Istituto centrale per il patrimonio immateriale

ente pubblico italiano

L'Istituto centrale per il patrimonio immateriale (in acronimo ICPI), noto fino al 2019 come Istituto centrale per la demoetnoantropologia (in acronimo ICDE o IDEA), è un ente pubblico italiano e istituto centrale del Ministero della cultura che si occupa della valorizzazione del patrimonio immateriale e delle espressioni delle diversità culturali.

Istituto centrale per il patrimonio immateriale
Il palazzo delle Tradizioni popolari, che ospita anche parte del Museo delle civiltà.
StatoItalia (bandiera) Italia
OrganizzazioneMinistero della cultura - Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio
Istituito26 novembre 2007
daGiorgio Napolitano
DirettoreLeandro Ventura
SedePalazzo delle Tradizioni popolari, piazza Guglielmo Marconi, 10, Roma
Sito webicpi.cultura.gov.it/

Ha sede a Roma presso il palazzo delle Tradizioni popolari, già sede del Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari.

 
Logo dell'Istituto centrale per la demoetnoantropologia.

L'istituto è nato come Istituto centrale per la demoetnoantropologia ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007, n. 233[1] per la riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC), a cui ha fatto seguito il decreto ministeriale di ordinamento dell'istituto del 7 ottobre 2008 che l'ha incluso nella Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici. L'istituto è subentrato al Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari[2], poi confluito nel Museo delle civiltà, ed è stato successivamente trasferito alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio.

Con l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 dicembre 2019, n. 169 è stato ridenominato Istituto centrale per il patrimonio immateriale[3] e riorganizzato con decreto ministeriale 3 febbraio 2022, n. 46.[4]

Organizzazione

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L'istituto è posto sotto la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio (ABAP) del Ministero della cultura e ha sede a Roma presso il palazzo delle Tradizioni popolari, che ospitava il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari in piazza Guglielmo Marconi, 10, nel quartiere Europa.

Al vertice dell'istituto è posto un direttore, che viene individuato nel titolare della struttura dirigenziale di livello generale da cui dipendono. Il direttore è Leandro Ventura, in carica dal 14 luglio 2020.[5] Oltre al direttore l'istituto è dotato di un consiglio di amministrazione e di un comitato scientifico, la cui composizione non è stata tuttavia definita.

L'istituto conserva i seguenti archivi:

L'istituto cura inoltre un'ampia biblioteca che conta oltre 30000 tra volumi e periodici, 3700 libretti e 7400 fogli di letteratura popolare, 3800 opuscoli ed un'emeroteca composta da numerosi ritagli di giornale.[11]

  1. ^ Decreto del presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233
  2. ^ Decreto ministeriale 7 ottobre 2008 (PDF), su idea.mat.beniculturali.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  3. ^ Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana 2 dicembre 2019, n. 169
  4. ^ Decreto 3 febbraio 2022, n. 46 (PDF), su media.beniculturali.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  5. ^ Direzione, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  6. ^ Archivio di antropologia visiva, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  7. ^ Archivio fotografico, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  8. ^ Archivio sonoro, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  9. ^ Archivio storico, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  10. ^ Gabinetto delle Stampe, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  11. ^ Biblioteca, su icpi.cultura.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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