Tempio Valdese (Milano)

edificio di culto valdese di Milano

Il Tempio Valdese di Milano è un luogo di culto cristiano situato nel centro storico della città, all'interno del municipio 1, sede della comunità valdese locale; l'edificio si trova in via Francesco Sforza all'incrocio con via San Giovanni in Conca, non lontano dalla Ca' Granda, sede dell'Università degli Studi di Milano, e dalla basilica di Santo Stefano Maggiore.[1]

Tempio Valdese
Esterno
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
Coordinate45°27′41.4″N 9°11′48.62″E
Religionecristiana valdese
Stile architettoniconeoromanico (facciata)
moderno (interno)
Inizio costruzione1949
Completamento1952
Sito webwww.milanovaldese.it/
 
Piazza Missori e la chiesa di San Giovanni in Conca agli inizi del XX secolo

Nel 1877 il Comune decise di ampliare l'attuale piazza Missori demolendo gran parte dell'ex chiesa di San Giovanni in Conca, affidata alla Comunità Valdese nel 1879, anno in cui venne attuato il progetto e la facciata, restaurata in stile neoromanico su progetto di Angelo Colla, arretrata di alcuni metri andando a chiudere l'aula accorciata.[2] Il nuovo tempio fu inaugurato l'8 maggio 1881, mentre il campanile fu demolito nel 1885.

Nel secondo dopoguerra "esigenze imprescindibili di viabilità" condannarono definitivamente l'edificio, che fu demolito tra il 1948 e il 1952, per realizzare l'asse viario di via Albricci-piazza Missori. Dell'antica basilica furono salvati e restaurati solo una parte dell'abside e la cripta, mentre la comunità valdese costruì un nuovo luogo di culto moderno tra il 1949 ed il 1952 lungo via Francesco Sforza recuperando gli elementi antichi e rimontando, in accordo con le indicazioni della Soprintendenza ai beni architettonici, la facciata della chiesa di San Giovanni in Conca.[3]

Descrizione

modifica

Architettura

modifica
 
La facciata

Il tempio valdese è situato lungo via Francesco Sforza, all'angolo con via San Giovanni in Conca.

Esternamente, l'edificio è caratterizzato dalla facciata, proveniente dalla chiesa di San Giovanni in Conca, dal XIX secolo edificio di culto valdese, demolita nei primi anni del secondo dopoguerra per permettere l'apertura di via Alberto Albicci.[4] Il prospetto, risalente al XII secolo e ripristinato nelle sue forme originarie con un restauro in stile neoromanico nel 1879, è a capanna, in mattoni rossi ai lati e pietra bianca al centro, con inserti decorativi marmorei; il portale, leggermente strombato, è decorato da una lunetta musiva raffigurante un candelabro sormontato da una candela accesa e poggiante sulla Bibbia, con intorno il motto in lingua latina Lux lucet in tenebris, simbolo del Valdismo, ed è sormontato da un rosone circolare e da una monofora cieca, ripetuti anche ai lati.[5]

L'interno della chiesa è in stile moderno ed è ad aula unica coperta con soffitto a doppio spiovente poggiante su grandi arcate a sesto acuto ed illuminato da alti finestroni rettangolari che si aprono lungo le due pareti laterali; l'ambiente termina con un'abside appena accennata che presenta una croce luminosa ed un pulpito ligneo.

Organo a canne

modifica

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito nel 1952 dalla ditta Balbiani-Vegezzi Bossi.[6]

Lo strumento è a trasmissione elettro-pneumatica ed il suo materiale fonico è interamente racchiuso entro una cassa lignea con mostra ceciliana formata da canne di principale disposte simmetricamente in più cuspidi, con bocche a mitria. La consolle, anch'essa posta in cantoria, dispone di due tastiere di 61 note ciascuna[7] e pedaliera concavo-radiale di 32 note.

  1. ^ Come trovarci, su milanovaldese.it. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2014).
  2. ^ Gabriele Guidi; Michele Russo; Sebastiano Ercoli, Ricostruzione virtuale di San Giovanni in Conca (PDF), su cultura.regione.lombardia.it. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  3. ^ V. Buzzi; C. Buzzi, p. 187.
  4. ^   Andrea Rui, San Giovanni in Conca, su YouTube, 14 maggio 2012. URL consultato l'11 maggio 2014.
  5. ^ O.P. Melano, p. 107.
  6. ^ L'organo Balbiani – Vegezzi Bossi 1952: stato di fatto, su musicaaltempio.it. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2014).
  7. ^ i somieri hanno 73 note per la superottava reale

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica