Tranvia Como-Cantù-Asnago

ex tranvia italiana

La tranvia Como-Cantù-Asnago era una linea tranviaria interurbana a trazione elettrica che collegava la città di Como al vicino borgo di Cantù, proseguendo fino alla frazione di Asnago, sede di una stazione ferroviaria sulla linea Milano-Chiasso.

Tranvia Como-Cantù-Asnago
Tram alla stazione di Cantù-Cermenate
InizioComo
FineCantù
Inaugurazione1907 (Camerlata-Trecallo)
1909 (Trecallo-Cantù)
1911 (Cantù-Asnago)
Chiusura1934 (Cantù-Asnago)
1951 (Camerlata-Cantù)
GestoreSocietà Elettrica Comense Alessandro Volta
Vecchi gestoriSATEC (1907–1908)
Lunghezza16 km
Tipotranvia interurbana
Scartamento1000 mm
Elettrificazione550 V cc
Trasporto pubblico
 
Doppio capolinea tranviario a Cantù

La Società Anonima Trams Elettrici Comensi (SATEC), che a partire dal 1906 aveva assunto l'esercizio della rete tranviaria di Como, fu incaricata nel medesimo periodo di realizzare una rete di linee extraurbane per collegare il capoluogo con i principali centri limitrofi.

In seguito dunque a un aumento di capitale appositamente sottoscritto, furono avviati i lavori di costruzione della relazione che passando per Camerlata era destinata a collegare Como con il popoloso centro di Cantù, e quest'ultimo alla stazione ferroviaria di Cantù-Cermenate, sita nella frazione Asnago.

La linea, che si distaccava dalla rete urbana al capolinea di Camerlata, fu attivata in tre fasi la prima delle quali, fino ad Albate e Trecallo, il 31 dicembre 1907[1].

Il 16 febbraio 1908 la Società Elettrica Comense Alessandro Volta (SECAV), che assieme alla società di Navigazione Lariana aveva fondato la SATEC, incorporò quest'ultima mantenendo il proprio nome[1] e acquisendo direttamente come SECAV l'esercizio tranviario[2]; quale direttore fu confermato l'ingegner Giuseppe Pagani, progettista della rete extraurbana.

Il 7 gennaio 1909 fu la volta del prolungamento fino a Cantù, inaugurato senza solenni festeggiamenti a causa del lutto nel Paese conseguente al terremoto di Messina del 1908[3].

Infine il 1º luglio 1911 venne attivato[4] il prolungamento di 3,864 km fino ad Asnago, dopo il positivo collaudo avvenuto il 26 giugno. In quest'ultima località i tram trovavano interscambio con tutti i treni della linea Milano-Chiasso[5], mentre dal 1912 nella centrale piazza Garibaldi di Cantù era possibile l'interscambio con i tram della linea per Monza[6].

Il 1º gennaio 1934, in considerazione della riduzione di traffico registrata negli anni di crisi economica, la tratta Cantù-Asnago venne soppressa e sostituita da un autoservizio[7], interrompendo l'integrazione con la relazione ferroviaria.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'obsolescenza degli impianti tranviari e un clima politico non favorevole agli investimenti nei sistemi su rotaia portarono la STECAV alla decisione di sostituire gradualmente le tranvie con nuove linee filoviarie, considerate più confortevoli e di più economica gestione: il 10 febbraio 1947 entrò in servizio la filovia urbana Como-Camerlata, in sostituzione della relazione urbana, così che i tram interurbani per Cantù dovettero attestarsi in tale località periferica, non potendo più raggiungere l'originario capolinea nel centro cittadino[8].

Ma anche per la tranvia interurbana si arrivò dopo pochi anni alla cessazione dell'esercizio: il 10 marzo 1951 l'esercizio tranviario venne sostituito dalla nuova filovia Como-Cantù[9].

Caratteristiche

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Principali stazioni e interscambi
     
per Chiasso
             
Como piazza Cavour Como Lago
             
Como Borghi
             
Camerlata per Mozzate
             
Stazione di Como Camerlata / per Milano
     
     
Stazione di Albate-Camerlata
     
     
per Milano
     
         
stazione di Cantù
         
per Lecco
         
Cantù per Monza
         
per Chiasso
     
Asnago Stazione di Asnago
     
per Milano

La Como-Cantù-Asnago era una linea a binario singolo, a scartamento metrico come il resto della rete urbana ed interurbana[6]. Era armata con rotaie da 21,5 kg/m, eccetto un breve tratto di 1,1 km armato con rotaie Phoenix da 35,2 kg/m. La pendenza massima raggiunta era del 57‰ e il raggio minimo delle curve il 25 m[7].

Il servizio era espletato da treni composti da un'elettromotrice e da una rimorchiata, a cui poteva essere aggiunta una seconda rimorchiata in caso di eccezionale affluenza[10]. La velocità massima ammessa era di 20 km/h[11].

 
Cantù, l'allora viale della stazione

Percorso

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La tratta extraurbana aveva una lunghezza di 12,001 km, cui si aggiungevano i 4,498 km percorsi sulla rete urbana, dal capolinea comasco di piazza Cavour a Camerlata[7].

Da qui il binario lasciava sulla destra quello della tranvia per Mozzate impegnando la via Canturina, poi strada provinciale 36. A Cantù i tram transitavano in prossimità della stazione posta lungo la ferrovia Como-Lecco per poi servire il centro cittadino con la fermata di piazza Garibaldi, adiacente al capolinea della tranvia per Meda e Monza, e raggiungere infine il capolinea, posto presso l'altra stazione cittadina, quella di Cantù-Cermenate, lungo la ferrovia Milano-Chiasso.

  1. ^ a b F. Ogliari, Como nella scienza e nei trasporti, op. cit., p. 78.
  2. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 136
  3. ^ F. Ogliari, Como nella scienza e nei trasporti, op. cit., p. 83.
  4. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 140
  5. ^ F. Ogliari, Como nella scienza e nei trasporti, op. cit., p. 103.
  6. ^ a b Betti Carboncini, op. cit., p. 138.
  7. ^ a b c Betti Carboncini, op. cit., p. 141
  8. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 142
  9. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 143
  10. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 147
  11. ^ Betti Carboncini, op. cit., p. 148

Bibliografia

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  • Adriano Betti Carboncini, Binari ai laghi, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 1992, pp. 232-235, ISBN 88-85068-16-2.
  • Francesco Ogliari, Como nella scienza e nei trasporti, TIBB, Edizione speciale fuori commercio, Milano, novembre 1987.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Mappa, su openstreetmap.org.