Katolophyromai è la prima parola di un frammento musicale dal primo stasimo dell'Oreste di Euripide[1] e che significa "commisero, commisero".

Pubblicazione e contenuto

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Nel 1892, tra vari papiri da Ermopoli, in Egitto, nella collezione dell'arciduca Ranieri Ferdinando d'Asburgo-Lorena, fu scoperto e pubblicato un frammento[2] dal papirologo Karl Wesselyː esso conteneva un passaggio mutilo con Notazione musicale; sebbene il Vienna Papyrus G 2315 rimonti al III secolo a.C., comunque, la melodia potrebbe essere stata scritta molto prima[3].

 
Frammento musicale dal primo stasimo dell'Oreste di Euripide (vv. 338-344, Vienna Papyrus G 2315)

Il testo completo del frammento musicale recita:

(GRC)

«κατολοφύρομαι, κατολοφύρομαι
ματέρος αἷμα σᾶς, ὅ σ’ ἀναβακχεύει,
ὁ μέγας ὄλβος οὐ μόνιμος ἐν βροτοῖς,
ἀνὰ δὲ λαῖφος ὥς τις ἀκάτου θοᾶς τινάξας δαίμων
κατέκλυσεν δεινῶν πόνων ὡς πόντου
λάβροις ὀλεθρίοισιν ἐν κύμασιν»

(IT)

«[di tua madre vendica
il sangue che l'esàgita.
La tua sorte commisero, commisero.
Poco felicità dura per gli uomini.
Come vela di celere
piccola barca, la sommerge un Dèmone
sotto i marosi di travagli orribili,
siccome all'estuar di flutti rabidi.»

Analisi testuale

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Il testo, sia pure frammentario, è disposto in modo diverso rispetto ai manoscritti, dove i versi iniziano con ματέρος αἷμα ("sangue di tua madre") e κατολοφύρομαι risulta posposto a βροτοῖς ("gli uomini").

La metrica dello stasimo è data dal tetrametro trocaico è il tónos o trópos è il modo lidio, laddove le note vocali preservate coincidono con l'armonia dorica antica o frigia tramandata da Aristide Quintiliano come tipica della tragedia del V secolo a.C. Tuttavia, resta aperta la questione se questo frammento rappresenti la colonna sonora originale di Euripide del 408 a.C., data anche l'assenza di iscrizioni musicali dell'epoca.

In realtà, alcuni elementi portano a pronunciarsi in favore dell'autenticità. Michele Psello e Plutarco lodano Euripide ed Agatone per l'introduzione del genos musicale cromatico, presente nel frammento, che evidenzia come corrette anche le osservazioni di Dionigi di Alicarnasso e Aristofane sulla complessità dello stile euripideo: alterazione del ritmo testuale, reiterazione di sillabe e versi musicali cromatici o disgiunti.

  1. ^ Vv. 338-344, Vienna Papyrus G 2315.
  2. ^ Mitteilungen aus der Sammlung der Papyrus Erzherzog Rainer, vol. 5, parte 3.
  3. ^ T. J. Mathiesen lo data a 125 anni dopo la morte di Euripide.

Bibliografia

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  • T. J. Mathiesen, Apollo’s lyre. Greek music and music theory in antiquity and the Middle Ages, Nebraska, UNP, 1999, pp. 116-124.
  • The Orestes of Euripides Excursus B, the Musical Fragment, Cambridge, CUP, 1928, pp. 203-204.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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