Pramno
«ἐν δέ σφιν τυρόν τε καὶ ἄλφιτα καὶ μέλι χλωρὸν
οἴνῳ Πραμνείῳ ἐκύκα»
«e per loro mescolò formaggio e farina d'orzo e miele giallo con il vino di Pramno»
Il pramno (o pramnio) era un vino proverbialmente noto per la sua finissima qualità e per le proprietà curative, di cui si fa cenno nell'Iliade e nell'Odissea.
Ateneo di Naucrati utilizza il termine in maniera generica per riferirsi a un vino rosso corposo, invecchiato, di buona qualità.
Origini e caratteristiche
modificaUtilizzato come dono di ospitalità (xenia), era prodotto soprattutto nell'isola di Lesbo,[1] ma anche nella città di Smirne e nell'isola di Icaria. Secondo Omero era prodotto nella terra di Pramnos, che era probabilmente una zona montuosa della Caria (attuale Turchia) o la vicina isola Icaria (Grecia).
Era un vino corposo, dolce e profumato (ἀνθοσμίας, anthosmías).
In Omero
modificaNell'Iliade (XI, 836-863) Ecaméde, figlia di Arsínoo, lo miscela a formaggio e cipolle e miele per togliere ai suoi ospiti "la sete ardente".[2]
Nell'Odissea (X, 303-310) il vino di Pramnio, mescolato a latte rappreso, farina e miele, fu offerto dalla maga Circe ai compagni di Ulisse prima di trasformarli in porci.[3]
Note
modifica- ^ Johnson Vintage, The Story of Wine, Simon and Schuster, 1989. p. 44
- ^ Omero, Iliade, traduzione di Vincenzo Monti, Società Tipografica de' Classici Italiani, 1825, Libro XI (836-863).
- ^ Omero, Odissea, traduzione di Ippolito Pindemonte, Verona, Società tipografica editrice, 1822, Libro X (303-310).