Repubblica di Rocca di Papa

La Repubblica di Rocca di Papa è stata un governo costituito nel 1855 da alcuni rivoltosi nella località di Rocca di Papa, in provincia di Roma, all'epoca nello Stato Pontificio. Non è chiaro quanto a lungo sia durata la rivolta repubblicana,[1] sebbene le fonti siano concordi sulla brevità della rivolta (da un giorno ad alcuni mesi). La lapide inaugurata in piazza Giuseppe Garibaldi nel 1955, nel centesimo anniversario di quell'evento, riferisce che la sollevazione popolare ebbe durata di sei giorni.

Repubblica di Rocca di Papa
Dati amministrativi
Lingue ufficialiitaliano
Lingue parlatedialetto rocchigiano
CapitaleRocca di Papa
Politica
Forma di StatoRepubblica autoproclamatasi indipendente
Forma di governoRepubblica popolare
Nascita30 aprile 1855
Causarivolta popolare anti-papale
Finenon precisata
Causaarresto dei rivoltosi
Territorio e popolazione
Bacino geograficoCastelli Romani
Territorio originaleCapitolati della Terra di Rocca di Papa, feudo della famiglia Colonna
Massima estensione40 km² nel 1855
Popolazione2.500 nel 1855
Religione e società
Religione di StatoCattolicesimo
Evoluzione storica
Preceduto daCapitolati della Terra di Rocca di Papa,
Stato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Succeduto daCapitolati della Terra di Rocca di Papa,
Stato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio

Vicende

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Il 30 aprile 1855 i cittadini di Rocca di Papa, stanchi della dominazione dello Stato Pontificio e della famiglia Colonna, insorsero e sancirono la nascita della Repubblica di Rocca di Papa. Data la situazione abbastanza tesa di quei tempi, la notizia non rimase sconosciuta, raggiungendo anche i paesi esteri; ad esempio, in quei tempi alloggiava in Rocca di Papa l'allora ministro dei Paesi Bassi, il conte Liedekerke de Beaufort, che il 31 maggio 1855 scrisse che "La proclamazione della Repubblica di Rocca di Papa è un avvenimento politico di grande rilevanza". Parlarono dell'avvenimento la scrittrice George Sand ed il poeta romano Gioacchino Belli, che come molti letterati e personaggi di rilievo dell'epoca solevano "villeggiare" a Rocca di Papa, grazie al clima favorevole e alla posizione decentrata rispetto a Roma.

Dal 1955 è esposta una targa nella centrale Piazza Garibaldi, a memoria del fatto compiuto. L'inaugurazione avvenne nell'occasione del centenario dalla proclamazione della Repubblica Italiana.

Le testimonianze

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«...a Rocca di Papa un tumulto manifestatosi tra quei contadini, perché il principe Colonna, feudatario del luogo, voleva ricuperare alcune terre che un suo cattivo agente aveva fatto occupare; un incognito arringò la moltitudine, loro persuase ad insorgere, e detto fatto, si toglie l'arma del papa (...)»

Gioacchino Belli, uno tra i più importanti poeti romani, che non mancava di riservare contro determinate azioni di popolo e di governo critiche aspre ed offensive, trattò la vicenda in questo modo:

«La causa della pazzia de'rocchigiani deriva da certe lor vane pretenzioni contro il Principe Colonna sul diritto di pescare (pascere) e di legnare sul territorio, diritto che negli scorsi anni in virtù dell'emancipazione repubblicana avevano essi portati agli ultimi estremi della licenza. Il principe ha voluto ricondurre que'villanzoni agli ultimi estremi della licenza del dovere, secondo le vecchie stipulazioni e consuetudini: ed essi 'Morte a Colonna, viva la Repubblica e fuori una bandiera tricolore, e su un albero della libertà e balli e grida, e il malanno che se li colga. Ne sono stati carcerati 17. Io per me, dopo date loro una buona stirata d'orecchie e una zeccata al naso, li rimanderei a casa a dormire sotto quattro coperte trapuntate perché dopo una sudata copiosa si rialzassero di letto col cervello alleggerito»

  1. ^ Carlo Cofini, Rocca di Papa, Repubblica di un giorno, p. 1.
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