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Lili Marleen (a volte citata come Lili Marlene) è una celebre canzone tedesca, tradotta in innumerevoli lingue e divenuta famosa in tutto il mondo durante la seconda guerra mondiale.

Lili Marleen
Incisione del 1939 per la Electrola
Artista
Autore/iHans Leip, Norbert Schultze
GenereFolk
Esecuzioni notevoliLale Andersen, Marlene Dietrich
Data1938
The True Story of Lili Marlene, documentario britannico del 1944

Il testo originale proviene da un poemetto, intitolato La canzone di una giovane sentinella, che uno scrittore e poeta tedesco di Amburgo, Hans Leip, soldato durante la prima guerra mondiale, scrisse prima di partire per il fronte russo nel 1915. Il poemetto era parte di un volume di poesie intitolato Die Harfenorgel (‘L'arpa’). Il nome "Lili Marleen" fu coniato unendo quello della sua ragazza (figlia di un ortolano) con quello di una giovane infermiera, Marleen, che, invece, sembra essere stata la ragazza di un commilitone.

Nonostante il carattere decisamente antibellico del poemetto, la parte su Lili Marlene attirò l'attenzione del musicista Norbert Schultze, autore di marce e di canzoni militaresche e propagandistiche, che la musicò nel 1938.

 
Omaggio a Lili Marleen e alla cantante Lale Andersen, a Langeoog, in Germania

La prima registrazione fu quella cantata da Lale Andersen per l'editrice Apollo-Verlag (1938) con il titolo originale Das Mädchen unter der Laterne ("La ragazza sotto il lampione"). A partire dal 1939 fu chiamata Lili Marleen: la prima pubblicazione con questo titolo (a cui venne aggiunto il sottotitolo Lied eines jungen Wachtpostens, in tedesco "Canzone di una giovane sentinella") risale al 2 agosto 1939 per l'Electrola Studio di Berlino, con numero di catalogo Electrola CE 6993/ORA 4198-2. Il disco, che in origine vendette pochissime copie, cominciò ad avere popolarità solo in seguito alla trasmissione da parte di una radio militare tedesca che, nel 1941, la diffuse tra gli Africa Korps del feldmaresciallo Erwin Rommel.[1]

Dal 1941 fu trasmessa dall'emittente militare Radio Belgrado, sotto l'occupazione nazista della radio e del paese balcanico, per intrattenere l'esercito tedesco. La canzone ebbe comunque una vita difficile: venne infatti osteggiata dal ministro della propaganda Joseph Goebbels che ne proibì la diffusione[2], ma le lettere di protesta dei soldati, tra cui anche il feldmaresciallo Rommel, fecero riprendere la trasmissione, addirittura tutte le sere alle 21:55, a chiusura dei programmi.

Altre versioni

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  • Nel 1942 la cantante Lina Termini ne incise una versione in italiano, i cui versi furono composti da Nino Rastelli; anch'essa divenuta immediatamente molto popolare in Italia.
  • La più famosa interprete fuori dalla Germania fu sicuramente l'attrice e cantante tedesca Marlene Dietrich, che dal 1930 risiedeva negli Stati Uniti. Dal 1944 cantò la canzone per le truppe alleate, e così Lili Marlene divenne la "canzone di tutti i soldati al fronte", tedeschi o alleati.
  • Della canzone esiste anche una parodia anti-hitleriana, trasmessa ripetutamente dalla BBC negli anni della guerra.
  • Nel 1961 Connie Francis ne ha realizzato una cover arrivata in nona posizione in Germania Ovest.
  • Milva ne ha cantato una versione nel suo album del 1977 Auf den Flügeln bunter Träume.
  • Nel 1979 Amanda Lear ne ha cantato una versione discomusic, parte in tedesco e parte in inglese, contenuta nel singolo omonimo del 1978 e nell'album Never Trust a Pretty Face del 1979. Altre versioni appaiono nell'album Cadavrexquis del 1993 e nell'album Heart del 2001.
  • È stata rivisitata e riproposta dal gruppo dei Matia Bazar nell'album del 1981 Berlino, Parigi, Londra.
  • Sempre nel 1981, l'artista italiano Garbo la reinterpreta nel suo album A Berlino... va bene.
  • Nel 1986 una versione in spagnolo è stata cantata dal gruppo pop iberico Olé Olé.
  • Una versione in lingua giapponese appare nell'episodio 8 della prima serie dell'anime Strike Witches, cantata da Rie Tanaka, doppiatrice del personaggio di Minna-Dietlinde Wilcke.
  • Nel 1999 viene inserita a chiusura del monodramma drammatico-musicale "Marlene Dietrich", prodotto dal Teatro Nazionale Croato di Spalato, per la regia di Ivan Leo Lemo. Protagonista, l'attrice e cantante Ksenija Prohaska.
  • Nel 2000 è stata interpretata dagli Atrocity.

Influenze culturali

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Letteratura

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  • È citata nel romanzo Diario Clandestino (Rizzoli, 1949) di Giovannino Guareschi: quando il protagonista è internato in un lager polacco, ascolta da alcuni soldati tedeschi questa canzone e dice: 《Questa non è una canzone di guerra, è un triste presentimento》.
  • Renato Besana e Marcello Staglieno, amici di Hans Leip, nel novembre 1980 hanno pubblicato presso Rizzoli il romanzo storico Lili Marleen (Premio l'Inedito 1980, Premio Scanno 1981, Superpremio Campione d'Italia 1981), tradotto in svariate lingue.[Specificare l'attinenza con la canzone.]
  • È citata nel racconto Una lapide in via Mazzini di Giorgio Bassani, inserito nella raccolta Cinque storie ferraresi, Giorgio Bassani, Einaudi, 1960.
  • È citata nel romanzo L'Agnese va a morire di Renata Viganò.
  • È citata nel romanzo La più amata di Teresa Ciabatti
  • È citata nel romanzo Tirar mattina (Einaudi, 1963) di Umberto Simonetta: in una scena ambientata pochi giorni dopo il 25 aprile 1945, la canzone è osteggiata dal pubblico in quanto tedesca.
  • È citata nella raccolta di racconti Il fumo di Birkenau (La Prora, 1947) di Liana Millu: è il titolo del primo racconto.

Fumetti

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  1. ^ Lili Marleen in Canzoni contro la guerra
  2. ^ Gian Franco Venè, Canzoni Italiane, Gruppo Editoriale Fabbri, 1994, vol. 4, pp. 10-12.

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Collegamenti esterni

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