Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso

Il Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso (in bulgaro Национално Движение за Стабилност и Възход?, Nacionalno Dviženie za Stabilnost i Vǎzhod - NDSV) è un partito politico bulgaro di orientamento liberale, populista e centrista fondato nel 2001; inizialmente designato come Movimento Nazionale Simeone Secondo (in bulgaro Национално Движение Симеон Втори?, Nacionalno Dviženie Simeon Vtori - NDSV), ha assunto l'attuale denominazione nel 2007.

Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso
(BG) Национално движение за стабилност и възход
LeaderStanimir Ilchev
StatoBulgaria (bandiera) Bulgaria
SedeSofia
AbbreviazioneNDSV
Fondazioneaprile 2001
IdeologiaLiberalismo[1][2]
Populismo[3][4][5]
CollocazioneCentro[6]
Gruppo parl. europeoALDE
Affiliazione internazionaleInternazionale Liberale
Seggi Assemblea nazionale
0 / 240
(2021)
Seggi Europarlamento
0 / 17
(2019)
Sito webwww.ndsv.bg/

Aderisce all'Internazionale Liberale e, all'interno del Parlamento europeo, al Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa; è guidato da Hristina Hristova.

Le origini

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Il partito fu fondato da Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha (in bulgaro Simeon Borisov Sakskoburggotski), già re di Bulgaria come Simeone II dal 1943 al 1946. Nel 1944, a seguito di un colpo di Stato sostenuto dall'URSS, i tre reggenti che affiancavano Simeone, salito al trono a soli sei anni, furono sostituiti con esponenti vicini al Partito Comunista Bulgaro; due anni dopo un referendum sancì, con il 95% dei voti favorevoli, l'abolizione della monarchia, esautorando Simeone e costringendolo all'esilio. I comunisti presero così il definitivo controllo del Paese, mentre Simeone tornò in patria solo nel 1996, sette anni dopo la fine del regime comunista.

Dalla fondazione al governo

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Nel 2001, Simeone annunciò la nascita di NDSV con lo scopo di avviare una politica di riforme economiche e sociali, oltre che promettendo una maggiore integrità nella gestione della cosa pubblica. Gli scandali finanziari e le difficoltà incontrate dal governo moderato, formato dall'Unione delle Forze Democratiche e l'Unione Nazionale Agraria Bulgara, per rientrare nei parametri per l'ingresso nell'Unione europea, favorirono NDSV. Alle elezioni politiche, infatti, il partito ottenne il 42,75 dei consensi e la metà dei seggi, 120 su 240[7]. A Simeone fu sufficiente, pertanto, per diventare primo ministro, allearsi con il Movimento per i Diritti e le Libertà (MDL), centristi turcofoni. Non mancarono le difficoltà, dovute, soprattutto, alla volontà di Simeone di mantenere gli impegni assunti con la UE. Nel 2005, infatti, a pochi mesi dalle elezioni il NDSV dovette subire la scissione del movimento Tempi Nuovi (Novoto Vreme, NV), i cui undici deputati[8] continuarono a sostenere il governo anche se si distinsero giungendo a chiedere le dimissioni di alcuni ministri a pochi mesi dalle elezioni.

La crisi di governo a pochi mesi dal voto politico, raffreddò il consenso popolare verso NDSV. Alle elezioni del 2005, infatti, il NDSV ha più che dimezzato consensi e seggi, calando al 19,9% dei voti e a 53 deputati[9]. Ciò nonostante, siccome nessun partito e nessuna coalizione aveva raccolto la metà dei seggi, il NDSV è stato coinvolto, insieme al MDL, nel sostegno al nuovo governo, guidato da Sergej Stanišev del Partito Socialista Bulgaro[10][11].

Il declino elettorale

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Alle elezioni europee del 2007, NDSV raccolse solo il 6,27% dei consensi, con un crollo del 15% rispetto alle precedenti politiche. Alle successive politiche del 2009 il partito calò ulteriormente al 3% e non ottenne seggi. Simeon Borisov Sakskoburggotski, dopo l'insuccesso elettorale, si dimise da leader del partito. Alle europee dello stesso anno, però il Movimento raccolse il 7,2% dei voti ed elesse due euro-deputati. Alle elezioni presidenziali del 2011 la candidata del Movimento, Meglena Kuneva, già Commissaria Europa, si posizionò terza con il 14% dei consensi. La Kuneva, nel giugno del 2012, abbandonò NDSV e diede vita al movimento Bulgaria per i Cittadini (BG)[12].

Alle elezioni parlamentari del 2013 NDSV raccolse appena l'1,63% dei consensi, senza eleggere deputati. Il BG della Kuneva si fermò al 3,3% a pochi decimi percentuali dallo sbarramento del 4%[13][14].

Alle elezioni parlamentari del 2014 NDSV ottenne solo lo 0,24% dei voti.

Risultati elettorali

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Elezione Voti % Seggi
Parlamentari 2001 1.952.513 42,74
120 / 240
Maggioranza
Parlamentari 2005 725.314 19,95
53 / 240
Maggioranza
Parlamentari 2009 127.470 3,02
0 / 240
Extraparlamentare
Parlamentari 2013[N 1] 57.611 1,63
0 / 240
Parlamentari 2014 7.917 0,24
0 / 240
Parlamentari 2017 Non partecipante
Apr. 2021 Non partecipante
Lug. 2021 Non partecipante
Nov. 2021 Non partecipante
2022 Non partecipante
2023 Non partecipante
  1. ^ Nella coalizione Centro - Libertà e Dignità
Elezione Candidato Voti % Esito
Presidenziali 2011 I turno Meglena Kuneva 470.808 14,00 Non eletta/o (3º)
Presidenziali 2016 I turno Tatyana Doncheva 69.372 1,81 Non eletta/o (8º)
Elezione Voti % Seggi
Europee 2007 121.398 6,27
1 / 18
Europee 2009 205.146 7,96
2 / 17
Europee 2014[N 1] 20.487 0,91
0 / 17
Europee 2019[N 2] 21.315 1,06
0 / 17

Annotazioni

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  1. ^ Nella Coalizione dei Democratici Uniti
  2. ^ Con Tempi Nuovi
  1. ^ Elisabeth Bakke, Central and East European party systems since 1989, in Sabrina P. Ramet (a cura di), Central and Southeast European Politics since 1989, Cambridge University Press, 2010, pp. 78–79, ISBN 978-1-139-48750-4.
  2. ^ Alfio Cerami, Social Policy in Central and Eastern Europe: The Emergence of a New European Welfare Regime, LIT Verlag Münster, 2006, p. 26, ISBN 978-3-8258-9699-7.
  3. ^ Smilov, Daniel (2013). Bulgaria: Perception and Reality. Dangerous Liaisons. The Brookings Institution. p. 186.
  4. ^ Smilov, Daniel; Jileva, Elena (2009). The politics of Bulgarian citizenship: National identity, democracy and other uses. Citizenship Policies in the New Europe (2nd ed.). Amsterdam University Press. p. 226.
  5. ^ Crampton, R.J. (2007). Bulgaria. The Oxford History of Modern Europe. Oxford University Press. p. 414.
  6. ^ Frederick B. Chary, The History of Bulgaria, Greenwood, 2011, p. 173.
  7. ^ La Bulgaria porta in trionfo Simeone II.
  8. ^ National Assembly of the Republic of Bulgaria - Parliamentary groups Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive..
  9. ^ La Bulgaria boccia il re premier Simeone.
  10. ^ Il nuovo governo ha continuato le politiche liberiste e filo occidentali del governo precedente.
  11. ^ Bulgaria: parlamento approva nuovo governo social-liberale.
  12. ^ Former Bulgarian Commissioner to form own political party — EUbusiness.
  13. ^ Bulgaria 2013 | World Elections.
  14. ^ Copia archiviata, su todayszaman.com. URL consultato il 7 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2013)..

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN305167373 · GND (DE104142048X