Incandescenza

emissione di luce dovuta al calore

L'incandescenza è il fenomeno fisico per cui un oggetto, portato a elevate temperature, emette luce.[1] La parola deriva dal latino candescere, "diventare bianco", con riferimento a quei materiali che, alle alte temperature, emettono luce bianca o approssimativamente tale.[2] Da un punto di vista fisico, un oggetto viene considerato incandescente in senso stretto solo quando l'emissione di luce dovuta al suo riscaldamento raggiunge il massimo picco; a che temperatura questo avvenga, e di che colore sia la luce emessa, è un elemento variabile in funzione delle proprietà fisiche dell'oggetto in questione.

Una serie di pezzi di metallo di colore scuro fra cui spicca uno dei pezzi che emette luce di colore giallo/rosso.
Metallo incandescente.

Osservazione ed uso

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Virtualmente tutte le sostanze solide o liquide iniziano ad emettere luce visibile a circa 525 °C, diventando rossastre. Questo limite è chiamato punto di Draper.[3] L'incandescenza non svanisce al di sotto di tale temperatura, ma è troppo tenue nello spettro visibile per essere percepita. A temperature più alte, la sostanza diventa più luminosa e il suo colore cambia dal rosso verso il bianco e infine al blu.

Il fenomeno dell'incandescenza è sfruttato nelle lampade a incandescenza, in cui un filamento è riscaldato fino a una temperatura a cui una frazione della radiazione ricade nello spettro visibile.[4] Tuttavia, la maggior parte della radiazione è emessa nell'infrarosso, rendendo le lampade a incandescenza una fonte di luce relativamente inefficiente.[5] Se il filamento si potesse riscaldare di più l'efficienza aumenterebbe, tuttavia non si conoscono materiali in grado di resistere a tali temperature. Fonti di luce più efficienti, come le lampade fluorescenti e i LED, non funzionano per incandescenza.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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