L'accusa è: violenza carnale e omicidio
L'accusa è: violenza carnale e omicidio (Verdict) è un film del 1974 diretto da André Cayatte.
L'accusa è: violenza carnale e omicidio | |
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Il magistrato (Jean Gabin) e Teresa (Sophia Loren) | |
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 1974 |
Durata | 95 min e 103 min |
Rapporto | 1,66:1 |
Genere | drammatico |
Regia | André Cayatte |
Sceneggiatura | Paul Andréota, André Cayatte, Henri Coupon, Pierre Dumayet, Luciano Vincenzoni |
Produttore | Carlo Ponti |
Casa di produzione | Compagnia Cinematografica Champion, Les Films Concordia, PECF |
Fotografia | Jean Badal |
Montaggio | Paul Cayatte |
Costumi | Francine Galliard-Risler |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il film è noto anche col titolo Il testamento.
Trama
modificaIl Presidente di tribunale Legun una sera, mentre si trova a casa solo con la moglie Nicole, rifiuta di ricevere la signora Teresa Léoni che vorrebbe chiedere pietà per il figlio André sotto processo per la violenza carnale e l'assassinio di Annie Chartier. Leguen, noto per la sua severità, conduce infatti la prima udienza con l'abituale drasticità. Allora Teresa, vedova di un bandito, convinta dell'innocenza del figlio, prende in ostaggio la signora Nicole e ricatta il marito. Questi, avendo tentato invano di far mutare parere alla ricattatrice, cambia atteggiamento e, nonostante la meraviglia generale e le osservazioni del Procuratore Generale, influisce sui giurati fino a strappare loro il verdetto di assoluzione piena. Ma Nicole, bisognosa di iniezioni quotidiane a causa del diabete, rifiuta le medicine e muore. Con questa involontaria morte sulla coscienza e dopo la confessione del figlio liberato, Teresa si getta con la macchina contro una muraglia.
Produzione
modificaAccoglienza
modificaCritica
modifica«Che cosa vuol dire Cayatte con questo racconto? Ancora una volta che la giustizia è un rito troppo spesso incapace di fermare la verità, perché i protagonisti hanno altri traguardi: onorabilità, presunzione, avidità, nella migliore delle ipotesi desiderio di salvezza. E, per dire queste cose, senza dubbio interessanti, benché non di prima mano, sceglie una trama da opera lirica del tempo andato, colpacci a sorpresa, caratteri grezzi, lacrime, suicidi. Ahimè, come deve complicare le cose un regista quando non è sorretto da un po' di ispirazione. Stancamente attraversano la scena due attori che furono bravi: Jean Gabin e Sophia Loren.»
««Giustizia non è fatta» si potrebbe altresì ribattezzare questo film di Cayatte, aggiungendo un avverbio di negazione al titolo della remota e notissima pellicola dell'avvocato-regista parigino. Anche stavolta egli contrappone le ragioni della legge (non proprio rispettata) ai motivi del sentimento. È, insomma, un mèlo capace di tenere avvinto il pubblico sia con il ricorso a svariati incastri retrospettivi che ricapitolano l'antefatto (il delitto del nevrotico André), sia con le risorse del racconto «al presente», condotto con freddo ma non dozzinale mestiere. È una freddezza che i due interpreti principali, e gli altri minori, cercano di dissipare con una recitazione tradizionalmente efficace.»
«Come tutte le più importanti opere di Cayatte, anche questa è abilmente confezionata, adatta ad essere seguita con interesse costante e, infine, stimolante per le sue civiche proposte. L'attacco all'articolo 353 (quello che, nato dalla Rivoluzione francese, anacronisticamente ancora oggi chiede ai dodici giurati popolari di pronunciarsi in base alla loro 'intima convinzione' e con esplicita esclusione di quanto udito o visto in aula; un articolo ironicamente e gustosamente definito: 'lo Spirito Santo che scende sugli Apostoli') sembra essere il bersaglio di questo film. In realtà, più a fondo della critica del regista-avvocato si raccoglie la ripetuta denuncia dell'impossibilità da parte di un meccanismo fatto di uomini, di esercitare una giustizia adeguata. Questo tema è bene evidenziato dal tradimento del giudice brutalmente ricattato e dalla sua impossibilità sia di condizionare il dibattimento, sia di plagiare i giurati.»
«Melodramma giudiziario inverosimile, ma costruito e recitato con efficace astuzia, sullo sfondo suggestivo di una grigia Lione.»
Note
modifica- ^ e. rz., Gabin contro Sophia, in Stampa Sera, 7 dicembre 1974, p. 8.
- ^ a.v. [Achille Valdata], "Mamma" Loren si vendica contro il giudice Jean Gabin, in La Stampa, 8 dicembre 1974, p. 8.
- ^ L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su cinematografo.it. URL consultato il 13 marzo 2024.
- ^ Laura Morandini, Luisa Morandini e Morando Morandini, Il Morandini. Dizionario dei film, 2007, Zanichelli, 2007, p. 16, ISBN 978-88-08-24226-6.
Collegamenti esterni
modifica- L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su FilmAffinity.
- (EN) L'accusa è: violenza carnale e omicidio, su Box Office Mojo, IMDb.com.