Piero Gnudi

dirigente d'azienda italiano

Piero Gnudi (Bologna, 17 maggio 1938) è un dirigente d'azienda italiano, presidente della società Enel[7] dal 2001 al 2011 e ultimo presidente dell'IRI dal 1999 al 2002.

Piero Gnudi
Piero Gnudi nel 2012

Ministro per il turismo, lo sport e gli affari regionali
Durata mandato16 novembre 2011 –
28 aprile 2013
PresidenteMario Monti
PredecessoreMichela Vittoria Brambilla[1]
Rocco Crimi[2]
Raffaele Fitto[3]
SuccessoreMassimo Bray[4]
Josefa Idem[5]
Graziano Delrio[6]

Presidente di Enel
Durata mandato5 novembre 2001 –
14 aprile 2011
PredecessoreFranco Tatò
SuccessorePaolo Andrea Colombo

Presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale
Durata mandato1999 –
2002
PredecessoreGian Maria Gros-Pietro
SuccessoreCarica cessata

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioLaurea in economia e commercio
UniversitàUniversità di Bologna
ProfessioneDottore commercialista, dirigente d'azienda

Ha ricoperto nel governo Monti le cariche di ministro per il turismo, lo sport e gli affari regionali dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013.

Biografia

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Laureato in economia e commercio nel 1962 presso l'Università di Bologna, fa pratica nello studio di Maurizio Baroni ed è titolare dal 1968 dell'omonimo studio di dottori commercialisti con sedi a Bologna, Roma e Milano.

Esperto di problemi societari, fiscali e di acquisizioni e fusioni di società,[7] è definito dalla stampa l'"Enrico Cuccia di Bologna"[8] perché ogni segreto finanziario della città passa dai suoi studi, dagli eredi della Panigal a Guidalberto Guidi, da Giuseppe Gazzoni Frascara a Gianni Martini e Gianandrea Rocco di Torrepadula,[9] dalla vendita della Ducati alla Teknecomp alle traversie del Bologna Calcio.[8] È stato definito anche "collezionista" di poltrone nei vari cda con più di una sessantina di incarichi.[10]

Si è scontrato (ma ha perso) con Carlo De Benedetti nella battaglia sulla conquista del Credito Romagnolo e con Raul Gardini bloccandogli il progetto di fare dell'aeroscalo di Forlì il punto d'inizio di una più ampia iniziativa sul fronte delle attività aeroportuali.[8]

Amico di Romano Prodi, vicino a Pier Ferdinando Casini, si definisce politicamente un "moderato centrista". Nel 1995 è nominato consigliere economico del Ministro dell'Industria Alberto Clò,[11] dal 1994 fa parte del consiglio di amministrazione dell'IRI, ricoprendovi l'incarico di sovrintendere alle privatizzazioni nel 1997, presidente e amministratore delegato nel 1999 e presidente del comitato dei liquidatori nel 2002. Membro del direttivo di Confindustria, della giunta direttiva di Assonime,[12] del comitato esecutivo dell'Aspen Institute. Dal 2014 Gnudi è consigliere nel cda di Astaldi.[13]

Attualmente Gnudi è anche presidente di Nomisma Società di Studi Economici S.p.A[14], presidente di Credito Fondiario[15], consigliere di Bologna Business School, e membro della Fondazione Italia USA.

Ministro per il turismo e lo sport

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Piero Gnudi giura come ministro per il turismo, lo sport e gli affari regionali del Governo Monti.

Il 16 novembre 2011 viene nominato Ministro senza portafoglio per il Turismo e per lo Sport del governo Monti;[16] dal 25 novembre 2011 ha anche la delega agli Affari regionali.[17]. Il mandato termina il 28 aprile 2013.

Altri incarichi

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È stato Commissario straordinario dell'ILVA in amministrazione straordinaria, anche se era già commissario della società dal 6 giugno 2014,[18][19] presidente di Locat, Astaldi, Terna, Wind, RAI HOLDING, Mirbis Moscow International Business School e OME Observatoire Méditerranéen de l'Energie Parigi. È stato anche amministratore delegato di Carimonte Holding, presidente del cda della Maie di Fornace Zarattini (RA), vice presidente di Banca del Monte di Bologna e Ravenna, consigliere di Credito Romagnolo, UniCredit, Galotti, consigliere e sindaco di varie società fra le quali Eni, Stet, Merloni, Ferré, Alfa Wassermann, Il Sole 24 Ore Cnel. È stato Commissario governativo dell'amministrazione straordinaria del Gruppo Fochi.

Vita privata

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Sposato con la flautista Francesca Pagnini (nota per incisioni di Bach e Beethoven pubblicate da Vermeer Italia e docente al conservatorio di Milano), ha tre figlie (Elisabetta, Maddalena, Elsa). Devotissimo della Madonna di San Luca.[20]

Onorificenze

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  1. ^ Ministro per il turismo
  2. ^ Sottosegretario di Stato alla Presidenza del CdM con delega allo sport
  3. ^ Ministro le regioni e la coesione territoriale
  4. ^ Ministro dei beni e delle attività culturali e per il turismo
  5. ^ Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili
  6. ^ Ministro per gli affari regionali e le autonomie
  7. ^ a b Gnudi, il commercialista manager passa all'elettricità, su repubblica.it, 13 maggio 2002. URL consultato il 27 marzo 2019.
  8. ^ a b c Gnudi, alla meta il piccolo Cuccia di Bologna, su ricerca.repubblica.it, 6 febbraio 1995. URL consultato il 27 marzo 2019.
  9. ^ Setta, p. 43.
  10. ^ Setta, p. 42.
  11. ^ Piero Gnudi, su treccani.it. URL consultato il 27 marzo 2019.
  12. ^ Giunta, su assonime.it. URL consultato l'11 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2016).
  13. ^ Consiglio di Amministrazione, su astaldi.it. URL consultato l'11 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2016).
  14. ^ Organi Societari, su nomisma.it. URL consultato l'11 febbraio 2016.
  15. ^ Il Team, su fonspa.it. URL consultato l'11 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  16. ^ Piero Gnudi, un bolognese che conta al ministero del turismo, su ilfattoquotidiano.it, Il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2011. URL consultato il 17 novembre 2011.
  17. ^ Sito web del Governo: governo.it.
  18. ^ Decreto Ministeriale 21 gennaio 2015 (PDF), su gruppoilva.com, 21 gennaio 2015. URL consultato l'11 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2015).
  19. ^ Chi siamo, su gruppoilva.com. URL consultato l'11 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2016).
  20. ^ Setta, p. 45.
  21. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia

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  • Monica Setta, I poteri forti, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 2003, ISBN 88-200-3516-2.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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