Kim Il-sung

rivoluzionario e politico nordcoreano (1912-1994)
(Reindirizzamento da Kim Il-Sung)

Kim Il-sung[2] (김일성?, 金日成?, Gim Il-seongLR, Kim IlsŏngMR, nato Kim Song-ju[1]; Mangyongdae-guyok, 15 aprile 1912Pyongyang, 8 luglio 1994) è stato un rivoluzionario e politico nordcoreano, capo della Repubblica Popolare Democratica di Corea dal 1948 al 1994, cioè alla sua morte, nonché Primo ministro dal 1948 al 1972 e presidente a partire dal 1972, oltre a quello di segretario generale del Partito del Lavoro di Corea.

Kim Il-sung
김일성
Kim Il-sung nel 1950

Segretario generale del Partito del Lavoro di Corea
Durata mandato12 ottobre 1966 –
8 luglio 1994
PredecessoreSe stesso
(come Presidente)
SuccessoreKim Jong-il

Presidente del Partito del Lavoro di Corea
Durata mandato24 giugno 1949 –
12 ottobre 1966
PredecessoreKim Tu-bong
SuccessoreSe stesso
(come Segretario generale)

Presidente della Repubblica Popolare Democratica di Corea
Durata mandato28 dicembre 1972 –
8 luglio 1994
Vice presidenteChoi Yong-kun
Kang Ryang-uk
Kim Tong-gyu
Kim Il
Pak Song-chol
Yim Chun-chu
Ri Jong-ok
Kim Pyong-sik
Capo del governoKim Il
Pak Song-chol
Ri Jong-ok
Kang Song-san
Ri Kun-mo
Yon Hyong-muk
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita
Se stesso (come Presidente eterno)

Presidente del Gabinetto della Repubblica Popolare Democratica di Corea
Durata mandato9 settembre 1948 –
28 dicembre 1972
PresidenteKim Tu-bong
Choi Yong-kun
Predecessorecarica istituita
SuccessoreKim Il

Vicepresidente del Partito del Lavoro della Corea del Nord
Durata mandato28 agosto 1946 –
30 giugno 1949
PresidenteKim Tu-bong
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Segretario del Comitato popolare provvisorio della Corea del Nord
Durata mandatofebbraio 1946 –
9 settembre 1948
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Presidente della Commissione di Difesa Nazionale della Repubblica Popolare Democratica di Corea
Durata mandato27 dicembre 1972 –
9 aprile 1993
PredecessoreKim Yong-bom
SuccessoreKim Jong-il

Comandante supremo dell'Armata del popolo coreano
Durata mandato4 luglio 1950 –
24 dicembre 1991
PredecessoreChoi Yong-kun
SuccessoreKim Jong-il

Deputato dell'Assemblea popolare suprema
Durata mandato2 settembre 1948 –
8 luglio 1994
LegislaturaI, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX
Gruppo
parlamentare
Partito del Lavoro di Corea
CoalizioneFronte Democratico per la Riunificazione della Patria

Dati generali
Prefisso onorificoGrande Leader
Partito politicoPartito Comunista Cinese
(1931-1946)

Partito del Lavoro della Corea del Nord
(1946-1949)

Partito del Lavoro di Corea
(1949-1994)
FirmaFirma di Kim Il-sung 김일성
Kim Il-sung
Kim Il-sung in uniforme in una foto del 1927
NascitaMangyongdae-guyok, 15 aprile 1912
MortePyongyang, 8 luglio 1994
Cause della mortearresto cardiaco
Luogo di sepolturaPalazzo del sole di Kumsusan
ReligioneAteismo
Dati militari
Paese servitoRepubblica di Cina (bandiera) Repubblica di Cina
Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica
Corea del Nord (bandiera) Corea del Nord
Forza armataRepubblica di Cina (bandiera) Esercito Unito Anti-Giapponese del Nord-Est
Armata Rossa
Armata del popolo coreano
Anni di servizio1941 - 1945
1948 - 1994
GradoGrande maresciallo della Repubblica Popolare Democratica di Corea
GuerreSeconda guerra mondiale
Guerra di Corea
Invasione sovietica della Manciuria
Comandante diArmata Popolare Coreana
(Comandante supremo 1950-1991)
DecorazioniEroe della Repubblica
Altre carichepolitico
fonti nel corpo del testo
voci di militari presenti su Wikipedia
Kim Il-sung
Nome coreano
Hangŭl김일성
Hanja金日成
Latinizzazione rivedutaGim Il-seong
McCune-ReischauerKim Il-sŏng
Presidente eterno della Repubblica Popolare Democratica di Corea
Costituzione della Corea del Nord
Tipologiapostuma
Ritratto di propaganda nordcoreana raffigurante Kim Il-sung e suo figlio Kim Jong-il

È noto per la portata del suo culto della personalità: la Corea del Nord si riferisce a lui in maniera ufficiale come al "grande leader" ed è immortalato nella Costituzione dalla sua morte come "presidente eterno" della nazione. In Corea del Nord è tuttora ufficialmente riconosciuto come Grande Leader Kim Il-sung, Presidente Kim Il-sung o Generale Kim Il-sung e il suo compleanno è festività pubblica ("Giorno del Sole").

Biografia

modifica

Ascesa alla dirigenza

modifica
 
La casa natale di Il-sung a Mangyongdae

Kim Il-sung, primo dei tre figli di Kim Hyong-jik e Kang Pan-sok, nacque come Kim Sŏng-ju nel villaggio di Mangyongdae, nei pressi di Pyongyang, nella Corea sotto l'occupazione dell'Impero giapponese. La famiglia di Kim era attiva nell'opposizione ai giapponesi e nel 1920 dovette fuggire in Cina. Kim venne mandato a scuola a Jilin, ma la sua educazione formale finì quando venne arrestato e incarcerato per attività sovversive. Kim si unì a diversi gruppi di guerriglia anti-giapponese nella Cina settentrionale, divenendo infine un membro dell'Esercito Unito Anti-giapponese del Nord-est, un gruppo guerrigliero guidato dal Partito Comunista Cinese.

Kim Il-sung combatté in questa unità a partire all'incirca dal 1935, salendo di grado fino a diventarne uno dei comandanti nel 1941, quando i giapponesi scacciarono la guerriglia dalla Cina settentrionale. Durante questo periodo adottò il nome di Kim Il-sung. Kim fuggì in Unione Sovietica e venne inviato in un campo nei pressi di Chabarovsk, dove i guerriglieri comunisti coreani venivano riaddestrati dai sovietici. Lì divenne capitano dell'Armata Rossa.

Il Partito Comunista di Corea venne fondato nel 1925, ma venne subito sciolto a causa di dissidi interni e nel 1931 Kim entrò nel Partito Comunista Cinese. Quando fece ritorno in Corea, nel settembre del 1945, assieme alle forze di occupazione sovietiche, venne messo a capo del Comitato popolare provvisorio, ma non era a quell'epoca a capo del Partito Comunista, il cui quartier generale si trovava a Seul, nella zona occupata dagli statunitensi (si veda l'articolo Partito del Lavoro di Corea per ulteriori dettagli storici sull'ascesa al potere di Kim).

La Fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e l'incarico di presidente del gabinetto.

modifica

Nel 1948 era evidente che l'immediata riunificazione della Corea non era possibile e i sovietici nominarono Kim presidente del gabinetto della neonata Repubblica Popolare Democratica di Corea. Seguendo il percorso tipico dei Paesi satelliti dell'Unione Sovietica, il Partito Comunista si "fuse" con diversi gruppi più piccoli per formare il Partito dei Lavoratori Nordcoreano, che nel 1949 si fuse con la sua controparte sudcoreana per diventare il Partito dei Lavoratori Coreano, con Kim alla presidenza.

Tra il 1946 e il 1949 vennero promulgate una serie di leggi volte a proteggere i diritti delle donne, che ebbero gli stessi diritti degli uomini. Ebbero quindi il diritto di voto, di studiare, di ricevere gli stessi stipendi degli uomini a parità di lavoro e di godere degli stessi diritti ereditari; furono vietati i matrimoni forzati e la prostituzione, mentre il divorzio venne legalizzato.[3]

Nel giugno 1950 la Repubblica Popolare Democratica di Corea, a seguito di continui scontri di frontiera, lanciò un attacco contro la Repubblica di Corea (si veda guerra di Corea) con l'intenzione di riunificare il Paese. All'epoca i capi degli Stati Uniti d'America e dei loro alleati credevano che l'attacco fosse stato ordinato da Stalin. Essi presupposero l'esistenza di un monolitico movimento comunista mondiale diretto dal Cremlino. Ora appare più probabile che la decisione venne presa da Kim di propria iniziativa e che sovietici e la Repubblica Popolare Cinese acconsentirono con riluttanza. Le forze nordcoreane conquistarono Seul e occuparono gran parte del Sud, ma vennero ben presto respinte dalle forze delle Nazioni Unite, guidate dagli Stati Uniti. Entro ottobre le forze delle Nazioni Unite avevano ripreso Seul e occupato Pyongyang e Kim e il suo governo furono costretti a rifugiarsi in Cina.

Nel mese di novembre le truppe cinesi entrarono in guerra e respinsero le forze delle Nazioni Unite, rioccupando Pyongyang in dicembre e Seul nel gennaio 1951. A marzo le forze delle Nazioni Unite presero nuovamente Seul e il fronte si stabilizzò lungo quella che alla fine sarebbe diventata la "linea di armistizio" permanente del 1953. Postosi al seguito delle forze cinesi, Kim fu in grado di ristabilire il suo governo a nord di questa linea.

Potere assoluto

modifica

Reinstallato come governante della Corea del Nord, Kim usò l'opportunità per eliminare i suoi rivali politici, in particolare l'ex leadership comunista sudcoreana, e si impegnò nella ricostruzione della nazione, che era stata devastata dalla guerra. Lanciò un piano economico nazionale quinquennale per fondare una economia di comando in stile sovietico, con tutte le industrie nazionalizzate e tutta l'agricoltura collettivizzata. L'economia era basata sull'industria pesante, in particolare sulla produzione di armi. La Corea del Nord manteneva delle forze armate numerose per difendere la linea del cessate il fuoco del 1953.

Durante gli anni cinquanta, Kim veniva visto come un rappresentante ortodosso del blocco comunista, leale e facilmente controllabile dall'Unione Sovietica. Negli anni sessanta si infiammò la crisi sino-sovietica, ed egli cercò di considerarsi indipendente, schierandosi in un primo momento con i cinesi, senza però mai chiudere definitivamente le relazioni con i sovietici. Nel 1966 esplose in Cina la rivoluzione culturale e Kim tornò a fianco dell'Unione Sovietica. Allo stesso tempo, si preoccupò di creare intorno alla propria figura un culto della personalità ancor più accentuato rispetto a quello di Mao Zedong, auto-intestandosi l'appellativo di "grande leader" (위대한 수령, widaehan suryŏng). Egli, inoltre, sviluppò la politica del juche (주체, "indipendenza"), la quale comportò l'isolamento della Corea del Nord dal mondo occidentale.

Una nuova costituzione venne proclamata nel dicembre del 1972 ed in base a essa, Kim divenne presidente della Corea del Nord. In quegli anni, aveva già deciso che suo figlio Kim Jong-il sarebbe stato il suo successore e per questa ragione delegò a lui molteplici attività di governo. Il vero potere della famiglia Kim risiedeva nella lealtà dell'esercito, garantita sia dal prestigio rivoluzionario di Kim Il-sung sia dall'appoggio del veterano ministro della difesa, Oh Jin-wu. Al sesto Congresso del partito, nell'ottobre del 1980, Kim designò pubblicamente il figlio come suo successore.

Ultimi anni

modifica

Durante gli anni 1970 il culto della personalità di Kim divenne sempre più grande. Si diceva che Kim supervisionasse praticamente ogni aspetto della vita della Corea del Nord e gli venivano attribuiti poteri quasi sovrannaturali. La Corea del Nord sosteneva che la Corea sarebbe stata riunificata prima del 70º compleanno di Kim (1982) e c'erano timori a Occidente che Kim avrebbe lanciato una nuova guerra di Corea, ma in quel periodo la disparità nella potenza economica e militare tra il Nord e il Sud, ancora appoggiato dagli Stati Uniti, rese tale impresa impossibile.

A partire dagli anni 1980, sul lato destro della parte posteriore del collo di Kim cominciò a svilupparsi un deposito di calcio (calcinosi), che crebbe fino ad avere le dimensioni di un pugno. Tuttavia, essendo collocato fra la spina dorsale e il cervello, non poté essere asportato o operato. La propaganda cercò immediatamente di non mostrare la deformità: fotografie e filmati vennero fatti con un'angolatura tale da riuscire a nasconderla. Non si sa se questa "escrescenza" abbia a che fare con la sua morte.

 
La calcinosi di Kim, chiaramente visibile durante un incontro tra lui e Mao Zedong

Dallo stesso decennio la Corea del Nord incontrò difficoltà economiche sempre maggiori. L'effetto pratico della juche fu di escludere il Paese da praticamente tutto il commercio estero. Le riforme economiche di Deng Xiaoping in Cina, dopo il 1976, ebbero l'effetto di rendere il commercio con l'economia arretrata della Corea del Nord sempre meno interessante per la Cina, mentre il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991 completò l'isolamento della nazione, facendo ulteriormente diminuire lo sviluppo economico. Questo, aggiunto al livello sempre alto di spese per gli armamenti, portò a una crisi economica costantemente in crescita, aggravata anche da alcuni tragici eventi climatici che hanno spesso compromesso la produzione agricola, settore fra i più importanti dell'economia del Paese. Le differenze fra lo stile di vita della Corea del Nord e della Corea del Sud divennero sempre più evidenti, ma i cittadini della Corea del Nord erano completamente tagliati fuori dalle notizie provenienti dall'esterno.

La morte e la successione

modifica

All'inizio degli anni 1990, a causa della caduta del Muro di Berlino e dello sfaldarsi di diversi governi comunisti nel mondo, la Corea del Nord era sempre più isolata, con l'eccezione dei limitati contatti con Cina, Russia, Vietnam e Cuba. La sua economia era virtualmente in bancarotta, inceppata dalle enormi spese militari, con un settore agricolo incapace di sfamare la popolazione. I media nordcoreani non diedero assolutamente alcun indizio di ciò, continuando a lodare Kim come il più grande genio della storia coreana. Kim morì improvvisamente per un attacco cardiaco l'8 luglio 1994, alle 2 di mattina, a Pyongyang, lasciando in eredità la crisi crescente a Kim Jong-il. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, molte delle quali piangevano e invocavano il suo nome durante la processione.

Kim Il-sung si era sposato due volte. La sua prima moglie, Kim Jong-suk, gli diede due figli maschi e una femmina. Kim Jong-il, il suo primogenito, nacque, in base agli archivi sovietici, a Chabarovsk, o (secondo il governo nordcoreano) sulle montagne della Corea settentrionale. L'altro figlio morì in un incidente mentre nuotava. Kim Jong-suk morì di parto nel 1949 mentre dava alla luce un bambino morto. Kim sposò la seconda moglie, Kim Song-ae, nel 1962 e si ritiene che ebbe con lei quattro figli. Uno di questi, Kim Pyong-il, fu una figura di spicco della politica nordcoreana, fin quando venne bandito e inviato come ambasciatore in Ungheria, per evitare una lotta di potere dopo la morte di Kim Il-sung.

Kim Il-sung riposa oggi al Palazzo del sole di Kumsusan.

  • Kim Il-sung, Works, vol. 1-50, Pyongyang, Foreign Language Publishing House, 1980-2008.
  • Kim Il-sung, With the Century, vol. 1-8, Pyongyang, Foreign Language Publishing House, 1994-1998.
Traduzioni in lingua italiana
  • Kim Il-sung, Opere scelte, vol. 1-2, Pyongyang, Edizioni in lingue estere, 1967.
  • Kim Il-sung, La costruzione della società socialista, Jaca Book, 1971.
  • Kim Il-sung, Rafforziamo ulteriormente il regime socialista nel nostro paese, Associazione italiana per i rapporti culturali con la Repubblica democratica popolare di Corea, 1974.
  • Kim Il-sung, Sulla strategia antimperialista, Associazione italiana per i rapporti culturali con la Repubblica democratica popolare di Corea, 1977.
  • Kim Il-sung, Kim Jong-il e Kim Jong-un, Scritti scelti sul socialismo coreano, Edizioni Simple, 2013.

Onorificenze

modifica

Onorificenze nordcoreane

modifica
— agosto 1953, aprile 1972 e aprile 1982[4][5][6]
Ordine Commemorativo della Fondazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea (2)
— [5]

Onorificenze straniere

modifica
— 1983[senza fonte]
«Per la lotta per l'indipendenza della sua terra, per il contributo alla pace nel mondo e per il mantenimento di collegamenti incondizionati.»
— 1986[5]
— 14 aprile 1972 e 14 aprile 1987[7]
  1. ^ http://www.thefreedictionary.com/Kim+Il+Sung
  2. ^ Nell'onomastica coreana il cognome precede il nome. "Kim" è il cognome.
  3. ^ Juliette Morillot e Dorian Malovic, La Corée du Nord en 100 questions, Texto, 2018, p. 310.
  4. ^ (KO) 북한지역정보넷, su cybernk.net. URL consultato il 16 febbraio 2022.
  5. ^ a b c d e f g Kim Il-sung, in Who's Who in Asian and Australasian Politics, Bowker-Saur, 1991, p. 146, ISBN 978-0-86291-593-3.
  6. ^ a b (EN) Martin Weiser, Chests Full of Brass: A DPRK Political History in Orders, Medals, Prizes, and Titles, su Sino-NK, 8 gennaio 2016. URL consultato il 2 novembre 2020.
  7. ^ a b c d e Kim Il-sung, Marshal, in The International Who's Who 1992-93, Taylor & Francis, 1992, p. 867, ISBN 978-0-946653-84-3.
  8. ^ Dziak 2001, p. 139.
  9. ^ a b c (EN) Death only small obstacle for Kim Il-Sung in North Korean revolution, su island.lk, 3 aprile 2005. URL consultato il 16 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2020).
  10. ^ News from Hsinhua News Agency: Daily Bulletin, Londra, Xin hua tong xun she, 1º ottobre 1965, p. 53, OCLC 300956682.
  11. ^ (CS) Řád Klementa Gottwalda: za budování socialistické vlasti (PDF), su Archiv Kanceláře Prezidenta Republiky, 17 gennaio 2015, p. 11 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  12. ^ (EN) New stamps issued, su Korean Central News Agency, 12 aprile 2003 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2019).
  13. ^ (EN) Kim Son Gyong, Reflection of Ardent Reverence for Great Person (PDF), in Pictorial Korea, vol. 772, n. 4, 2020, p. 12, ISSN 1727-9208 (WC · ACNP).
  14. ^ Summary of World Broadcasts: Far East, Part 3, Reading, Monitoring Service of the British Broadcasting Corporation, 1985, OCLC 976978783.
  15. ^ Summary of World Broadcasts: Far East, Monitoring Service of the British Broadcasting Corporation, maggio 1976, p. A–5.
  16. ^ Joseph Bonnici e Michael Cassar, A Chronicle of Twentieth Century Malta, Book distributors limited, 2004, p. 430, ISBN 978-99909-72-27-6.
  17. ^ Alan J. K. Sanders, Orders and medals, in Historical Dictionary of Mongolia, 3ª ed., Lanham, Scarecrow Press, 2010, p. 551, ISBN 978-0-8108-7452-7.
  18. ^ (EN) Benjamin R. Young, How North Korea has been arming Palestinian militants for decades, su NK News, 25 giugno 2014. URL consultato l'8 febbraio 2021.
  19. ^ Gifts of World People, in Korea Today, 304–315, Pyongyang, Foreign Languages Publishing House, 1982, p. 58, ISSN 0454-4072 (WC · ACNP).
  20. ^ Odd Arne Westad, The Cold War: A World History, New York, Basic Books, 2017, p. 190, ISBN 978-0-465-09313-7.
  21. ^ (VI) Thông Tin Cơ Bản Về CHDCND Triều Tiên Và Quan Hệ Việt Nam - Triều Tiên, su Ministry of Foreign Affairs [Vietnam]. URL consultato il 22 luglio 2019.
  22. ^ Summary of World Broadcasts: Far East, Part 3, Reading, Monitoring Service of the British Broadcasting Corporation, 1979, p. A–21, OCLC 976978783.

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN108235077 · ISNI (EN0000 0001 1557 5630 · BAV 495/189333 · Europeana agent/base/24625 · LCCN (ENn79032857 · GND (DE118562126 · BNE (ESXX917726 (data) · BNF (FRcb11909750h (data) · J9U (ENHE987007263595805171 · NSK (HR000002418 · NDL (ENJA00181025 · CONOR.SI (SL53383011