Utente:Mac9/Sandbox
Indoeuropei
modificaCit. Indoeuropeo Treccani "Indoeuropeo. Famiglia di lingue storiche (dette anche arie, indogermaniche, indoceltiche, arioeuropee) che presentano, specie negli stadi più antichi, un’affinità e una concordanza di caratteri fonetici, morfologici e lessicali tali da rendere legittima l’ipotesi di una fase precedente in cui queste lingue fossero più strettamente connesse tra loro. Si parla di Indoeuropei per indicare i popoli parlanti lingue indoeuropee. In antropologia, al termine I. (e quelli più o meno equivalenti di Indoari, Indogermani, Arioeuropei), in un’accezione diversa da quella linguistica, si preferisce Europoidi, Europidi."
Ipotesi: i Proto-Indoeuropei sono i popoli che parlano il Proto-Indo-Europeo (PIE), gli Indoeuropei sono i popoli che parlano l'indo-europeo.
La voce Indoeuropei ha come incipit: "Con il termine Proto-Indoeuropei si indica una popolazione preistorica caratterizzata dall'uso linguistico del proto-indoeuropeo, che, all'incirca 5000 anni fa, migrò dall'Eurasia centrale in Europa, Asia occidentale, Asia centrale e subcontinente indiano, mentre col solo Indoeuropei ci si riferisce a volte anche agli esiti demografici e linguistici di queste migrazioni. ". Nota: la voce inizia male. Non spiega cosa siano gli indoeuropei, ma spiega cosa siano i Proto-Indoeuropei".
L'impressione è che si tende a confondere uno studio specifico della linguistica, con un concetto storico, che necessariamente si deve fondare anche su questi studi liguistici, allargandoli ad altri campi, come l'archoelogia o la genetica".
Lista città Latine
modifica- Diodoro Siculo elenca 18 città latine fondate da Silvio, figlio di Enea: Tibur, Praeneste, Gabii, Tusculum, Cora, Pometia, Lanuvium, Labici, Scaptia, Satricum, Aricia, Tellenae, Crustumerium, Caenina, Fregellae, Cameria, Medullia, e Boilum, che qualcuno chiama Bola. [1]
- Tito Livio elenca le città prese dai Volsci condotti da Coriolano:[2] Circei, Satrico, Longula, Polusca, Corioli, Mugilla, Lavinio, Corbione, Vetelia, Trebio, Labico, Pedo.
- Plinio il Vecchio elenca le città scomparse:Satricum, Pometia, Scaptia, Politorium, Tellena, Tifata, Caenina, Ficana, Crustumeria, Ameriola, Medullum, Corniculum, Saturnia ubi nunc Roma est, Antipolis quod nunc Ianiculum in parte Romae, Antemnae, Camerium, Collatia, Amitinum, Norbe, Sulmo, et cum iis carnem in monte Albano soliti accipere populi Albenses: Albani, Aesolani, Accienses, Abolani, Bubetani, Bolani, Cusuetani, Coriolani, Fidenates, Foreti, Hortenses, Latinienses, Longani, Manates, Macrales, Munienses, Numinienses, Olliculani, Octulani, Pedani, Poletaurini, Querquetulani, Sicani, Sisolenses, Tolerienses, Tutienses, Vimitellari, Velienses, Venetulani, Vitellenses[3]
- Montes in contrapposizione ai Colles.
- Cicerone cita i Septimontes; dove?
- Varrone dice anche: Dies Septimontium nominatus ab his septem montibus, in quis sita Urbs est; feriae non populi, sed montanorum modo, ut Paganalibus, qui sunt alicuius pagi. Il giorno dei Septimontium prende nome da questi sette monti, sui quali è situata la città; festa non del popolo, ma solo degl abitanti dei Montes (contrapposti a quelli dei Colles), come gl abitanti dei pagus festeggiano i Paganalia. De Lingua Latina, VI, 3, 13[1]. Paganalia???
- trovare Plutarch, Quaestiones Romanae 69.
Perché nella festa chiamata Septimontium157 si guardarono bene dall'astenersi dall'uso di veicoli trainati da cavalli? e perché ancora oggi quelli che non disprezzano le usanze antiche sono ancora attenti a questo? La festa Septimontium essi osservano in commemorazione dell'aggiunta alla città del settimo colle, con cui Roma fu resa una città di sette colli. Forse, come pensano alcuni scrittori romani, perché la città non era stata ancora completamente unita in tutte le sue parti? Oppure questo «niente a che fare con Dioniso»? Ma immaginavano, compiuta la loro grande opera di consolidamento, che la città avesse ormai cessato di estendersi ulteriormente; e si riposavano e davano tregua agli animali da soma, che li avevano aiutati nelle loro fatiche, e offrivano agli animali l'opportunità di godersi la festa generale senza lavoro da fare? O volevano che la presenza dei cittadini adornasse e onorasse sempre ogni festa, e soprattutto quella che si faceva a ricordo del consolidamento della città? Onde, per non lasciare la città, in onore della quale si faceva la festa, non era lecito in quel giorno servirsi di automezzi.
Note
modifica- ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica VII, 5,9
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri II, 39.
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia III, 68-69.