Stadio Nazionale

ex impianto sportivo di Roma, inaugurato nel 1910 e poi demolito nel 1953
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Lo Stadio Nazionale fu un impianto sportivo multifunzionale di Roma, adibito principalmente al calcio anche se ospitò eventi di atletica leggera, rugby e, successivamente, pugilato e nuoto.

Stadio Nazionale
Stadio del Partito Nazionale Fascista
Stadio Torino
Informazioni generali
StatoItalia (bandiera) Italia
UbicazioneVia Flaminia
Roma
Inizio lavori1910
Inaugurazione10 giugno 1911
Chiusura1953
Demolizione1957
Ristrutturazione1927
ProprietarioComune di Roma
ProgettoMarcello Piacentini
CostruttoreV. Visentini, Torino
Informazioni tecniche
Posti a sedere47 300
StrutturaStadio a gradinata unica
CoperturaTribuna principale
Pista d’atleticaAd anello
Mat. del terrenotappeto erboso
Dim. del terreno105 × 68 m
Area totale32000 
Uso e beneficiari
CalcioLazio (1931-53)
Roma (1940-53)
Italia (11 incontri)
Rugby a 15Rugby Roma (1929-35)
Italia (3 incontri)
Mappa di localizzazione
Map

Inaugurato nel 1911 su un progetto dell'architetto Marcello Piacentini, fu ristrutturato nel 1927 e ribattezzato Stadio del Partito Nazionale Fascista. Vi fu giocata la finale del campionato mondiale del 1934. Nell'immediato dopoguerra lo stadio riprese il nome originario e, dopo il disastro di Superga, fu informalmente dedicato al Grande Torino con il nome di Stadio Torino[1], tuttavia mai sancito dal comune di Roma, proprietario dell'impianto. Nel 1953 fu dismesso e, nel 1957, demolito per costruire sulla stessa area il futuro Stadio Flaminio che fu inaugurato due anni più tardi in previsione del suo utilizzo per le Olimpiadi di Roma del 1960.

L'impianto sportivo fu costruito sotto la guida di Marcello Piacentini,[2] su iniziativa di Luigi Lucchini, presidente dell'Istituto Nazionale per l'Educazione Fisica. Fu deciso di costruire la nuova struttura sul terreno comunale posto di fianco a Villa Flaminia, in località Due Pini, non lontano dai campi ippici di Villa Glori e a breve distanza dalla collina dei Parioli e da Piazza del Popolo. Piacentini richiamò i tratti classici dei modelli ellenici (tra i quali la forma ad U allungata) e dello Stadio Olimpico di Atene. Esternamente le decorazioni che ornavano l'impianto presentavano un carattere tipicamente romano, tra cui l'ingresso formato ai lati da due enormi corpi laterali che reggevano le colossali statue sedute rappresentanti la Forza e la Civiltà, sui cui basamenti trovavano spazio targhe, motti e motivi vari. Internamente, in posizione allineata, si trovavano invece quattro colonne onorarie, congiunte tra loro per mezzo di corone, nastri e festoni di bronzo, portanti le statue bronzee che simboleggiavano le vittorie sportive di Terra, Acqua, Aria e Fuoco. Lo stadio, costruito su un'area di 32 000 m2 dalla ditta “V. Visentini e figlio” di Torino, misurava circa 220 m in lunghezza e 120 in larghezza ed era composto da due lunghe gradinate raccordate da un lato a semicerchio. Un lato rimaneva aperto e accoglieva due entrate per il pubblico oltre l'ingresso degli atleti o dei protagonisti delle manifestazioni ospitate. All'interno furono posizionate piste podistiche e ciclistiche sviluppate per quasi 400 metri, mentre dentro agli spalti furono ricavate delle aree, organizzate su due piani, destinate alla sede dell'Istituto Nazionale per l'Educazione Fisica, e numerosi locali utilizzati come palestre, bagni, refettori, uffici, sale di lettura, punti di ristoro e dormitori per gli atleti. Lo Stadio Nazionale era destinato a far da cornice principalmente ad eventi di atletica leggera e non fu mai utilizzato per gare internazionali di calcio, venendo presto abbandonato durante la Grande Guerra, senza mai essere stato completato secondo il progetto iniziale.

La struttura fu inaugurata alla presenza dei sovrani il 10 giugno 1911; poi, in parte già danneggiato dall'usura e da numerose lesioni interne, fu ristrutturato una prima volta nel 1927 su iniziativa di Augusto Turati cambiando il proprio nome in «Stadio del Partito Nazionale Fascista». La tribuna centrale fu dotata di una tettoia a struttura in cemento armato di 75 x 20 m sotto la cui copertura in legno ed eternit trovavano riparo oltre 7 000 posti. Sul lato di ingresso venne inserita una piscina all'aperto (lunga 50 m e larga 18) dotata di spalti, spogliatoi e castello per i tuffi alto 10 metri, mentre internamente all'impianto furono ricavati una seconda vasca coperta, numerose palestre, alloggi e gli uffici della direzione generale del CONI e delle Federazioni Sportive. Nella curva sorse addirittura un albergo di tre piani in grado di accogliere 600 atleti ripartiti in 70 dormitori. Il campo di calcio passò alle misure richieste dal CIO (110 x 60 m), mentre la forma della pista podistica a ferro di cavallo fu resa anulare mediante la costruzione di un secondo raccordo semicircolare. Sulle quattro corsie (5 sul rettilineo) della pista di atletica, nel 1931 fu installata provvisoriamente anche una pista ciclistica in legno, richiesta per la disputa del Mondiale di ciclismo su strada. L'ingresso fu sostituito da una facciata più classicheggiante composta da tre fronti alti e curvilinei divisi da quattro semicolonne in laterizio sormontate da imponenti gruppi bronzei realizzati nel luglio 1929 dallo scultore Amleto Cataldi raffiguranti il Calcio, la Corsa, la Lotta e il Pugilato, oggi collocati nei giardini del Villaggio Olimpico[3]. Ai fianchi della parete in pietra da taglio vi era da un sistema di vomitori comunicanti direttamente con l'esterno, secondo il modello dell'antica Roma. Alle spalle del nuovo prospetto principale si addossavano le gradinate della piscina scoperta.

Lo stadio fu ufficialmente inaugurato il 25 marzo 1928[4] con un incontro amichevole tra le Nazionali di Italia e Ungheria, terminato 4-3 per i padroni di casa. Tre anni dopo lo stadio divenne il campo di gioco della Lazio: la “prima” laziale al nuovo stadio fu un derby contro la Roma, disputato il 24 maggio 1931 e terminato con il risultato di parità (2-2), a cui seguì una rissa finale che comportò la squalifica di un turno anche per Campo Testaccio. In occasione del Mondiale 1934 fu costruita una grande tribuna nello spazio occupato dalla piscina mentre le aree situate dietro le porte del campo di gioco ed i rettilinei della pista podistica vennero occupati con piani inclinati per incrementare ulteriormente la capienza dell'impianto. Lo stadio fu definito dal PNF come uno tra i più moderni e completi impianti costruiti in Europa. Le consistenti migliorie apportate dai lavori di ammodernamento non eliminarono i gravi difetti iniziali, come lo schema planimetrico a U, l'orientamento e l'inosservanza della curva di visibilità. Lo stadio fu anche sede, il 22 aprile 1935, del primo incontro assoluto tra le Nazionali di rugby di Italia e Francia[5], terminato 44-6 per quest'ultima[6].

Dal 1940 anche la Roma cominciò ad utilizzare lo Stadio PNF, in seguito requisito dalle truppe alleate ed alternato con i campi dell'Appio e della Rondinella nelle gare del campionato romano disputato nel 1943-44 in sostituzione dei tornei nazionali. Col passare degli anni lo stadio PNF rivelò nuovamente limiti funzionali e, soprattutto, di capienza tanto che a Roma tornò a manifestarsi l'esigenza di nuove strutture sportive. Lo stadio (nel frattempo tornato a chiamarsi Stadio Nazionale e poi intitolato al Grande Torino scomparso a Superga) venne abbandonato da Lazio e Roma nel 1953 quando fu costruito il nuovo Stadio Olimpico. Nel luglio 1957 l'impianto fu demolito e subito dopo iniziarono i lavori di costruzione dello Stadio Flaminio, inaugurato nel 1959.[7]

Incontri della nazionale italiana

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Cronologia completa degli incontri della nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
25/03/1928 Roma Italia   4 – 3   Ungheria Coppa Internazionale 2 Leopoldo Conti
Julio Libonatti
Gino Rossetti
All:A. Rangone
Cap:A. Baloncieri
11/11/1928 Roma Italia   2 – 2   Austria Amichevole 2 Leopoldo Conti All:C. Carcano
Cap:A. Baloncieri
09/02/1930 Roma Italia   4 – 2   Svizzera Amichevole 2 Giuseppe Meazza
Mario Magnozzi
Raimundo Orsi
All:V. Pozzo
Cap:U. Caligaris
20/05/1931 Roma Italia   3 – 0   Scozia Amichevole Raffaele Costantino
Giuseppe Meazza
Raimundo Orsi
All:V. Pozzo
Cap:U. Caligaris
15/11/1931 Roma Italia   2 – 2   Cecoslovacchia Coppa Internazionale Fulvio Bernardini
Alfredo Pitto
All:V. Pozzo
Cap:G. Combi
13/05/1933 Roma Italia   1 – 1   Inghilterra Amichevole Giovanni Ferrari All:V. Pozzo
Cap:U. Caligaris
27/05/1934 Roma Italia   7 – 1   Stati Uniti Mondiali 1934 - Ottavi 3 Angelo Schiavio
2 Raimundo Orsi
Giovanni Ferrari
Giuseppe Meazza
All:V. Pozzo
Cap:V. Rosetta
10/06/1934 Roma Italia   2 – 1 dts   Cecoslovacchia Mondiali 1934 - Finale Raimundo Orsi
Angelo Schiavio
1º Titolo Mondiale
All:V. Pozzo
Cap:G. Combi
17/02/1935 Roma Italia   2 – 1   Francia Amichevole 2 Giuseppe Meazza All:V. Pozzo
Cap:A. Ferraris
17/05/1936 Roma Italia   2 – 2   Austria Amichevole Attilio Demaria
Piero Pasinati
All:V. Pozzo
Cap:L. Allemandi
14/04/1940 Roma Italia   2 – 1   Romania Amichevole Amedeo Biavati
Silvio Piola
All:V. Pozzo
Cap:S. Piola
Totale Presenze 11 Reti 31

Rugby a 15

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Roma
22 aprile 1935, ore 15:40 TMEC
Italia  6 – 44  FranciaStadio del P.N.F. (8 000 spett.)
Arbitro:   Mailhan

All'esterno dello stadio Nazionale fu girata una delle più celebri scene del film di Vittorio De Sica Ladri di biciclette.

  1. ^ Storia - Lega Nazionale Dilettanti, su torneodelleregioni.lnd.it. URL consultato il 21 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2017).
  2. ^ Dal 1911 a oggi tutti gli stadi di Roma, in La Repubblica, 17 febbraio 1988. URL consultato il 22 maggio 2011.
  3. ^ Mente antica - Gruppi bronzei del Cataldi a Roma ... la giusta paternità, su menteantica.it, 21-05-2011 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2014).
  4. ^ L'incontro calcistico Italia - Ungheria. Un comunicato del Direttorio del P.N.F., in La Stampa, 17 marzo 1928, p. 2. URL consultato il 20 maggio 2014.
  5. ^ Italia - Francia di rugby, in La Stampa, 21 aprile 1935, p. 7. URL consultato il 20 maggio 2014.
  6. ^ La possente squadra francese di rugby piega per 44-6 il giovane "quindici" italiano, in La Stampa, 23 aprile 1935, p. 6. URL consultato il 20 maggio 2014.
  7. ^ Quando l'Italia si scoprì Mondiale, in Il Tempo, 28 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2010).

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