Uovo del bocciolo di rosa
L'Uovo del bocciolo di rosa è una delle uova imperiali Fabergé: il primo delle uova di Pasqua gioiello che l'ultimo zar di Russia, Nicola II donò a sua moglie la zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova;[1]
Uovo del bocciolo di rosa | |
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Anno | 1895 |
Primo proprietario | Aleksandra Fëdorovna Romanova |
Attuale proprietario | |
Istituzione o individuo | Svyaz' Vremyon Fund - Collezione Viktor Vekselberg |
Acquisizione | 2004 |
Fabbricazione | |
Mastro orafo | Michael Perkhin |
Marchi | iniziali del mastro orafo e Fabergé in cirillico, punzone del saggio di 56 standard per l'oro a 14 carati. |
Caratteristiche | |
Materiali | oro di vari colori, smalto rosso traslucido e bianco opaco, diamanti e velluto. |
Altezza | 7,4 cm |
Sorpresa | |
L'uovo contiene un bocciolo di rosa gialla, che a sua volta conteneva una corona tempestata di diamanti ed un pendente di rubino cabochon | |
Materiali | oro, smalto opaco verde e giallo, diamanti, rubini. |
Fu fabbricato a San Pietroburgo nel 1895 sotto la supervisione di Michael Perkhin, per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé, della Fabergé, che nella sua fattura lo descrisse come:
Proprietari
modificaL'Uovo bocciolo di rosa, insieme a tutte le prime uova di Pasqua Fabergé ricevute dalla nuova imperatrice, fu conservato in un mobile ad angolo dell'appartamento privato della coppia imperiale presso il Palazzo d'Inverno, tra una porta che conduce alla camera da letto e una finestra.
Qui le sorprese contenute nell'uovo furono minuziosamente descritte nel 1909 come
«una corona imperiale interamente in diamanti taglio rosetta con due rubini cabochon»
dall'ispettore dei locali dell'Imperiale Palazzo d'Inverno.[1]
Nel 1917 l'uovo fu confiscato dal Governo provvisorio russo.
Attorno al 1927 fu una delle nove uova vendute dall'Antikvariat ad Emanuel Snowman della gioielleria Wartski, di Londra.[2] L'Uovo fu esposto nel 1935 a Londra, con la corona tempestata di diamanti ed il pendente di rubino, come proprietà di un certo Charles Parsons.[1][2]
Nel 1953 Kenneth Snowman produsse una fotografia d'archivio ponendolo tra le uova di cui non si conosceva la sorte.[1]
Nel 1962 fu acquistato da Henry Talbot de Vere Clifton.[2]
Scomparso per molti anni, corse voce che l'uovo era stato gravemente danneggiato, se non distrutto, in una disputa coniugale. Le indiscrezioni su danni allo smalto sapientemente riparati permisero a Malcolm Forbes di accertare l'autenticità dell'uovo, che acquistò nel 1985 dalla Fine Art Society di Londra.[1]
Il 4 febbraio 2004 la casa d'aste Sotheby's ha annunciato che, senza passare per una pubblica asta, la Forbes Magazine Collection era stata acquistata da Viktor Vekselberg per quasi 100 milioni di dollari, in questo modo più di 180 opere d'arte Fabergé, incluso l'Uovo dell'alloro e altre otto delle rare uova imperiali, dopo circa ottant'anni sono tornate nel loro paese d'origine[3] dove dal novembre 2013 sono esposte al Museo Fabergé di San Pietroburgo.
Descrizione
modificaL'uovo è fatto d'oro di vari colori, smalto rosso traslucido e bianco opaco, diamanti taglio rosetta oppure tagliati come una lastra sottile, è foderato di velluto color crema.
Il guscio d'oro, coperto di smalto traslucido rosso fragola su fondo guilloché, si apre orizzontalmente in due parti incernierate tra loro. File di diamanti taglio rosetta dividono l'uovo verticalmente in quattro spicchi e orizzontalmente, lungo il bordo superiore dell'apertura, per un totale di otto pannelli; quelli della parte superiore sono decorati con ghirlande d'alloro d'oro verde legate da nastri d'oro rosso con diamanti incastonati, mentre su ogni pannello della parte inferiore dell'uovo è applicata una freccia incastonata di diamanti intrecciata a ghirlande di alloro d'oro verde appese a diamanti.
Alle estremità dell'uovo, circondati da una fila di diamanti taglio rosetta, sono posti due diamanti: quello superiore è tagliato come una lastra sottile attraverso la quale è visibile un ritratto in miniatura dello zar Nicola II, sotto quello alla base dell'uovo si legge la data 1894.
Questo uovo in Stile Luigi XVI incarna l'abbraccio di Fabergé al Neoclassicismo, in opposizione al dominio dell'Art Nouveau nel design contemporaneo del tardo XIX secolo.[1]
Sorpresa
modificaL'uovo si apre per rivelare, nell'interno foderato di velluto, un bocciolo di rosa formato da petali d'oro incernierati smaltati di giallo e con foglie smaltate in verde.
Il bocciolo originariamente conteneva una corona d'oro con diamanti e rubini e un pendente con un rubino cabochon, molto simili alla corona e al pendente del Primo uovo con gallina.[2]
La corona era un riferimento al nuovo ruolo di Aleksandra Fëdorovna Romanova come imperatrice di Russia, a seguito dell'ascensione al trono del marito, Nicola II di Russia.
Contesto storico
modificaIl 14 novembre 1894, poche settimane dopo la morte di Alessandro III di Russia, suo figlio Nicola sposò la principessa Alice d'Assia e del Reno che, quando il marito ascese al trono, divenne imperatrice di Russia.
L'uovo fu il regalo ideale da Nicola alla sua adorata moglie, per la prima Pasqua insieme con la giovane sposa nostalgica della sua patria natia dove le rose gialle erano particolarmente apprezzate.
Note
modificaBibliografia
modifica- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, New York, Random House, 2008, ISBN 9781588367075.
- (EN) Christopher Forbes, Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, ISBN 9780937108093.
- (EN) Will Lowes, Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001, ISBN 0-8108-3946-6.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0-517-40502-4.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Uovo del bocciolo di rosa
Collegamenti esterni
modifica- (EN) 1899 The Rosebud Egg, in Fabergé Treasures of Imperial Russia, 2005 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2007).
- (EN) 1895 Rosebud Egg, in Mieks Fabergé Eggs, 18 maggio 2016. URL consultato il 15 agosto 2016 (archiviato il 26 ottobre 2007).
- (EN) Pavel Romanov, Buying Putin's Indulgences, in Energy Tribune, 12 novembre 2007. URL consultato il 15 agosto 2016 (archiviato il 6 giugno 2014).