Procle (medaglista)

medaglista e incisore di conii greco-antico
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Nasso: emidracma
Testa della divinità fluviale Assino (oggi: Alcantara), coronata con foglie di vite; [firma Π sul collo] Sileno accucciato, tiene kantharos e tirso
AR; 2,01 g
Catana: tetradracma
Auriga su quadriga veloce incoronato da Nike in volo Testa laureata di Apollo; pesce e gamberetto davanti, foglia di alloro dietro; firma ΠΡΟΚΛΕΣ sotto il collo.
AR; 26mm; 17,07 g

Procle (in greco antico: Προκλῆς?, Proklḕs; fl. circa 415-400 a.C.[1]) è stato un medaglista e incisore di conii greco antico, attivo alla fine del V secolo a.C. nella monetazione di Catana e in quella di Nasso; fa parte del ristretto numero di incisori di conii dell'antichità di cui si conosce il nome, tramandato dalla firma sulle monete.

Biografia

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Attivo alla fine del V secolo a.C., conosciamo il suo nome tramite la firma apposta nei suoi conii incisi per le monete di Nasso e per quelle di Catana[2]. Alcuni pensano che sia nativo di Nasso[2][3]. Sono attribuite a Procle anche dei conii che recano la sigla Π e che hanno caratteristiche stilistiche omogenee con quelli che hanno la firma per esteso[1][3].

Secondo alcuni studiosi le sue monete sono tra le più belle della monetazione greca[2], mentre altri, tra cui Laura Breglia, denunciano la "scarsa plasticità del rilievo"[1], anche se la stessa Breglia giudica notevole la figura del sileno che è raffigurata nel rovescio dei didracmi di Nasso, che dà una nuova organizzazione del soggetto[1].

A Procle sono attribuite quattro tetradracme di Nasso[4]: in tutte al dritto è raffigurata la testa di Apollo e al rovescio è raffigurato un satiro seduto in terra. In alcune c'è la firma per esteso sopra al satiro del rovescio, in altre c'è la sigla Π sotto la testa di Apollo raffigurata al dritto, altre, pur in assenza di firma o sigla sono attribuite a Procle per le caratteristiche stilistiche[4].

Nelle tetradracme firmate al dritto c'è satiro barbuto seduto in terra[3]. La rappresentazione è molto vivace, il ginocchio destro poggia in terra e il piede destro passa sotto la gamba sinistra e sbuca all'altezza della coda. A sinistra c'è un'erma che poggia sui gradini su cui è accovacciato il satiro e a destra un ramo di edera. Il satiro tiene un tirso con la sinistra mentre un kantharos è tenuto sollevato con la mano destra. Il nome dell'artista, ΠΡΟΚΛΕΣ, sta su uno dei due gradini su cui poggia il satiro, in caratteri minuti[3][4].

Il dritto della moneta presenta una testa di Apollo, con una corona di alloro tra i capelli, e in un'occasione è senza il nome dell'artista, ma in un'altra didracma, con un ritratto uguale c'è una lettera Π sotto il collo del dio che è interpretata come la sigla dello stesso artista[1][3].

Oltre alle didracme ci sono altre frazioni: dioboli, emidracme e litre[1][3].

Weil attribuisce a Procle, in base a considerazioni stilistiche, un diobolo che si trova al Münzkabinett di Berlino, con Apollo al dritto e il satiro al rovescio[3].

A Catana Procle firma una tetradracma, che reca al dritto una quadriga veloce il cui auriga è incoronato da una Nike in volo.

Al rovescio è raffigurata la testa di Apollo: davanti ci sono un pesce e un gamberetto e dietro c'è una foglia di alloro. Sotto il collo di Apollo c'è la firma, ΠΡΟΚΛΕΣ, in caratteri minuti[4].

Quando Weil ha scritto il suo lavoro, nel 1884, era noto solo un esemplare che era al Cabinet des Médailles a Parigi e che proveniva dalla collezione del duca di Luynes[3].

  1. ^ a b c d e f Breglia.
  2. ^ a b c Forrer, p. 697.
  3. ^ a b c d e f g h Weil, pp. 15-16.
  4. ^ a b c d Forrer, pp. 698-699.

Bibliografia

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