Miniera di Vallauria

La miniera di Vallauria (in francese minière de Vallauria) è una miniera abbandonata sita nel comune di Tenda in provincia di Cuneo fino al 1947 e ora parte della Francia nella regione PACA. La miniera è stata definitivamente abbandonata nel 1929.

Geografia

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La miniera è situata a 1.500 metri d'altezza e si trova a 15 km da Tenda nel Vallone della Miniera (Vallon de la Minière) in alta val Roia alle pendici della Cima del Piano Tendasco (Cime de Plan Tendasque) alta 2.256 m. È raggiungibile da Tenda con la D91 e con una strada comunale che conduce anche alla Valle delle Meraviglie. Dal 1979 è compresa nel Parco nazionale del Mercantour. La miniera è facilmente raggiungibile da Nizza, Cuneo e Ventimiglia.

Etimologia

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Il toponimo deriva da Vallis Aurum (valle dell'oro) per la presenza di zinco, argento, blenda, gallio e piombo, che danno lucentezza alle rocce.

Dai tempi antichi vi veniva estratto zinco, argento, blenda, gallio e piombo. È stata avanzata l'ipotesi che il primo sfruttamento della miniera risalga all'epoca dei Fenici[1], anche se il primo sfruttamento risale sicuramente dal X secolo ad opera dei Saraceni,[2][3] utilizzata in modo discontinuo dal 1740 al 1891. Nel 1784 vennero citate dal mineralogista torinese Spirito Benedetto Nicolis di Robilant nel suo Saggio di geografia e nel 1834 vennero citate dallo scrittore torinese Davide Bertolotti nella sua opera Voyage dans la Ligurie maritime:

(FR)

«Les mines de Tende sont exploitées depuis des temps immémoriaux. Elles sont accessibles de S. Dalmas, en quittant vers la droite la route principale, en prenant un chemin raide de deux heures. L'entassement des constructions servant à l'exploitation a l'aspect d'un village. Trois galeries conduisent aux mines, une dans le vallon, l'autre à coté des maisons, la troisième quelques mètres plus haut. Dans la deuxième galerie, non loin de l'entrée, apparait un labyrinthe de boyaux qui montent, qui descendent, qui tournent partout; par lesquels sont atteintes des chambres soutenues par des colonnes; puis en montant vers la galerie supérieure, se trouve les anciens excavations dites des Sarrasins. Pour accéder directement de la galerie moyenne à la supérieure il faut une demie heure. Deux heures sont employées pour monter de la galerie située en bas à la galerie moyenne et puis à la supérieure. Mais qui voudrait les parcourir de partout, le réussirait difficilement en un jour. Ces innombrables va-et-vient qui indiquent et suivent tous les divagations du filon, nous montrent l'ancienneté et l'ampleur des excavations. Le mineral est une galène argentifère dans du gneis. Les filons jusqu'à présent découverts, sont tellement abondants qu'ils suffiraient à donner du travail à cent mineurs à la fois. De ce qui est dit, il semble qu'il rend 2 pour mille d'argent. Le minerai est vendu comme d'habitude sous forme de litharge. Rarement il est reduit en plomb. Il y a vingt-cinq ans, 240 ouvriers travaillaient dans cette mine. A présent (1830) il reste 12 mineurs. Ce déclin n'est pas dû au minerai, qui est abondant et de qualité.»

(IT)

«Le miniere di Tenda sono sfruttate da tempo immemorabile. Esse sono accessibili da S. Dalmazzo [di Tenda], lasciando a destra la strada principale, prendendo un sentiero ripido di due ore. L'abbondanza di edifici utilizzati nelle operazioni [dell'estrazione] dà l'aspetto di un villaggio. Tre gallerie di miniere, uno dal vallone, l'altro vicino alle case, il terzo a pochi metri più in alto. Nella seconda galleria, non lontano dall'ingresso, sembra un labirinto di tubi che salgono, che scendono, che ruotano intorno; per cui le camere sono sostenute solo da colonne; poi verso la galleria superiore, ci sono gli antichi scavi chiamati dei Saraceni. Per andare direttamente alla galleria mediana alla superiore ci vuol mezz'ora. Due ore sono necessarie per andare dalla galleria bassa alla galleria mediana. Ma chi le vuole percorrere tutte, difficilmente riuscirà in un giorno. Questi innumerevoli avanti e indietro per seguire le diramazioni del filone, ci mostrano la durata e l'estensione degli scavi. Il minerale è una galena argentifera nel gneiss. I filoni finora scoperti, sono così abbondanti che basteranno a dare lavoro a un centinaio di minatori alla volta. Da quello che si dice, sembra che rende 2mila soldi. Il minerale viene venduto come al solito in forma di litargirio. Raramente è ridotto in piombo. 25 anni fa, nella miniera lavoravano 240 persone. Attualmente (1830) ci sono ancora 12 minatori. Questo declino non è dovuto al minerale, che è abbondante e di qualità.»

Dal 1902 al 1905 la miniera fu sfruttata dalla Société minière de Vallauria di Tenda, che la cedette poi alla francese Société minière des Djebels Masser et Maaziz per la cifra di un milione di franchi[4]. Nel 1908, in un momento di difficoltà finanziarie, la Société minière des Djebels Masser et Maaziz ricevette dalla Société Vielle Montagne un'ingente somma (750.000 franchi) per appianare la sua passività, impegnandosi a restituirli nella forma di un'equivalente fornitura di minerali[5]. Nel 1910 l'attività di estrazione venne sospesa temporaneamente per permettere il rinnovo degli atelier di lavorazione del minerale e nel 1911 fu infatti attivata una nuova laveria[6]. Nel 1914 la Société minière des Djebels Masser et Maaziz fu messa in liquidazione e dal 1915 al 1927 la miniera fu sfruttata dalla Società elettrica Riviera di Ponente Ing. Negri che poi divenne CIELI - Compagnia Imprese Elettriche Liguri e nel 1929 venne definitivamente abbandonata. La miniera arrivò ad impiegare al massimo della sua attività 300 minatori. Nel primo dopoguerra il milanese Giovanni Rolandi (1898-1983) montò, avviò, e diresse l'impianto di zinco elettrolitico della miniera, il primo di questo genere in Europa[7]. Il villaggio costruito dai minatori venne venduto quindi dalla società al Regio Esercito, dato la vicinanza al confine che si trovava poco a sud della miniera e nel 1943 venne abbandonato dai soldati presenti nel villaggio. Nel 1957 l'operaio della Renault Raymond Hirzel riscoprì il villaggio e la miniera che erano stati dimenticati e nel 1960 con gli amici operai di Boulogne-Billancourt fondò l'associazione Neige et Merveille. Nel 1961 l'associazione acquistò il villaggio minerario che è visitabile su prenotazione da maggio a ottobre e ha 130 letti disponibili nell'edificio principale[8].

Galleria d'immagini

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  1. ^ Arturo Issel riporta tale congettura nel suo testo Liguria preistorica p. 539 con la spiegazione che erano interessati ai minerali di zinco e argento, non a quelli di piombo.
  2. ^ I Saraceni avevano in Provenza un'importante base a Frassineto che costituiva anche un emporio commerciale. I Saraceni di Frassineto in maggioranza provenivano dalla Andalusia, dove c'era un'antica tradizione di miniere di minerali metallici
  3. ^ Arturo Issel in Liguria preistorica la ritiene una anacronistica confusione tra Fenici e Saraceni Liguria preistorica p. 538
  4. ^ Société minière de Djebels Masser et Maaziz, in Recueil financier belge, 1906.
  5. ^ Nouvelles financières et diverses Société des djebels Masser et Maaziz, in L’Écho des mines et de la métallurgie, 4 mai 1911.
  6. ^ (FR) Algérie: La lavérie de Djebel Masser et Maaziz, in L'Echo des mines et de la métallurgie, 20.02.1911.
  7. ^ Giovanni Rolandi su minieredisardegna.it
  8. ^ Vallon de la Minière et Vallon de Castérino

Bibliografia

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  • Nicolis de Robilant, S.B. (1785): Essai géographique suivi d'une topographie souterraine, minéralogique et d'une docimasie des Etats de S.M. en terre ferme. Mem. R. Acc. Sci. Torino, [1], 6, 191-304.
  • Barelli, V. (1835): Cenni di statistica mineralogica degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, ovvero catalogo ragionato della raccolta formatasi presso l'Azienda Generale dell'Interno. Tipografia Giuseppe Fodratti, Torino, 686 pp.
  • Sanero, E. (1934): Il giacimento di blenda di Vallauria (S. Dalmazzo di Tenda). Period. Miner., 5, 113-122.
  • Rigault, G. (1956): Gallio e indio nella blenda. Period. Miner., 25, 43-78
  • Lougnon, J. (1966): Étude géologique du gisement de zinc et plomb de la Minière de Vallauria. Bull. B.R.G.M., 1ère série, 4, 1-61.
  • Pierrot, R., Picot, P., Feraud, J., Vernet, J. (1974): Inventaire minéralogique de la France nº4. Alpes Maritimes. Editions B.R.G.M, Paris, 168 pp.
  • Mari, D., and Mari, G. (1982): Mines et minéraux des Alpes Maritimes. Editions Serre, Nice, 304 pp.
  • Arturo Issel Tra le nebbie del passato Nota a p. 56, su intratext.com.
  • Celesia E., 1886. Escursioni alpine, I. – I laghi delle Meraviglie, II. – Fontanalba, estratto Boll. uff. Min. pubblica istr., fasc. V, maggio 1886, 27 pp., 4 tavv (PDF), su rupestre.net.

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