il ministero della difesa azero che annunciò di avere "la piena superiorità militare" sull'intero fronte[119]. Un rappresentante karabakho affermò, al contrario, che il fronte e la situazioni erano stabili seppur tese[120].

Verso mezzogiorno le autorità azere denunciarono la distruzione di un edificio scolastico nel distretto di Ağdam, bersaglio dei razzi armeni[121]. I bombardamenti armeni continuarono nell'intero pomeriggio e verso le 22:30 di sera le autorità azere dichiararono di aver fermato un attacco missilistico diretto verso l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan[122]; subito dopo il ministero della difesa armeno negò di aver "preso di mira le infrastrutture petrolifere e del gas"[123], pur confermando i bombardamenti diretti verso Tərtər[124].

7 ottobre

modifica

Verso le 10:00 il ministero della difesa azero annunciò che le forze armate detenevano il controllo sull'intero distretto di Cəbrayıl, in pieno territorio karabakho[125] e pubblicò dei filmati che mostrava l'esercito azero mentre entrava in Şükürbəyli[126]. In risposta alle recenti conquiste, l'artiglieria armena bombardò i villaggi nei distretti di Tərtər, Bərdə, Ağdam, Ağcabədi, Füzuli, nonché di Cəbrayıl[127]. Verso mezzogiorno il ministero azero segnalò ulteriori conquiste territoriali, mentre il corrispettivo armeno accusò l'Azerbaigian per il lancio di missili verso Step'anakert[128]. Nella sera le forze armene riuscirono a riconquistare alcuni territori perduti nella giornata[129].

8 ottobre

modifica
La Cattedrale del Cristo Salvatore di Ġazančec'oc' bombardata dalle forze azere.
La moschea di Gəncə bombardata il 9 ottobre dalle forze armene.

Gli scontri continuarono durante la notte e secondo il ministero della difesa armeno il fronte era stato stabile seppur teso[130]. Durante la giornata ulteriori città azere furono bersaglio dei missili armeni[131]. In risposta agli attacchi armeni, l'Azerbaigian iniziò una serie di bombardamenti che colpirono, secondo fonti armene e russe, anche la Cattedrale del Cristo Salvatore di Ġazančec'oc'[132][133][134]. Il ministro della difesa azero negò comunque ogni responsabilità[135].

Verso le 15:00 il ministero della difesa armeno annunciò che le forze armate karabakhe stavano respingendo continui attacchi azeri[136]. Il ministero azero segnalò ulteriori bombardamenti rivolti ai villaggi nei distretti di Goranboy, Tartar e Ağdam[137] e nella sera pubblicò ulteriori video che mostravano la distruzione di equipaggiamento avversario[138][139][140].

9 ottobre

modifica

Secondo il ministero della difesa karabakho, durante la notte il fronte era stato stabile seppur teso[141]. Secondo il ministero azero i distretti di Goranboy, Tǝrtǝr, Bərdə e Ağdam furono nuovamente bersaglio dei bombardamenti armeni[142]; anche i bombardamenti missilistici azeri verso Step'anakert continuarono[143]. Lo stesso ministero pubblicò un filmato che mostrava le truppe azere mentre viaggiavano nel distretto di Cəbrayıl, dopo averne riconquistati i territori[144].

Nel pomeriggio, verso le 14:00, il ministero della difesa armeno diramò un comunicato in cui accusava l'Armenia di aver bombardato due moschee, una nel distretto di Beyləqan e l'altra a Gəncə[145]. Verso le 17:00 il presidente azero Ilham Aliyev annunciò la conquista di Hadrowt'[146] e i villaggi di Çaylı, Yuxarı Güzlək, Gorazıllı, Qışlaq, Qaracallı, Əfəndilər, Sor e Süleymanlı[147]. La conquista di Hadrowt' fu però negata dal ministero della difesa karabakho[148] che pubblicò un video, in cui si vedevano alcuni soldati guidare in città[149].

10 ottobre

modifica

Prima delle 04:00 locali del 10 ottobre, il ministro degli affari esteri Sergej Lavrov annunciò che i corrispettivi armeno ed azero avevano concordato un cessate il fuoco per motivi umanitari dopo 10 ore di trattative a Mosca[150][151]. Le ostilità cessarono ufficialmente alle 12:00 locali: si iniziarono immediatamente lo scambio dei prigionieri e il recupero dei cadaveri delle persone uccise facilitato dal Comitato internazionale della Croce Rossa[152][153].

Dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco, sia l'Armenia sia l'Azerbaigian si accusarono l'un l'altro di averlo violato[153][154][155][156][157].

11 ottobre

modifica

Alle 02:30 il ministero della difesa azero accusò l'Armenia di aver condotto un attacco missilistico utilizzando un SS-1 Scud contro la città Gəncə[158]. Secondo le autorità azere il missile fu lanciato da Berd, in Armenia[159], che uccise nell'impatto 10 persone[160] ferendone altre 33[161]. L'attacco fu negato dalle autorità armene[162], ma fonti terze confermarono il lancio del missile[163][164]. Il ministero azero continuò anche durante la giornata ad accusare l'Armenia di aver violato il cessate il fuoco mediante bombardamenti rivolti ai villaggi[165].

Successivo andamento del conflitto

modifica

Il prosieguo del conflitto, nelle due settimane centrali, ha visto la progressiva avanzata delle truppe azere sostanzialmente su due direttrici: nel settore meridionale verso ovest (ovvero verso il confine con l'Armenia) e sempre da sud verso nord con l'obiettivo della conquista di Shushi, obiettivo strategico e di prestigio. Nonostante l'iniziale conquista armena cade la città di Hadrut ed è questo il segnale che l'azione degli azeri non è solo mirata alla conquista dei distretti al di fuori dell'originaria Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh ma anche del territorio che di essa faceva parte. Si segnalano episodi di crudeltà verso civili rimasti nelle proprie abitazioni.[166].

Il giorno 18 ottobre viene concordata una nuova tregua umanitaria che come la precedente durerà lo spazio di poche ore. Proseguono i combattimenti nella parte nord orientale dell'Artsakh e lungo la catena dei monti Mrav con incursioni di soldati azeri che scendono dal passo Omar verso la zona di Kəlbəcər ingaggiando violenti combattimenti con il nemico.

Nella ridda di comunicati di propaganda dei rispettivi comandi militari, si riesce tuttavia a comprendere come il fronte della battaglia si stia progressivamente spostando verso il cuore della regione. Una volta occupata tutta la porzione sud lungo il fiume Araks che segna il confine con l'Iran, gli azeri cominciano a risalire verso nord la valle del Vorotan con l'obiettivo di raggiungere la strada che congiunge Goris (Armenia) a Stepanakert e così tagliare i rifornimenti alla capitale e al tempo stesso attaccare Shushi da nord.

Battaglie si svolgono nella regione di Martuni ma il capoluogo resiste così come l'importante strada che dal sud (villaggio di Karmir Shuka) conduce a Stepanakert. Gli azeri avanzano da sud verso Shushi mentre gli armeni denunciano impiego di armi proibite (bombe al fosforo)[167] lanciate nelle foreste dove si erano rifugiati molti residenti in fuga dai villaggi. Si intensificano i bombardamenti azeri su tutte le città e in particolare su Martuni e Stepanakert.[168]

Le ultime due settimane di conflitto evidenziano l'avanzata azera che sfrutta la superiorità tecnologica dei droni di fabbricazione turca e israeliana per annientare le retrovie armene.[169] I combattimenti raggiungono la strada per Shushi e infuriano anche a sud verso la gola di Hunot. Martuni è sotto assedio ma resisterà e così la porzione settentrionale della regione di Hadrut. La battaglia di Shushi con la annunciata conquista azera infligge il colpo definitivo alle speranze armene di difesa. Già dai primi di novembre quasi tutta la popolazione civile scappa dall'Artsakh temendo che anche la capitale Stepanakert cada.[170]

L'accordo di tregua del 9 novembre pone fine alle ostilità.

Conseguenze del conflitto

modifica

Oltre ai distretti extra oblast, conquistati militarmente o ceduti per l'accordo di tregua, gli azeri hanno occupato:

Coinvolgimento internazionale

modifica

Turchia e Coalizione nazionale siriana

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Relazioni bilaterali tra Azerbaigian e Turchia.

Volontari armeni della diaspora e milizie curde

modifica

Prima dell'inizio dei combattimenti, fonti turche segnalarono che soldati dell'YPG e del PKK provenienti dalla Siria e dall'Iraq erano stati trasferiti in Nagorno-Karabakh per addestrare le milizie armene che avrebbero poi combattuto contro l'esercito azero[54]. Il 30 settembre ulteriori fonti segnalarono che circa 300 combattenti del PKK erano arrivati nella regione contesa passando per il territorio iraniano[171][172][173]. Però, secondo The Washington Post, le fonti non sarebbero del tutto attendibili poiché già in passato la Turchia aveva fornito informazioni controverse riguardanti le attività dei due gruppi di mercenari[174]. Secondo un giornalista di The Jerusalem Post, le informazioni fornite dal Daily Sabah, quotidiano con posizioni vicine al governo turco, sul coinvolgimento dei due gruppi miliziani, erano state create ad-hoc per permettere alla Turchia di segnalare il PKK come un gruppo armato che stava minacciando la sicurezza dello stato, e di conseguenza intervenire direttamente nel conflitto; lo stesso giornalista fece notare che un metodo simile era stato utilizzato dal governo turco per attaccare la Siria e l'Iraq del nord[175].

Il 28 settembre il ministero della difesa azero segnalò che tra le vittime armene si trovavano anche soldati appartenenti a milizie di armeni dalla Siria e da altre regioni del Medio Oriente[176]. Lo stesso giorno il Ministero della difesa nazionale turco diffuse un comunicato in cui chiedeva alle autorità armene di "rimandare indietro i mercenari e i terroristi provenienti dall'estero"[177]. Anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani segnalò che siriani di origine armena erano stati trasferiti in Armenia per combattere contro l'Azerbaigian[5][178]. Il 5 ottobre le autorità azere accusarono nuovamente l'Armenia di aver assoldato milizie straniere, affermando di aver ottime prove per asserire che i miliziani erano armeni provenienti dal Medio Oriente, in particolare dalla Siria e dal Libano, ma anche dalla Russia, dalla Georgia, dalla Grecia e dagli Emirati Arabi Uniti[179].

Russia e Iran

modifica

Durante il conflitto, i mezzi di comunicazione azeri e iraniani segnalarono che equipaggiamento russo era trasportato in Armenia attraverso l'Iran[180]. Il 29 settembre il Ministero degli affari esteri iraniano negò queste affermazioni[181]. In supporto alle accuse mosse, il governo azero pubblicò alcuni filmati che mostravano l'equipaggiamento russo trasportato attraverso l'Iran[182][183].

L'Iran riaffermò la propria estraneità nella guerra anche durante la telefonata avvenuta con il capo di stato maggiore iraniano Mahmoud Vaezi e il ministro dell'economia azero Shahin Mustafayev. Il capo di stato maggiore disse che le accuse mosse dai mezzi di comunicazione erano create per indebolire le relazioni bilaterali tra i due stati[184]. I mezzi di comunicazione statali iraniani giustificarono i rifornimenti russi diretti in Armenia dicendo che fossero stati precedentemente acquistati dallo stato[185].

Il 28 settembre, i mezzi di comunicazione russi segnalarono che una compagnia militare privata era pronta per combattere in Nagorno-Karabakh contro l'Azerbaigian[186]. Il 1º ottobre Radio Free Europe, citando una fonte interna nel Gruppo Wagner, segnalò che i mercenari stavano già combattendo nella regione contesa[187]; le affermazioni della radio furono negate dall'uomo d'affari Evgenij Prigožin, fondatore e proprietario del Wagner Group[187].

Reazioni

modifica

Reazioni internazionali

modifica

I rappresentanti di diverse nazioni, tra cui Albania[188], Canada, Francia[189], Georgia[190], Germania[191], Grecia[192], Iran[193], Italia[194], Polonia[195], Romania[196], Russia[197], Ucraina[198] e Città del Vaticano[199] hanno chiesto la cessazione delle attività belliche affinché fosse ristabilita la pace. La stessa richiesta è stata fatta anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel[57], dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres[200] e dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)[201].

Al contrario, i governi del Pakistan e della Turchia hanno espresso il loro sostegno all'Azerbaigian[191][202][203]. La Turchia in particolare dichiara di essere pronta a sostenere l'Azerbaijan "con ogni mezzo", segnalando la disponibilità ad entrare attivamente nel conflitto, se le circostanze lo richiedessero.[204]

La fine delle ostilità

modifica
 
Celebrazioni a Baku, in Azerbaigian, dopo il trattato di pace.

In seguito alla conquista azera della città di Shushi il 7 novembre, e all’abbattimento sempre da parte azera di un elicottero MI-24R russo in territorio armeno il 9 novembre,[205] la sera stessa viene firmato un accordo trilaterale per la cessazione delle ostilità da ambo le parti con effetto dalle h. 01:00 locali del 10 novembre, la mezzanotte di Mosca. L’Azerbaigian consolida la propria posizione nei territori riconquistati e ottiene alcune zone dell'Artsakh. La Russia si pone quale paese mediatore e manda 1960 militari[206], 90 mezzi corazzati da trasporto, 380 veicoli e materiali speciali della 15ª Brigata di fanteria motorizzata in qualità di forza per il mantenimento della pace[207] (contraddistinte dalla sigla in cirillico: МС[208] ovvero: Миротворческие силы[209]) agli ordini del tenente generale Rustam Muradov (di etnia azera) con area di pertinenza suddivisa in due settori di: Zona di responsabilità "Nord", con sede a Martakert; e una Zona di responsabilità "Sud" con base a Step'anakert, dov'è collocato il quartier generale che comanda tutti i ventitré posti d'osservazione sparsi sul territorio. L’accordo prevede la presenza militare russa nella regione per cinque anni, più ulteriori cinque se nessuna delle parti comunicherà sei mesi prima della scadenza la propria contrarietà.[210] L’Armenia è obbligata a ritirare le truppe da alcune regioni del Nagorno Karabakh.[211][212][213][214][215][216][217]

Bibliografia italiana

modifica
  1. ^ a b c Pierre Haski, La sconfitta dell’Armenia ribalta gli equilibri nel Caucaso, su Internazionale, 11 novembre 2020.
  2. ^ Turkey, Russia to set up joint center to watch Nagorno-Karabakh peace, su hurriyetdailynews.com, 11 novembre 2020.
  3. ^ Kofman Michael, Armenia-Azerbaijan War: Military Dimensions of the Conflict, su russiamatters.org, Belfer Center for Science and International Affairs. URL consultato il 18 ottobre 2020 (archiviato il 30 settembre 2020).
    «"Turkey is already supporting Azerbaijan militarily, through technical assistance through arms sales, providing critical military support, especially in terms of armed drones and technical expertise," said Turkish analyst Ilhan Uzgel.»
  4. ^ (EN) France accuses Turkey of sending Syrian jihadists to Nagorno-Karabakh, su reuters.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
    (EN)

    «We now have information which indicates that Syrian fighters from jihadist groups have (transited) through Gaziantep (southeastern Turkey) to reach the Nagorno-Karabakh theatre of operations.»

    (IT)

    «Abbiamo ora informazioni che indicano che combattenti siriani provenienti da gruppi jihadisti hanno (transitato) attraverso Gaziantep (Turchia sudorientale) per raggiungere il teatro delle operazioni del Nagorno-Karabakh.»

  5. ^ a b (EN) SOHR “Reports of 4,000 Turkish-backed Syrian fighters in Azerbaijan untrue”, su syriahr.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  6. ^ (EN) Turkey deploying Syrian fighters to help ally Azerbaijan, two fighters say, su reuters.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  7. ^ a b (EN) Turkey recruiting Syrians to guard troops and facilities in Azerbaijan, su middleeasteye.net. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  8. ^ (EN) Armenia says it is checking report of Syrian fighters in Azerbaijan, su reuters.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  9. ^ (EN) Azerbaijan denies Turkey sent it fighters from Syria, su aljazeera.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  10. ^ (TR) Türkiye'nin Dağlık Karabağ'a paralı asker gönderdiği iddiası, su dw.com. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  11. ^ (RU) Добро пожаловать в ад: в Арцахе уничтожен один из командиров “Фиркат аль-Хамза”.
  12. ^ (EN) Firqat al Hamza announces the death of Adel al-Shahir, one of their commanders.
  13. ^ Syr Center, su syrcenter.com.
  14. ^ a b Il 21 ottobre 2021 il Ministero della difesa azero pubblicò l’elenco dei militari caduti affermando che le perdite durante la guerra ammontassero a 2.908 e che i dispersi fossero 6, [1]. Tuttavia, almeno 2 dei soldati presenti nella lista dei caduti rimasero uccisi dopo la fine del conflitto,[https://www.azernews.az/karabakh/173267.html].[2] Archiviato l'8 aprile 2022 in Internet Archive. lasciando dunque il computo fermo a 2.906 uccisi durante le ostilità.
  15. ^ (AZ) Vətən müharibəsində yaralanan hərbçilərin sayı açıqlanıb, su Report.az, 14 aprile 2022. URL consultato il 19 agosto 2022.
  16. ^ Armenia, Azerbaijan Exchange More Prisoners.
    Azerbaijani captives, including Shahbaz Guliyev and Dilgam Asgarov, who were held hostage by Armenians, brought home.
  17. ^ a b (EN) SOHR exclusive, su syriahr.com, 3 dicembre 2020. URL consultato il 19 agosto 2022.
  18. ^ (EN) Armenian Unified Infocenter: Azerbaijani military death toll reaches 7630 casualties, su armenpress.am. URL consultato il 12 novembre 2020.
  19. ^ a b (EN) The Fight For Nagorno-Karabakh: Documenting Losses on The Sides Of Armenia and Azerbaijan.
  20. ^ (EN) Orix, An overview of Azerbaijan's visually confirmed losses, via Twitter
  21. ^ Hərbi Media.
  22. ^ Karabakh Records: [3]; [https://mobile.twitter.com/KarabakhRecords/status/1317315929827672066].;[4];[5]
  23. ^ (EN) Prime Minister Nikol Pashinyan's speech at the National Assembly during the discussion of the performance report of the Government Action Plan for 2021, in The Prime Minister of Armenia, 13 aprile 2022. URL consultato il 19 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2022).
  24. ^ (EN) 187 Armenian troops still MIA, 21 civilians missing in 2020 Nagorno Karabakh war, su armenpress.am, Armenpress, 21 marzo 2022. URL consultato il 19 agosto 2022.
  25. ^ Some 742 servicemen of Artsakh Defense Army killed in last autumn’s 44-day war in Nagorno-Karabakh conflict zone.
  26. ^ (EN) Around 11,000 Armenian soldiers wounded and got sick in recent Artsakh war, military official says, in Panorama, 29 marzo 2021. URL consultato il 19 agosto 2022.
  27. ^ (RU) МИД Армении и Красный Крест объединят усилия для решения вопроса пленных, in Armenian Report, 2 dicembre 2020. URL consultato il 19 agosto 2022.
  28. ^ 4.750 militari uccisi secondo Mikayel Minasyan, ex ambasciatore armeno per la Santa Sede:
    Cfr. in (EN) Mikayel Minasyan: 4,750 confirmed military casualties reported to Armenian premier, 14 novembre 2020. URL consultato il 17 novembre 2020.
  29. ^ (EN) Orix, An overview of Armenia's visually confirmed losses, via Twitter
  30. ^ 1 Distrutto attorno alle h. 01:00 del 14 ottobre ({{cita testo|url=https://mobile.twitter.com/wwwmodgovaz/status/1316231070610870272];[6])|titolo=nell'Armenia propriamente detta tra Vardenis}} e Sotk, parte del 71º Reggimento missilistico armeno ( [7];[8];[9];[10];[11];[12];[13];[14];[15]), [https://youtube.com/watch?v=6Fb_I9UPW4U video: Scud Missile Taken Out In Armenia Near Nagorno-Karabakh].
  31. ^ Russia says discussing U.N. presence in Nagorno-Karabakh as its troops deploy, su reuters.com. URL consultato il 13 novembre 2020.
  32. ^ a b Civilian death toll in Armenian attacks reaches 93, su azernews.az, 9 novembre 2020.
  33. ^ a b 50 Armenian civilians killed by Azerbaijani armed forces so far, 4 novembre 2020. URL consultato il 4 novembre 2020.
    Azerbaijani targeting of civilians has claimed lives of 31 in Artsakh.
  34. ^ Deutsche Welle (dw.com), Nagorno-Karabakh: Russian helicopter shot down over Armenia, su dw.com.
  35. ^ (RU) МИД РФ: Российские журналисты в Карабахе получили средние и тяжелые ранения, 8 ottobre 2020. URL consultato l'8 ottobre 2020 (archiviato il 1º ottobre 2020).
  36. ^ (RU) Азербайджан заявил о четырех пострадавших при обстреле Агдамского района, 19 ottobre 2020. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  37. ^ Iran comes under attack as fighting between Armenia–Azerbaijan spreads across border, 3 ottobre 2020. URL consultato l'11 ottobre 2020 (archiviato il 9 ottobre 2020).
  38. ^ Nearly 90,000 people displaced, lost homes and property in Nagorno Karabakh, su armenpress.am, 24 ottobre 2020. URL consultato il 24 ottobre 2020.
  39. ^ Nagorno-Karabakh conflict: Bachelet warns of possible war crimes as attacks continue in populated areas, su ohchr.org, 2 novembre 2020. URL consultato il 2 novembre 2020.
  40. ^ U.N. says Nagorno-Karabakh attacks could be war crimes, 2 novembre 2020.
  41. ^ (EN) Armenia and Azerbaijan erupt into fighting over disputed Nagorno-Karabakh, BBC News, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  42. ^ (EN) Nagorno-Karabakh announces martial law and total mobilization, su in.reuters.com. URL consultato il 28 settembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2020).
  43. ^ (EN) Azerbaijan's parliament approves martial law, curfews - president's aide, su reuters.com. URL consultato il 28 settembre 2020.
  44. ^ Nagorno:Putin, totale cessate fuoco tra azeri e armeni.
  45. ^ (EN) 1993 UN Security Council Resolutions on Nagorno-Karabakh, su U.S. Department of State. URL consultato il 27 settembre 2020.
  46. ^ (EN) HUMAN RIGHTS SITUATION OF INTERNALLY DISPLACED PERSONS IN AZERBAIJAN, su Human Rights Club. URL consultato il 27 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2020).
  47. ^ (EN) Recognition of the territorial integrity of Azerbaijan by Armenia, su assembly.coe.int. URL consultato il 27 settembre 2020.
  48. ^ (EN) Armenia/Azerbaijan – Border clashes between the two countries (15 Jul. 2020), su France Diplomacy – Ministry for Europe and Foreign Affairs. URL consultato il 27 settembre 2020.
  49. ^ (EN) Azerbaijan's MoD: Fierce fighting in the direction of Tovuz region is continuing, su Azeri Press Agency, 14 luglio 2020. URL consultato il 22 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
  50. ^ (RU) Игра мускулами: зачем Азербайджан проводит учения с Турцией, su Газета.Ru. URL consultato il 27 settembre 2020.
  51. ^ (EN) Turkey-Azerbaijan military drills intimidate Armenia, President Aliyev says, su dailysabah.com. URL consultato il 28 settembre 2020.
  52. ^ (EN) Armenia joins Russia, China and others for Caucasus 2020 major international military drills, su armenpress.am. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  53. ^ (EN) Reports Turkey is transferring Syrian militants to Azerbaijan as hostilities against Armenia increases, su greekcitytimes.com. URL consultato il 28 settembre 2020.
  54. ^ a b (EN) Armenia transfers YPG/PKK terrorists to occupied area to train militias against Azerbaijan, in Daily Sabah, 25 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  55. ^ (RU) Азербайджан бомбит Степанакерт, власти призывают население прятаться в убежищах, su panarmenian.net. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  56. ^ (EN) Fighting erupts between Armenia, Azerbaijan; 16 killed, su stripes.com. URL consultato il 28 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2020).
  57. ^ a b (EN) President of European Council appeals for military action to stop within Nagorno Karabakh conflict, su en.trend.az. URL consultato il 28 settembre 2020.
  58. ^ "Nagorno Karabakh, ricomincia la guerra tra Azerbaijan e armeni: bombardamenti e vittime", in 'Il Fatto quotidiano, 27-09-2020.
  59. ^ "Nuova escalation in Nagorno Karabakh, Yerevan e Baku dichiarano la legge marziale" in 'East Journal del 27-09-2020.
  60. ^ (AZ) Azərbaycan Ordusu 6 kəndi erməni işğalından azad edib, su report.az. URL consultato il 28 settembre 2020.
  61. ^ (HY) Հաղորդագրություն, su nkrmil.am. URL consultato il 28 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2020).
  62. ^ (EN) Azerbaijan's Defense Ministry: Armenian army ammunition depot was destroyed, in azertag.az, Azerbaijan State News Agency, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  63. ^ (FA) اصابت راکت به یکی از روستاهای آذربایجان شرقی, su isna.ir. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  64. ^ (EN) MFA: Azerbaijan's Tartar city intensively fired by the Armenian side, su APA.az, 28 settembre 2020. URL consultato il 28 settembre 2020.
  65. ^ (RU) Президент Арцаха: Армия обороны осуществила несколько блестящих военных действий, su news.am. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  66. ^ (EN) Azerbaijani MoD: Advantageous high grounds around Talysh village cleared of enemy, su azvision.az, 28 settembre 2020. URL consultato il 28 settembre 2020.
  67. ^ (EN) MoD: Enemy artillery units in the Aghdara direction were hit – VIDEO, su apa.az.
  68. ^ (RU) АО Арцаха уже пресекла атаку врага и способна продвинуться на ее территорию: Товмасян, su armenpress.am. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  69. ^ (EN) Azerbaijan Army’s offensive operation to liberate Fizuli city continues, su apa.az. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  70. ^ (EN) Azerbaijan shells Armenia military base across state border amid ongoing attack on Karabakh, su armenpress.am. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  71. ^ (EN) Azerbaijan’s MoD: Enemy’s counterattack attempt repulsed, corpses of Armenian soldiers left on battle ground, su apa.az. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  72. ^ (EN) URGENT: Turkish F-16 shoots down Armenia jet in Armenian airspace, su armenpress.am. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  73. ^ (TR) Altun: Türkiye Ermenistan uçağını vurmadı, su bloomberght.com. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  74. ^ (EN) Hikmet Hajiyev: Two Armenian Su-25 Fighter Aircraft Crashed into Mountain, su turan.az. URL consultato il 1º ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2020).
  75. ^ (EN) The enemy's military equipment was destroyed in the direction of Jabrayil region - VIDEO, su apa.az.
  76. ^ (EN) The enemy subjected to artillery fire the city of Terter, su mod.gov.az. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  77. ^ (EN) Ministry of Defense: "Enemy group is surrounded", su apa.az.
  78. ^ Per i bombardamenti armeni-karabakhi vedere:
    (EN) WATCH: Artsakh's countermeasures destroy Azeri combat equipment, outposts, su armenpress.am. URL consultato il 3 ottobre 2020.

    Per i bombardamenti azeri:
    (EN) Enemy’s military equipment destroyed before 17:30 today - VIDEO, su mod.gov.az. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  79. ^ (EN) Azerbaijani MoD: During the night battles, artillery strikes were inflicted on the enemy - VIDEO, su apa.az.
  80. ^ (EN) “Relative stable tension” in all directions of frontline remains, says Artsakhi military, su armenpress.am. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  81. ^ (EN) Defense Ministry: Armenians again shelling Tartar city, su report.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  82. ^ (EN) Azerbaijani territory came under rocket fire from the Gorus region of Armenia, su apa.az.
  83. ^ (EN) Enemy is again shelling our human settlements, su apa.az.
  84. ^ (EN) Azerbaijani drone strikes village in Armenia, killing a civilian, su armenpress.am. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  85. ^ (EN) Rocket attack on northwest of Iran border, su english.iswnews.com. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  86. ^ (EN) Operational information of the Ministry of Defense, su mod.gov.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  87. ^ (EN) MoD: Aghdam's villages subjected to fire from Armenian armed units, some killed and injured, su apa.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  88. ^ (EN) MoD: Sabirkend village of Azerbaijan's Shamkir subjected to rockets shelling from Armenian territory, su apa.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  89. ^ (EN) Missiles fired from Armenia to Shamkir's Sabirkend launched from the Tochka-U, su apa.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  90. ^ (EN) Defense Ministry denies Azeri claim on Armenia firing tactical missile on Azerbaijan, su armenpress.am. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  91. ^ (EN) Armenians are shelling Barda's Amirli, Tovuz's Aghdam and Guzanli residential settlements using rockets, su apa.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  92. ^ (EN) MoD: Tartar city, Shikharkh settlement and Sogan-Verdiler village of Barda subjected to intensive artillery fire from Armenia, su apa.az. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  93. ^ (EN) Azerbaijani MoD: Fierce battles continue along the entire front - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  94. ^ (EN) Karabakh President leaving to fight in the frontline, su panarmenian.net. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  95. ^ (EN) Azerbaijani MoD: Armenians shelled Tartar, Aghdam, Aghcabadi and Goranboy regions of Azerbaijan, su apa.az.
  96. ^ (EN) Azerbaijan's targeting of some civilian infrastructure could cause ecological disaster, su panarmenian.net. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  97. ^ (EN) Azerbaijani President: Azerbaijani Army raised Azerbaijani flag in Madagiz, su apa.az. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  98. ^ (EN) President Ilham Aliyev: "Azerbaijani army liberates a number of villages today", su apa.az. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  99. ^ (EN) MoD: Currently, the enemy is subjecting to fire our villages, su apa.az. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  100. ^ (EN) Nagorno-Karabakh conflict: Major cities hit as heavy fighting continues, su bbc.com. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  101. ^ (RU) Армения заявила, что не ведет обстрел населенных пунктов Азербайджана, su ria.ru. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  102. ^ (EN) Ganja military airbase is 'no more' - Artsakh says, su armenpress.am. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  103. ^ (EN) Azerbaijan’s MOD: Information spread by Armenians about alleged shelling of military facilities in Ganja city is false, su apa.az. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  104. ^ (RU) Война в Карабахе: сотни раненых и погибшие по обе стороны фронта, su bbc.com. URL consultato il 4 ottobre 2020.
  105. ^ (EN) Karabakh troops destroy three Azerbaijani planes, two tanks, su panarmenian.net. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  106. ^ (EN) Presidential aide: "As a result of our army's accurate strike, Araik Arutunyan was severely wounded, su apa.az.
  107. ^ (EN) President of Artsakh returns from frontline, praises "inspiration, feats and heroism" of troops, su armenpress.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  108. ^ (EN) Artsakh denies Azeri reports claiming president is wounded, su armenpress.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  109. ^ (EN) President Ilham Aliyev: "Azerbaijani Army liberates Jabrayil city and several villages of the region, su apa.az.
  110. ^ (EN) President Ilham Aliyev: Jabrayil city and 9 villages of the region liberated from occupation, su apa.az.
  111. ^ (EN) Armenia fired on Azerbaijan's Mingachevir and Tartar, su apa.az.
  112. ^ (EN) Artsakh and Armenia deny Azerbaijani false information of striking Mingachevir, su armenpress.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  113. ^ (EN) Hikmet Hajiyev: Armenians launched two 300 km mid range missile in Khizi and Absheron regions, su apa.az.
  114. ^ (EN) Azerbaijani forces launched intense attack from early morning – updates, su armenpress.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  115. ^ (EN) Ganja city comes under fire from the territory of Armenia, su apa.az. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  116. ^ (EN) MD: The Ganja city once again comes under fire, su apa.az. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  117. ^ (EN) President: "Several villages of Jabrayil were liberated from occupation", su apa.az. URL consultato l'8 ottobre.
  118. ^ (EN) Armenian forces announce withdrawal from some areas, su almasdarnews.com. URL consultato l'8 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2020).
  119. ^ (EN) Vagif Dargahli: "The operational and military superiority along the entire front is on the side of Azerbaijani army", su apa.az. URL consultato l'8 ottobre 2020.
    (EN)

    «The information spread by the official representative of the Armenian Defense Ministry about the alleged loss of more than 200 people by the Azerbaijani Army is false, baseless [...]. Our occupied lands are being liberated. This is an undeniable fact. At present, our operational and military superiority continues along the entire front, including in the direction of Jabrayil-Fuzuli. The only way to save the Armenian army from disaster is to withdraw immediately from the occupied territories.»

    (IT)

    «Le informazioni diffuse dal rappresentante ufficiale del ministero della difesa armeno sulla presunta perdita di oltre 200 persone da parte dell'esercito azero sono false, infondate [...]. Le nostre terre occupate sono state liberate. Questo è un fatto innegabile. Attualmente, la nostra superiorità operativa e militare continua lungo tutto il fronte, anche in direzione di Jabrayil-Fuzuli. L'unico modo per salvare l'esercito armeno dal disastro è ritirarsi immediatamente dai territori occupati.»

  120. ^ Situation remains “stable-tense”, says Artsakh, su armenpress.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  121. ^ (AZ) Ermənilərin atdığı mərmi nəticəsində FHN əməkdaşı xəsarət alıb, su apa.az. URL consultato l'8 ottobre.
  122. ^ (EN) Armenia fired missiles at the Baku-Tbilisi-Ceyhan oil pipeline: Azerbaijani army prevented this terrorist attack, su apa.az. URL consultato l'8 ottobre.
  123. ^ (EN) Armenia denies having attempted to strike Baku-Tbilisi-Ceyhan oil pipeline, su en.armradio.am. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  124. ^ (RU) Генпрокуратура: Враг обстрелял Тертер, есть погибший и раненые, su report.az. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  125. ^ (EN) Ministry of Defense: Azerbaijani Army has full dominance in the direction of Jabrayil, su apa.az.
  126. ^ (EN) Video recording of Shukurbayli village of Jabrail, su apa.az.
  127. ^ (EN) MoD: Armenian armed forces are subjecting to fire our human settlements, su apa.az.
  128. ^ (EN) Stepanakert City under unceasing missile bombardment from Azerbaijan, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  129. ^ (EN) Artsakh’s troops save 19 soldiers, liberate earlier lost position, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  130. ^ (EN) Fighting continues in Artsakh-Azerbaijan conflict zone, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  131. ^ (EN) The Barda city is under fire, su mod.gov.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  132. ^ (EN) Azerbaijan strikes Ghazanchetsots Cathedral in Shushi, a Karabakh landmark, su panarmenian.net. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  133. ^ L'Armenia accusa, 'Baku bombarda le chiese', su ansa.it, ANSA, 8 ottobre 2020. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  134. ^ (EN) Fighting continues in Artsakh-Azerbaijan conflict zone, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  135. ^ (EN) Azerbaijani MoD: Destruction of the church in Shusha has nothing to do with the activities of the Azerbaijan Army, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  136. ^ (EN) Artsakh reports successful countermeasures against “constant” Azeri attacks, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  137. ^ (EN) Armenia shells the human settlements of Azerbaijan, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  138. ^ (EN) Azerbaijan Armed Forces inflicted artillery strikes during night battles - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  139. ^ (EN) Azerbaijani MoD: Enemy armored vehicles were destroyed - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  140. ^ (EN) The enemy's military convoy was defeated - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  141. ^ (EN) “Relatively stable-tense” – Artsakh military on overnight situation, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  142. ^ (EN) MoD: Enemy is shelling our human settlements, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  143. ^ (EN) Stepanakert City again under Azeri missile bombardment, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  144. ^ (EN) Flag of Azerbaijan is waving in the liberated territories of the Jabrayil region - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  145. ^ (EN) Hikmet Hajiyev: "Materials submitted by Armenia in connection with the rocket attack on the church are contradictory", su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  146. ^ (EN) President Ilham Aliyev: The Azerbaijani Army has liberated Hadrut settlement and several villages, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  147. ^ (EN) Azerbaijani Army liberates Hadrut settlement and eight villages from occupation - LIST, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  148. ^ (EN) Aliyev’s statement on capturing Hadrut is “total lie”, says Artsakh, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  149. ^   ԱՀ ՊԱՇՏՊԱՆՈւԹՅԱՆ ԲԱՆԱԿ NKR DEFENSE ARMY, Մեր նկարահանող խումբը Հադրութում, su YouTube. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  150. ^ Nagorno-Karabakh, scatta il cessate il fuoco tra l'Armenia e l'Azerbaigian, su agi.it. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  151. ^ (EN) Russia sponsors Nagorno-Karabakh cease-fire talks, su apnews.com. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  152. ^ (EN) Nagorno-Karabakh: Armenia and Azerbaijan shaky ceasefire in force, su bbc.com. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  153. ^ a b (EN) Armenia and Azerbaijan accuse each other of violating Nagorno-Karabakh ceasefire, su uk.reuters.com. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  154. ^ (EN) Azeri forces ignore ceasefire and launch attack at Artsakh position at 12:05, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  155. ^ (EN) Azerbaijan bombs village in Armenia with combat drone, su armenpress.am. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  156. ^ (EN) MoD: Armenia grossly violates the ceasefire, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  157. ^ (EN) MoD: Armored vehicle of the enemy violated ceasefire was destroyed - VIDEO, su apa.az. URL consultato il 10 ottobre 2020.
  158. ^ (EN) Ganja was fired from “Scud” missile, and not “Tochka-U”, su turan.az. URL consultato il 21 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2020).
  159. ^ (RU) Город Гянджа вновь подвергается обстрелу с территории Армении, su mod.gov.az. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  160. ^ (EN) Azerbaijan: 10 dead in Armenian strike on Ganja city, su aa.com.tr. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  161. ^ (FR) Haut-Karabakh : malgré le cessez-le-feu, les bombardements continuent, su lemonde.fr. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  162. ^ (EN) Nagorno-Karabakh truce frays as both sides allege attacks, su uk.reuters.com. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  163. ^ (RU) Хрупкое перемирие в Карабахе. Азербайджанский город Гянджа вновь попал под ракетный удар, su tass.ru. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  164. ^ (RU) Гянджа: гуманитарное перемирие под ракетным ударом, su bbc.com. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  165. ^ (EN) Armenian Armed Forces shell Azerbaijani villages, su en.trend.az. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  166. ^ "Nagorno-Karabakh, crimini di guerra in atto a Hadrut" in TPI del 16-10-2020.
  167. ^ "Azerbaijan: Cluster Munitions Used in Nagorno-Karabakh" in Human Right Watch del 23-10-2020.
  168. ^ "Nagorno Karabakh, crimini di guerra" in 'Balcani e Caucaso' del 20-10-2020.
  169. ^ "Guerra nel Caucaso, come i droni di ultima generazione hanno cambiato il combattimento" in 'Repubblica del 28-10-2020.
  170. ^ "Nagorno-Karabakh: in fuga migliaia di armeni, lunghissima la coda di auto" in 'Corriere della sera' del 9-11-2020.
  171. ^ (EN) Turkey: Armenia transports hundreds of PKK militants to fight Azerbaijan, su middleeastmonitor.com. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  172. ^ (ID) Armenia Diduga Gunakan Teroris YPG/PKK Lawan Azerbaijan, su republika.co.id. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  173. ^ (EN) Armenia continues to target civilian population and avoiding negotiations: Azerbaijan Ambassador Ali Alizada, su dnd.com.pk. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  174. ^ (EN) Ishaan Tharoor, Turkey and Russia preside over a new age of mercenary wars, su washingtonpost.com. URL consultato il 12 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2020).
  175. ^ (EN) Seth J. Frantzman, Is Turkey planning to recruit Syrians to fight Armenia?, su jpost.com. URL consultato il 12 ottobre 2020 (archiviato il 9 ottobre 2020).
  176. ^ (EN) Vagif Dargahli: 'There are mercenaries of Armenian origin from Syria and different countries of the Middle East among the losses of the enemy', su apa.az.
  177. ^ (EN) Erdoğan urges Armenia to 'end occupation in Upper Karabakh', su hurriyetdailynews.com. URL consultato il 12 ottobre 2020 (archiviato l'8 ottobre 2020).
  178. ^ (EN) First Syrian fighter of Ankara-backed factions killed in Azerbaijan, su syriahr.com. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  179. ^ (EN) Azerbaijani MFA: Foreign terrorist and mercenaries being used by Armenia against Azerbaijan, su apa.az.
  180. ^ (EN) Iran denies allowing passage of weapons into Armenia after video emerges on social media, su intellinews.com. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  181. ^ (EN) Spokesman Denies Claim That Arms Transferred via Iran to Armenia, su en.mfa.gov.ir. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  182. ^ (EN) Military supplies for Armenia being shipped through Iran (PHOTO/VIDEO), su en.trend.az. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  183. ^ (EN) Military supplies for Armenia being shipped through Iran [PHOTO/VIDEO], su azernews.az. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  184. ^ (FA) شایعات مبنی بر کمک ایران به ارمنستان کاملا بی اساس است, su iribnews.ir. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2020).
  185. ^ (FA) انتقال کامیونهای روسی از خاک ایران!, su iribnews.ir. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2020).
  186. ^ (RU) Российские наемники готовы отправиться в Карабах, su ura.news. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  187. ^ a b (RU) "Россия ослабела из-за авантюр Путина". Поможет ли Москва Еревану?, su svoboda.org. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  188. ^ (EN) 16 killed as fighting erupts between Armenia, Azerbaijan in disputed area, in cbc.ca, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  189. ^ (EN) France calls on Armenia, Azerbaijan to end hostilities, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  190. ^ (EN) Georgia concerned with resumption of hostilities between Armenia, Azerbaijan, in Agenda.ge, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  191. ^ a b (EN) Armenia-Azerbaijan clashes: How the world reacted, su aljazeera.com. URL consultato il 27 settembre 2020.
  192. ^ (EN) Simos Andriana, Greece calls on Armenia-Azerbaijan to stop military operations immediately, 28 settembre 2020. URL consultato il 28 settembre 2020.
  193. ^ (EN) Parisa Hafezi, Iran calls for immediate end to the conflict between Armenia, Azerbaijan – TV, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  194. ^ Nagorno-Kabarakh, l'appello dell'Italia per il cessate il fuoco, su sputniknews.com, 27 settembre 2020. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  195. ^ (EN) Polish MFA expresses deep concern with reported military clashes around Nagorno-Karabakh, in en.trend.az, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  196. ^ (RO) Conflict militar între Armenia și Azerbaidjan în regiunea Nagorno-Karabah, in Radio Europa Liberă România, 27 settembre 2020.
  197. ^ (RU) Россия призвала Ереван и Баку прекратить огонь в Нагорном Карабахе, su Известия.
  198. ^ (RU) Эксперт: зачем Украина лезет еще и в конфликт в Нагорном Карабахе, su regnum.ru.
  199. ^ Francesco prega per il Caucaso: si scelga la strada del dialogo, su vaticannews.va. URL consultato il 1º ottobre 2020.
  200. ^ (EN) Armenia-Azerbaijan clashes: Live news, su aljazeera.com. URL consultato il 27 settembre 2020.
  201. ^ (EN) Tuvan Gumrukcu, Gabrielle Tétrault-Farber e Vladimir Soldatkin, Armenia-Azerbaijan clashes kill at least 16, undermine regional stability, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  202. ^ (EN) Armenia and Azerbaijan erupt into fighting over disputed Nagorno-Karabakh, BBC News, 27 settembre 2020.
  203. ^ (EN) Pakistan expresses 'deep concern', assures support to Azerbaijan over Nagorno-Karabakh conflict, in thenews.com.pk, The News Pakistan, 27 settembre 2020. URL consultato il 27 settembre 2020.
  204. ^ Inimicizie, Nagorno-Karabakh, il ritorno della guerra convenzionale, su Inimicizie, 30 giugno 2021. URL consultato il 20 gennaio 2023.
  205. ^ (EN) Putin grants state awards to crew of Russia military helicopter Azerbaijan shot down in Armenia airspace, in News.am, 14 novembre 2020. URL consultato il 14 novembre 2020.
  206. ^ (EN) Russian Aerospace Forces helicopters will be involved in the peacekeeping mission to resolve the Nagorno-Karabakh conflict, in Ministero della difesa della Federazione Russa, 12 novembre 2020. URL consultato il 14 novembre 2020.
  207. ^ (EN) Russian peacekeeping forces, in Ministero della difesa della Federazione Russa, 12 novembre 2020. URL consultato il 20 novembre 2020.
  208. ^ (EN) Four more Il-76 aircraft of the Russian Aerospace Forces delivered to Armenia the units of the 15th peacekeeping brigade to participate in the peacekeeping mission in the zone of the Nagorno-Karabakh conflict, in Ministero della difesa della Federazione Russa, 12 novembre 2020. URL consultato il 14 novembre 2020.
  209. ^ (EN) The Minister of Defenсe of the Russian Federation General of the Army Sergei Shoigu held via video conference with the Head of the Military Department of Turkey Hulusi Akar.
  210. ^ The 2020 Artsakh War: What the World Lacks Now Is Leadership -- evnreport.com, su evnreport.com. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  211. ^ (EN) Armenia, Azerbaijan and Russia sign Nagorno-Karabakh peace deal, in BBC News, 10 novembre 2020. URL consultato il 10 novembre 2020.
  212. ^ (EN) Statement by the President of the Republic of Azerbaijan, the Prime Minister of the Republic of Armenia and the President of the Russian Federation, in Ministero degli affari esteri della Federazione Russa, 10 novembre 2020. URL consultato il 15 novembre 2020.
  213. ^ (EN) Foreign Minister Sergey Lavrov’s interview with Russian and foreign media on current international issues, Moscow, November 12, 2020, in Ministero della difesa della Federazione Russa, 12 novembre 2020. URL consultato il 14 novembre 2020.
  214. ^ (RU) Размещение миротворцев России в Нагорном Карабахе, in TASS, 14 novembre 2020. URL consultato il 15 novembre 2020.
  215. ^ (EN) Nagorno-Karabakh’s status to be agreed in future, says Putin, in TASS, 17 novembre 2020. URL consultato il 17 novembre 2020.
  216. ^ (EN) Replies to media questions on developments in Nagorno-Karabakh, in Presidenza della Federazione Russa, 17 novembre 2020. URL consultato il 17 novembre 2020.
  217. ^ Putin sul Nagorno Karabakh: "c'era un accordo già il 20 ottobre, ma è saltato", Sputnik News, 17 novembre 2020. URL consultato il 23 novembre 2020.

Annotazioni

modifica
  1. ^ Secondo la Francia[4], il SOHR[5], soldati dell'esercito nazionale siriano[6], capi politici[7] e l'Armenia[8]. La partecipazione è negata dall'Azerbaigian[9], dalla Turchia[10] e da altri capi della Coalizione nazionale siriana[7].
  2. ^ Vedere sezione Russia e Iran.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica