Utente:GinesiFederico/Sandbox
Dante inserisce nella Commedia tre[1] autocitazioni, ovvero riprende incipit o versi di poesie dalle sue opere precedenti più importanti, Convivio e Vita Nuova, e le inserisce nella Commedia.
Studiare le tre autocitazioni permette di capire l'evoluzione del pensiero di Dante nel percorso delle sue opere.
Inoltre le autocitazioni permettono di risalire a fatti storici della vita mondana di Dante; ad esempio tramite la terza e ultima autocitazione presente nella Commedia gli storici sono riusciti a datare la scesa a Firenze di Carlo Martello.
Autocitazioni, struttura e nascita
modificaIntroduzione
modificaLe autocitazioni che Dante inserisce nella sua Commedia sono tre:
- Purgatorio canto II, per bocca dell’amico musico di Dante Casella,[2] con Amor che ne la mente mi ragiona [3]
- Purgatorio canto XXIV, per bocca di Bonagiunta Orbicciani da Lucca,[4] con Donne ch'avete intelletto d'amore[5]
- Paradiso canto VIII, affidata a re Carlo Martello,[6] con Voi che intendendo il terzo ciel movete.[7]
In tutti e tre i casi Dante riprende incipit di canzoni a lirica amorosa,[8] autocitando rispettivamente:
- Terzo libro del Convivio, Amor che ne la mente mi ragiona
- Capitolo XIX della Vita Nuova, Donne ch'avete intelletto d' amore
- Secondo libro del Convivio, Voi che intendendo il terzo ciel movete.
Le autocitazioni sono riprese dalle opere maggiori di Dante, opere in cui il poeta attraversa un forte cambiamento nello stile e nella poetica. Da una parte la Vita Nuova scritta da Dante giovane che inizia i temi dello Stilnovo, lo stile della loda e il tema della donna angelica.[9] [10] Dall'altra il Convivio, opera scritta da Dante adulto e segnato dalla sofferenza dell'esilio e della povertà ad esso dovuta.
Prima cantica, l'Inferno
modificaDante non inserisce nessuna autocitazione nella prima cantica della Commedia. L'Inferno è luogo di eterna sofferenza, di malvagità, di peccato; porvi un'autocitazione, un rimando a una propria opera avrebbe influito negativamente, sia sulla fama del poeta sia sull'opera autocitata che sarebbe stata fortemente criticata.
Alcune citazioni che vengono inserite da Dante nell'Inferno sono sottoposte ad una revisione negativa.[11] Si prenda ad esempio:
- Inferno, canto XXXIV, dove l'Inno religioso Vexilla regis viene trasformato in lirica profana diventando "Vexilla regis prodeunt inferni".[12]
- Inferno, canto V, dove Francesca parlando del dio Amore dice: Amor, ch'al cor gentile ratto s'apprende; tale citazione scorretta nasce dalla canzone di Guido Guinizelli Al cor gentil rempaira sempre amore.
Altro motivo che spinge Dante a non porre nessuna autocitazione nella prima cantica è dato dal fatto che essa non contiene nessun poeta-scrittore di liriche amorose. Dante inserisce nell'Inferno solo la figura di Francesca che però è lettrice di lirica amorosa e non scrittrice.
La poesia che Dante inserisce nell'Inferno è solamente usata e tenuta in considerazione in quanto può essere utilizzata come mezzo di comunicazione, mentre l'unico luogo in cui la poesia è oggetto di se stessa come tema è il Purgatorio.[13][14] Non a caso le due autocitazioni insierite da Dante nella seconda cantica sono quelle più importanti, esse infatti contribuiscono a chiarire la situazione ed il pensiero di Dante.
Tramite le Palinodie inserite nelle autocitazioni, Dante troverà il modo di chiarire nella Commedia:
Autocitazioni nel Purgatorio
modificaAmor che ne la mente mi ragiona
modificaLa prima autocitazione è collocata nel Canto II del Purgatorio.
Dante ha appena compiuto il rito di purificazione ordinatogli da Catone e si dirige, assieme a Virgilio, verso l'inizio del monte Purgatorio. Incontra il suo amico musico Casella e lo prega di intonare, se le leggi del Purgatorio non glielo impediscono, un amoroso canto.[17] Il canto che viene intonato è l'autocitazione Amor che ne la mente mi ragiona. Tratta dal terzo trattato del Convivio, tale autocitazione è una lirica amorosa concepita da Dante sotto forma di poesia, come tale essa è recitata, non intonata e cantata. Casella però intona e canta veramente Amor che nella mente mi ragiona. Dante pone in bocca a Casella l'autocitazione intonata e cantata, facendola apparire diversa e lontana dalla lirica amorosa concepita nel Convivio.[18] Dante infatti ha scritto il Convivio dopo la morte di Casella, quindi nel secondo canto del Purgatorio non può far recitare a Casella una poesia che non conosce.[19]
Questa autocitazione introduce la parola-codice "dolce"[20] che ha il compito di enfatizzare ulteriormente la lirica d'amore, di renderla migliore e corretta rispetto a quella errata trovata nella prima cantica. Mette quindi in contrasto la citazione sbagliata di Francesca in Inferno V Al cor gentile ratto s'apprende con l'autocitazione giusta di Casella Amor che ne la mente mi ragiona. Uno dei due compiti dell' autocitazione dantesca è proprio quello di mettere il canto di Purgatorio II in contrasto con il canto dell'Inferno V.[21]
L'altro compito dell'autocitazione perviene nel proseguo del canto II. Al dolce richiamo della canzone cantata da Casella tutte le anime, Virgilio compreso, si arrestano ad ascoltarlo.[22] Riappare Catone che vedendo gli spiriti intenti a perdere tempo anziché a compiere la propria purificazione, inizia a sgridarli [23] facendo in modo che essi corrano verso il monte Purgatorio. Tramite il rimprovero del vecchio Catone Dante vuole correggere il suo "Io" poetico passato[24] e la sua canzone Amor che ne la mente mi ragiona,[25] [26]correggendo quindi indirettamente anche l'essersi dedicato alla donna sbagliata:
- La donna gentile della Vita nuova dal capitolo XXIV al XXVII[27]
Donne ch'avete intelletto d'amore
modificaLa seconda autocitazione è collocata nel canto XXIV del Purgatorio.
Assieme a Virgilio e Stazio, Dante entra nella sesta cornice dedicata ai golosi e parla con Forese Donati un vecchio amico,[30] con il quale aveva scritto alcune Tenzoni. Finita la discussione con l'amico, Dante si fa descrivere e indicare alcune anime presenti lì vicino.[31] Forese vede e indica tra le anime presenti quella di Bonagiunta Orbicciani da Lucca caposcuola della poetica Siculo-Toscana e quella di Papa Martino IV illustre pontefice insediato nel 1281.
Dante decide di parlare con Bonagiunta da Lucca che sembra stia mormorando un nome, "Gentucca",[32] [33]questo mormorio è una delle nove profezie [34] inserite e distribuite tra le tre cantiche.[35]
Finita la profezia Bonagiunta interpella Dante chiedendo se è lui che ha dato inizio al nuovo stile con la canzone Donne ch'avete intelletto d'amore[36] Dante di rimando risponde genericamente proclamandosi come uno che trascrive quando Amore detta.[37] Bonagiunta afferma di aver capito come mai la poetica perseguita da Giacomo da Lentini, Guittone d'Arezzo e lui stesso è inferiore[38] a quella di Dante e dei nuovi Toscani.[39]
Dante affida all'autocitazione due compiti di primaria importanza. In primo luogo dichiara, per bocca di Bonagiunta, la supremazia dello Stilnovo sulla vecchia scuola Siculo-Toscana.[40] Inoltre, il poeta sta per incontrare Beatrice[41] sente il dovere di far capire come il suo traguardo lirico massimo viene raggiunto in Purgatorio XXVI,[42] tramite una canzone della Vita nuova.[43]
La scala gerarchica che Dante crea nei sui canti mostra inoltre come lui stesso voglia porre sul gradino più alto Beatrice.[44] Infatti Dante pone in un canto vicino al Paradiso terrestre una canzone, Donne ch' avete, contenuta nella Vita nuova, che inaugura inoltre il nuovo stile[45] della loda verso Beatrice. Canzone in contrasto e nettamente superiore all' altra citazione Amor che nella mente presa dalla canzone del Convivio e dedicata alla donna gentile, la donna sbagliata.[46]
Note
modifica- ^ Nella simbologia cristiana il numero 3 rappresenta la trinità e la perfezione.
- ^ Honnacker e Romanelli 2007, p. 282.
- ^ Pasquini e Quaglio 1982, p. 27 Purgatorio, canto II v. 112.
- ^ Honnacker e Romanelli 2007, p. 393.
- ^ Pasquini e Quaglio 1982, p. 403 Purgatorio, canto XXIV v. 51.
- ^ Honnacker e Romanelli 2007, p. 513.
- ^ Honnacker e Romanelli 2007, p. 513 Paradiso, canto VIII v. 37.
- ^ «sono tre le autocitazioni della Commedia: due nel Purgatorio e una nel Paradiso. In tutti e tre i casi si tratta di incipit di canzoni, e tutti da lirica amorosa» Barolini 1993, p. 1.
- ^ «Sin dalle prime battute del libello, Dante rappresenta il rapporto amoroso nei termini di una specie di miracolo ultraterreno» Berisso 2011, p. 56.
- ^ «Decimo capitolo Dante è costretto a riflettere su quale sia veramente la finalità del proprio amore per concludere che essa è lodare l'amata» Berisso 2011, p. 56.
- ^ «Dante preclude la possibilità di citazioni, in quanto la mimesi della prima cantica è dedicata alla riproduzione di istanze di deformazione testuale» Barolini 1993, p. 16.
- ^ Inferno, canto XXXIV, v. 1.
- ^ «La poesia nel Purgatorio ha un ruolo centrale...» Barolini 1993, p. 22.
- ^ «...L'arte costituisce l'emblema della problematica fondamentale in Purgatorio...» Barolini 1993, p. 22.
- ^ «...L'appuntamento con Casella rientra in un ampio coerente progetto resuscitare non solo il passato fiorentino, ma anche e particolarmente, le esperienze personali storico-artistiche che lo segnarono...» Pasquini e Quaglio 1982, p. 32.
- ^ «Dante sfuma rapidamente nel vero nucleo dell'episodio di Bonagiunta, il dibattito letterario, cioè, la definizione dello Stilnovo» Pasquini e Quaglio 1982, p. 410.
- ^ Purgatorio, canto II, vv. 106-111.
- ^ «La lirica viene privilegiata dalla nuova musica...» Pasquini e Quaglio 1982, p. 35.
- ^ «La recita di Casella (morto prima del 1300) conveniva alla primogenita natura e destinazione dei versi...» Pasquini e Quaglio 1982, p. 35.
- ^ Purgatorio, canto II, vv. 113-114.
- ^ «...L'insistenza sulla lirica amorosa serve a mettere Purgatorio II in diretto contrasto con Inferno V...» Barolini 1993, p. 37.
- ^ Purgatorio, canto II, vv. 115-119.
- ^ Purgatorio, canto II, vv. 120-123.
- ^ «...Il Purgatorio costituisce un paradigma per il resto della cantica, poiché drammatizza questo duplice aspetto del desiderio purgatoriale nella pausa creata dalla canzone e dal conseguente rimprovero di Catone...» Barolini 1993, pp. 38-39.
- ^ Barolini 1993, p. 39.
- ^ «un breve smarrimento nella Vita Nuova, subito vinto dal trionfale ritorno di Beatrice, mentre un lunghissimo periodo nel Convivio, contraddistinto da altra e non meno trionfale conclusione: la vittoria definitiva della Donna gentile. Vero è che la Commedia riaprirà il problema, per la totale esaltazione che ivi sarà di Beatrice, e l'assenza di qualsiasi ricordo della Donna g» Donne ch'avete intelletto d'amore Enciclopedia Treccani.
- ^ «Nei capitoli dal XXIV al XXVII, l'incontro con una gentile donna giovane e bella molto» Berisso 2011, p. 57.
- ^ Berisso 2011, pp. 149-150.
- ^ «Personaggio della Vita Nuova e poi del Convivio, non ben distinto fra l'una opera e l'altra, che ha generato fra gli studiosi un enorme dibattito. Dante narra in Vita Nuova XXXV 2 e nei capitoli seguenti (XXXVI-XXXIX) che alquanto tempo dopo la morte di Beatrice vide più volte una gentile donna giovane e bella molto che lo guardava pietosamente; si accorse di provare troppo diletto alla vista della donna e di pensare a lei frequentemente; questo nuovo sentimento avrebbe potuto sostituirsi al ricordo di Beatrice fino a che, una forte immaginazione della donna amata e il ricordo di come ella era in vita lo fece pentire di cotale malvagio desiderio e i pensieri danteschi si rivolsero di nuovo a la loro gentilissima Beatrice». http://Scheda:Donna gentile. A cura di Danteonline.
- ^ Dante riconosce Forese dal suono della voce poiché l'aspetto è completamente cambiato per colpa della penitenza dei golosi, costretti a soffrire fame e sete. Purgatorio, canto XXIII, vv 37-48.
- ^ Dante ha bisogno dell' aiuto di Forese Donati per riconoscere i presenti, poiché nella cornice dei golosi le anime sono logorate dalla fame e dalla sete e quindi risultano drasticamente cambiate rispetto a come erano in terra.
- ^ Purgatorio, canto XXIV, vv. 37-45.
- ^ «Di tutt'altro genere le altre due profezie purgatoriali. Circondata da un alone misterioso, è messa in bocca al poeta Bonagiunta, il quale sussurra a Dante un nome « Gentucca», prospettandogli l'incontro a Lucca con questa donna ancora giovanissima» Pasquini 2001, p. 134.
- ^ Nella Commedia troviamo 9 profezie riguardanti Dante e la sua vita. Sono suddivise in: 4 in Inferno, per bocca di: Ciacco (Inferno, canto VI), Farinata degli Uberti (Inferno, canto X), Brunetto Latini (Inferno, canto XV) e Vanni Fucci (Inferno, canto XXV); 4 in Purgatorio per bocca di Corrado Malaspina (Purgatorio, canto VIII ), Oderisi da Gubbio ( Purgatorio, canto, XI), Forese Donati (Purgatorio, canto XXIII) e Bonagiunta da Lucca ( Purgatorio, canto XXIV); 1 in Paradiso, per bocca di Cacciaguida (Paradiso, canto XVI).
- ^ Pasquini 2001, pp. 133-135.
- ^ Purgatorio, canto XXIV, vv. 49-51.
- ^ Purgatorio, canto XXIV, vv. 52-54.
- ^ Purgatorio, canto XXIV, vv. 55-63.
- ^ I nuovi Toscani sono gli Stilnovisti, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Cino da Pistoia e Guido Guinizelli.
- ^ «Nella storia della poesia di D., qual è definita dalla ragionata antologia della Vita Nuova, la canzone rappresenta senz'altro una svolta decisiva, in quanto fonda un mito personale che segna il superamento sia del tirocinio guittoniano e cortese..» Donne ch'avete intelletto d'amore Enciclopedia Treccani.
- ^ Incontro che avverrà nel Purgatorio, canto XXX.
- ^ «Dante costruisce un tributo a Donne ch'avete, con l'intenzione di far capire come questa canzone sia il massimo traguardo da lui raggiunto nella lirica» Barolini 1993, p. 47.
- ^ Barolini 1993, pp. 40-41.
- ^ «Amor che ne la mente è destinata a essere corretta dalla Commedia: prima in Purgatorio II, dal rimprovero di Catone; poi, nel contesto più ampio delle autocitazioni, dal fatto di essere collocata più in basso di Donne ch'avete» Barolini 1993, p .40.
- ^ «Il capoverso che segue è quello della prima canzone della Vita nuova con cui Dante inaugura la «loda» per Beatrice» Pasquini e Quaglio 1982, p. 403 vv. 49-50.
- ^ Barolini 1993, p. 41.
Bibliografia
modifica- Renato Filippelli, L'itinerario della letteratura nella civiltà italiana, Napoli, Il Tripode, 1988.
- Dante Alighieri, Vita Nuova, a cura di L. C. Rossi, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 9788804468615.
- Teodolinda Barolini, Il miglior fabbro Dante e i poeti della Commedia, Torino, Bollati Bolinghieri, 1993, ISBN 88-339-0762-7.
- Dante Alighieri, Dante Commedia Purgatorio, a cura di Emilio Pasquini e Antonio Quaglio, Milano, Garzanti, 1982, ISBN 978-88-11-81055-1.
- Dante Alighieri, La Divina Commedia, a cura di Hans Honnacker e Marco Romanelli, Roma, Socc. edit. Dante Alighieri, 2007, ISBN 9788853402929.
- Emilio Pasquini, Dante e le figure del vero. La fabbrica della Commedia, Milano, Bruno Mondadori, 2001, ISBN 9788842495192.
- Marco Berisso, Dante Alighieri, Milano, Mondadori, 2011, ISBN 978-88-00-74018-0.
Voci correlate
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Collegamenti Esterni
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- A cura della Società Dantesca italiana
- a cura di The Tatin Library Testo originale Georgiche Bucoliche ed Eneide
- A cura di enciclopedia Treccani, Donna gentile
- A cura di enciclopedia Treccani, Donne ch'avete intelletto d'amore