Pieve di Cannobio

antica circoscrizione religiosa e civile dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Cannobio

La pieve di Cannobio o pieve di San Vittore era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del ducato di Milano con capoluogo Cannobio.

Pieve di Cannobio
Informazioni generali
CapoluogoCannobio
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in16 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIII secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1748
CausaTrattato di Aquisgrana
Preceduto da Succeduto da
Nessuna varie
Pieve di San Vittore
Informazioni generali
CapoluogoCannobio
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in21 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
InizioXIII secolo
CausaIstituzione delle pievi
Fine1817
CausaBolla di Pio VII
Preceduto da Succeduto da
Nessuna varie

Il patrono era san Vittore, a cui è ancora oggi dedicata la chiesa prepositurale di Cannobio.

Uno statuto del borgo e della pieve di Cannobio è attestato già nel 1207.[1] La sua autorità si estendeva sulla Valle Cannobina, su Brissago, Cannero, Trarego Viggiona,[2] Pino, Tronzano e uniti, Campagnano e Veddasca. Non deve stupire il collegamento con località dell'altra sponda del Verbano: nel Medioevo le comunicazioni via acqua, specie se agevoli come nel caso lacustre, erano tecnicamente più facili, e molto più sicure quanto all'incolumità dei viaggiatori, rispetto ai dissestati e perigliosi percorsi terrestri. Nel 1342 la pieve di sottopose spontaneamente a Luchino Visconti, divenendo una ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano seppur in un territorio più limitato, i centri orientali d'oltre Verbano essendo stati inclusi nella pieve di Val Travaglia, anche se religiosamente rimasero cannobine Tronzano, Bassano, Pino e, fino al 1519, Campagnano.

La pieve amministrativa trovò la sua fine a causa della guerra di successione austriaca, durante la quale il trattato di Worms (1743) sancì la cessione dei territori a ovest del Lago al Piemonte in ringraziamento per la sua proficua alleanza con l'Austria[3][4].

Per quanto riguarda la pieve ecclesiastica, l'essere a quel punto separata da Milano dal confine di Stato tra Piemonte e Austria fece sì che si rendesse necessaria una nuova riforma anche per la diocesi. Nel 1817, quindi, con la bolla Cum per nostras litteras, Pio VI la trasferì, insieme alla pieve di Arona, alla Diocesi di Novara[5], mentre più tardi Brissago fu portata nella neocostituita diocesi di Lugano.

Facendo parte della diocesi di Milano fino al 1817, le parrocchie della pieve seguivano il rito ambrosiano. In seguito alla bolla del 1817, tuttavia, il vescovo di Novara Giuseppe Morozzo impose alle nuove parrocchie a lui soggette il rito romano. Questa scelta portò grande scontento tra la popolazione, che arrivo a disertare le funzioni religiose e a inviare numerosi ricorsi alla Santa Sede.[5] Nonostante queste proteste si continuò a seguire il rito romano, fin quando il sinodo diocesano del 1990 ha ripristinato integralmente il rito ambrosiano in tutte le parrocchie della vecchia pieve.[6]

Territorio

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All'inizio dell'Ottocento, il territorio della pieve era così suddiviso[7]:

Pieve civile Pieve ecclesiastica
Comune Passaggi amministrativi Parrocchia Passaggi diocesani
Cannobio 1743: passaggio alla viceintendenza di Pallanza, del Regno di Sardegna San Vittore 1817: passaggio alla diocesi di Novara
San Giacomo (Socraggio)
San Bartolomeo Vergine Annunziata e San Bartolomeo
Sant'Agata Sant'Agata
Traffiume Purificazione della Beata Vergine Maria
Cavaglio San Donnino
Madonna Assunta (Gurrone)
Spoccia Santa Maria Maddalena
Orasso San Materno
Cursolo Sant'Antonio Abate
Gurro Natività di Maria Vergine
Falmenta San Lorenzo
San Pietro (Crealla)
Viggiona San Maurizio
Trarego San Martino
Cannero San Giorgio martire
San Bernardo (Oggiogno)
Brissago 1521: passaggio alla Confederazione Elvetica San Pietro e Paolo passaggio alla diocesi di Lugano
Pino 1743: passaggio alla pieve di Valtravaglia Santi Quirco e Giulitta 1817: passaggio alla pieve di Valtravaglia
Tronzano San Rocco
Santa Maria Assunta (Bassano)
Campagnano 1519/1529: passaggio alla pieve di Valtravaglia San Martino 1519/1529: passaggio alla pieve di Valtravaglia
  1. ^ Atlantidee Srl Verbania, La storia - Il Comune - Città di Cannobio, su www.cannobio.net. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  2. ^ Pro loco Trarego Viggiona - un po' di storia, su prolocotraregoviggiona.it (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2014).
  3. ^ redazione, Quando il Verbano-Cusio-Ossola divenne piemontese, di nome ma non di fatto..., su Zipnews.it, 10 febbraio 2017. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  4. ^ (FR) Traités publics de la royale maison de Savoie avec les puissances étrangères, depuis la paix de Chateau-Cambresis jusqu'à nos jours, Imprimerie Royale, 1836, pp. 13-14. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  5. ^ a b Cirillo Bergamaschi, Virgilio Bergamaschi e Aquilino Zammaretti, Patrimonio culturale e religioso della Valle Cannobina, Comune di Gurro, 1986, p. 25.
  6. ^ Marco Mauri, La geografia del rito ambrosiano, su rivistaliturgica.it (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2015).
  7. ^ Giuseppe Maria Grandazzi, Passeggi istorici al borgo e pieve di Cannobio, Alberti Libraio Editore, 1995 [1798], ISBN 88-7245-018-7.

Bibliografia

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  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.

Voci correlate

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