Marone di Napoli
Marone, o Marone Severino, in latino Maro (Napoli, II secolo – Napoli, 15 giugno 180) è stato un vescovo romano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
San Marone di Napoli | |
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Vescovo di Napoli | |
Nascita | Napoli, II secolo |
Morte | Napoli, 15 giugno 180 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 8 gennaio |
Attributi | vescovili |
Marone vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Napoli |
Nato | II secolo |
Deceduto | 15 giugno 180 a Napoli |
Biografia
modificaSecondo quanto riportano le Gesta episcoporum Neapolitanorum[1] e il Catalogus episcoporum Neapolitanorum[2] il vescovo Marone (Maro episcopus) è stato il terzo vescovo di Napoli, tra Epatimito e Probo. Le stesse fonti riferiscono che governò la Chiesa napoletana per 28 anni, all'epoca dei papi Igino (ca. 138 - 142/149) e Pio I (ca. 140 - 154), e dell'imperatore Antonino Pio (138-161).[3] Tradizionalmente il suo episcopato è assegnato agli anni 152-180.[4]
Nel calendario marmoreo napoletano la sua deposizione è indicata al 15 giugno.[5][6] Le Gesta episcoporum Neapolitanorum riferiscono che le sue reliquie furono traslate, all'epoca del vescovo Giovanni IV (prima metà del IX secolo), nella cattedrale detta Stefania.[3]
All'inizio del Seicento a Marone fu attribuito un secondo nome, Severino. Questo deriverebbe da alcuni martirologi altomedievali, tra cui quello di Usuardo[7], che introdussero nel catalogo dei vescovi napoletani un nuovo vescovo, Severino, confondendo in un'unica persona il vescovo Severino di Settempeda e il monaco Severino del Norico, il cui sepolcro si trovava nei pressi di Napoli.[8] Eruditi napoletani della prima metà del Seicento, tra cui Antonio Beatillo, identificarono il vescovo Severino con Marone.[3][9] Da qui il nome di Marone Severino, che ancora oggi si trova nelle iscrizioni all'interno del duomo di Napoli, come per esempio nel busto marmoreo di Carlo D'Adamo, dove campeggia l'espressione: S. Maro Severinus Episc. Neapol.
Pietro Giannone nella Istoria civile del Regno di Napoli, chiama il vescovo erroneamente Mauro invece di Maro ed italianizzato in Marone.[10]
Note
modifica- ^ (LA) Gesta episcoporum Neapolitanorum, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores. Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, p. 403.
- ^ (LA) Catalogus episcoporum Neapolitanorum, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores. Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, p. 436.
- ^ a b c Ambrasi, Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII. col. 1193.
- ^ Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia, XIX, Venezia, 1864, p. 382.
- ^ Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza, 1927, p. 225
- ^ (LA, FR) Hippolyte Delehaye, Hagiographie napolitaine, Analecta bollandiana, nº 57, 1939, pp. 24-25.
- ^ (LA, FR) Jacques Dubois, Le martyrologe d'Usuard. Texte et commentaire, (Subsidia hagiographica, N°40), Bruxelles, Société des bollandistes, 1965, p. 156.
- ^ Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza, 1927, p. 221
- ^ Lodovico Sabbatini, Il vetusto calendario Napoletano nuovamente scoverto, vol. 1, 1744, p. 67.
- ^ Gian'Antonio Bianchi di Lucca, Della potestà e della politia della Chiesa trattati due contro le nuove opinioni di Pietro Giannone dedicati al principe degli Apostoli, vol. 3, 1745, p. 289.
Bibliografia
modifica- Domenico Ambrasi, Marone, vescovo di Napoli, santo, Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII, coll. 1193-1194
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
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