Trattato romano-persiano del 363
Il trattato di pace del 363 tra l'Impero romano d'oriente e l'Impero sasanide fu il conseguente trattato della guerra persiana dell'imperatore Giuliano. Alla morte di Giuliano, il neoeletto imperatore, Gioviano, fu costretto a firmare un umiliante trattato con il quale venivano date concessioni territoriali e diplomatiche ai sasanidi.[1][2]
Trattato di pace del 363 | |
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Guerra sasanide di Giuliano | |
Tipo | trattato di pace |
Contesto | Campagna sasanide di Giuliano |
Firma | 363 |
Luogo | Mtsbin, Impero sasanide |
Parti | Impero sasanide Impero romano |
Firmatari | Sapore II Gioviano |
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Sfondo
modificaI preparativi di Giuliano
modificaDopo la sua ascesa al trono romano nel 361, l'imperatore Flavio Claudio Giuliano riprese la guerra contro la Persia sasanide. Nell'inverno del 362-63 Giuliano stabilì il suo quartier generale ad Antiochia,[3] e non appena arrivò la primavera fu pronto a scendere in campo. Entro un mese dalla sua partenza da Antiochia, una forza di circa 80.000 uomini era stata radunata a Carre.[4] Questo esercito al comando di Giuliano marciò rapidamente a sud-est lungo il fiume Eufrate in direzione di Ctesifonte, la capitale nemica.[5] Il resto delle forze romane, con l'aiuto del re d'Armenia Arsace II, ricevette l'ordine di effettuare un congiungimento con l'imperatore prima delle mura di Ctesifonte, marciando a est attraverso Nisibi e poi a sud lungo il Tigri.[6]
Progresso della guerra
modificaIl braccio meridionale dell'invasione romana ebbe un primo successo. Il Tigri fu attraversato, e l'esercito sasanide che ne contestava il passaggio fu sconfitto e costretto a rinchiudersi a Ctesifonte.[7] Dopo un vano tentativo di penetrare più a est fino a Susa, Giuliano fu costretto ad abbandonare la sua flotta e la maggior parte delle sue provviste,[7] e alla fine si convinse che non gli restava altra scelta che la ritirata.[8]
Il 26 giugno 363, durante la battaglia di Samarra, Giuliano fu ferito.[9] La sua morte in quella notte,[10] e la successiva elezione, da parte delle truppe, di Gioviano come suo successore,[11] sembravano garantire la fine della campagna. Gioviano guidò le legioni romane a Dura.[12] Quando arrivarono, le loro provviste erano esaurite e i loro tentativi di attraversare il Tigri fallirono.[12] Gioviano, senza possibilità di ricorso, chiese a Sapore la pace.[12]
Termini del trattato
modificaI termini del trattato furono:
Note
modifica- ^ Dignas, Winter, 2007, p. 131.
- ^ Potter, 2004, pp. 520, 527.
- ^ Bowersock, 1978, p. 95.
- ^ Bowersock, 1978, p. 108.
- ^ Bowersock, 1978, p. 110.
- ^ Browning, 1978, p. 196.
- ^ a b Curran, 1998, p. 75.
- ^ Dodgeon, Lieu, 2002, p. 205.
- ^ Curran, 1998, p. 76.
- ^ Browning, 1978, p. 243.
- ^ Browning, 1978, p. 216.
- ^ a b c d e Curran, 1998, p. 79.
- ^ Elton, 2018, p. 120.
- ^ Ostrogorsky, 1995, p. 51.
Bibliografia
modifica- Glen Warren Bowersock, Julian the Apostate, Harvard University Press, 1978, ISBN 0-674-48881-4.
- Robert Browning, The Emperor Julian, University of California Press, 1978.
- John Curran, From Jovian to Theodosius, in Cameron (a cura di), The Cambridge Ancient History: The Late Empire, A.D. 337-425, XIII, 2ndª ed., Cambridge University Press, 1998, p. 78-110, ISBN 0 521 30200 5.
- Beate Dignas e Engelbert Winter, Rome & Persia in Late Antiquity; Neighbours & Rivals, Cambridge University Press, 2007.
- Dodgeon (a cura di), The Roman Eastern Frontier and the Persian Wars, Routledge, 2002.
- Hugh Elton, The Roman Empire in Late Antiquity: A Political and Military History, Cambridge University Press, 2018.
- George Ostrogorsky, History of the Byzantine State, 4thª ed., Rutgers University Press, 1995.
- David S. Potter, The Roman Empire at Bay, AD 180-395, Taylor & Francis Group, 2004.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Hormisdas and the Romano-Persian Treaty of 363, in Mnemosyne, vol. 73, n. 3, 2020, pp. 501–509, DOI:10.1163/1568525X-12342811.