Hetepheres I
Hetepheres[1] I (... – dopo il 2613 o 2589 a.C.) è stata una regina egizia della IV dinastia.
Hetepheres I | |
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Disegno della regina Hetepheres I, di George Reisner, tratto da una sua figura d'oro rinvenuta nella tomba | |
Regina consorte d'Egitto | |
In carica | ca. 2630 o 2613 a.C. – ca. 2609 o 2589 a.C. |
Predecessore | Djefatnebti? |
Successore | Meritites I, Henutsen, Rakhetra |
Sepoltura | Tomba G 7000X presso la Piramide di Cheope, Giza |
Dinastia | IV dinastia egizia |
Padre | Huni |
Consorte | Snefru |
Figli | Cheope, Hetepheres, Ranefer (?) |
L'importanza della regina Hetepheres deriva, oltre che dal fatto d'essere stata madre del grande faraone Cheope, dalla scoperta della sua tomba che è fra le rarissime sepolture reali intatte dell'antico Egitto, e unica inviolata fra quelle dell'Antico Regno.
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ḥtp ḥr=s ("il suo viso è pacifico")
Biografia
modificaHetepheres I fu probabilmente una consorte del faraone Snefru. Ebbe i titoli di: Madre del Re, Madre del Re delle Due Terre, Ancella di Horus, Figlia del corpo del dio. Tramite il matrimonio con Hetepheres, Snefru diede più solidità alla propria accessione al trono: ella fu la congiunzione del sangue reale della III dinastia con la nascente IV dinastia. Ricevette il titolo di Figlia del dio mentre regnava suo padre Huni e lo mantenne durante il regno del consorte e quando diede alla luce il figlio Cheope, che commissionò la sua tomba con l'annessa piramide.[2] Hetepheres fu forse una sposa minore di Snefru e crebbe nell'importanza e nella considerazione quando il figlio divenne faraone. Fu la nonna dei faraoni Djedefra e Chefren e della regina Hetepheres II. Morì durante il regno del figlio.
La scoperta della tomba
modificaA partire dal 1902, una spedizione congiunta della Università di Harvard e del Museum of Fine Arts di Boston diede l'avvio a una campagna di scavi nella piana di Giza, continuando a esplorare e documentare l'area per i successivi 23 anni. Il 9 marzo 1925, mentre l'archeologo a capo degli scavi, George Reisner, si trovava momentaneamente negli Stati Uniti, il fotografo della équipe notò una porzione di gesso dove si aspettava di trovare la naturale pietra calcarea della piana.[3] Allora gli archeologi liberarono l'area e rimossero il gesso, scoprendo un profondo pozzo. Si fecero strada verso il basso per 26 metri prima di raggiungere un muro di mattoni il quale, attraversato, rivelò un prezioso corredo funebre comprendente, tra l'altro, un bianco sarcofago d'alabastro, barre d'oro a far da telaio per un baldacchino o per una tenda, oggetti d'oro, mobili di legno e altro. Servendosi di un sistema di binocoli e specchi, Battiscompe Gunn individuò un'iscrizione col nome di Snefru, la quale scatenò il sensazionalismo dei giornali, ma che in quel momento voleva dire soltanto che il proprietario della tomba era vissuto sotto re Snefru.
Reisner concluse che doveva essere una ri-sepoltura segreta, dopo un'effrazione di ladri nella tomba originaria. Entro il mese di aprile, egli aveva già identificato il titolare della tomba con Hetepheres I, regina consorte di Snefru e madre di Cheope. Quando nel 1927 arrivarono ad aprire il sarcofago, scoprirono che era enigmaticamente vuoto.[4]
Reisner ipotizzò che Hetepheres dovette essere stata originariamente sepolta accanto alla Piramide rossa di suo marito, nella necropoli di Dahshur, ma che la tomba fosse stata violata poco dopo la sepoltura. Pensò che i ladri avessero scoperchiato il sarcofago e sottratto la mummia insieme ai suoi gioielli, ma che fossero scappati prima di prendere il resto del tesoro. Reisner propose che i funzionari responsabili della sepoltura, per sfuggire all'ira di Cheope, gli avessero mentito riferendogli che la mummia era ancora al sicuro all'interno del sarcofago d'alabastro. Il sovrano avrebbe poi ordinato di ri-seppellire il sarcofago e il corredo accanto alla propria piramide, a Giza.[5]
L'esatta sequenza degli eventi resta, comunque, un mistero. Il Dr. Mark Lehner suggerì che quella in fondo al pozzo di Giza fosse la tomba originaria della regina, e che la seconda tomba fosse la piramide G1-a, la più settentrionale delle piccole piramidi; Lehner ipotizzò che, una volta ultimata detta piramide, i resti di Hetepheres vi furono traslati, tralasciando nel pozzo alcuni pezzi del corredo.
Note
modifica- ^ pronuncia: Hetep-heres, non Heteferes; il ph non è greco ma solo l'incontro di due parole egizie.
- ^ Dodson, Hilton, The Complete Royal Families of Ancient Egypt, Londra, Thames & Hudson, 2004.
- ^ Leonard Cottrell, The Lost Pharaohs, New York, Grosset & Dunlap, 1961.
- ^ Manuelian, Peter Der, A Race against Time in the Shadow of the Pyramids. The Museum of Fine Arts, Boston and the Giza Necropolis, 1902-1990, 1990, pp. 10-21.
- ^ Edwards, I.E.S., Review of 'The Pyramid Tomb of Hetep-heres and the Satellite Pyramid of Khufu', in Journal of Egyptian Archaeology, n. 75, 1989, pp. 261-265.
Bibliografia
modifica- M. Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, Melita edizioni - ISBN 88-403-7360-8
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hetep-heres
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Hetepheres, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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