Marco Suillio Nerullino
Marco Suillio Nerullino (in latino: Marcus Suillius Nerullinus; tra 12 e 15 – dopo il 58) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Marco Suillio Nerullino | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Marcus Suillius Nerullinus |
Nascita | tra 12 e 15 |
Morte | dopo il 58 |
Figli | Suillia |
Gens | Suillia |
Padre | Publio Suillio Rufo |
Madre | Fabia |
Consolato | gennaio-giugno? 50 (ordinario) |
Biografia
modificaNerullino era figlio di Publio Suillio Rufo[1][2][3][4][5], di origine umbra[3][6][7], console suffetto nel 41 o nel 44[7] e noto delatore di età claudia[8][9], e della figlia della terza moglie di Ovidio[2][3], ricostruita come Fabia, figlia di Paolo Fabio Massimo console dell'11 a.C.[10] Il padre Rufo era inoltre figlio della matrona Vistilia[2][3][5][7], nota per i suoi sei matrimoni[11]: zii paterni di Nerullino erano quindi[3][12] Quinto Pomponio Secondo, console suffetto nel 41, Publio Calvisio Sabino Pomponio Secondo, console suffetto nel 44, Gneo Domizio Corbulone, console suffetto nel 39, e Milonia Cesonia, ultima moglie di Caligola; suoi cugini erano[3][12] Publio Glizio Gallo, esiliato nel 65, Servio Cornelio Scipione Salvidieno Orfito, console ordinario del 51, e Domizia Longina, moglie del princeps Domiziano. Fratello di Nerullino era invece Suillio Cesonino[3][5][13], forse nato da un secondo matrimonio del padre con una donna dell'entourage della sorellastra Milonia Cesonia[3][5].
Non molto è noto della carriera di Nerullino, di cui è stato persino ipotizzato che il cognomen potesse essere un omaggio alla gens Claudia[2]. Nato tra 12 e 15[3][4], egli dovette verosimilmente entrare in senato sotto Caligola[4], e la sua gens fu forse adlecta inter patricios grazie all'influenza del padre Rufo presso Claudio[4][7][14], ma il primo incarico attestato lo vede al vertice dello stato romano: Nerullino fu infatti console ordinario al fianco di Gaio Antistio Vetere[15][16][17][18] da gennaio fino forse a giugno del 50[4].
Quanto però il padre Rufo, nel 58, si trovò caduto in disgrazia e costretto ad andare in esilio lasciando parte del patrimonio al figlio e alla nipote[1], gli accusatori del padre rivolsero imputazioni anche contro Nerullino, che fu così accusato di concussione[1] forse durante una sua legazione in Asia al seguito del padre proconsole nel 53/54[4][5][19][20]: alla sua condanna si oppose però il princeps Nerone, convinto che la punizione del padre fosse sufficiente[1].
Per lungo tempo si è poi pensato, sulla base di una moneta smirnea[21], che Nerullino sia stato proconsole d'Asia nel 69/70[22][23][24][25][26][27]: di recente, però, la critica ha dubitato dell'autenticità e/o della lettura della moneta, così come ricondotto l'assunzione della cittadinanza del grammateus di Hierapolis Marco Suillio Antioco[28] al periodo della legazione durante il proconsolato in Asia del padre Rufo, arrivando così a espungere il proconsolato dalla carriera di Nerullino[4][5][19][29][30][31].
La nipote di Suillio Rufo citata da Tacito[1] fu con ogni probabilità figlia di Nerullino invece che del fratello Cesonino (di cui si perdono le tracce dopo il 48)[4][5][13].
Note
modifica- ^ a b c d e Tacito, Annales, XIII, 43, 5.
- ^ a b c d R. Syme, History in Ovid, Oxford 1978, pp. 89-90.
- ^ a b c d e f g h i R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, pp. 805-824.
- ^ a b c d e f g h A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 569-570.
- ^ a b c d e f g PIR2 S 970 (Wachtel).
- ^ M. Gaggiotti, L. Sensi in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 245-274.
- ^ a b c d A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 570-572.
- ^ Tacito, Annales, XIII, 42-43.
- ^ S.H. Rutledge, Imperial Inquisitions, London-New York, 2001, pp. 270-271.
- ^ A.-M. Lewis, The family relationships of Ovid's third wife: a reconsideration, in Ancient Society, 43 (2013), pp. 151-189.
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, VII, 39.
- ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 551 nota 511.
- ^ a b PIR2 S 967 (Wachtel).
- ^ A. Tortoriello, Gli adlecti inter patricios di Claudio, in AION, 8 (2001), pp. 183-204.
- ^ CIL VI, 8639.
- ^ CIL X, 6638.
- ^ CIL XII, 2234.
- ^ Tacito, Annales, XII, 25, 1.
- ^ a b O. Salomies, Römische Amtsträger und Römisches Bürgerrecht in der Kaiserzeit. Die Aussagekraft der Onomastik, in W. Eck (ed.), Prosopographie und Sozialgeschichte. Studien zur Methodik und Erkenntnismöglichkeit der kaiserzeitlichen Prosopographie, Köln-Wien-Weimar 1993, pp. 119-145, in particolare p. 130 nota 135.
- ^ J. Devreker, recensione a B.E. Thomasson, Legatus. Beiträge zur römischen Verwaltungsgeschichte, in Latomus, 54 (1995), pp. 899-901.
- ^ (FR) T.E. Mionnet, Description de médailles antiques, grecques et romaines. Supplément VI, Paris, 1833, p. 335 n° 1661.
- ^ S.J. De Laet, Die Samenstelling van den Romeinschen Senaat gedurende de eerste eeuw van het principaat (28 vóór Chr. - 68 na Chr.), Antwerpen 1941, p. 166.
- ^ W. Eck, Senatoren von Vespasian bis Hadrian, München 1970, pp. 82-83.
- ^ W. Eck, Ergänzungen zu den Fasti Consulares des 1. und 2. Jh. n.Chr., in Historia, 24 (1975), pp. 324-344.
- ^ W. Eck, Jahres- und Provinzialfasten der senatorischen Statthalter von 69/70 bis 138/139, in Chiron, 12 (1982), pp. 281-362, in particolare 284-285.
- ^ B.E. Thomasson, Laterculi praesidum, I, Göterborg 1984, col. 215.
- ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, pp. 358 e 631; VII, Oxford 1991, p. 528.
- ^ RPC I 2969-2973.
- ^ G.R. Stumpf, Numismatische Studien zur Chronologie der römischen Statthalter in Kleinasien (122 v.Chr. - 163 n.Chr.), Saarbrücken 1991, pp. 200-201.
- ^ W. Weiser, Namen römischer Statthalter auf Münzen Kleinasiens, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 123 (1998), pp. 275-290.
- ^ PIR2 S 969 (Wachtel) fa notare anche l'assenza della moneta dal secondo volume del Roman Provincial Coinage.
Bibliografia
modifica- A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 569-570.
- PIR2 S 969 (Wachtel).