Renzo Arbore

cantautore, disc jockey, conduttore radiofonico, clarinettista, showman italiano (1937-)
(Reindirizzamento da N.U. Orleans Rubbish Band)

Renzo Arbore, all'anagrafe Lorenzo Giovanni Arbore (Foggia, 24 giugno 1937), è un cantautore, disc jockey, autore televisivo, autore radiofonico, conduttore radiofonico, conduttore televisivo, clarinettista, compositore, showman, sceneggiatore, regista, attore e talent scout italiano.

Renzo Arbore
Arbore nel 2008.
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenereCanzone napoletana
Jazz
Swing
Blues
Periodo di attività musicale1964 – in attività
Strumentovoce, clarinetto, chitarra, pianoforte
Gruppi attualiL'Orchestra Italiana
Sito ufficiale

Condivide con Gianni Boncompagni il titolo di primo disc jockey italiano[1].

Biografia

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Arbore e Gianni Boncompagni in Alto gradimento (1975)

È nato a Foggia il 24 giugno del 1937, figlio d'un dentista, Giulio Arbore, e di una casalinga, Giuseppina Cafiero, imparentata con l'anarchico Carlo[2][3]. Da bambino ha vissuto sulla sua pelle la dura esperienza della seconda guerra mondiale: la città pugliese fu infatti più volte bersaglio dei bombardamenti degli Alleati e la famiglia Arbore perciò, alla pari di tanti altri loro concittadini, venne sfollata in Abruzzo, a Chieti, divenuta "città ricovero" per i molti sfollati provenienti dai vari luoghi bombardati tra Abruzzo, Molise e Puglia. Trascorsa l'estate del 1944 presso una famiglia di Francavilla al Mare, la famiglia poté quindi far ritorno a Foggia.

Ha frequentato il liceo, venendo però bocciato in terza[4]. Prima di laurearsi in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II,[5] Arbore incominciò a distinguersi come musicista proprio nella sua città natale, presso la storica Taverna del Gufo nel centro storico, dopo essere stato anche clarinettista al seguito di un noto complesso jazz foggiano, l'orchestra Parker's Boys. L'esordio sul palco avvenne a 18 anni in un gruppo di dixieland, nella città di Nocera Inferiore[6].

S'interessò di musica leggera e di jazz. Nel 1964 vinse un concorso in Rai. Successivamente partecipò al corso di "maestro programmatore di musica leggera"[7]. Conobbe Gianni Boncompagni, che diventò suo compagno di banco. Per la tv di stato i due si occuparono di trasmissioni di varietà (Bandiera gialla[8], Alto gradimento[9], L'altra domenica[10], Cari amici vicini e lontani...[11], Indietro tutta![12]); nel 1996 fu direttore artistico dei programmi Radio RAI. Assieme a Boncompagni, Arbore è stato tra i primi in assoluto a trasmettere in radio i brani dei Beatles[13], all'epoca non ritenuti "idonei" dai dirigenti Rai.

Nella sua poliedrica attività ha riscosso successi in vari campi: bravo musicista e cantante con L'Orchestra Italiana, conduttore radiofonico e televisivo - restano memorabili le trasmissioni radiofoniche, presentate insieme a Gianni Boncompagni, ovvero Bandiera gialla (1965), Per voi giovani[14] (1967) e Alto gradimento (1970); e quelle televisive, ovvero Speciale per voi (1969-1970), una specie di processo ai cantanti del periodo, L'altra domenica (1976-1979), il suo primo vero successo in cui creò uno stile alternativo in diretta concorrenza con la contemporanea Domenica in di Corrado, Quelli della notte (1985), Indietro tutta! (1988), Doc (1987-1989) e Speciale per me, ovvero meno siamo meglio stiamo (2005). È stato anche attore e regista cinematografico (Il pap'occhio, 1980; "FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?", 1983).

Ha avuto il merito di scoprire e lanciare nuovi personaggi fra i quali Roberto Benigni, Gegè Telesforo, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci, Daniele Luttazzi e valorizzarne altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e la Microband, l'attrice Maria Grazia Cucinotta, Nina Soldano, le conduttrici televisive Luana Ravegnini e Ilaria D'Amico, l'attore Francesco Paolantoni, la presentatrice Feliciana Iaccio, la cantante Pietra Montecorvino.

Le sue esperienze nel mondo musicale hanno inizio nel 1972, con la "N.U. Orleans Rubbish Band" (dove le lettere puntate stanno per "Nettezza Urbana"[15]), che era composta, oltre che dallo stesso Arbore al clarinetto, da Fabrizio Zampa alla batteria, Mauro Chiari al basso, Massimo Catalano al trombone e Franco Bracardi al piano; questo gruppo pubblicò un 45 giri, contenente She was not an angel e The stage boy, inciso per gioco dai cinque.

Nel 1991 ha fondato L'Orchestra Italiana, con quindici grandi solisti per valorizzare la canzone napoletana classica restituendo dignità, tra l'altro, al mandolino.

 
Arbore nel 1983 al Lido di Venezia

Già presidente di "Umbria Jazz", ha dato un intelligente contributo alla rinascita della grande manifestazione jazzistica perugina. Nel 2002 ha fondato una nuova band, "Renzo Arbore e i suoi Swing Maniacs", scegliendo personalmente i musicisti fra i migliori della scena jazzistica romana e nazionale: il sassofonista Fabiano "Red" Pellini, il chitarrista Emanuele Basentini, il pianista e sassofonista Giorgio Cuscito, il batterista Alberto Botta e il pianista Attilio Di Giovanni, fra gli altri, hanno militato in questa poderosa swing band. Non sciolse, tuttavia, L'Orchestra Italiana, assieme alla quale continuava a esibirsi per vari eventi alternandosi con la neonata band. Nel 2004 si esibì in tre concerti con L'Orchestra Italiana: alla Carnegie Hall di New York, al CasinoRama di Toronto e al Teatro dell'Opera di Roma, alla presenza del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Con gli Swing Maniacs incise un doppio CD uscito nel febbraio 2005, l'album Vintage, ma non li dimostra, premiato col "Disco d'oro". L'album uscì però con il nome del gruppo modificato in "Renzo Arbore e gli Arborigeni".

Nel 2008 ha dato voce al dromedario Tutankhamon nel film d'animazione La luna nel deserto diretto dal regista Cosimo Damiano Damato.

Da molti anni è presidente di un'associazione dei disc jockey italiani e si esibisce anche come suonatore di clarinetto jazz. Dal 1989 è testimonial della Lega del Filo d'Oro[16], un'associazione onlus che assiste persone sordocieche.

Nell'ottobre 2007 è uscito il libro Renzo Arbore ovvero Quello della musica, la prima biografia musicale dell'artista scritta dal giovane clarinettista e musicologo Claudio Cavallaro, suo fan fin da bambino.

Nel 2009 ha cantato nell'ultimo disco di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Buon Compleanno. Il 28 luglio 2013 ha fatto partecipare il tour Renzo Arbore e L'Orchestra Italiana alla 43ª edizione del Giffoni Film Festival.

Sempre nel 2009 ha partecipato al documentario Beat Parade di Corrado Rizza e Luigi Rizza[17], prodotto dall'Istituto Luce, raccontando gli anni 1960 e la Beat Generation.

Il 15 novembre 2010 Arbore è tornato in tv con la trasmissione ...a lunga durata, Arbore e gli arborigeni su Rai Internazionale in replica su Rai 5.

Il 27 novembre 2015 il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lo ha nominato, insieme a Giovanni Minoli e Lia Rumma, nel consiglio d'indirizzo della Fondazione Ravello dell'omonima cittadina della costiera amalfitana.[18]

Nel 2018 partecipa alle riprese e viene intervistato da Nicola Iuppariello per il docufilm Vinilici. perché il vinile ama la musica.

Trasmissioni

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Nino Frassica e Arbore in Indietro tutta! (1987-1988)

Arbore e la sua banda hanno lasciato un segno profondo nella televisione italiana fino alla metà degli anni 1990.

Già con le sue prime trasmissioni degli anni 1960, come Bandiera gialla e Speciale per voi, Arbore impone stile e idee estremamente innovativi rispetto ai canoni televisivi dell'epoca. Basti ricordare Speciale per voi (1969), nella quale per la prima volta famosi cantanti venivano messi sotto il fuoco incrociato di domande e osservazioni, anche cattive, da parte del pubblico in sala.

Il più grande successo di quel periodo arriva però dalla radio, con la trasmissione Alto gradimento, condotta insieme a Gianni Boncompagni.

Arbore ritornò alla televisione nei primi anni 1970: nel 1972 è chiamato da Lino Procacci a condurre la trasmissione musicale Amico flauto.

Si giunge quindi alla trasmissione pomeridiana L'altra domenica che, in concorrenza con la trasmissione dal taglio più tradizionale in onda sulla Rete 1 della RAI, introduceva un nuovo stile irriverente e goliardico anche nei programmi-contenitore della domenica pomeriggio, con la partecipazione di diversi artisti fra i quali Roberto Benigni nei panni del critico televisivo, Andy Luotto il cugino americano, i collegamenti con Mario Marenco da Roma, Michael Pergolani da Londra, Françoise Riviere da Parigi e Isabella Rossellini da New York, le Sorelle Bandiera. Per la prima volta in una trasmissione televisiva il pubblico entra in contatto diretto con la televisione, in palio venti milioni di lire e tante risate.

Nel 1980 arriva la serie Tagli, ritagli e frattaglie, condotta insieme a Luciano De Crescenzo e Lory Del Santo; nel 1981 Telepatria international con le indimenticabili evocazioni spiritiche di Dante (Roberto Benigni), Cristoforo Colombo (Paolo Villaggio), San Giuseppe (Ugo Tognazzi) e con l'ultimo dei Mille (Carlo Verdone), in cui lancia le Gemelle Nete; e nel 1984 Cari amici vicini e lontani, programma sulla storia della radio, nuovamente con le Gemelle Nete (che interpretano la sigla finale del programma, Un bacio a mezzanotte).

 
Arbore e il suo clarinetto, fotografato da Augusto De Luca

Ma è nel 1985 che giunge il grande successo con la trasmissione di Rai 2 Quelli della notte, un appuntamento di culto, con una serie di personaggi comici e intellettuali che si riunivano nella notte surreale e un po' cialtrona. La trasmissione, una chiara satira nei confronti dei dilaganti salotti televisivi, lancia nel firmamento nazionale il comico Nino Frassica nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che, con i suoi sproloqui, fa divertire mezza Italia. Molti altri sono i nuovi volti lanciati dalla trasmissione, come Riccardo Pazzaglia il filosofo partenopeo, Massimo Catalano l'intellettuale viveur, Maurizio Ferrini rappresentante romagnolo di pedalò affezionato al Partito Comunista, Simona Marchini romantica sognatrice, Marisa Laurito cugina in attesa perenne del fidanzato, e ancora Mario Marenco e Andy Luotto. La trasmissione segna un'epoca e i tormentoni e le battute entrano nel gergo quotidiano. L'album prodotto con le musiche della trasmissione vende quasi mezzo milione di copie.

Nel 1987-1988 la trasmissione Indietro tutta! replica l'enorme successo di Quelli della Notte. Il programma stigmatizza l'invadenza della televisione di tipo più commerciale, ridicolizzandone usi e costumi; una parodia televisiva in cui Nino Frassica impersona un improbabile quanto sgangherato "Bravo presentatore"; notevole il gruppo di ballerine brasiliane del Cacao Meravigliao che rappresentavano un surreale sponsor e le Ragazze Coccodè, un ridicolo corpo di ballo. Non mancavano inoltre personaggi come Mario Marenco che impersona "Riccardino", un bambino parecchio dispettoso con tanto di grembiule e cartella scolastica che passa il tempo a rincorrere il cane Fiocco. Il maestro Gianni Mazza è a capo dell'orchestra "Mamma li Turchi", Francesco Paolantoni è Cupido, appeso all'altalena e intento a lanciare frecce che non vanno mai a segno. La scenografia rappresenta una nave e l'ammiraglio Arbore è attorniato da due belle ragazze che rappresentano Miss Nord e Miss Sud; a guardia del sotterraneo vi sono le "Guardiane" (una delle due è una giovanissima e ancora sconosciuta Maria Grazia Cucinotta, l'altra Feliciana Iaccio).

Nel 1986 Arbore partecipa al Festival di Sanremo con la canzone ironica Il clarinetto e si piazza al secondo posto. Nell'esecuzione del brano sul palco sanremese è accompagnato da quelli che egli stesso chiama i "Tre amici e il cognato" di cui fanno parte Gegè Telesforo, Nando Murolo, Adriano Fabi e Piero Roberto. Seguono altri programmi televisivi come DOC e Marisa la nuit. In quest'ultimo programma, condotto da Marisa Laurito, Arbore, che è la voce fuori campo, anticipa quello che sarà il modo di fare televisione della Gialappa's Band.

 
Arbore e Mario Trevi all'Università degli Studi di Napoli Federico II, all'assegnazione della laurea honoris causa alla memoria a Totò (2017)

Nel 1990 conduce Il caso Sanremo, dove in un processo simulato è giudice su fatti e misfatti della storia canora sanremese attorniato da un'improbabile corte e da avvocati interpretati da Michele Mirabella e Lino Banfi. Nel 1992 in una trasmissione in 4 puntate, rende un sentito omaggio televisivo a Totò con Caro Totò… ti voglio presentare. Nel 1996 conduce senza sosta per 22 ore La Giostra, in diretta via Satellite per Rai International di cui è diventato intanto direttore artistico e testimonial.

Nel 2005 è la volta di Speciale per me, ovvero meno siamo meglio stiamo (17 puntate dal 23 gennaio al 4 giugno[19]) su Rai 1, definita dallo stesso Arbore una "trasmissione amarcord" con l'obiettivo di mostrare tutta la televisione memorabile che la gente tende a dimenticare. Il senso della trasmissione è una sorta di mercatino di modernariato televisivo; anche la musica proposta è volutamente d'annata. La trasmissione riscuote un buon successo anche se va in onda in terza serata (proprio a questa collocazione notturna allude il sottotitolo "meno siamo, meglio stiamo"), con una media di quasi un milione e mezzo di telespettatori dopo mezzanotte, il 25 per cento di share. Nel giugno 2008 è stato pubblicato il libro Renzo Arbore e la radio d'autore - Tra avanguardia e consumo, un volume monografico scritto da Salvatore Coccoluto, dedicato alle storiche trasmissioni radiofoniche di Arbore. Ha realizzato il gioco in scatola Ma non i coperchi, ideato con Giancarlo Magalli e pubblicato dalla International Team.

Il 15 novembre 2010 Arbore torna in tv con la trasmissione ...a lunga durata, Arbore e gli arborigeni su Rai International e in replica su Rai 5. Il 4 settembre 2011 la Rai ha dedicato ad Arbore una puntata monografica della trasmissione Speciale TG1 documentari realizzata dal giornalista Vincenzo Mollica. È del 2013 la sua biografia Renzo Arbore: vita, opere e (soprattutto) miracoli a cura del giornalista della Rai Gianni Garrucciu, contenente numerose testimonianze di tanti colleghi e amici di Arbore. Il 24 giugno 2015 si esibisce al Palazzo dei Congressi del Cremlino in Russia e, oltre a fare spettacolo in diretta tv nazionale, si presenta come ambasciatore Expo 2015.[20]

Nel 2014 conduce il Renzo Arbore Channel Live Show, in onda in diretta sul canale 69 del Digitale Terrestre e 713 di SKY, Capital TV, sul sito di Repubblica e su renzoarborechannel.tv, che dirige e che conduce assieme ai giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo in collaborazione con WebNotte, con gli ospiti Gegè Telesforo e Tosca, il programma è curato da Ugo Porcelli, per la regia di Denis Gianniberti.

Nel giugno del 2020 torna nuovamente su Rai 2 con un nuovo format - Striminzitic Show - in onda da casa sua: è un programma in cui Arbore trasmette contenuti tratti dai suoi archivi ma anche da quanto ritrovato da lui stesso durante le sue sessioni di navigazione web notturne[21].

Vita privata

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Scapolo convinto, dopo un legame negli anni '60 con la cantante e presentatrice torinese Vanna Brosio (la canzone di Mogol e Lucio Battisti "Innocenti evasioni" è ispirata a un episodio della loro relazione[22]), si è accompagnato con la cantante romana Gabriella Ferri[23], ha poi avuto una lunga storia d'amore nel decennio successivo con Mariangela Melato; successivamente è stato legato a Mara Venier fino al 1997. Nel 2007 si è legato nuovamente alla Melato, ed è stato con lei fino al giorno della sua morte, l'11 gennaio 2013.

Renzo Arbore, da sempre vicino al Partito Radicale, nel 2013 ha sostenuto ed è divenuto membro del comitato "Bonino Presidente", volto a sostenere la candidatura come Presidente della Repubblica Italiana della radicale Emma Bonino.[24]

Vicende personali

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  • Renzo non aveva buoni rapporti con il padre Giulio che non approvava la sua dedizione alla musica e il suo abbigliamento (in un'intervista con Vincenzo Mollica dichiarò di essere stato il primo a Foggia a indossare i jeans, che suo padre definiva "pantaloni da operaio"[25]). Il padre avrebbe voluto che Renzo facesse il dentista, ma, dato che Renzo ad ogni goccia di sangue sveniva, rinunciò alla prima opzione e lo obbligò a laurearsi in giurisprudenza a Napoli[26].
  • Renzo Arbore venne sospeso dalla RAI nel 1971, insieme a Gianni Boncompagni e a Giorgio Bracardi, per cinque anni a causa di una scenetta con troppa carta igienica durante una puntata di Canzonissima, improvvisando da Firenze lo Scarpantibus.[27][28]
  • Arbore è stato denunciato da Giorgio Bracardi per cause economiche legate alla trasmissione Alto gradimento, come affermato dallo stesso Bracardi[29][30]
  • Il pap'occhio venne sequestrato dopo tre settimane di programmazione in tutta Italia con l'accusa di vilipendio alla religione cattolica per ordine del procuratore dell'Aquila.[31] In seguito il film fu amnistiato e tornò in sala dopo 40 giorni di sospensione.[32]

Onorificenze

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«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 3 dicembre 2021[34]

Nel 1990 ha ricevuto la cittadinanza onoraria della Città di Napoli.[35]

Il 30 luglio 2006, all'indomani del concerto inaugurale della tournée con L'Orchestra Italiana a Chieti, ove giovanissimo, in tempo di guerra, risiedette da "sfollato" e assistette all'arrivo degli Alleati, Renzo Arbore ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città.

Nel 2010 gli è stato attribuito alla Camera dei deputati il Premio America della Fondazione Italia USA.

Il 6 luglio 2011 è stato nominato cittadino onorario di Perugia - Atto C.C. n. 107 del 6.7.2011.

Il 13 dicembre 2013 è stato nominato cittadino onorario di Palermo per il documentario Da Palermo a New Orleans... E fu subito Jazz in cui vengono raccontate le vicende artistiche e umane della Original Dixieland Jass Band, diretta da Nick La Rocca e composta da un gruppo di amici, quasi tutti di origine siciliana, che incisero a New York nel 1917 il primo disco al mondo di jazz.

Il 9 agosto 2017 è stato nominato cittadino onorario di Francavilla al Mare.[36]

Il 15 gennaio 2022 Arbore ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le insegne di cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.[37]

Discografia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Renzo Arbore.

Collaborazioni con altri artisti

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Colonne sonore

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Filmografia

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Regista e sceneggiatore

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Programmi radiofonici

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Programmi televisivi

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Pubblicità

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Altre attività

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  • Il 2 ottobre 2007 ha realizzato la prima diretta video in streaming con la regia di Denis Gianniberti[39] e l'ha raccontata in un video[40]. Tale esperienza il 27 ottobre 2012 porta all'inizio delle trasmissioni del Renzo Arbore Channel[41].
  • Nel 2013 ha registrato telefonicamente il contributo che sarebbe divenuto la prefazione del volume Vinilici. La passione per il disco[42] a cura di Nicola Iuppariello.
  • Renzo Arbore è stato testimonial per oltre vent'anni dell'Associazione Lega del filo d'oro, che si occupa delle persone sordocieche. Per l'associazione è stato protagonista di diversi spot TV e radio.
  • Ha scritto il soggetto di una storia Disney, Zio Paperone e i concerti predatori, pubblicata sul numero 2123 di Topolino.
  • Nel 1988 è stato testimonial pubblicitario per il lancio della nuova FIAT Tipo dove invitava il suo amico a comprarsi tale modello.
  • Nel 2018 ha partecipato alle riprese del docufilm Vinilici. Perché il vinile ama la musica[43].
  1. ^ RENZO ARBORE: è in libreria la sua biografia scritta da Claudio Cavallaro, su BLOGO, 3 ottobre 2007. URL consultato il 18 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2013).
  2. ^ https://metropolitanmagazine.it/giulio-arbore-e-giuseppina-cafiero-chi-erano-i-genitori-di-renzo-arbore/
  3. ^ https://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000114691
  4. ^ Malcom Pagani, Renzo Arbore: «Ho paura della sofferenza. L’immortalità? Ho avuto segnali, sarebbe bellissimo», su Corriere della Sera, 28 ottobre 2023. URL consultato il 28 ottobre 2023.
  5. ^ Briatore e il no alla laurea per il figlio. Da Arbore a Checco Zalone: l'università serve al successo, su CORRIERE DELLA SERA, 11 gennaio 2019. URL consultato il 16 marzo 2020 (archiviato il 15 marzo 2020).
  6. ^ Alessandra De Vita, Arbore: «A Nocera il mio debutto tornare mi emoziona», su la Città – Quotidiano di Salerno e provincia, 8 aprile 2016. URL consultato il 18 gennaio 2020 (archiviato il 20 aprile 2016).
  7. ^ Leonardo Filomeno, Renzo Arbore a Libero: "Quando le BR mi chiamarono in diretta". Rai, Battisti e... Conte: i segreti di un mito, su liberoquotidiano.it, 19 aprile 2019. URL consultato il 13 agosto 2022 (archiviato il 4 giugno 2020).
  8. ^ Il mito "Bandiera Gialla" Arbore e Boncompagni inventarono la radio beat, su IL TEMPO.it, 16 ottobre 2015. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 7 ottobre 2018).
  9. ^ Antonio Gnoli, Alto gradimento Quarant'anni in due, su la Repubblica.it, 20 giugno 2010. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 31 agosto 2010).
  10. ^ L'Altra Domenica. URL consultato il 28 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2018).
  11. ^ 'Cari amici vicini e lontani', Arbore celebra la radio, su Adnkronos, 9 agosto 2014. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 19 settembre 2018).
  12. ^ "Indietro tutta" compie 30 anni e ritorna in tv con due serate evento condotte da Arbore e Frassica, su iodonna.it, 11 dicembre 2017. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato l'11 dicembre 2017).
  13. ^ 1965, Beatles a Roma - I vip li raccontano così, su la Repubblica.it, 19 novembre 2010. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 29 giugno 2015).
  14. ^ Per voi giovani. URL consultato il 28 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2018).
  15. ^ N.U. Orleans Rubbish Band - She was not an angel/The stage boy (1972), su Le note di Euterpe, 7 settembre 2011. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 18 dicembre 2013).
  16. ^ la lega del filo d'oro, su momenti.legadelfilodoro.it, Lega del Filo d'Oro - ONLUS. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 25 marzo 2016).
  17. ^ Il documentario Beat Parade di Corrado e Luigi Rizza, su IMDb. URL consultato il 25 aprile 2018 (archiviato il 19 gennaio 2020).
  18. ^ Fondazione Ravello, Renzo Arbore, Gianni Minoli e Lia Rumma, su fanpage.it (archiviato il 4 marzo 2016).
  19. ^ Speciale per me: ovvero meno siamo meglio stiamo 2005 2005, su Rai Teche, 6 novembre 2013. URL consultato il 18 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2013).
  20. ^ Renzo Arbore vola da Putin: spettacolo al Cremlino, su Libero Quotidiano.it, 24 giugno 2015. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2015).
  21. ^ Renzo Arbore torna su Rai2 con Striminzitic: come funziona lo show? Perché questo titolo?, su NonSolo.TV, 7 giugno 2020. URL consultato il 13 agosto 2022 (archiviato il 31 marzo 2022).
  22. ^ Aldo Cazzullo, Renzo Arbore: «Ho lanciato 100 artisti e avuto 100 donne ma, con Baudo, fummo cacciati da padre Pio», su Corriere della Sera, 21 novembre 2015. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2015).
  23. ^ Lucrezia e Giorgio Dell'Arti, Gabriella Ferri, su IO DONNA, 19 luglio 2012. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2012).
  24. ^ Giovanna Casadio, La corsa delle donne, Bonino in pole (da La Repubblica), su Radicali Italiani, 10 aprile 2013. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 7 maggio 2013).
  25. ^ INCONTRO CON RENZO ARBORE Mercoledì, 21 agosto 2002, ore 12.00, su meetingrimini.org. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  26. ^ Gianpiero Farina, Renzo Arbore, tensione col padre: ecco cosa voleva, su YouMovies, 22 marzo 2020. URL consultato il 13 agosto 2022 (archiviato il 3 novembre 2021).
  27. ^ Maria Chiara Aulisio, Napoli. Arbore e De Crescenzo: «Quando scoprimmo che avevamo la stessa fidanzata», su il Mattino, 16 agosto 2015. URL consultato il 31 agosto 2022 (archiviato il 4 febbraio 2022).
  28. ^ Arbore, racconto Boncompagni tra invenzioni e malefatte - Cultura & Spettacoli, su Agenzia ANSA, 25 settembre 2019. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  29. ^ https://www.ilsussidiario.net/autori/emanuela-longo, Giorgio Bracardi/ "Renzo Arbore spietato: in causa con lui, mio fratello Franco…", su IlSussidiario.net, 24 maggio 2021. URL consultato il 3 settembre 2021.
  30. ^ MASSIMO CUTO', Bracardi: "Il fascista, il maschilista. Se li facessi oggi mi metterebbero in croce", su Quotidiano Nazionale, 1610869532554. URL consultato il 3 settembre 2021.
  31. ^ AGI News On - CINEMA: 'PAP'OCCHIO' IN DVD, ARBORE "OGGI NON FAREI FILM SUL PAPA", su agi.it, 25 aprile 2010. URL consultato il 3 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2010).
  32. ^ ioacqua&Sapone.it - Intervista Renzo Arbore [collegamento interrotto], su ioacquaesapone.it. URL consultato il 3 settembre 2021.
  33. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  34. ^ https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/370392/
  35. ^ Intervista a Gigi Marzullo, su books.google.it, 9 agosto 2017. URL consultato il 19 gennaio 2020.
  36. ^ Arbore cittadino onorario Francavilla, su ANSA.it, 9 agosto 2017. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 14 settembre 2017).
  37. ^ Mattarella nomina Renzo Arbore Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana | ANSA.it, su ansa.it. URL consultato il 16 gennaio 2022.
  38. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7, p. 355
  39. ^ Denis Gianniberti, su denisgianniberti.it. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 19 gennaio 2020).
  40. ^ Annuncio nascita RENZO ARBORE CHANNEL, su youtube.com. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 14 aprile 2016).
  41. ^ renzoarborechannel, su renzoarborechannel.tv. URL consultato il 19 gennaio 2020 (archiviato il 19 gennaio 2020).
  42. ^ Vinilici. La passione per il disco, su editrice ZONA. URL consultato il 18 marzo 2020 (archiviato il 1º febbraio 2020).
  43. ^ Vinilici. Perché il vinile ama la musica, su mescalitofilm.com (archiviato il 2 febbraio 2020).

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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