La porta della Cina
La porta della Cina (China Gate) è un film del 1957 diretto da Samuel Fuller.
È un film di guerra statunitense con Gene Barry, Angie Dickinson e Nat King Cole. È ambientato nel 1954, durante la guerra d'Indocina.
Trama
modificaNel Vietnam ancora colonia francese, la mezzosangue euroasiatica Lucky Legs sposa un americano sergente della Legione straniera. Nasce un figlio dai caratteri somatici orientali che non è ben accetto dal marito, il quale la lascia per partecipare alla Guerra di Corea. Alcuni anni dopo, durante la guerra d'Indocina, grazie alle sue conoscenze del territorio, i francesi la coinvolgono in una missione di sabotaggio: dovrà guidare una pattuglia di Legionari alla ricerca di alcuni depositi del nemico Viet Minh. Tra i legionari della pattuglia c'è anche il suo ex-marito. Dopo varie vicissitudini e scontri con il nemico, individuano un arsenale. Lucky si sacrificherà facendo detonare manualmente l'esplosivo. Il suo sacrificio non sarà vano: il sergente Brock riprenderà suo figlio e lo farà crescere in America.
Produzione
modificaIl film fu diretto, sceneggiato e prodotto da Samuel Fuller per la Globe Enterprises[1] e girato nei pressi delle Bronson Caves (Bronson Canyon), Los Angeles, in California.[2] Il titolo di lavorazione fu Gates of China.[3]
Colonna sonora
modifica- China Gate - musica di Victor Young, parole di Harold Adamson, cantata da Nat King Cole
Distribuzione
modificaIl film fu distribuito con il titolo China Gate negli Stati Uniti dal 22 maggio 1957 (première a New York)[4] al cinema dalla Twentieth Century Fox.[1]
Altre distribuzioni:
- in Austria nell'agosto del 1957 (China-Legionär)
- in Germania Ovest il 13 agosto 1957 (China-Legionär)
- in Svezia il 16 settembre 1957 (Kinesflickan)
- in Finlandia il 6 dicembre 1957 (Sissipartio)
- in Portogallo il 17 luglio 1958 (A Porta da China)
- in Spagna (Corredor hacia China)
- in Brasile (No Umbral da China)
- in Grecia (Otan ximerose i megali mera)
- in Francia (Porte de Chine)
- in Italia (La porta della Cina)
Critica
modificaSecondo il Morandini sono vari i temi su cui poggia il film, oltre a quello della guerra: il matrimonio misto, la solidarietà tra commilitoni, la "fratellanza dei reietti", la "guerra come mestiere". Il film assume anche tratti propagandistici come l'anticomunismo e si rivela il primo vero lungometraggio cinematografico sulla guerra d'Indocina, una storia in cui i personaggi intrecciano le loro motivazioni personali con il fine principale del conflitto e solo alla fine "il privato e il pubblico si confondono".[5]
Secondo Leonard Maltin ad essere veramente interessanti sono le trame secondarie che fanno da contorno ad una "vivace storia d'azione".[6]
Promozione
modificaLa tagline è: "An American dynamiter love-locked in war-locked China!".[7]
Note
modifica- ^ a b (EN) La porta della Cina - IMDb - Crediti per le compagnie, su imdb.com. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ (EN) La porta della Cina - IMDb - Luoghi delle riprese, su imdb.com. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ (EN) La porta della Cina - American Film Institute, su afi.com. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ (EN) La porta della Cina - IMDb - Date di uscita, su imdb.com. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ La porta della Cina - MYmovies, su mymovies.it. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ Leonard Maltin, Guida ai film 2009[collegamento interrotto], Dalai editore, 2008, p. 1590, ISBN 8860181631. URL consultato l'11 aprile 2013.
- ^ (EN) La porta della Cina - IMDb - Tagline, su imdb.com. URL consultato l'11 aprile 2013.
Collegamenti esterni
modifica- La porta della Cina, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) La porta della Cina, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) La porta della Cina, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) La porta della Cina, su FilmAffinity.
- (EN) La porta della Cina, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) La porta della Cina, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) La porta della Cina, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) La porta della Cina, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).