Hylotelephium telephium
La borracina maggiore (Hylotelephium telephium (L.) H.Ohba, 1977) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Crassulacee[1].
Borracina maggiore | |
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Hylotelephium telephium | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
Ordine | Saxifragales |
Famiglia | Crassulaceae |
Sottofamiglia | Sempervivoideae |
Tribù | Umbiliceae |
Genere | Hylotelephium |
Specie | H. telephium |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Crassulaceae |
Genere | Hylotelephium |
Specie | H. telephium |
Nomenclatura binomiale | |
Hylotelephium telephium (L.) H.Ohba, 1977 | |
Sinonimi | |
Sedum telephiumL., 1753 |
Descrizione
modificaLa forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap) : sono piante perennanti con gemme adagiate sul suolo e con fusto fiorale allungato e normalmente con poche foglie.
Fusto
modificaIl fusto è eretto, cilindrico, parzialmente glabro e di colore rossastro.
Foglie
modificaLe foglie sono appiattite del tipo laminare – ellittico. Sono disposte in modo alterno (soprattutto quelle inferiori), opposto o verticillate (alla base dei peduncoli dell'infiorescenza). Normalmente sono più lunghe che larghe (rapporto 2: 1). Sono brevemente picciolate, con margine seghettato. La dimensione delle foglie si riduce verso l'infiorescenza. Dimensione: 4 – 10 cm.
Infiorescenza
modificaL'infiorescenza è una cima densa e corimbosa. La zona ascellare dei corimbi presenta delle foglie a verticillo di ridotte dimensioni.
Fiori
modificaI fiori sono ermafroditi, attinomorfi, dialipetali, pentameri e peduncolati.
- Calice: il calice è formato da 5 sepali.
- Corolla: i petali, lunghi il triplo dei sepali (dimensione dei petali: 5 mm), sono pure 5 e sono purpurei (con screziature roso scuro); a maturazione l'apice dei petali diventa biancastro.
- Androceo: gli stami sono più lunghi dei petali e di colore biancastro e sono di norma il doppio dei petali (in numero di 10). I 5 stami più interni sono inseriti nei petali (concresciuti) e a volte sono connati con gli stessi per un terzo della loro lunghezza.
- Gineceo: l'ovario è formato da 5 carpelli (che poi genereranno 5 follicoli).
- Fioritura: luglio - settembre
Frutti
modificaDistribuzione e habitat
modificaIl tipo corologico è Eurosiberiano; è quindi una pianta originaria delle zone fredde e temperato – fredde dell'Eurasia.
In Italia cresce sui pendii umidi e ombrosi, nei prati incolti, aree montagnose anche sassose, ai margini dei boschi e sentieri sterrati.
Tassonomia
modificaSono note le seguenti sottospecie[1]
- Hylotelephium telephium subsp. telephium - sottospecie nominale, le foglie superiori sono sessili a base tronca, mentre quelle inferiori sono a base acuta; i follicoli presentano un solco dorsale.
- Hylotelephium telephium subsp. fabaria (W.D.J.Koch) H.Ohba: le foglie superiori sono a base acuta e sono 3 – 5 volte più lunghe che larghe disposte in modo opposto o verticillate per tre; le foglie inferiori sono picciolate; i follicoli sono senza dorso.
Specie simili
modifica- Hylotelephium maximum (L.) Holub, 1978 (sin. = Hylotelephium telephium subsp. maximum (L.) H.Ohba ) – borracina massima: si differenzia per le foglie sessili (amplessicauli), per il colore dei fiori che tende di più verso il giallastro e per la produzione di pruina che nella nostra specie non avviene; inoltre è una pianta sempreverde.
Usi
modificaGiardinaggio
modificaQueste piante sono usate principalmente per decorare giardini in quanto sono stati creati diversi ibridi a svariati colori. Inoltre non presentano problemi di coltivazione in quanto sono abbastanza resistenti. In America del Nord (non dimentichiamo che la pianta è di origine eurasiatica) diverse piante sono fuoriuscite dai giardini per naturalizzarsi sul territorio circostante.
Note
modifica- ^ a b (EN) Hylotelephium telephium, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 maggio 2024.
Bibliografia
modifica- Maria Teresa della Beffa, Fiori di campo, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2002.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 684.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 496, ISBN 88-506-2449-2.
- Michele Prugnoli, Indagini fitochimiche su Sedum caeruleum L. (Crassulaceae), Tesi di laurea in Tecniche erboristiche, Università degli Studi di Siena, 2010-2011.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sedum telephium
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