Squalo (sommergibile 1930)
Lo Squalo è stato un sommergibile della Regia Marina.
Squalo | |
---|---|
Lo Squalo | |
Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di media crociera |
Classe | Squalo |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 10 ottobre 1928 |
Varo | 15 gennaio 1930 |
Entrata in servizio | 11 ottobre 1930 |
Radiazione | 1º febbraio 1948 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1146 t |
Dislocamento in emersione | 937 t |
Lunghezza | fuori tutto69,80 m |
Larghezza | 7,18 m |
Pescaggio | 4,45 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel da 3.000 CV totali 2 motori elettrici da 840 CV totali |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 15,1 nodi |
Autonomia | in emersione: 5650 mn a 8 nodi; in immersione: 100 mn alla velocita di 3 nodi |
Equipaggio | 5 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 1 cannone da 102/35 mm (152 colpi) 2 mitragliere singole da 13,2 mm |
Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 533 mm a prora 4 tubi lanciasiluri da 533 mm a poppa 12 siluri |
informazioni prese da[1], [1] e [2] | |
voci di sommergibili presenti su Wikipedia |
Storia
modificaUna volta in servizio fu dislocato a La Spezia, in seno alla II Squadriglia Sommergibili di Media Crociera[2].
Nel 1934 costituì a Napoli la IV Squadriglia sommergibili unitamente ai tre gemelli; due anni dopo fu destinato alla base eritrea di Massaua e vi rimase – svolgendo varie missioni d'addestramento per testare le prestazioni della classe in acque calde – sino al gennaio del 1938, quando rientrò in Italia entrando a far parte della XXXIII Squadriglia Sommergibili con base a Messina[2].
Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale operò inizialmente, con base a Lero (dov'era stato trasferito nel 1940) e il tenente di vascello Giuseppe Migeca come comandante, nel Mediterraneo orientale, senza cogliere risultati[2].
Il 23 luglio 1941 (con il tenente di vascello Ludovico Grion come comandante) si dispose in agguato nei pressi delle coste della Cirenaica, e l'indomani – a settentrione di Ras Azzaz – lanciò due siluri da 1000 metri contro una nave cisterna di grandi dimensioni (in navigazione verso ovest) avvertendo due forti scoppi, ma la nave si allontanò favorita dalla nebbia e dall'oscurità (probabilmente fu danneggiata)[2][3][4].
Il 30 luglio 1941 subì caccia antisommergibilie da parte di due cacciatorpediniere a sud di Creta, uscendone indenne[2][4].
Nel settembre 1941 fu inviato a sudovest delle coste sarde nell'ambito dell'operazione britannica «Halberd» (si trattava di un'operazione di rifornimento di Malta, ma i vertici navali italiani ritenevano potesse trattarsi di una missione offensiva contro le coste italiane)[5].
Il 29 settembre ed il 19 dicembre 1941, in entrambi i casi al largo di Malta, subì nuovamente caccia antisommergibile ad opera di cacciatorpediniere, e ne uscì ancora indenne o con danni lievi[2][4].
Complessivamente compì 28 missioni offensivo-esplorative e 14 di trasferimento, navigando per complessive 18.800 miglia in superficie e 2754 in immersione, fino al 30 aprile 1942[2].
Dal 1º maggio 1942 agli inizi di settembre 1943 svolse 121 missioni addestrative, alternate a pochi agguati difensivi contro sommergibili nell'Adriatico settentrionale, per conto della Scuola Sommergibili di Pola, cui era stato assegnato[2].
Il 7 settembre 1943 (al comando del tenente di vascello Carlo Girola[2]) fu inviato in Mare Ionio, nell'area compresa fra Sicilia, Calabria e Puglia meridionale, nell'ambito dell'operazione «Zeta» in difesa delle coste italiane contro un previsto sbarco anglo-americano[6].
Il 10 settembre, in seguito all'armistizio, si consegnò agli Alleati ad Augusta[2], da dove ripartì al calar del sole del 16 assieme a cinque altre sommergibili, giungendo a Malta l'indomani (la navigazione dovette essere effettuata in immersione per evitare di essere accidentalmente attaccati da unità alleate)[7]. Il 13 ottobre ripartì da Malta (unitamente a 14 altri sommergibili) e fece ritorno in Italia[8]; dal 20 novembre ebbe base ad Augusta[2].
Nel corso della cobelligeranza, a partire dal 20 gennaio 1944, fu impiegato in esercitazioni antisommergibile dagli Alleati (ne furono comandanti dapprima il tenente di vascello Alfredo Fellner e in seguito il sottotenente di vascello Fernando Ubaldelli); fu posto in disarmo al termine del conflitto[2].
Radiato il 1º febbraio 1948, fu avviato alla demolizione[2].
Note
modifica- ^ Museo della Cantieristica Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive..
- ^ a b c d e f g h i j k l m Museo della Cantieristica Archiviato il 19 luglio 2014 in Internet Archive..
- ^ Giorgerini, p. 292.
- ^ a b c Regio Sommergibile Squalo.
- ^ Giorgerini, pp. 298-299.
- ^ Giorgerini, p. 364.
- ^ Caruana, p. 54.
- ^ Caruana, p. 63.
Bibliografia
modifica- Joseph Caruana, Interludio a Malta, in Storia Militare, n. 204, settembre 2010.
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.