Guillaume Douarre

vescovo francese di Nuova Caledonia

Guillaume Marie Douarre, S.M. (Job, 16 dicembre 1810Pouébo, 27 aprile 1853) è stato un missionario e vescovo cattolico francese fondatore della Société de l'Océanie e primo vescovo della Nuova Caledonia.

Guillaume Douarre, S.M.
vescovo della Chiesa cattolica
Lapide commemorativa di Guillaume Douarre a Numea
 
Incarichi ricoperti
 
Nato16 dicembre 1810 a Job
Ordinato presbiterogiugno 1834
Nominato vescovo23 agosto 1842 da papa Gregorio XVI
Consacrato vescovo18 ottobre 1842 dal cardinale Louis-Jacques-Maurice de Bonald
Deceduto27 aprile 1853 (42 anni) a Pouébo
 

Biografia

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Nato in Alvernia, fu ordinato sacerdote nel giugno 1834 per la diocesi di Orléans. Vicario di Ouzouer-sur-Trézée, prima di diventare curato di Yssac-la-Tourette (1838), entrò a far parte della Società di Maria di Lione nel 1841.

Il 23 luglio 1842 fu nominato coadiutore del vicario apostolico dell'Oceania Centrale e vescovo titolare di Amata. Fu consacrato vescovo il 18 ottobre 1842 e partì da Tolone sull'Uranie il 3 maggio 1843 con il nuovo governatore Armand Joseph Bruat e altri missionari.

Il 14 ottobre 1843 arrivarono a Nuku Hiva, si fermano a Wallis e giunsero con il Bucéphale in Nuova Caledonia il 19 dicembre.[1]

Douarre festeggiò il suo primo natale nella baia di Balade: i 5 missionari furono lasciati con 5 mesi di viveri nel gennaio 1844, anche se nessuna nave ritornerà sul posto prima dell'agosto 1845, quando giunse una nave americana. Nonostante le difficoltà, Douarre e i suoi compagni continuarono la loro missione fino al futuro villaggio di Pouébo, ma anche sull'isola Balabio e su quella di Hienghène dove il figlio del capo Bouarate accettò il battesimo.

Nel settembre 1845 arrivò anche il capitano Auguste Bérard e poterono costruire una cappella in legno a Pouébo, dove Bouarate autorizzò la missione. Il 7 settembre 1846, Douarre ripartì per l'Europa con l'Arabian. Pierre Rougeyron inaugurò finalmente la missione di Pouébo nel febbraio 1847. Nel frattempo, Douarre arrivò a Cherbourg nell'aprile 1847, ricevette la Legion d'onore dal re Luigi Filippo che gli regalò anche 3000 franchi. A Roma ottenne l'erezione di un vicariato apostolico per la Nuova Caledonia e le Nuove Ebridi, ma apprese intanto che le missioni erano state distrutte dai Canachi e che i sopravvissuti erano stati trasferiti sull'Isola dei Pini.

Nell'ottobre 1848, Douarre ripartì da Tolone per la Nuova Caledonia con Benoît Forestier. Fece scalo ad Anatom e arrivò sull'Isola dei Pini il 20 settembre 1849. Cercò di ristabilire le missioni sulla Grande Terre, specie a Henghiène. Nell'ottobre 1849 ritornò a Balade, dove sperava di far ritornare i missionari, ma le guerre tribali glielo impedirono, così tutti ritornarono sull'Isola dei Pini.

Scoraggiato, Douarre soggiornò per un periodo con Pierre Bataillon a Wallis, poi fu a Sydney dall'ottobre 1850 a marzo 1851. Lì apprese che era stato nominato vicario apostolico dell'Arcipelago dei Navigatori, le attuali Samoa. Scelse invece di tornare in Nuova Caledonia.

La missione di Balade fu riaperta nel maggio 1851 con padre Forestier, poi fu la volta di quella di Pouébo. Vi morì il 27 aprile 1853, poco prima che la Nuova Caledonia diventasse francese, il 24 settembre 1853.

Genealogia episcopale e successione apostolica

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La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

  1. ^ Il Bucéphale era comandato dal capitano Julien Laferrière, con il compito di evangelizzare l'isola: (EN) Introduction La Mission - PDF Téléchargement Gratuit, su docplayer.fr. URL consultato il 27 settembre 2020.. I 5 missionari erano Guillaume Douarre (1810-1853), con padre Pierre Rougeyron (1817-1902) e i frati Blaise Marmoiton (1812-1847), Gilbert Roudaire (1813̠-1852) e Jean Taragnat (1816-1878).

Bibliografia

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  • (FR) Henri Pourrat, L'Épopée de Guillaume Douarre, 1953.
  • (FR) Numa Broc, Dictionnaire des explorateurs français du XIXe siècle, T.4, Océanie, CTHS, 2003, pp. 137–139
  • (FR) Georges Delbos, L’Église catholique en Nouvelle-Calédonie. Un siècle et demi d'histoire, collana Mémoire chrétienne, Paris, Desclée, 1993, pp. 11, 12, 26-28, 35-50, 54, 56-65, 68, 76, 77, 79-88, 90-96, 98, 100, 114, 117, 122, 191, 200, 229, 236, 248-250, 265, 266, 300, 301, 308, 318, 352, 398, ISBN 2-7189-0600-6.

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