Isola d'Ischia

isola italiana dell'Arcipelago campano
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Ischia è un'isola dell'Italia che appartiene all'arcipelago delle isole Flegree, della città metropolitana di Napoli.

Ischia
Geografia fisica
LocalizzazioneMar Tirreno
Coordinate40°43′N 13°54′E
ArcipelagoIsole Flegree
Superficie46,3 km²
Geografia politica
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Campania
Città metropolitana  Napoli
ComuneBarano d'Ischia
Casamicciola Terme
Forio
Ischia
Lacco Ameno
Serrara Fontana
Centro principaleIschia
Demografia
Abitanti62 327[1]
Densità1 383,62 ab./km²
Etnicoischitani
Cartografia
Mappa di localizzazione: Golfo di Napoli
Ischia
Ischia
Mappa di localizzazione: Italia
Ischia
Ischia
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Posta all'estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara, nel mar Tirreno, è la maggiore delle Flegree ed un'importante meta del turismo internazionale. Con i suoi 62 327[1] abitanti e 46,3 km² è la terza isola italiana per popolazione e l'ottava per superficie.

Etimologia

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I Greci chiamarono la loro colonia sull'isola Pithekoussai (Πιθηκοῦσσαι), da cui derivò la denominazione latina Pithecusa. La denominazione ha etimologia incerta. Secondo Ovidio (Metamorfosi 14.92) e lo storico alessandrino Senagora, il nome deriverebbe da pithekos, scimmia, e alluderebbe al mito dei Cercopi, abitanti delle isole flegree trasformati da Zeus in cercopitechi. Più verosimile l'interpretazione di Plinio il Vecchio (Nat. Hist. 111, 6.82), che fa invece derivare il nome da pythos, anfora, teoria suffragata da ritrovamenti archeologici che testimoniano la produzione greco-italica di ceramiche (e in particolare di anfore da vino) nell'isola e nel golfo di Napoli.[2] È stato anche proposto che il nome descriva una caratteristica dell'isola, ricca di pinete. “Pitueois” (ricco di pini), “pituis” (pigna), “pissa, pitta” (resina) appaiono termini descrittivi dai quali potrebbe derivare Pithekoussai, che significherebbe dunque “isola della resina”, una importante sostanza usata, tra l'altro, per rendere impermeabili i vasi vinari.[3] La denominazione Aenaria, pure utilizzata dai Latini, è legata alle officine metallurgiche (da aenus, metallo) localizzate sulla costa orientale, sotto il castello.

Le prime testimonianze del toponimo attuale dell'isola risalgono all'anno 812, in una lettera di Papa Leone III nella quale informa l'imperatore Carlo Magno di devastazioni occorse nell'area, chiamando l'isola Iscla maior «Ingressi sunt ipsi nefandissimi Mauri [...] in insulam, quae dicitur Iscla maiore, non longe a Neapolitana urbe». Alcuni studiosi ricollegano il termine alla parola fenicia, e quindi semitica i-schra, "isola nera". Va infatti segnalato che la frequentazione fenicia dell'isola è archeologicamente documentata in epoca molto antica e, come riportato dal Moscati, nella diffusione in Campania ed Etruria meridionale, fin dall'VIII secolo a.C., di oggetti di produzione o ispirazione egiziana, «hanno certo parte i mercanti fenici installati a Ischia e poi frequentatori delle coste tirreniche».[4]

D'altra parte il moderno “Isola d'Ischia” potrebbe derivare dal latino “insula visca” – si confrontino il sostantivo greco (ϝ)ἰξός, (w)ixós, (vischio) e l'aggettivo (ϝ)ἰξώδης, (w)ixṓdēs, (viscoso, appiccicoso), che come di consueto hanno perso il digamma iniziale. A favore di questa teoria potrebbe giocare il fatto che nella medesima area, ai piedi del Vesuvio coperto di pini, il nome popolare di Ercolano era “Resìna”, forse reminiscenza di un antico mercato di questo prodotto, similmente al toponimo “Pizzo” in Calabria, da dove proveniva la resina migliore, la “pece brettia” ottenuta dai pini della vicina Sila.[5][6] Massimo Pittau riteneva che l'etimo derivasse da un più ampio substrato tirrenico di origine preromana.[7]

Geografia

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Dalla forma approssimativa di un trapezio, l'isola dista all'incirca 18 miglia marine da Napoli, è larga 10 km da est a ovest e 7 da nord a sud, ha una linea costiera di 43 km e una superficie di circa 46,3 km². Il rilievo più elevato è rappresentato dal monte Epomeo, alto 788 metri e situato nel centro dell'isola. Quest'ultimo è un horst, vulcano tettonico, ossia un blocco di crosta terrestre che si è sollevato rispetto a quella circostante a causa della spinta magmatica (horst è un termine tedesco che vuol dire "scoglio"). Erroneamente si pensa al monte Epomeo come a un vulcano, sebbene non abbia alcuna caratteristica vulcanica. Il vulcanismo insulare, infatti, è particolarmente diffuso in corrispondenza delle fratture che bordano l'horst, ossia il monte Epomeo.

Strabone riporta quanto dice Timeo, storico greco del IV secolo a.C., a proposito di un maremoto verificatosi a Ischia poco prima del suo tempo. In seguito all'attività vulcanica dell'Epomeo “… il mare era retrocesso per tre stadi; in seguito (…) si era rivolto ancora indietro e il suo riflusso aveva sommerso l'isola (…) quelli che abitavano sul continente fuggirono dalla costa verso l'interno della Campania” (Geografia V, 4, 9). Cuma, non distante da quella costa, in greco significa “onda”. L'attività vulcanica a Ischia è stata generalmente caratterizzata da eruzioni non molto consistenti e a grande distanza di tempo. Dopo le eruzioni in epoca greca e romana, l'ultima è avvenuta nel 1302 nel settore orientale dell'isola con una breve colata (nota come Arso) giunta fino al mare.

Diverse parti del suo litorale sono comprese nell'area marina protetta Regno di Nettuno.

 
Tramonto da Barano d'Ischia. Ben visibile la sagoma dell'isolotto di Sant'Angelo, il punto più meridionale dell'isola.
 
Baia di Sorgeto, Ischia; fonte di acqua calda.

Geologia

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Punta Imperatore, nella frazione di Panza (Forio), è il punto più occidentale sia dell'isola sia di tutto il golfo di Napoli.

Dal punto di vista geologico, l'isola di Ischia ha carattere vulcanico, formatasi in seguito a eruzioni diverse succedutesi nel giro di circa 150.000 anni,[8] si ritiene per sollevamento di una faglia subacquea. Le parti più antiche dell'isola si riconoscono nei bordi delle coste meridionali (Punta Imperatore, Capo Negro, Punta Chiarito, Promontorio di Sant'Angelo, Punta della Signora, Capo Grosso, Punta San Pancrazio, Punta della Cannuccia, Monte di Vezzi, Scarrupata di Barano) databili fra i 147.000 e i 100.000 anni fa (A.F.). Unica eccezione a settentrione l'abbiamo in Monte Vico che rientra nelle stesse formazioni ed epoche.

Si è avuta quindi nella parte centrale dell'isola la formazione del monte Epomeo, monte caratterizzato dai tufi verdi, risalente a circa 130.000 anni fa. Seguono quindi verso Sud-Ovest le formazioni di Citara (33000 anni fa), Scarrupo di Panza (tra 29.000 e 24.000 anni fa), Faro di Punta Imperatore (19.000 anni fa) e Campotese. Successivamente l'attività vulcanica si è spostata a Nord-Ovest, con i giganteschi effluvi di Zaro e Marecoco risalenti a 6.000 anni fa, che, a ridosso di Lacco Ameno, delimitano la Valle di San Montano. Intorno ai 5.000 anni fa, sul lato opposto, a Sud-Est, si è formato il Piano Liguori.

Strabone (Geografia V, 4, 9) riferisce che Timeo di Tauromenio, uno storico nato a Taormina nel IV secolo a.C., racconta di uno tsunami: in seguito a violenti sismi e attività eruttive dell'Epomeo, il mare retrocesse di tre stadi per poi ritornare travolgendo il litorale. Il fenomeno, accompagnato da un grande fragore, spinse gli abitanti della costa a ritirarsi nell'interno.

In epoca contemporanea l'isola è stata colpita da terremoti nel 1883 e nel 2017.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Casamicciola Terme.

Sul territorio dell'isola d'Ischia sono situate le stazioni meteorologiche di Barano d'Ischia, Casamicciola, Forio d'Ischia. La particolare formazione a cono dell'isola d'Ischia con il Monte Epomeo al centro e la posizione geografica dell'isola nel Mar Tirreno centrale favoriscono un clima mite anche nei periodi invernali con frequenti cambi climatici, a volte anche nella stessa giornata. I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. I venti predominanti in estate e primavera sono la tramontana e il grecale.
Come i venti anche l'umidità varia in base alla stagione: in inverno, in presenza di libeccio e scirocco e quindi con piogge frequenti l'umidità media è del 63%, tuttavia nelle giornate con venti dei quadranti settentrionali l'umidità si riduce sensibilmente come anche in primavera.

Antichità

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L'isola d'Ischia era abitata fin dal Neolitico, come dimostrano i vari reperti ritrovati ad esempio sulle alture di punta Imperatore, nella frazione di Panza nel comune di Forio, nella zona sud-ovest dell'isola.

Il ritrovamento fortuito di muri a secco, avvenuto nel 1989 a seguito di uno smottamento, in località punta Chiarito, avvenuto sempre nella frazione di Panza, ha dato l'avvio tra il 1993 e il 1995 ai lavori di scavo che hanno permesso il ritrovamento di una fattoria greca e ha permesso di anticipare lo sbarco dei primi coloni greci di circa venti anni rispetto all'originaria ipotesi, cioè intorno al 790, 780 a.C. Inizialmente, si riteneva, infatti, che lo sbarco fosse avvenuto proprio a Monte Vico, nel comune di Lacco Ameno, dove i coloni euboici arrivati da Eretria e Chalkis nell'VIII secolo a.C., avrebbero stabilito un emporio per il commercio con gli Etruschi della terraferma.

Grazie agli scavi del 1993, si ritiene che i primi coloni si stabilirono a S-O dell'isola, sulle alture di punta Chiarito, a Panza, frazione del comune di Forio. La baia di Sorgeto, che si trova ai piedi di punta Chiarito, offre un riparo ideale per le navi, soprattutto dai venti di scirocco, un requisito importante per i Greci, nella scelta di un approdo. Tale requisito, infatti, non è presente nella zona di monte Vico e costituiva per gli studiosi una non facilmente spiegabile anomalia.[senza fonte][9]

A vent'anni circa dall'originario sbarco, colonizzata buona parte dell'isola, viene fondata la colonia di Pithecusa, il cui centro principale sarà, però, sulle alture di monte Vico, nella zona nord dell'isola, prospiciente il continente, in modo da avere un più rapido scambio con la terraferma.[10] Con il suo porto la colonia fece fortuna grazie al commercio del ferro con il resto dell'Italia; nel periodo di massimo splendore contava circa 10.000 abitanti.

 
Isolotto di Sant'Angelo

Nel 1953, nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, l'archeologo tedesco Giorgio Buchner ritrovò la coppa di Nestore, risalente al 725 a.C. circa. Costituisce il più antico esempio pervenutoci di poesia scritta in lingua greca.

(GRC)

«Νέστορος εἰμὶ εὔποτον ποτήριον ὃς δ' ἂν τοῦδε πίησι ποτηρίου αὐτίκα κῆνον ἵμερος αἱρήσει καλλιστεφάνου Ἀφροδίτης»

(IT)

«Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona»

 
Monte Vico, popolato già nell'età del bronzo

Nel 474 a.C. l'isola è occupata dal tiranno siracusano Gerone I, nel quadro delle sue campagne espansionistiche.

Epoca romana

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Dal IV secolo a.C., dopo le guerre sannitiche, l'isola passò con Napoli sotto il dominio romano, e divenne centro di attività commerciali e manifatturiere. Oltre al sito di origine greca di Pithecusae (località Mazzola sopra Lacco Ameno), è stato infatti individuato in località Carta Romana, nello specchio d'acqua antistante l'isolotto del Castello Aragonese, un insediamento industriale comprendente una fonderia di piombo e stagno (da cui il nome di Aenaria) e una fabbrica di vasellame,[11] i cui reperti più significativi, lingotti di piombo iscritti (di provenienza iberica[12]), stagno e taluni oggetti ceramici, sono esposti nella sala VIII del Museo archeologico di Pithecusae a Lacco Ameno. Il sito, a 5-7 metri sotto il livello del mare, sprofondò per bradisismo verso il 130-150.

Nell'immaginario latino l'isola era associata anche alla figura di Enea, che qui avrebbe fatto scalo.[13] Virgilio la identificò con Arime, isola citata nell'Iliade (II, 783).

Qui trovò rifugio Gaio Mario inseguito da Silla. Per punire i napoletani di ciò, Silla sottrasse l'isola al loro dominio assoggettandola direttamente al Senato di Roma. Qualche decennio dopo, tuttavia, Augusto la restituì alla città di Napoli, tenendo per sé la prediletta Capri.

Saccheggi e scorribande

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Con la decadenza dell'impero, Ischia fu soggetta a saccheggi barbarici da parte di Visigoti (410 circa) e Vandali (dopo il 430). Nel 476, con la caduta dell'Impero d'Occidente, Ischia entrò nel dominio di Odoacre, mentre nel 493 entrò a far parte, con l'intera penisola, del regno ostrogoto di Teodorico il Grande. Intorno al 536 fu conquistata dagli eserciti bizantini capitanati da Belisario. In seguito alla riorganizzazione dell'Italia bizantina, conseguente all'invasione longobarda (568), Ischia entrò a far parte del ducato bizantino di Napoli, dipendente dall'Esarcato d'Italia.

Tra il IX e il X secolo l'isola è esposta alle scorrerie del saraceni: di quella di agosto dell'812 si ha memoria in una lettera del papa Leone III a Carlo Magno; un'altra è ricordata nell'847, quando alcune navi islamiche, rifugiatesi a Ischia per una tempesta, sono distrutte dai sorrentini che avevano in precedenza subito attacchi di musulmani, e un'altra ancora nel 991.

I saraceni non erano interessati a conquiste permanenti: le loro scorrerie erano infatti finalizzate al saccheggio e alla cattura di schiavi e non all'occupazione. Così gli ischitani svilupparono varie tecniche di resistenza, il cui fulcro era il castello, fortificato già da Gerone I nel V secolo a.C.: all'avvistamento delle imbarcazioni saracene gli abitanti dei casali di campagna venivano avvisati dal suono della "tofa",[14] usata a mo' di corno, che si diffondeva da un casale all'altro, e si mettevano in salvo come potevano - rifugiandosi nel castello, se abbastanza vicini, o in grotte scavate nel tufo,[15] o disperdendosi per le campagne.

Il basso medioevo

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Fino al 1130 Ischia segue le sorti di Napoli sotto i duchi, finché nel 1135, Ruggero il Normanno saccheggia l'isola, nuovamente invasa da Tancredi, il cui figlio Guglielmo III fu vinto da Enrico VI di Svevia. Nel 1194 genovesi e pisani invadono l'isola e, occupata la fortezza di Gerone, consegnano l'isola ad Enrico VI.

Succeduta con Federico II al governo degli Altavilla, la dinastia Hohenstaufen prende il governo dell'isola nel 1214.

Prima che Carlo, conte d'Angiò, fosse incoronato re di Napoli, Ischia, tenuta dai conti di Ventimiglia dopo la caduta di Manfredi, è invasa dalla galee pisane con lo scopo di provocare una sommossa contro Carlo d'Angiò a favore di Corradino. Non riuscendo nell'intento, i pisani si abbandonano a massacri e ruberie. Re Carlo I, vittorioso dopo la battaglia di Tagliacozzo (1268), ordina un'inchiesta e convoca rappresentanti dei vari casali dell'Isola che confermano la loro fedeltà al nuovo re. Nel testo della deposizione compaiono:«11 uomini de casale Moropani (poi diventato Buonopane), 7 de casale de Vico (Lacco Ameno), 11 de casale Furio (Forio), 5 de Villanova (Panza), 22 de guarno (guarnigione nel castello), 3 de Sancto Sosso (sul continente)».[16]

Con Carlo I ha inizio l'opera di fortificazione del futuro Castello Aragonese e la sua dinastia procede al riordino delle vecchie strutture del governo dell'isola. Nel 1282, però, accesa la scintilla in Sicilia da Giovanni da Procida, gli isolani cacciano gli Angioini e acclamano re Pietro III d'Aragona, marito di Costanza di Hohenstaufen, l'unica figlia di Manfredi, sfuggita a Carlo d'Angiò che per punire l'isola, la invade nuovamente. Alla morte di Carlo I d'Angiò, l'isola passa nelle mani del nipote Carlo Martello d'Angiò, in attesa del legittimo erede Carlo II d'Angiò detto "lo Zoppo". Il 22 giugno 1287, Ischia passa sotto il governo di Carlo II d'Angiò, che grava di un pesante dazio il vino uscente dall'isola. Gli isolani indignatisi sotto la guida di Piero Salvacossa hanno la meglio sulle galee angioine inviate a sedare gli animi. Ma nel 1299 Carlo II invia 400 sgherri sull'isola allo scopo di riconquistarla facendo sgozzare il Salvacossa. Nel gennaio del 1301 una terribile eruzione squassa l'isola che abbandonata da molti isolani si ripopola solo nel 1305. Nel 1309 succede a Carlo II, Roberto d'Angiò detto il Saggio e alla morte di questi Giovanna I d'Angiò. La lotta per il trono si accende tra Luigi d'Angiò e Carlo III di Durazzo. Il primo occupa Ischia nel 1385 riconquistata l'anno seguente dal figlio di Carlo III, Ladislao I. Alla sua morte, gli succede Giovanna II senza prole. I baroni allora chiamano il figlio di Luigi II d'Angiò, Luigi III, ma Giovanna II gli oppone Alfonso V d'Aragona.

Il dominio aragonese

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Alfonso V di Aragona approda a Ischia nel 1423, su invito di Michele Cossa, cittadino d'Ischia e IV signore di Procida e occupato il Castello Aragonese, lo ristruttura e vi si stabilisce in attesa di poter conquistare anche Napoli. Nel 1441, partendo da Ischia, assedia Napoli dove può trionfalmente entrare il 26 febbraio del 1443. Per ricompensare gli isolani dell'appoggio fornito, il sovrano concede ampi favori all'isola. Innamorato dell'isola, ne affida il governo alla sua favorita Lucrezia d'Alagno al cui fianco scorrazza per i boschi di Campotese a Panza e di Piano Liguori a Ischia trasformati in sue riserve di caccia.[11] Lucrezia d'Alagno affida a sua volta il governo dell'isola, al cognato Giovanni Toriglia o Torella.

 
Castello Aragonese

Morto nel 1458 e lasciato sul trono il figlio Ferdinando I, i baroni napoletani e lo stesso Toriglia alzano bandiera angioina. Lucrezia è costretta all'esilio, mentre si attende l'arrivo di Giovanni d'Angiò, figlio di Renato d'Angiò. Il figlio di Alfonso V di Aragona, re Ferrante o Ferdinando, desideroso di difendere i privilegi degli aragonesi,[17] ordina ad Alessandro Sforza di occupare l'isola e di cacciare il Toriglia.

Ferrante vince contro Giovanni d'Angiò a Troia, in Puglia e lo sconfitto fa rotta verso ovest, poter poi riparare a Ischia. L'isola, nel frattempo, era stata parzialmente rioccupata dal Toriglia, grazie all'aiuto dei Cavalieri di Rodi. Ferrante tuttavia non si perde d'animo e insieme ad Alessandro Sforza, con due galee fa rotta verso Ischia. Qui ha ragione sui ribelli ed entra trionfalmente nel Castello Aragonese. Nel 1494, muore Ferrante. Il figlio Alfonso II si prepara a fermare Carlo VIII che di lì a poco incombe sull'Italia. Abdica perciò a favore del figlio Ferdinando (o Ferdinando II).

Carlo VIII scende trionfante lungo la Penisola e Ferrandino, caduta Napoli in mano francese si rifugia a Ischia, portando con sé la vecchia regina Isabella, la figlia Giovanna (divenuta poi sua moglie), Innico d'Avalos, Giovanni Pontano e Jacopo Sannazaro. Vi resta un mese, facendo rotta poi verso Messina dove lo attende il fratello. Affida il governo dell'isola a Innico d'Avalos, marchese del Vasto, che rifiuta di arrendersi a Carlo VIII. Questi affida a Ludovico Sforza, il compito di assaltare l'isola.

La famiglia d'Avalos: Innico e Costanza

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Il 6 giugno 1496 Ludovico Sforza prova inutilmente ad assalire la roccaforte isolana. Innico II d'Avalos eroicamente mette in fuga l'assaltatore. Ludovico Ariosto, celebra l'eroismo di Innico d'Avalos nel suo Orlando furioso:

«Vedete Carlo ottavo, che discende da l'Alpe, e seco ha il fior di tutta Francia, che passa il Liri e tutto 'l regno prende senza mai stringer spada o abbassar lancia, fuor che lo scoglio ch'a Tifeo si stende su le braccia, sul petto e su la pancia; che del buon sangue d'Avalo al contrasto la virtù trova d'Inico del Vasto.»

 
Rovine del casino di caccia dei d'Avalos a Panza

Ferrante II torna dalla Sicilia, premia Innico II d'Avalos e la città di Ischia, ma il 7 ottobre 1496, muore, lasciando il regno allo zio Federico, che non ha la forza di fermare la lotta tra Francia e Spagna per il trono di Napoli. Affida perciò il governo del regno al generale d'Aubigny e si trasferisce con la famiglia a Ischia. Giuntovi, affida a titolo feudale l'isola a Innico II d'Avalos, con tutte le riserve, i boschi e il padiglione di caccia che possiede nei tenimenti di Panza.[18]

Fa incidere a lettere d'oro sul frontespizio della cattedrale del Castello Aragonese l'iscrizione latina:[19] Quorum eximia servitia in omni tempore nostra fortuna elucescunt. Catturato e tradotto in Francia, Federico, che è trattato da amico da Luigi XII scrive a Innico II d'Avalos di cedere Ischia a Luigi XII. Innico II d'Avalos rifiuta e con sua sorella Costanza d'Avalos si prepara a respingere l'attacco francese. Muore in battaglia nel 1503 e Costanza d'Avalos, nuova castellana d'Ischia, oppone una fiera resistenza ai francesi per ben 3 anni.

Vinti i francesi, il regno passa nelle mani di Ferdinando il Cattolico, che grato per la fedeltà dimostratagli, affida il governo dell'isola a Costanza d'Avalos che si circonda di poeti e cavalieri, trasformando il Castello Aragonese, nel cenacolo dei letterati e degli artisti del tempo.[19] Ferdinando il Cattolico le rende visita nel 1507. Il regno di Napoli passa nelle mani di Giovanna di Trastámara, madre di Carlo V. Costanza d'Avalos richiama a Ischia, suo nipote Fernando Francesco d'Avalos, figlio di Alfonso II d'Avalos, che qui sposa, il 27 dicembre 1509, Vittoria Colonna, marchesa di Pescara.

È a Ischia che Vittoria Colonna apprende che il marito è morto nella battaglia di Pavia nel 1525. Ischia è perciò ora sotto il controllo del cugino, Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto. Nel gennaio del 1538 Alfonso d'Avalos è nominato governatore della Lombardia e lascia per sempre l'isola.

Il pirata Barbarossa

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Nel 1535 Carlo V era sbarcato a Napoli per celebrare il trionfo di Alfonso d'Avalos che sotto le mura di Tunisi aveva sconfitto centocinquantamila turchi comandati dal feroce Barbarossa. Questi per vendicarsi dell'affronto subito un decennio prima, il 22 giugno 1544, giunto nella baia della Scannella devasta il casale di Panza e da qui Forio e altri casali dell'isola. Circa duemila furono gli isolani uccisi o deportati come schiavi.[20] Un cronista dell'epoca annota: "Anno Domini 1544 a dì 25 de junio in Sessa ce fo nova che la armata del Turcho de Barbarossa Capitanio de dicta armata havea abrusciata Proceta et un Casale de Ischia, quale haveano fatto presuni certi cristiani in su l'armata...".[21]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Spiaggia di San Pietro a Ischia Porto
 
Chiesa del Soccorso vista dai giardini La Mortella

Le Terme dell'isola

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Le acque termali dell'Isola d'Ischia sono ben conosciute e utilizzate fin dall'antichità. La sua natura vulcanica rende Ischia uno dei maggiori centri termali d'Europa. Le acque termali ischitane sono alcaline. Già i primi coloni Euboici (VIII secolo a.C.), come dimostrano i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel sito di Pithecusa e conservati presso il Museo Archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno, apprezzavano e usavano le acque delle sorgenti termali dell'Isola. I Greci infatti utilizzavano le acque termali per ritemprare lo spirito e il corpo e come rimedio per la guarigione dei postumi di ferite di guerra (in epoca pre-antibiotica) attribuendo alle acque e ai vapori che sgorgavano dalla terra poteri soprannaturali; non a caso presso ogni località termale sorgevano templi dedicati a divinità come quello di Apollo a Delfi. Strabone, storico e geografo greco, cita nella sua monumentale opera geografica l'Isola d'Ischia e le virtù delle sue sorgenti termali (Geograph. Lib. V). Se i Greci furono i primi popoli a conoscere i poteri delle acque termali, i Romani le esaltarono come strumento di cura e relax attraverso la realizzazione di Thermae pubbliche e utilizzarono sicuramente e proficuamente le numerose sorgenti dell'Isola (come dimostrano le tavolette votive rinvenute presso la Sorgente di Nitrodi a Barano d'Ischia, dove sorgeva un tempietto dedicato ad Apollo e alle Ninfe Nitrodie, custodi delle acque) anche senza fastosi insediamenti; nell'Isola infatti non sono state rinvenute, come invece a Roma e in altri centri termali dell'antichità, imponenti vestigia di edifici termali probabilmente per le eruzioni vulcaniche e i terremoti che frequentemente ne hanno violentemente scosso le balze. Il declino della potenza di Roma coincise con l'abbandono dell'uso dei bagni anche a Ischia: non ci sono infatti tracce dell'uso delle acque nel Medioevo.

Di terme e termalismo si riprende attivamente a parlare nel Rinascimento e un impulso decisivo alla moderna medicina termale venne dato da Giulio Iasolino, un medico calabrese, docente presso l'Università di Napoli, che verso la fine del Cinquecento, affascinato dal clima e dai fenomeni di vulcanismo secondario (fumarole e acque termali), intuendo le potenzialità terapeutiche del mezzo termale, effettuò un meticoloso censimento delle sorgenti dell'Isola (per la prima volta appare la ricchezza idrogeologica del territorio isolano), ne individuò la composizione delle acque e compì dettagliate osservazione circa gli effetti delle stesse su numerose patologie che affliggevano i suoi contemporanei (nel descrivere la Sorgente del Castiglione, una delle più famose dell'epoca, Iasolino esprime tutto il suo entusiasmo per le acque termali: "Noi ogni dì vediamo operazioni e virtù di quest'acqua così meravigliose e stupende che veramente bisogna credere essere data dal cielo per la salute degli uomini"). Con la pubblicazione del trattato "De' Rimedi Naturali che sono nell'Isola di Pithecusa; hoggi detta Ischia" Iasolino liberò le acque termali di Ischia da quell'alone magico che fino ad allora ne aveva condizionato l'utilizzo. Dopo le esperienze di Iasolino, agli inizi del Seicento, considerando che molte guarigioni si ottenevano con l'uso dei bagni termali e che le cure a Ischia, abbastanza costose, potevano permettersele solo nobili e ricchi borghesi, un gruppo di nobili filantropi napoletani fece edificare nel comune di Casamicciola il "Pio Monte della Misericordia", "stabilimento termale (per l'epoca) più grande d'Europa", per permettere anche a chi non aveva adeguate possibilità economiche di godere delle qualità terapeutiche delle locali acque termali. Dal Seicento alla metà del Novecento vennero costruiti in prossimità delle più rinomate sorgenti termali numerosi stabilimenti e strutture ricettive che fecero dell'Isola d'Ischia una rinomata stazione internazionale di cura e soggiorno dove vennero a curare le malattie del corpo, e non solo, personaggi celebri come Giuseppe Garibaldi, dopo la battaglia di Aspromonte, Camillo Benso, conte di Cavour, Arturo Toscanini. Nel 1932 Linda Helene Penzel trasforma la casa di famiglia del marito Alberto Mattera nel primo albergo di Sant'Angelo d'Ischia, l'Hotel Miramare, diventando così pioniera del turismo locale e dagli anni sessanta, grazie ad Angelo Rizzoli imprenditore, produttore cinematografico e filantropo, innamorato del comune di Lacco Ameno (ancora oggi, salotto esclusivo dell’isola grazie alle tante strutture ricettive cinque stelle lusso), l'Isola d'Ischia e le sue acque termali si aprirono ai grandi flussi turistici, con una particolare vocazione al turismo d’élite e al termalismo.[23] Nel 1926 viene inaugurata una litoranea Porto d’Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, fino a Forio, realizzata dall’ing. Gioacchino Luigi Melucci.[2]

Cultura

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L'isolotto di Sant'Angelo visto dalla spiaggia dei Maronti (in latino "Marontis", luogo tranquillo) nel comune di Barano: la punta meridionale dell'isola
 
Barche di fronte al Castello Aragonese nel comune di Ischia
 
Il "Fungo" di Lacco Ameno
 
Fumarole presso il cratere del Cretaio

Film girati a Ischia

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Fumetti

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Geografia antropica

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  • Nell'isola è diffusa una particolare mutazione genetica, che favorisce l'insorgere della policitemia. La stessa mutazione genetica è frequente in Ciuvascia.[24]

Suddivisioni amministrative

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Veduta di Lacco Ameno da Villa Arbusto

Amministrativamente Ischia è divisa in sei comuni:[25][26]

Comune Popolazione
  Ischia 19 350
  Forio 17 510
  Barano d'Ischia 9 987
  Casamicciola Terme 7 900
  Lacco Ameno 4 785
  Serrara Fontana 3 101

Nel 2001 è stata fondata l'associazione per il Comune Unico, che propone l'istituzione di un solo comune in luogo delle sei amministrazioni attuali; un referendum sul tema che si è tenuto il 5 e 6 giugno 2011 non ha superato il quorum.[27]

Economia

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Turismo

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Borgo di S. Angelo, piccolo borgo abitato un tempo da pescatori diventato tra i principali luoghi di attrazione dell'isola.
 
Caratteristico vicolo di Ischia Ponte

Le isole dell'Arcipelago Campano sono meta di migliaia di turisti all'anno: in particolare, d'estate la popolazione presente arriva a 300 000 persone, pari a circa cinque volte la popolazione residente[senza fonte]. L'isola è famosa per il suo mare cristallino e le numerosissime terme. Il clima mite quasi tutto l'anno la rende una meta ambita in qualsiasi stagione. Le tantissime strutture ricettive soddisfano ogni tipo di esigenza e, specialmente d'estate, non è difficile imbattersi in VIP intenti a passeggiare per le strade affollate dello shopping in corso Vittoria Colonna a Ischia Porto, per il tranquillo promontorio di Sant'Angelo o per le boutique che circondano piazza S. Restituta di Lacco Ameno.

Agricoltura e pesca

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L'agricoltura è stata per anni la principale fonte d'economia isolana, anche se la maggior parte dei terreni non viene coltivata per il grande sviluppo del turismo, che ha reso l'agricoltura un settore meno redditizio rispetto al passato. Forio è sempre stato il principale distretto agrario, il suo suolo molto fertile, permette diverse colture come la vite, che offre rinomati vini, olivi e agrumi, oltre che cereali, castagni, ortaggi e frutta.

Tradizionalmente la pesca e la marineria sono sempre state attività di minor rilievo, sebbene l'isola sia, specie sul versante costiero settentrionale, ricca di approdi e spiagge. Il versante settentrionale, le cui coste basse scendono dolcemente sotto il livello del mare con un'ampia piattaforma costiera, fino ai 300 m., si apre su un tratto di mare favorevole alla pesca mentre le coste orientali, prive di approdi, e soprattutto quelle meridionali, subito al largo delle quali il mare raggiunge notevoli profondità (più di 600 m), sono meno favorite. Queste caratteristiche hanno fatto in modo che Ischia Ponte divenisse nei secoli il centro del peschereccio, in cui risiede la metà dei pescatori, mentre il resto è sparso negli altri centri. Il periodo più favorevole e adatto alla pesca è quello che va da maggio a ottobre, tuttavia molti pescatori abbandonano da giugno ad agosto le acque della Campania, andando momentaneamente verso il pescoso medio e alto Tirreno. Alcune limitazioni nella pesca si sono avute con l'istituzione, mediante la legge 394/91 dell'area marina protetta Regno di Nettuno, che interessa i fondali marini circostanti le isole di Procida, Vivara e Ischia.

La viticoltura

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La viticoltura a Ischia ha origini millenarie. Sulla coppa di Nestore, ritrovata a Monte Vico (Lacco Ameno), è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che avevano colonizzato l'isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli Dei". La tecnica di coltivazione, in particolare modo, richiama alla tradizione greca e differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticoltura è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi degli stessi abitanti. Le colture sull'isola si estendono dalle coste fin sugli irti pendii montani dove cellai e terrazzamenti, costruiti con rinforzi di muri a secco di pietra di tufo verde, consentono la coltivazione della vite. Un antico vitigno autoctono dell'isola è il San Lunardo, coltivato in particolare nell'area di Panza. Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma ai principali mercati italiani e stranieri fino in Dalmazia, veniva posto in "carrati" trasportati dalle vinaccere (barche a vela). Dal 1955 il cambiamento dell'economia isolana è stato radicale. Lo sviluppo rapido del turismo, che è diventato la principale risorsa economica dell'isola, ha indebolito e in parte cancellato il passato culturale di questa tradizione.

Associazioni, Volontariato e Sport

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L'attività di volontariato a Ischia è molto varia. Comitati e associazioni lavorano per promuovere il territorio e fornire servizi e iniziative per i residenti. Numerose associazioni sportive svolgono l'attività su tutta l'isola. L'isola ha un suo fiduciario C.O.N.I. e per la sua peculiarità è sede del Comitato Tecnico Territoriale della F.I.B.(Federazione Italiana Bocce) unica sede di Comitati periferici di FSN sull'isola. Degna di menzione è la Società Sportiva Ischia Isolaverde, società calcistica fondata nel 1922 e promossa nel 2014 in Lega pro.

Trasporti

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Collegamenti marittimi

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Il principale porto dell'isola d'Ischia, sito nell'omonimo comune

Per raggiungere Ischia dal continente in traghetto bisogna imbarcarsi ai porti di Napoli o Pozzuoli.

I collegamenti marittimi con Ischia avvengono tra i tre porti dell'isola: Ischia, Casamicciola Terme e Forio (quest'ultimo solo aliscafi) e i porti di Napoli (Beverello per gli aliscafi, Calata Porta di Massa e Pozzuoli per i soli traghetti). Storicamente l'isola era raggiungibile anche da Napoli Mergellina ma, con l'arrivo dell'Alta Velocità a piazza Garibaldi e con l'inizio della progettazione della stazione di Afragola, il forte calo viaggiatori portò inevitabilmente a spostare le corse a Molo Beverello, lasciando al porto di Mergellina solamente il collegamento con le isole Eolie.[28]

Inoltre, l'apertura del sottopasso della Stazione Piazza Municipio, che consente l'accesso davanti all'ingresso di Molo Beverello, ha ulteriormente migliorato i collegamenti con la Linea 1 e la Linea 6.[29]

Mediamente il tratto di mare da coprire è di 14 miglia con la punta massima di 18 miglia per la tratta Ischia-Napoli; il tempo medio di navigazione è di 90 minuti con nave traghetto e di 60 minuti con aliscafo o nave veloce.

Servizi di linea

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Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe essere incompleta o non aggiornata.

Campania

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  • Isole Pontine (SNAV, dal 1º giugno al 10 settembre venerdì e domenica, dal 1º luglio al 31 agosto sabato)

I porti

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Sullo sfondo Ischia vista da Posillipo

Il porto d'Ischia è uno dei più protetti, grazie alla sua insenatura di lago vulcanico, e opera principalmente come porto turistico. Le compagnie marittime che vi operano sono Caremar e Medmar per i traghetti; Caremar e Alilauro per gli aliscafi. Gli aliscafi ormeggiano lungo il pontile numero 2 e la banchina Rendentore (il pontile numero 1 è stato interdetto). I traghetti ormeggiano presso il molo commerciale, la banchina Olimpica (la banchina Scivolo funziona solo come sosta notturna). Inoltre è attiva una banchina sulla Riva Destra per l'attracco imbarcazioni da diporto e yacht.

Trasporto pubblico

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EAV gestisce il trasporto pubblico su autobus dell'isola.

Problematiche ambientali

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Il territorio dell'isola è stato caratterizzato negli ultimi decenni (anche a causa del forte sviluppo turistico) da una forte pressione antropica che ha portato a problematiche di abusivismo edilizio.[36]

Secondo le stime diffuse da Legambiente nel rapporto Ecomafie 2017, sull'isola erano presenti 600 case colpite da ordine definitivo di abbattimento e in occasione delle tre leggi nazionali gli abitanti dell'isola avrebbero presentato oltre 27.000 pratiche di condono edilizio.[37]

Alcune inchieste hanno portato alla luce situazioni estreme, come ad esempio quella nel comune di Forio, in cui a fronte di 17.000 abitazioni sono state presentate 19.000 richieste di condono edilizio.[38] Il cedimento di una palazzina priva di permesso di costruire, con la morte di quattro persone, ha riportato di grande attualità questa annosa questione.[39] La questione dell'abusivismo è stata nuovamente portata all'opinione pubblica a causa del terremoto avvenuto il 21 agosto 2017 con ingenti danni nel comune di Casamicciola, crolli ritenuti però dai sindaci dell'isola non conseguenti all'abuso edilizio ma alla fatiscenza delle strutture stesse.

L'isola è stata colpita da numerose frane che nel solo periodo 1910-2022 hanno causato oltre 40 vittime.[40][41] Tra questi, gli eventi più notevoli sono:

  • 24 ottobre 1910 a Casamicciola Terme e Lacco Ameno, 15 vittime
  • 3 ottobre 1939 a Ischia, 1 vittima
  • 18 febbraio 1966 a Forio, 1 vittima
  • 7 giugno 1978 a Barano d'Ischia, 5 vittime
  • 3 agosto 1983 a Barano d'Ischia, 1 vittima
  • 23 febbraio 1987 a Casamicciola Terme, 1 vittima
  • 30 aprile 2006 a Ischia, 4 vittime
  • 10 novembre 2009 a Casamicciola Terme, 1 vittima
  • 25 febbraio 2015 a Barano d'Ischia, 1 vittima
  • 26 novembre 2022 a Casamicciola Terme, 12 vittime

Dopo più di una di queste frane è stata avanzata l'ipotesi che i danni siano stati esacerbati dalle suddette problematiche di abusivismo edilizio, mentre gli amministratori locali hanno più volte sostenuto che non siano coinvolte, sottolineando invece il problema della mancata cura del territorio da parte delle autorità competenti.[36][42]

Gemellaggi

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Ischia si è gemellata nel 2006 con la città di San Pedro, Los Angeles, California (USA) e nel 2010 con la città di Mar del Plata, in Argentina.

  1. ^ a b Secondo i dati di ogni singolo comune dell'isola, aggiornati al 31 ottobre 2022.
  2. ^ a b Pietro Monti, Ischia preistorica, greca, romana, paleocristiana, 1968.
  3. ^ Strabone, Geografia, V,1,12
  4. ^ Sabatino Moscati, Chi furono i Fenici, SEI, Torino, 1972, ISBN 88-05-05314-7 p. 130.
  5. ^ Strabone, Geografia VI.1.9
  6. ^ Tripodi G., Vinci F. Tracce di una arcaica geografia descrittiva in alcuni toponimi mediterranei. Atti Accad. Peloritana dei Pericolanti, Messina 86, 310-317, 2010
  7. ^ Massimo Pittau, Italiani isola, ischia, Ischia. Protosardi iscra, Giòscari, su pittau.it, 2017.
  8. ^ Osservatorio Vesuviano - Osservatorio Vesuviano, su www.ov.ingv.it. URL consultato il 24 novembre 2022.
  9. ^ Stefano De Caro e Costanza Gialanella, Novità pitecusane - L'insediamento di Punta Chiarito.
  10. ^ I siti archeologici più importanti del periodo greco-ellenistico-romano sono situati nel comune di Lacco Ameno. Per approfondimenti si rimanda alle voci Museo archeologico di Pithecusae e Museo di Santa Restituta.
  11. ^ a b P. Monti, Ischia archeologia e storia, 1980.
  12. ^ Michele Stefanile, Il lingotto di piombo di Cn. Atellius Cn. f. Miserinus e gli Atellii di Carthago Nova, in Ostraka. Rivista di Antichità. XVIII - 2, 2009.
  13. ^ Raffaele Castagna, Ischia nella tradizione greca e latina, 2003.
  14. ^ La tofa è una conchiglia della specie Charonia tritonis che produce un suono profondo. Fu usata dai pescatori fino al principio del Novecento per segnalare la presenza delle reti alle navi di passaggio, e a Napoli esiste ancora un "vico Tofa". Si veda Tofa.
  15. ^ talvolta a doppia uscita, come a Campagnano
  16. ^ R. Filangieri, I registri della Cancelleria Angioina, 1891.
  17. ^ Si tratta essenzialmente di taluni privilegi, che si suppongono concessi dai re aragonesi, secondo cui le comunità isolane prima, e i Comuni dell'Isola oggi, avrebbero il potere di disciplinare e godere in esclusiva i lidi marittimi ischitani: secondo la sentenza della Corte costituzionale 5-12 dicembre 1972, n. 176, però, "sorgono, anzitutto, gravi dubbi sull'esistenza materiale dei cosiddetti privilegi aragonesi (...) Non può sussistere un "rescritto del 1301 del re Ferdinando II d'Aragona (1296/1336)", perché in quel tempo il regno era tenuto dagli Angiò, mentre gli aragonesi ascesero al trono di Napoli solo nel 1442 con Alfonso il Magnanimo, quarto d'Aragona, e primo di Napoli; nemmeno può invocarsi una conferma del rescritto ad opera di Federico d'Aragona il 10 luglio 1458 e quindi il 15 agosto 1501, perché nel 1458 il re non era Federico ma Ferdinando I e il 15 agosto 1501 regnava in Napoli Luigi XII d'Orleans".
  18. ^ P. Monti, Ischia archeologia e storia, 1980.
  19. ^ a b O. Bonocore, Sul Castello d'Ischia, 1957.
  20. ^ G.G. Cervera, Guida d'Ischia, 1959.
  21. ^ N. D'Ambra, Centro di ricerche storiche D'Ambra, 1981.
  22. ^ (EN) Ischia Island Sightseeing Property: Botanical Garden Ravino [collegamento interrotto], su ravino.it. URL consultato l'11 maggio 2022.
  23. ^ Da "La Rassegna d'Ischia", su larassegnadischia.it. URL consultato il 9 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2022).
  24. ^ Ischia è la più colpita da ictus e trombosi, Repubblica, 13 ottobre 2005
  25. ^ Dal 1806 al 1879 Testaccio è stato il settimo comune dell'isola d'Ischia.
  26. ^ Dato Istat Archiviato il 6 ottobre 2021 in Internet Archive. - Popolazione residente al 31 gennaio 2021.
  27. ^ Comune unico, anche Ischia ha tentato, su quinewselba.it.
  28. ^ Aliscafi, lo scalo di Mergellina è la soluzione contro il caos, su web.archive.org, 18 luglio 2023. URL consultato il 22 luglio 2024 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2023).
  29. ^ Comune di Napoli, Inaugurato il sottopasso dal Molo Angioino della Stazione "Piazza Municipio", su www.comune.napoli.it. URL consultato il 1º agosto 2024.
  30. ^ Archivi Tratte, su alilauro. URL consultato il 22 luglio 2024.
  31. ^ Orari Traghetti - Traghetto Croazia, Eolie, Ischia, Capri, Procida, su Snav. URL consultato il 22 luglio 2024.
  32. ^ UPmeTOO.it, CAREMAR | Traghetti per Capri da Napoli, Traghetti e Aliscafi Napoli-Capri, su CAREMAR | Traghetti per Capri da Napoli, Traghetti e Aliscafi Napoli-Capri. URL consultato il 22 luglio 2024.
  33. ^ Orari di Partenza - Medmar | La nave per Ischia | Biglietteria on line, su www.medmargroup.it. URL consultato il 22 luglio 2024.
  34. ^ Orari di partenza Ischia e Procida, su www.gestour.it. URL consultato il 22 luglio 2024.
  35. ^ amorena, Traghetto, su Ippocampo Procida. URL consultato il 22 luglio 2024.
  36. ^ a b Ischia, frana travolge una casa, quattro morti, famiglia distrutta, La Repubblica, 30 aprile 2006. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  37. ^ Letizia D'Agata, A proposito di condono, i numeri dell'abusivismo edilizio in Italia, in AGI, 8 febbraio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  38. ^ Fonti: trasmissione Ballarò e quotidiano Il Golfo.
  39. ^ www.repubblica.it, Crollo di una palazzina a Ischia, su repubblica.it. URL consultato il 21 agosto 2007.
  40. ^ Emanuele Nuccitelli, Dal 1910 a Ischia le frane hanno ‘ucciso’ 30 persone, in Agenzia DIRE, Agenzia DIRE, 26 novembre 2022. URL consultato il 27 novembre 2022.
  41. ^ Emanuele Guerrini, Frana a Ischia: i dati di Cnr-Irpi, in CNR Ufficio stampa Cnr, CNR, 26 novembre 2022. URL consultato il 27 novembre 2022.
  42. ^ Frana Ischia, sindaco Forio: "Abusivismo non c'entra, manca cura territorio", in Adnkronos, Adnkronos, 27 novembre 2022. URL consultato il 27 novembre 2022.

Bibliografia

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  • (DE) Conrad Haller, Tableau topographiques et historiques des isles d'Ischia, de Ponza, de Vandotena [ger], Wien, Josef Stöckholzer von Hirschfeld, 1825. URL consultato il 10 maggio 2016.
  • Enzo Migliaccio, Ischia. Guida essenziale, Imagaenaria, 2006
  • Ciro Cenatiempo, La cucina nel Regno di Nettuno, Imagaenaria, 2006
  • Eheim Hans, La torre delle ginestre. Vita a Sant'Angelo d'Ischia, Imagaenaria, 2006
  • Dora Niola Buchner, Ischia nelle carte geografiche del '500 e '600, Li Causi, Bologna
  • Giulio Iasolino, De rimedi naturali che sono nell'isola di Pithecusa, hoggi detta Ischia, introduzione del prof. Ugo Vuoso, Imagaenaria, 2000
  • Giorgio Balestrieri, Angelo Rizzoli. Zio d'America a Ischia, Imagaenaria, 2005
  • Ugo Vuoso, Di fuoco, di mare e d'acque bollenti. Leggende tradizionali dell'isola di Ischia, Imagaenaria, 2005
  • Ugo Vuoso, Ischia Esoterica, Valentino, 2004
  • Daniele Vinci, In giro per Ischia. Boschi, borghi, spiagge, sentieri, Imagaenaria, 2010
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  • G. Buchner, C. Gialanella, Museo Archeologico di Pithecusae Isola d'Ischia, Istituto Poligrafico dello Stato - Libreria dello Stato, Roma, 1994
  • G. Buchner, A. Rittmann, Origine e passato dell'isola d'Ischia, Macchiaroli, Napoli 1948
  • Giorgio Balestrieri, A Ischia cercando Luchino Visconti, Imagaenaria, 2005
  • Giuseppe Orioli, Giro indipendente dell'isola d'Ischia, Imagaenaria, 2005
  • Andrea Di Massa, La festa delle barche di sant'Anna. Rappresentazioni sull'acqua nella baia di Ischia Ponte, Imagaenaria, 2004
  • Ilia Delizia, Francesco Delizia, Ischia e la modernità, Massa, 2006
  • Achille Della Ragione, Ischia sacra. Guida alle chiese, Clean, 2005
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  • Giorgio Buchner, La scoperta archeologica di Pithecusa, Imagaenaria, 2004
  • Ciro Scotti, Omero e l'isola d'Ischia, Imagaenaria, 2004
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  • Ciro Cenatiempo, Cunicoli e lapilli. Ischia, conigli e dintorni, Imagaenaria, 2003
  • Raffaele Castagna, Ischia nella tradizione greca e latina, Imaganaria, 2002
  • Giorgio Di Costanzo Voci per Ischia. Da Boccaccio a Brodskij, Imagaenaria, 2002
  • Vilhelm Bergsoe, Henrik Ibsen a Ischia, Imagaenaria, 2001
  • Giuseppe d'Ascia,
  • Edgar Kupfer Koberwitz

"Ischia l' Isola dimenticata" Imagaenaria 2001.

Storia dell'Isola d'Ischia, Napoli, 1867

  • C.N.R. - Progetto finalizzato Geodinamica - F. Barberi, G. Longo (et alii) Carta Geologica dell'Isola d'Ischia - Roma 1986

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