Morro Reatino

comune italiano

Morro Reatino è un comune italiano di 333 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio.

Morro Reatino
comune
Morro Reatino – Stemma
Morro Reatino – Bandiera
Morro Reatino – Veduta
Morro Reatino – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Provincia Rieti
Amministrazione
SindacoMassimo Conti (lista civica) dall'08-06-2024 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate42°32′N 12°50′E
Altitudine750 m s.l.m.
Superficie15,74 km²
Abitanti333[1] (31-2-2022)
Densità21,16 ab./km²
FrazioniCerqueto, Collatea, La Croce, La Scilga, Le Casette, Santarioli, San Valentino, Torricella, Valliola [1]
Comuni confinantiArrone (TR), Colli sul Velino, Labro, Polino (TR), Rivodutri
Altre informazioni
Cod. postale02010
Prefisso0746
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT057045
Cod. catastaleF746
TargaRI
Cl. sismicazona 2A (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 721 GG[3]
Nome abitantimorresi
Patronosan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Morro Reatino
Morro Reatino
Morro Reatino – Mappa
Morro Reatino – Mappa
Posizione del comune di Morro Reatino nella provincia di Rieti
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Territorio

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Morro Reatino si trova in Sabina, nell'alto Lazio, al confine con l'Umbria. Il comune è posto a quote di bassa montagna (745 m s.l.m.) sulle falde occidentali del massiccio del Terminillo, a nord della Piana di Rieti.

 
Un vicolo di Morro

Morro sorge in un territorio certamente frequentato già in epoca romana: si ritiene infatti che nei pressi dell'odierna Morro sorgesse l'antica Marruvio, città citata da Dionigi di Alicarnasso (da non confondersi con Marruvio dei Marsi).[4] Le tracce romane rinvenute sono tuttavia piuttosto scarse: tra queste, dei resti di un acquedotto in Vocabolo Canale, e una moneta d'oro con l'effigie di Vespasiano (oggi al Museo civico di Rieti).[4]

Le prime notizie certe dell'esistenza di un centro fortificato risalgono però al 1101, quando il territorio di Morro fu acquistato dai consoli del comune di Rieti.[5] Nel 1152 il castello di Morro figurava tra i possedimenti della famiglia Nobili di Labro donati al capitolo della basilica di San Giovanni in Laterano di Roma, in cambio di aiuto e protezione contro l'invasione Normanna.[5]

Morro fu spesso in lotta con la vicina Rivodutri.[6] Per tutto il medioevo e fino all'unità d'Italia, il castello di Morro rappresentò l'estremo avamposto di Rieti, e quindi dello Stato Pontificio, prima del confine con il Regno di Napoli (a cui apparteneva la confinante Leonessa).[5]

Durante i fatti della Repubblica Romana, Morro ospitò Giuseppe Garibaldi che, nel suo giro di ricognizione dei confini con il Regno delle Due Sicilie, il 30 gennaio 1849 pernottò in paese presso casa Poiani (dove oggi si trova una lapide commemorativa) per incontrare il patriota Bernardino Blasi.[7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Un vicolo del paese

Morro è un borgo che conserva in buona parte l'originaria struttura medievale, nonostante buona parte degli edifici abbiano subito ristrutturazioni in epoche successive.[4]

Castello
Dell'antico castello di Morro rimangono solo alcune tracce: la porta castellana, caratterizzata da un arco a tutto sesto e volta a botte; i resti della cinta muraria; e i resti di numerose torri.[6]
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa parrocchiale di San Lorenzo presenta un portale del 1638 che porta lo stemma del vescovo di Rieti Gianfrancesco Guidi di Bagno.[4] L'interno ha una pianta a croce greca; sull'altare maggiore si trova una tela seicentesca raffigurante San Lorenzo e (ai lati) quadri che ritraggono San Luigi e San Vincenzo Ferreri.[4] È rilevante anche l'altare del Rosario, fatto restaurare nel 1795 dal vescovo Saverio Marini.[4]
Chiesa della Madonna della Torricella
Conserva al suo interno un notevole affresco che rappresenta la Vergine.[4]
Chiesa di San Francesco (Collatea)
La chiesa di San Francesco, situata nella frazione Collatea, fu eretta (come riporta un'iscrizione sul portale) il 18 dicembre 1421 da Giovanni, Bernardino e Carlo Mattioni.[4] Al suo interno ospita un pregevole dipinto della prima metà del Quattrocento, che raffigura la Madonna del Rosario.[4]

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2013 la popolazione straniera residente era di 10 persone.[9]

Infrastrutture e trasporti

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La principale arteria stradale a servizio del comune di Morro, che attraversa il paese al suo interno, è la strada regionale 521 di Morro, una strada piuttosto tortuosa che lo collega da un lato al capoluogo Rieti e dall'altro a Leonessa, Cascia e Norcia.

Inoltre Morro è collegato al vicino comune di Rivodutri dalla strada provinciale 3 e a Labro dalla strada provinciale 5 di Leonessa. Quest'ultima permette anche di raggiungere lo svincolo "Colli sul Velino" della superstrada Rieti-Terni, che costituisce il collegamento più rapido con Terni.

Amministrazione

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Periodo Primo Cittadino Partito Carica Note
1995 1999 Salvatore Papadia lista civica Sindaco
1999 2003 Salvatore Papadia lista civica Sindaco 2º mandato dimesso
2004 2009 Giancarlo Colarieti lista civica Sindaco
2009 2014 Giancarlo Colarieti Una Spiga Sindaco 2º mandato
2014 2019 Gabriele Cintia Lattanzi Per Morro Sindaco
2019 2024 Gabriele Cintia Lattanzi Per Morro Sindaco 2º mandato
2024 in carica Massimo Conti Progetto Morro Sindaco

Altre informazioni amministrative

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Durante il dominio francese (1798-1799), Morro fu parte del cantone di "Rieti rurale" all'interno del dipartimento del Clitunno; nel Regno napoleonico (1810-1815) fu parte del cantone di Stroncone all'interno del circondario di Rieti, che a sua volta faceva parte del dipartimento di Roma.[6]

Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 il comune fu annesso alla delegazione apostolica di Rieti, all'interno della provincia della Sabina, inizialmente come appodiato di Poggio Bustone (1816), poi come governo di secondo ordine dipendente da Poggio Bustone (1817); nel riparto territoriale del 1827 Morro risulta comunità soggetta alla podesteria di Labro e in quello del 1831 dipende direttamente dal governo di Rieti.[6] Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, fu inserito nel circondario di Rieti, all'interno della provincia dell'Umbria.[6] Con Regio Decreto del 1863 il comune cambiò nome da Morro a Morro Reatino, per evitare casi di omonimia con altri comuni del neonato Stato italiano.[6]

Nel 1923 passa dalla provincia di Perugia in Umbria, alla provincia di Roma nel Lazio, e nel 1927, a seguito del riordino delle Circoscrizioni Provinciali stabilito dal regio decreto N°1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Morro Reatino passa a quella di Rieti.

Fa parte della Comunità montana Montepiano Reatino.

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c d e f g h i Palmegiani, pag. 395.
  5. ^ a b c Morro Reatino, su Matre Terra. URL consultato il 15 gennaio 2018.
  6. ^ a b c d e f Adriana Barbafieri, Comune di Morro Reatino, su SIUSA - Sistema informativo unificato per le Soprintendenze Archivistiche, 21 giugno 2007. URL consultato il 15 gennaio 2018.
  7. ^ Giuseppe Garibaldi nel reatino, su Matre Terra. URL consultato il 15 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2018).
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  9. ^ Dati ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato l'8 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2015).

Bibliografia

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  • Francesco Palmegiani, Rieti e la Regione Sabina. Storia, arte, vita, usi e costumi del secolare popolo Sabino: la ricostituita Provincia nelle sue attività, Roma, edizioni della rivista Latina Gens, 1932.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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