Halfdan Ragnarsson

figlio di Ragnarr Loðbrók.

Halfdan Ragnarsson detto Tunica Bianca (in norreno Halfdan Ragnarosson Hvitsärk; ... – Strangford Lough, 877) è stato un comandante vichingo, figlio del semi-leggendario Ragnarr Loðbrók e di sua moglie Kráka. Fu uno dei capi della grande armata danese che invase i regni di Inghilterra a partire dal 865.

Halfdan Ragnarsson
Illustrazione di Halfdan da A child's book of warriors di William Canton, 1907
Re di Northumbria
In carica876 –
877
PredecessoreRicsige
Successoretitolo vacante
Guthred (nell'883)
Re di Danimarca
In carica873 - 877 (in co-regno con il fratello Sigurðr ormr í auga)
PredecessoreSigurðr ormr í auga
SuccessoreSigurðr ormr í auga
MorteStrangford Lough, 877
PadreRagnarr Loðbrók
MadreAslaug

Identificazione

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Il nome di Halfdan non compare in tutte le fonti che parlano dei figli di Ragnarr Loðbrók; ad esempio, il Ragnarssona þáttr ("saga breve dei figli di Ragnarr") menziona al suo posto un certo Hvitsärk ("tunica bianca"). Tuttavia, il fatto che i due nomi siano mutualmente esclusivi ha indotto alcuni studiosi a credere che le figure in questione siano lo stesso individuo. Pertanto, Hvitsärk sarebbe stato un epiteto o soprannome per distinguere Halfdan da eventuali omonimi, essendo il suo un nome relativamente comune tra i vichinghi dell'epoca.[1]

Fu uno dei sei figli di Ragnarr Loðbrók menzionato nelle saghe norrene; tra i fratelli o fratellastri di Halfdan si annoverano Björn Fianco di Ferro, Ívarr Senz'ossa, Sigurðr Serpente nell'Occhio e Ubbe. Dopo aver vendicato la morte del padre coi suoi fratelli si mise a saccheggiare il territorio di Garðaríki. Halfdan fu il primo vichingo a diventare re di Northumbria e pretendente al trono del regno di Dublino. Morì nella battaglia di Strangford Lough nel 877 contro Bárid mac Ímair, nel tentativo di far valere il suo diritto al trono irlandese.

Nella cultura di massa

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Compare come alleato nel videogioco Assassin's Creed: Valhalla, dove sono presenti anche i suoi fratelli Ivarr e Ubba.

  1. ^ Ragnar Lodbrok och hans söner, su heimskringla.no. URL consultato il 25 marzo 2016.

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