Silvercraft SH-200
Il Silvercraft SH-200 fu un elicottero leggero prodotto in serie dall'azienda italiana Silvercraft S.p.A. negli anni settanta del XX secolo e rimasto allo stadio di prototipo.[2]
Silvercraft SH-200 | |
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Descrizione | |
Tipo | elicottero leggero da trasporto |
Equipaggio | 2 |
Costruttore | Silvercraft |
Data primo volo | 12 aprile 1977 |
Esemplari | 1 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 8,262 m (10,568 m fuori tutto) |
Altezza | 2,985 m |
Diametro rotore | 9,03 m |
Superficie rotore | 64,04 m² |
Peso a vuoto | 505 kg |
Peso max al decollo | 907 kg |
Propulsione | |
Motore | 1 Lycoming LHIO-360-C1A |
Potenza | 205 CV |
Prestazioni | |
Velocità max | 170 km/h |
Raggio di azione | 400 km |
Tangenza | 4 000 m |
i dati sono estratti da Un nuovo Silvercraft[1] | |
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Storia del progetto
modificaSulla base del precedente modello SH-4 la società Silvecraft S.p.A., in collaborazione con la Fiat Divisione Aviazione e la SIR - Società Italiana Resine, progettò con l'assistenza di Tom Tjaarda, una versione avanzata del precedente modello, che incorporava notevoli modifiche, tanto che venne designata SH-200.[2] Il prototipo, immatricolato I-SILD, andò in volo per la prima volta il 12 aprile 1977.[3] Nel modello base lo SH-200 era adatto a svolgere collegamento,[N 1] trasporto utility, sorveglianza di autostrade, oleodotti e elettrodotti, aerofotogrammetria, aeroambulanza, di polizia, e uso agricolo.[2] I collaudi evidenziarono che l'aeromobile era dotato di grande manovrabilità, e una velocità massima di 180 km/h.[1] Il prototipo fu esibito al Salone dell'aeronautica di Parigi-Le Bourget di quell'anno.[1]
Descrizione tecnica
modificaElicottero biposto di costruzione in metallo e vetroresina.[3] La struttura si compone di tre elementi, cabina, sezione centrale e trave di coda, costruite in lega leggera d'alluminio e vetroresina.[3] La trave di coda costruita dalla SIR interamente in vetroresina ha una serie di ordinate circolari di vario diametro, e termina con un impennaggio di coda a T.[3] Le paratie parafiamma erano in lega di titanio. Il propulsore era un motore Lycoming LHIO-360-C1A da 205 CV a 4 cilindri contrapposti, raffreddati ad aria, erogante la potenza di 205 CV. Il rotore era bipala, e disponeva di una barra stabilizzatrice per il bilanciamento della barra trasversale simile a quella del Bell 47. Le pale erano in legno con tessuto di vetro e incorporano una bandella di acciaio con masse di estremità aumentanti l'inerzia del rotore. Il carrello d'atterraggio si presentava sotto forma di semplici pattini.[3] La velocità di salita era di 5,9 m/sec, e la velocità di crociera raggiungeva i 128 km/h.[2] La capacità carburante era pari a 200 litri.[4]
Impiego operativo
modificaPur riscuotendo interesse il modello SH-200, che non poteva trasportare merci a bordo, non entrò in produzione, e la Silvercraft abbandonò la produzione di elicotteri nel corso del 1979.[2]
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ A causa della mancanza di doppi comandi lo SH-200 non poteva svolgere compiti di addestramento al pilotaggio.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (EN) Rod W. Simpson, Airlife's Helicopter and Rotorcraft, Shrewsbury, Airlife Publishing Ltd., 1998, ISBN 978-1-85310-968-3.
- (EN) John W. R. Taylor, Jane's All The World's Aircraft 1976–77, London, Jane's Yearbooks, 1976, ISBN 0-354-00538-3.
- Periodici
- Un nuovo Silvercraft, in Aviazione & Marina, Montecarlo, Interconair, 1977, p. 30.
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Tradition, su Silvercraft, http://silvercraft.ch. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2020).
- (EN) Silvercraft SH-200, su Aviastar, http://www.aviastar.org. URL consultato il 22 settembre 2020.
- (EN) Oliver Smith, Silvercraft SH-200, su Planeworlds, https://planeworlds.com. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2020).
- (EN) Silvercraft SH-4 / SH-200, su Aviadejavu, http://aviadejavu.ru. URL consultato il 22 settembre 2020.