Tangeri

città in Marocco
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Tangeri (pron. /ˈtanʤeri/[1]; in arabo طنجة?, Ṭanja; in berbero: ⵜⴰⵏⵊⴰ; in francese: Tanger; in spagnolo: Tánger) è una città portuale del Marocco settentrionale. Il suo nome deriverebbe da una corruzione del toponimo latino Tingis, di probabile origine berbera.

Tangeri
città
طنجة
ⵜⴰⵏⵊⴰ
Tangeri – Stemma
Tangeri – Bandiera
Tangeri – Veduta
Tangeri – Veduta
Localizzazione
StatoMarocco (bandiera) Marocco
RegioneTangeri-Tetouan-Al Hoceima
PrefetturaTangeri-Assila
Amministrazione
SindacoMounir Laymouri (PAM) dal 2021
Territorio
Coordinate35°46′N 5°48′W
Altitudine56 m s.l.m.
Superficie199,5 km²
Abitanti1 150 030 (2021)
Densità5 764,56 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale90000, 90010, 90020, 90030, 90040, 90050, 90060, 90070, 90080, 90090 e 90100
Fuso orarioUTC+0
ISO 3166-2MA-TNG
Nome abitantitangerini o tingitani
Cartografia
Mappa di localizzazione: Marocco
Tangeri
Tangeri

Posizionato di fronte allo Stretto di Gibilterra, il suo porto è il maggiore del paese e la sua attività è in forte espansione, a seguito della costruzione dell'infrastruttura portuale denominata Tangeri Med.

Tangeri ha una storia antica e ricca, fu città fenicia, cartaginese, romana, e poi vandala, bizantina, araba, portoghese, spagnola e britannica.

La città fu conquistata dai Romani contro Cartagine nel 146 a.C., al termine dei conflitti che opposero le due grandi potenze mediterranee. Tangeri divenne colonia nel 38 a.C. durante il secondo triumvirato con il nome di Tingi. Dopo la conquista di Claudio divenne capitale della Mauretania Tingitana.

Nell'VIII secolo d.C. Tangeri divenne musulmana quando il governatore di Ifriqiya, Mūsà b. Nuṣayr, vi nominò come suo rappresentante il berbero Tāriq b. Ziyād.

Nell'area si insediarono poi comunità kharigite e lo Sharīf Idrīs b. ʿAbd Allāh vi fondò un Emirato sciita. Nel XV secolo i Portoghesi occuparono Ceuta (in arabo: Sebta) e nel 1471 Tangeri, dove rimasero fino al 1662, anno in cui gli Inglesi occuparono la città in quanto bene dotale di Caterina di Braganza, andata sposa a re Carlo II Stuart.[2]

Nel sultanato (1684-1912)

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Nel XVII secolo si verificano tumulti ad opera della popolazione musulmana, guidati da al-Khadir Ghaylan dei Banu Jurfat. Solo nel 1684 però, con l'arrivo della dinastia alawita, Tangeri viene riconquistata dal sultanato marocchino, per opera del sultano Mawlāy Ismāʿīl (1672-1727).

Nel XIX secolo la città conobbe una crescente fortuna commerciale. Nel 1856 un Trattato anglo-marocchino vietò i monopoli di Stato che fino ad allora ne avevano frenato lo slancio economico e finanziario. La popolazione passò dai 5.000 abitanti degli inizi del secolo ai 20.000 del 1878, un quinto dei quali di religione ebraica. Giuseppe Garibaldi visse in esilio a Tangeri tra la fine del 1849 e la prima metà del 1850, a seguito della fallita impresa di dar vita alla Repubblica Romana.

La posizione geografica della città la rese centro di una rivalità diplomatica e commerciale tra le potenze europee tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.[3] All'inizio del XX secolo, la popolazione di Tangeri ammontava a 40.000 persone, di cui 20.000 musulmani, 10.000 ebrei e 9.000 europei (di cui 7.500 spagnoli).

Nel 1903-04 lo Sharīf Aḥmad al-Raysūnīi s'impadronì di alcuni cittadini occidentali e nel 1905 il Kaiser Guglielmo II inviò una piccola squadra navale, con l'incrociatore Panther, sbarcando le sue truppe per proteggere gli interessi tedeschi in città (la cosiddetta "crisi di Tangeri").

Spagna (1912-1923)

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Nel 1912, con la soluzione della seconda crisi marocchina, fu stabilito che Tangeri fosse sottoposta a regime internazionale, ma prima di ciò fu sotto il governo della Spagna.

Città internazionale (1923-1956)

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L'effettiva applicazione della Zona internazionale di Tangeri iniziò peraltro solo nel 1923 (Protocollo di Tangeri), e durò fino all'indipendenza del Marocco nel 1956. Esso comportava per Tangeri la neutralità politica e militare, la totale libertà di impresa e l'amministrazione internazionale sotto il governo di una commissione internazionale composta da Francia, Gran Bretagna e Spagna, cui si aggiunsero tra il 1928 e il 1929 anche l'Italia, il Portogallo il Belgio, i Paesi Bassi, la Svezia e gli Stati Uniti[4].

Il 4 novembre 1940, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, braccati da due cacciatorpediniere britanniche, trovarono rifugio nel porto di Tangeri i due sommergibili italiani Michele Bianchi e Benedetto Brin[5]. Già territorio internazionale, tre mesi prima Tangeri era stata occupata dall'esercito spagnolo[5]. Tornò allo status di città internazionale nell'ottobre 1945. In tutto questo periodo l'economia crebbe vertiginosamente e Tangeri contava nel 1950 migliaia di società anonime e 85 banche, impegnate nel commercio e negli affari finanziari, mentre la popolazione si quadruplicava e gli europei (specialmente spagnoli) diventavano circa 31.000, a fronte di 40.000 musulmani e 15.000 ebrei.[6]

Il ritorno nel Marocco (1956-presente)

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Nell'ottobre 1956 viene dichiarato il ritorno della città al Marocco, qualche mese prima diventato regno indipendente, che avviene definitivamente il 18 aprile 1960, quando le truppe marocchine entrano in città.

Geografia fisica

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Territorio

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Tangeri (1961-1990)[7] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 16,216,817,919,221,924,928,328,627,323,719,617,016,719,727,323,521,8
T. min. media (°C) 8,48,810,111,213,416,218,719,118,315,612,29,58,911,618,015,413,5
Precipitazioni (mm) 103,598,771,862,237,313,92,12,514,965,1134,6129,3331,5171,318,5214,6735,9
Giorni di pioggia 11,211,410,19,36,13,70,80,83,18,011,112,034,625,55,322,287,6
Ore di soleggiamento mensili 170,5169,5232,5252,0297,6306,0344,1331,7276,0238,7180,0167,4507,4782,1981,8694,72 966,0

Monumenti e luoghi d'interesse

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Edifici religiosi

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Infrastrutture e trasporti

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La città è servita via terra dalla stazione di Tangeri-Ville, mentre via mare dal porto di Tangeri Med e per via aerea dall'Aeroporto di Tangeri-Ibn Battuta.

Amministrazione

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Gemellaggi

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Tangeri è gemellata con:

Panorama

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Panorama della città di Tangeri

Galleria d'immagini

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Tangeri nella letteratura

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  1. ^ Luciano Canepari, Tangeri, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
    Meno consigliata la pronuncia [tanˈʤɛri].
  2. ^ Con molti dettagli e anche illustrazioni, in Martin Malcolm Elbl, Portuguese Tangier (1471-1662): Colonial Urban Fabric as Cross-Cultural Skeleton (Peterborough: Baywolf Press, 2013).
  3. ^ (FR) David Bensoussan, Il Était Une Fois Le Maroc: Témoignages Du Passé Judéo-Marocain, Québec, Éditions Du Lys, 2010, ISBN 978-2-922505-21-4.
  4. ^ Agreement revising the Convention of December 18, 1923, relating to the Organisation of the Statute of the Tangier Zone and Agreement, Special Provisions, Notes and Final Protocol relating thereto. Signed at Paris, July 25, 1928 [1929] LNTSer 68; 87 LNTS 211, su worldlii.org, 1928.
  5. ^ a b Goly Maioli, Squali d'acciaio, Fratelli Melita Editori, La Spezia, 1988, pag. 134.
  6. ^ Tangier(s), su jewishvirtuallibrary.org, Jewish Virtual Library (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
  7. ^ Climatological Information for Tangier, Morocco, su hko.gov.hk, Hong Kong Observatory. URL consultato il 17 ottobre 2011.

Bibliografia

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  • J.-L. MIège, Le Maroc et l'Europe, 1830-1894, Parigi, 1961-3
  • A. Bendaoud - Mohammad Maniar (edd.), Tanger 1800-1956, Rabat et Tanger, 1991
  • F. Tamburini, L'internazionalizzazione di Tangeri nella politica estera italiana (1919-1956), Pisa, 2007
  • Martin M. Elbl, Portuguese Tangier (1471-1662): Colonial Urban Fabric as Cross-Cultural Skeleton, Peterborough, 2013

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN152467358 · ISNI (EN0000 0001 1230 0260 · SBN LIAL003817 · LCCN (ENn82094861 · GND (DE4105771-5 · BNE (ESXX450798 (data) · BNF (FRcb12323335k (data) · J9U (ENHE987007559497505171
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