Jean-Baptiste de Valbelle
Jean-Baptiste de Valbelle, marchese di Tourves, barone de La Tour, signore di Saint-Symphorien, Beuvons, Seisson, Guillet e altre terre (1627 – La Reynarde, 16 aprile 1681), è stato un ammiraglio francese. Allo scoppio della guerra con l'Olanda, condusse una squadra in aiuto alla città di Candia, assediata dagli ottomani. Si distinse a più riprese sino ad essere nominato Capo Squadra nel 1676 alla morte del marchese d'Alméras.
Jean-Baptiste de Valbelle | |
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Soprannome | Commandeur de Valbelle |
Nascita | ?, 1627 |
Morte | La Reynarde, 16 aprile 1681 |
Religione | cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Francia |
Forza armata | Marina militare francese |
Anni di servizio | 1638 - 1681 |
Grado | Capo Squadra |
Guerre | Guerra dei Trent'anni Guerra di Candia Guerra franco-olandese |
Battaglie | Battaglia di Terragona Battaglia di Barcellona Assedio di Candia Battaglia di Alicudi Battaglia d'Agosta Battaglia di Palermo |
fonti nel testo | |
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Biografia
modificaLe origini e la famiglia
modificaJean-Baptiste de Valbelle era discendente di una famiglia della nobiltà provenzale, imparentata coi primi conti di Provenza e coi conti di Marsiglia[1]. Questa famiglia diede al Regno di Francia una serie di militari valorosi e devoti.[2].
Jean-Baptiste de Valbelle era figlio nello specifico di Cosimo II (1568-1638), signore di Valbelle, Baumettes e capitano di cento uomini d'arme, morto eroicamente il 1º settembre 1638 durante un combattimento a bordo della propria galea, La Valbelle, nel corso della Battaglia di Vado[2].
Sua madre era Anne-Madeleine de Paule, figlia di François de Paule e di Jeanne de Puget. Jean-Baptiste aveva un fratello maggiore, Jean-Philippe, che ricevette il brevetto di capitano di galea il 15 dicembre 1638 rimpiazzando suo padre al comando de La Valbelle.
I primi anni della carriera militare
modificaValbelle intraprese la sua prima campagna militare all'età di nove anni, sulla galea di suo padre al quale fu sempre accanto anche nel momento della sua morte, dopo la quale venne fatto prigioniero col fratello che sulla nave del genitore ricopriva le funzioni di luogotenente e che morì poco dopo a causa di una ferita alla testa ricevuta nel medesimo combattimento.
Al servizio dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme
modificaFedele alla tradizione di famiglia, Valbelle venne ricevuto nell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme nel 1640[3] all'età di 13 anni, ed ancora giovanissimo si distinse a favore dell'ordine[4]. Venne promosso capitano di galea nel 1647. L'8 ottobre 1649, all'Assedio di Candia, fu presente con un battaglione dell'Ordine e venne fatto prigioniero dal pascià turco, venendo liberato poco dopo.[4]
La Guerra dei Trent'anni
modificaValbelle prese parte nel 1641, all'età di 14 anni, agli ordini di Henri d'Escoubleau de Sourdis, arcivescovo di Bordeaux, al blocco del porto di Terragona, nel corso del quale rimase ferito[5]. Si distinse, l'anno seguente, agli ordini del marchese di Brezé, nella Battaglia di Barcellona, « saltando per primo sulla prima nave nemica che venne poi catturata[5]. » Ricevette, in ricompensa di questa azione, il comando di un piccolo bastimento nominato Le Persée[5]. Dopo uno scontro con una nave spagnola, si portò col resto delle proprie navi a Tolone[4].
Al servizio della Marina Reale Francese
modificaEntrò quindi nella marina reale francese e divenne capitano di galea, poi capitano di vascello. Durante il periodo della reggenza della regina madre Anna d'Austria, si distinse per una devota fedeltà al servizio della causa regia. I suoi continui impegni marittimi a favore degli Spagnoli e dei Turchi gli fecero guadagnare influenza a corte.[6].
Nell'ottobre del 1654, comandò alcuni vascelli della flotta del cavaliere Paul che sarà suo primo maestro al servizio dell'ammiraglio Duquesne, alla presa di Castellammare[4]. Successivamente venne affidato al cavaliere de Goutes per la ricerca di viveri in Provenza per aiutare la città di Palermo.
Combattimenti contro gli inglesi nel Mediterraneo
modificaAl suo rientro in Francia, incrociò una nave inglese con cui ebbe un alterco: il motivo del diverbio iniziale fu il fatto che il capitano della nave inglese, essendo di forza maggiore, pretese dal Valbelle il saluto alla bandiera.[7]. Valbelle per tutta risposta attaccò la nave inglese e la prese.
Gli inglesi erano ancora ben memori di questo fatto quando nel settembre del 1655, egli venne attaccato da una squadra di quattro navi inglesi, rispettivamente di 60, 36 e 44 cannoni, agli ordini del cavaliere Bank tra le isole di Maiorca e Cabrera, contro il suo vascello di 30 cannoni. Il comandante inglese esigette nuovamente il saluto alla bandiera. Valbelle, malgrado la sua evidente inferiorità numerica, riuscì a salvare il proprio onore disalberando due navi nemiche per poi dirigersi verso il primo porto francese disponibile.
Lo storico e biografo Léon Guérin descrisse poeticamente tale episodio:
«A Valbelle non importava né del numero né della forza degli inglesi; né voleva rendere onore alla bandiera come gli era stato imposto, e senza pensarci due volte, decise di agire subito. Il valoroso cavaliere ingaggiò una lotta di uno contro quattro, dove il nemico era chiaramente più forte di lui. La sua abilità, il suo coraggio e soprattutto la sua capacità di manovrare i cannoni, rese tutto più semplice. I quattro vascelli inglesi non gli diedero tregua, ma lui non si stancava di rispondere a tono. Il suo vascello venne completamente crivellato di colpi; gli alberi avevano collassato, le vele erano a brandelli [...] ma continuò a combattere da degno figlio del vecchio Valbelle. Il suo eroismo gli valse l'ammirazione anche dei suoi nemici, ma comprendendo la sua posizione, cercò rifugio al primo porto francese assieme ai suoi marinai sopravvissuti. Così fece il capitano e venne accolto al porto di Marsiglia con manifestazioni d'entusiasmo. Ecco come i nostri padri rispondevano anche in tempo di pace all'insolenza degli inglesi; e Luigi XIV lo applaudì[8].»
Valbelle condusse nuovi successi contro i musulmani nel Levante in una campagna del 1660 a bordo del suo vascello La Vierge, distinguendosi nuovamente.[9]
Venne quindi promosso capitano di vascello nel marzo del 1666 e ricevette il comando de Le Sauveur[10]. Nel 1669, comandò una squadra in soccorso a Candia ed un'altra sulle coste di Tunisi e di Algeri.
La guerra d'Olanda
modificaNel 1671 e nel 1673, i francesi si allearono con gli inglesi contro gli olandesi. Valbelle, capitano di vascello, ebbe modo nuovamente di distinguersi in numerose imprese e soprattutto nella battaglia tenutasi sulle rive delle Fiandre, nei pressi dell'Isola di Walcheren il 7 giugno del 1673, con le flotte combinate di Francia ed Inghilterra, poste sotto gli ordini del principe Rupert del Reno, e con l'avanguardia olandese agli ordini del tenente generale Adriaen Banckert. Al comando del vascello Le Glorieux, di 64 cannoni, si trovò col marchese de Grancey, a manovrare abilmente a tal punto da creare disordini tra gli olandesi[11]. Alla fine del combattimento, egli notò che una fregata inglese, la Cambridge, comandata dal capitano Herber, era sul punto di essere presa dall'ammiraglio Cornelis Tromp. Pertanto egli si gettò in soccorso degli alleati senza informare di questo il suo superiore, il conte d'Estrées.
Léon Guérin, nel suo Les marins illustres de la France, riprende così il combattimento:
«Egli si sentiva generosamente portato ad intervenire a quello spettacolo e, senza consultarsi con alcuno, senza pensare al proprio pericolo personale, staccò una scialuppa coi suoi tenenti per trainare gli alleati al di fuori della loro fregata che altrimenti sarebbe inevitabilmente colata a picco. Valbelle non era ad ogni modo uomo da lasciare le cose a metà e, per facilitare la ritirata degli inglesi, iniziò a rendere il fuoco al nemico. Questo suo nemico era il famoso Corneille Tromp. Valbelle tenne il fuoco nemico per due ore, malgrado la distruzione del suo albero maestro. Il principe Rupert, che aveva il comando in capo dell'armata francese e inglese, ebbe parole di ammirazione per il comandante coraggioso[11].»
Valbelle si distinse ancora il 14 giugno successivo nella Battaglia di Texel, ed il 21 agosto 1673 contro gli olandesi[11].
Nel 1674, al comando di una flotta di sei vascelli e quattro navi incendiarie[12] inviò soccorsi a Messina che era insorta contro gli spagnoli. Giunto davanti alla città il 15 settembre successivo, sbarcò le sue truppe davanti alla flotta spagnola che rimase immobile. Riuscì a prendere il locale forte di San Salvatore quasi senza scontri e ne cacciò le truppe spagnole che lo occupavano.
«I messinesi lo accolsero al grido di: « Vive la France ! » Ricevette poi i complimenti del senato locale. Ma senza perdere tempo in discorsi inutili, ingaggiò sul campo l'attacco al forte di San Salvatore e promise di sbarcare le sue truppe per aiutare gli insorti. Mantenne la sua parola e si pose alla testa dei suoi uomini malgrado l'avvicinarsi di ventitré vascelli spagnoli agli ordini di Melchior de la Cueva. Quando Valbelle era sul punto di raggiungere l'obbiettivo, il governatore della fortezza capitolò. Valbelle fece quindi ritorno in Francia per rendere conto della sua missione e chiedere modo di come conservare Messina.[11].»
Nel 1675, riportò nuovamente le sue truppe nel porto messinese malgrado una nuova resistenza delle galee spagnole. In quello stesso anno, aprì il porto al duca di Vivonne, che portò nuovi soccorsi.
La campagna di Sicilia (1676)
modificaNella campagna navale del 1676 al largo della Sicilia, il commendatore de Valbelle assistette a tre combattimenti tra gli ammiragli Duquesne e Ruyter[13].
Al comando del vascello Le Pompeux, Valbelle ebbe l'onore, assieme a Tourville, di essere « matelots[14] » del tenente generale, a fianco del vascello Le Saint-Esprit. Valbelle, che si ritrovò contro per avversario diretto Cornelis Tromp, si scontrò nella Battaglia di Stromboli, contro il « Grand Ruyter » col quale sostenne uno scontro di due ore.
Valbelle si distinse nuovamente nella Battaglia d'Agosta, sempre al comando di Le Pompeux. Ricevette quindi il comando dell'avanguardia francese alla morte delmarchese d'Alméras, ucciso all'inizio del combattimento. L'ammiraglio Ruyter, che riceverà un colpo mortale durante quello scontro, ebbe un ruolo altrettanto rilevante nello scontro. Malgrado la vittoria sorsero degli scontri tra Valbelle e Duquesne. Quest'ultimo sosteneva, in un rapporto redatto per il marchese d'Infreville, che "l'avanguardia non avesse combattuto il corpo della battaglia al meglio delle proprie possibilità".
Colbert seguì l'indignazione di Duquesne e fece imprigionare Saint-Aubin d'Infreville per aver abbandonato il proprio posto e Valbelle venne punito per i suoi "tratti di malignità contro il grande Du Quesne".
Nella Battaglia di Palermo, che segnò la rovina delle armate combinate d'Olanda e di Spagna, Valbelle comandò agli ordini del duca di Vivonne, che aveva posto la sua bandiera ammiraglia su Le Sceptre. Alla fine della campagna militare, il commendatore de Valbelle, allora cinquantenne, venne promosso capo squadra.
Le ultime missioni
modificaCon la pace di Nimega, siglata nel 1678, Valbelle non rimase a lungo senza incarichi. Nel 1679, i corsari di Tripoli vennero meno al patto sottoscritto a suo tempo con Luigi XIV, ma l'intervento del Valbelle li fece recedere dai loro intenti bellicosi e li costrinse a liberare un gran numero di schiavi cristiani.
Al ritorno da questa spedizione, papa Innocenzo XI lo chiamò a Roma per consultarlo sullo status dei suoi porti e della sua marina. Gli offrì anche il generalato delle galee pontificie, incarico che però Valbelle declinò.[15]
Al suo ritorno da Roma, sbarcò a Tolone e negoziò coi tunisini un trattato in base al quale questi ultimi si impegnavano a non attaccare i loro nemici, indipendentemente dalla loro nazionalità, a meno di dodici miglia dalla costa francese.[15]
Tuttavia, Valbelle si trovava ormai piuttosto malato di una febbre inspiegabile che si trascinava dal 1677.[15] Negli anni aveva cercato di dimenticare questo male circondandosi di gente di spirito come l'amico duca de la Rochefoucauld, autore delle Maximes, e del celebre memorialista Saint-Simon[15]. Luigi XIV gli aveva promesso il brevetto di tenente generale e tale nomina era prevista dal 1 gennaio 1682[15], ma egli morì il 16 aprile dell'anno precedente, all'età di 53 anni[15] a La Reynarde, presso Marsiglia[16].
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Una nota manoscritta riportata dallo storico d'Hozier, riporta che M. de la Garcinière scrisse a M. Robin de Briançon, autore del Nobiliaire de Provence, « che la famiglia de Valbelle risaliva a Onorato I, farmacista che si arricchì col proprio mestiere e venne eletto console di Marsiglia nel 1528, e che da questo Onorato discendeva tutta la famiglia de Valbelle. »
- ^ a b Guérin, p. 291.
- ^ Louis de La Roque, Catalogue des Chevaliers de Malte appelés successivement Chevaliers de l'ordre militaire et hospitalier de Saint-Jean de Jérusalem, de Rhodes et de Malte, 1099-1890, Alp. Desaid, Parigi, 1891, p. 245
- ^ a b c d Guérin, p. 293.
- ^ a b c Guérin, p. 292.
- ^ « La sua attività lo portò al servizio della religione e della sua patria, tra mille pericoli con la sola gloria di conquistare. », in Guérin, p. 293.
- ^ Léon Guérin, Les marins illustres de la France, Marizot, 1861, p. 293-294
- ^ Léon Guérin, Les marins illustres de la France, Marizot, 1861, p. 294-295
- ^ Guérin, p. 295.
- ^ Eugène Sue, Mémoires (manuscrits) authentiques et inédits pour servir à l'histoire de la marine française, Au dépôt de la libraire, 1836, p.124
- ^ a b c d Guérin, p. 296.
- ^ Tale flotta era composta dai vascelli L'Agréable, 50 cannoni, comandata da Valbelle ; Le Fier, 60, capitano d'Hailly ; Le Fortuné, 60, capitano de Cogolin; Le Sage, 50, capitano de Langeron; Le Téméraire, 54, capitano de Tambonneau ; Le Prudent, 50, capitano de La Fayette, e da tre navi incendiarie comandate rispettivamente dai capitani Charles Verguins, Desprez e de Beauvoisis.
- ^ Nel 1676, gli scontri si svolsero al largo di Alicudi, Agosta e Palermo
- ^ Si definiscono "Matelot" quelle navi da guerra che, all'interno di una formazione, seguono direttamente la nave ammiraglia.
- ^ a b c d e f Guérin, p. 299.
- ^ Eugène Sue, Mémoires (manuscrits) authentiques et inédits pour servir à l'histoire de la marine française. xviie siècle, Au dépôt de la libraire, 1836, p.373
Bibliografia
modifica- (FR) Louis Moréri, Le grand dictionnaire historique, ou Le mélange curieux de l'histoire sacrée et profane, chez les libraires associés, chez Le Mercier, 1759, p. 417.
- (FR) Léon Guérin, Les marins illustres de la France, Marizot, 1861, pp. 291-299.
- (FR) Encyclopédie méthodique, vol. 25, Panckoucke, 1804, p. 352.
- (FR) Sue Eugène, Mémoires (manuscrits) authentiques et inédits pour servir à l'histoire de la marine française. XVII secolo, Au dépôt de la libraire, 1836.
- (FR) Eugène Sue, Histoire de la marine française, Au dépôt de la libraire, 1845.
- Louis de La Roque, Catalogue des Chevaliers de Malte appelés successivement Chevaliers de l'ordre militaire et hospitalier de Saint-Jean de Jérusalem, de Rhodes et de Malte, 1099-1890, Paris, Alp. Desaid, 1891.
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