Rocca d'Arazzo
Rocca d'Arazzo (La Ròca d'Arass in piemontese) è un comune italiano di 918 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.
Rocca d'Arazzo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Asti |
Amministrazione | |
Sindaco | Laura Fontana (lista civica Un paese ci vuole) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 44°52′23″N 8°17′09″E |
Altitudine | 195 m s.l.m. |
Superficie | 12,56 km² |
Abitanti | 918[1] (31-8-2023) |
Densità | 73,09 ab./km² |
Frazioni | San Carlo, Santa Caterina, Sant'Anna |
Comuni confinanti | Asti, Azzano d'Asti, Castello di Annone, Mombercelli, Montaldo Scarampi, Montegrosso d'Asti, Rocchetta Tanaro, Vigliano d'Asti |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 14030 |
Prefisso | 0141 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 005093 |
Cod. catastale | H392 |
Targa | AT |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 677 GG[3] |
Nome abitanti | rocchesi |
Patrono | san Genesio |
Giorno festivo | 28 agosto |
Cartografia | |
Mappa di localizzazione del comune di Rocca d'Arazzo nella provincia di Asti | |
Sito istituzionale | |
Storia
modificaDetta in antico Rupes, poi Rocca San Genesio e Rocca Ayraci[4], da sempre feudo appartenente al vescovo di Asti, nel 1198, il vescovo Bonifacio I cedette alle continue e pressioni del Comune di Asti di lasciare il feudo sotto la loro giurisdizione, accampando la tesi che il vescovo non aveva i mezzi sufficienti per difendere e mantenere un così importante baluardo sulla strada verso il capoluogo.
Il 27 maggio 1198, il podestà di Asti prese possesso del feudo di Rocca diventato da quel momento Rocca d'Astisio.
La cessione, però non venne approvata né dall'arcivescovo di Milano (sotto la cui giurisdizione era la diocesi di Asti), né dal papa, che considerando l'atto del vescovo eccessivamente arbitrario, lo rimosse dall'incarico e invalidò l'accordo con gli astesi.
Anche i rocchesi, non vedevano di buon occhio il loro passaggio sotto l'egida del comune di Asti, dato che questi voleva trasformare il paese in una piazzaforte militare.
Per tre anni quindi, scoppiarono ostilità e scontri tra le due fazioni e solamente il 29 aprile 1202 venne firmata una tregua che obbligava i cittadini di Rocca a sottostare al governo astigiano.[5]
I rocchesi accettando malamente l'accordo, in più di un'occasione si rivolsero al vescovo di Asti Guidetto che finalmente nel 1217 deferì la questione alla Corte di Roma.
Papa Innocenzo III delegò il prevosto di Torino Ottone per dirimere la questione che però non venne accettato dagli astigiani.
Vennero allora nominati due savi in rappresentanza uno del Comune di Asti e l'altro della diocesi. La questione non venne a nessuna soluzione, al punto tale che venne nominato un terzo arbitro super partes.
Venne nominato il vescovo Giacomo di Torino, vicario imperiale, coadiuvato dal podestà di Asti Guido di Landriano. Nel 1221, venne nominata la sentenza: il feudo di Rocca sarebbe rimasto alla Chiesa di Asti, ma il Comune l'avrebbe potuto utilizzare come presidio nella difesa del proprio territorio.
Al vescovo, nel frattempo diventato Giacomo, andava una casa nel castello "per la villeggiatura". L'8 giugno 1221, presso la cattedrale di Asti, avvenne la solenne restituzione del feudo alla Chiesa di Asti.
In seguito a partire dal 1237 con Guglielmo I[6], ne ebbe dei diritti signorili in vicariato la famiglia Cacherano, pur rimanendo sempre il possesso del feudo alla Chiesa di Asti. I Cacherano nel XIII secolo alleatasi con le famiglie De Rocca e De Arazzo, creò un Hospicium sia economico (con l'apertura di banchi di pegno nell'Europa del Nord) sia matrimoniale.
Nel 1305 il castello venne assediato dal Principe di Acaja e dopo venti giorni di assedio venne distrutto. Ricostruito dagli astesi, nel 1342 la Contea di Asti passò ai Visconti, duchi di Milano.
Nel febbraio 1379 il vescovo di Asti Francesco Morozzo[7] concesse il castello di Rocca d’Arazzo direttamente al duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, aprendogli così la strada al definitivo insignorimento (nel Codex Astensis, redatto probabilmente alcuni anni dopo, il castello di Rocca d'Arazzo è raffigurato con il biscione dei Visconti e non più con la bandiera di Asti). Gian Galeazzo infeudò quindi assieme al vescovo Francesco Morozzo i Dal Verme a partire da Bartolomeo Dal Verme[8] che venne investito di metà del feudo della signoria di Rocca d'Arazzo, diritti ereditati dal figlio Taddeo Dal Verme e dal di lui figlio Eleuterio che lasciò in eredità tutti i feudi al conte imperiale Luigi Dal Verme, conte di Bobbio e Voghera.
Il 16 aprile 1439 Brunone Cacherano[9] ebbe dal duca di Milano Filippo Maria Visconti il riconoscimento del possesso totale su Rocca d'Arazzo e l'investitura feudale, seguita dal giuramento di fedeltà degli uomini di Rocca, l'investitura fu rinnovata nel 1446 e nel 1454 in favore dei figli del Cacherano.
Nel 1499 la contea d'Asti passò a Luigi XII ed infine all'imperatore Carlo V.
Giovanni Cacherano ottenne dall'imperatore Carlo V il diritto di battere moneta nel 1538. Di questo privilegio i Cacherano non si valsero mai.[10]
Nel 1705 il feudo passò a Casa Savoia.
Simboli
modificaLo stemma del comune di Rocca d'Arazzo è stato concesso con il regio decreto del 6 luglio 1933.[11][12]
«D'argento, al castello aperto con tre torri merlate al naturale, appoggiate su un monte agreste, con la leggenda in punta: De Castro Rupes. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- Pieve di Santo Stefano e Santa Libera, è un edificio sacro in stile romanico risalente al secolo XI che sorge all’estremità sud del paese ed è posta su un cocuzzolo da cui si domina il panorama sulla sottostante vallata del Tanaro fino ad Asti; nelle giornate limpide la vista si allarga alle circostanti colline del Monferrato e alle Alpi, dal Monviso al monte Rosa.
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[13]
<|a16 = 2021|p16 =noinclude>
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ C.Bobba, L.Vergano, Antiche zecche della provincia di Asti, Asti, 1971, p. 134.
- ^ Niccola Gabiani, Asti nei principali suoi ricordi storici, vol. 2, Tip. Vinassa, 1927-1934, p. 230.
- ^ Storia della famiglia Cacherano, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Francesco Morozzo, vescovo d'Asti, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Famiglia Dal Verme su Gallica - Famiglie celebri di Italia. Dal Verme di Verona / P. Litta Litta, Pompeo (1781-1851).
- ^ Storia di Brunone Cacherano, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ C. Bobba e L. Vergano, Antiche zecche della provincia di Asti, Asti 1971, p. 135.
- ^ Rocca d'Arazzo, decreto 1933-07-06 RD, concessione di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 16 novembre 2021.
- ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Rocca d'Arazzo, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 29 settembre 2024.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
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Cultura
modificaCinema
modificaA Rocca d'Arazzo sono state girate alcune scene del film Il diavolo sulle colline di Vittorio Cottafavi.[1]
Amministrazione
modificaDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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21 dicembre 1986 | 26 maggio 1990 | Vittore Raineri | - | Sindaco | [2] |
26 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Luigia Fassio | Democrazia Cristiana | Sindaco | [2] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Leonardo Poggio | centro-destra | Sindaco | [2] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Leonardo Poggio | lista civica | Sindaco | [2] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Giovanni Avidano | lista civica | Sindaco | [2] |
8 giugno 2009 | 25 maggio 2014 | Giovanni Avidano | lista civica | Sindaco | [2] |
26 maggio 2014 | 26 aprile 2018 | Pierluigi Berta | lista civica Progetto Rocca | Sindaco | [2] |
27 maggio 2019 | 5 luglio 2021 | Marco Maggiora | lista civica Tutti per Rocca | Sindaco | [2] |
4 ottobre 2021 | in carica | Laura Fontana | lista civica Un paese ci vuole | Sindaco | [2] |
Note
modificaBibliografia
modifica- G. Bera, Asti edifici e palazzi nel medioevo, Gribaudo Editore Se Di Co 2004 ISBN 88-8058-886-9
- A. Bianco, Asti Medievale, Ed CRA 1960
- Bordone R., Araldica astigiana, Allemandi C.R.A. 2001
- Dalla carità al credito, C.R.A. 2005
- Ferro, Arleri, Campassi, Antichi Cronisti Astesi, ed. dell'Orso 1990 ISBN 88-7649-061-2
- Gabiani Nicola, Asti nei principali suoi ricordi storici vol. 1, 2, 3, Tip. Vinassa 1927-1934
- Le torri le case-forti ed i palazzi nobili medievali in Asti, A.Forni ed. 1978
- Stefano Giuseppe Incisa, Asti nelle sue chiese ed iscrizioni, C.R.A., 1974
- V. Malfatto, Asti antiche e nobili casate, Il Portichetto, 1982
- A.M. Patrone, Le Casane astigiane in Savoia, Dep. Subalpina di storia patria, Torino, 1959
- A. Peyrot, Asti e l'Astigiano, tip. Torinese Ed., 1983
- Quintino Sella, Codex Astensis qui De Malabayla comuniter nuncupatur, del Codice detto De Malabayla, memoria di Quintino Sella, Accademia dei Lincei, Roma 1887.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rocca d'Arazzo
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.roccadarazzo.at.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 311598940 |
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