Utente:Paolo Steffan/Architetture civili di Conegliano
Il centro storico di Conegliano si articola tra parte alta del colle, dove sorge il Castello, e la base del colle, dove si snodano le vie del vecchio centro, con l'elegante Contrada Granda (via XX settembre): è qui che si trovano i palazzi più importanti dal punto di vista artistico-architettonico.
Castello
modificaIl Castello di Conegliano è il fulcro medievale della località veneta. Situato sulla sommità del Colle di Giano, in luogo strategico, il Castello domina tutta la città e il territorio ad essa circostante. Al suo interno è allestito il Museo civico di Conegliano.
Cenni storici
modificaLe più antiche notizie sulla fortezza sono del XII secolo. Della struttura originaria e della sua evoluzione è possibile fare delle ricostruzioni solo sulla base di testimonianze pittoriche: infatti, dell'originario complesso del Castello oggi sopravvivono soltanto la Torre della Campana, parte dell'antico duomo e parte della cinta muraria.
Museo civico
modificaIl Museo civico nasce da un'idea abbozzata già nel 1868 e che ebbe sviluppo nel XX secolo, nell'immediato secondo dopoguerra, con disposizione di una piccola ma importante pinacoteca.
Negli anni il museo venne arricchendosi di nuove opere, con una sezione di archeologia locale istituita solo negli anni novanta[1].
Opere
modificaIl museo è diviso per piano in diverse sezioni.
- Pinacoteca: è l'ambiente di dimensioni maggiori; vi si custodiscono opere pittoriche di grande valore: Consegna delle chiavi a San Pietro (1614/1616) di Palma il Giovane, dipinto a olio proveniente dal distrutto convento coneglianese dei Capuccini; Madonna con Bambino tra i santi (1514) del Pordenone, affresco staccato dalla chiesa distrutta di quello che fu il convento coneglianese di Sant'Antonio; Vita di San Pietro, affresco staccato dalla chiesa distrutta di Zoppè; Ultima Cena di Giovanni di Francia (XV secolo), Annunciazione, San Giovanni Battista e San Taddeo (1510/1517), porte d'organo della bottega di Cima da Conegliano (attribuite); Sacra Conversazione di Francesco da Milano (XVI secolo).
- Sezione archeologica: contiene reperti di epoca romana ritrovati nell'area coneglianese e altri oggetti di interesse storico.
- Sala del Camino: stanza contenente una elegante cappa di camino a forma di corno dogale.
- Ultimo piano: dedicato a personalità legate a Conegliano, contiene testimonianze, busti e oggetti ad essi appartenuti.
Alla fine della visita una scala conduce alla sommità merlata, sulla quale è montata una terrazza dalla quale si può godere del panorama della città e di tutta l'area circostante: la pianura veneta fino alla laguna di Venezia, buona parte della pianura friulana, i colli morenici del trevigiano e la catena montuosa delle Prealpi bellunesi.
La Casa museo di Giovanni Battista Cima è un museo di Conegliano, situato nel centro storico della città, alle spalle del Duomo di Santa Maria Assunta e San Leonardo.
Architettura
modificaSituata in via Cima, la Casa museo è il luogo dove nel Rinascimento visse il pittore coneglianese Giovanni Battista Cima.
Casa Cima, in buone condizioni dopo il restauro che l'ha salvata dal degrado, è inserita nel susseguirsi di piccole facciate della via retrostante il Duomo; la sua struttura è quella di un edificio a due piani più l'ammezzato di sottotetto, anticamente sede dell'attività artigianale della famiglia del pittore.
Museo
modificaA partire dal restauro Casa Cima è diventata un piccolo museo archeologico, contente reperti trovati nel territorio di Conegliano e perlopiù risalenti a un'epoca compresa tra neolitico ed età romana, nonché un'esposizione di riproduzioni fotografiche delle opere del Cima.
L'edificio inoltre ospita la Fondazione Cima, promotrice del progetto.
Contrada Granda[2] è il toponimo tradizionale che indica il tracciato della strada principale del centro storico di Conegliano, comprendente via XX settembre, Piazza Cima e via Beato Ongaro.
Su questa via si affacciano la gran parte delle architetture di maggior pregio della città, alcune di grande valore artistico e storico-culturale.
Porta Dante
modificaL'ingresso alla Contrada si effettua dal lato ovest, aperto da due torrette di moderna fattura risalenti al 1865, denominate Porta Dante, poiché costruite in occasione del sesto centenario della nascita di Dante Alighieri; un'effige sulla torre di sinistra ricorda la ricorrenza, mentre su quella di destra una formella contiene un bassorilievo con il profilo del poeta.
Le due strutture hanno pianta esagonale, con cinque lati aperti da archi a tutto sesto; la sommità di entrambe forma una terrazza annessa ai palazzi adiacenti.
Facciate del lato nord
modificaScuola dei Battuti e Duomo
modificaLa facciata più importante della Contrada è quella della Scuola dei Battuti, edificio trecentesco tutto affrescato con scene bibliche e immagini mitologiche e geometrici, con un portico aperto da nove grandi arcate ogivali, che consentono l'accesso al Duomo, alla cui facciata il palazzo è addossato.
All'interno del Duomo, oltre ad alcuni antichi affreschi, sono conservate due importanti pale di artisti coneglianesi del Rinascimento: San Francesco che riceve le stimmate e altri santi del Beccaruzzi e Madonna in trono col Bambino fra angeli e santi del Cima.
Casa Biffis
modificaTipico palazzo quattrocentesco, Casa Biffis ha una facciata tutta dipinta con affreschi rinascimentali, malgrado la superficie pittorica si sia nei secoli deteriorata; attualmente si conserva bene la decorazione della parte alta (motivi geometrico-floreali), protetta dalla sporgenza del tetto.
La facciata del palazzo si mostra con le due arcate a tutto sesto del portico al piano terra sostenute da colonne gotiche, sotto cui si aprono le aperture del piano terra e del mezzanino.
I due piani nobili hanno la stessa forometria, costituita asimmetricamente da una coppia di monofore a tutto sesto, a destra, e da una bifora a sinistra.
Nel sottotetto tre piccole finestre quadrate disposte simmetricamente segnano la presenza di un ammezzato.
Palazzo Da Collo e oratorio dell'Assunta
modificaPalazzo Da Collo è un edificio risalente al XVI secolo, occupante l'intero lato occidentale di Piazza Cima; esso fu dimora della famiglia Da Collo, appartenente in origine alla nobiltà cenedese e entrata a far parte del Magnifico Consiglio di Conegliano nel 1451.
Questo edificio, di grande imponenza, ha la facciata principale sviluppata in lunghezza e rivolta sulla piazza, mentre sulla via ha una facciata molto stretta e sviluppata in altezza. Lo stile della dimora dei Da Collo è quello di un palazzo rinascimentale di tre piani, la cui forometria conta un gran numero di monofore rettangolari (quelle del piano nobile in cornice lapidea) a evidenziarne i livelli.
In posizione approssimativamente centrale (data l'asimmetria) è inscritta nelle linee della facciata del palazzo, quella dell'oratorio privato, dedicato all'Assunzione di Maria (come il Duomo): le sue forme sono scandite da quattro colonne di ordine tuscanico, che la tripartiscono, formando un settore centrale contenente un piccolo rosone e il portale timpanato; l'interno è un'unica aula, oggi sconsacrata: tale ambiente era adibito a ospitare le sepolture di numerosi esponenti dei Da Collo.
Essendo in pendenza, la facciata del palazzo è stata adeguata al dislivello per mezzo di uno stratagemma: la parte a sinistra dell'oratorio, a livello della Contrada, ha due mezzanini sovrapposti, mentre la parte a destra dell'oratorio, più in alto sul dolce pendio del Colle di Giano, ha un solo mezzanino, facendo sì che la struttura del palazzo non perda l'armonia delle sue parti.
Casa Sbarra
modificaAll'angolo tra via Accademia e via Cima, poco oltre Palazzo Da Collo, dalla Contrada si scorgono le due facciate di Casa Sbarra, palazzo quattrocentesco di grande importanza artistica.
Sulla facciata di via Cima, dove risalta la sagoma di due caminetti, si conservano, seppure in gran parte rovinati dai secoli, dei preziosi affreschi rinascimentali, che ne coprono l'intera superficie; quelli della facciata principale sono quasi completamente cancellati.
Casa Sbarra, elegante edificio di tre piani, al piano terra ha un portico con arconi ogivali, sotto il quali si possono vedere, in buono stato di conservazione, due affreschi: Crocefissione e Madonna in trono tra quattro santi.
I due piani superiori sono aperti da monofore a tutto sesto disposte asimmetricamente, ma il piano nobile è impreziosito anche da due trifore.
Caratteristica e degna di nota è una terrazzetta ad angolo in pietra, sporgente dall'ultimo piano del palazzo, con vista su Piazza Cima, su Piazzetta 18 luglio 1866 e su via XX settembre.
Piazza Cima e Teatro Accademia
modificaPiazza Cima è il cuore della Contrada e del centro storico: data la sua posizione sulla parte bassa del Colle di Giano, la piazza ha la caratteristica di essere in lieve pendenza.
Il lato ovest è occupato da Palazzo da Collo, il lato sud dalla Contrada e dalla piazzetta, il lato est dal Municipio.
Il lato nord è invece sede di un'imponente costruzione neoclassica progettata da Andrea Scala nel XIX secolo, il Teatro Accademia, importante sede di spettacoli teatrali e concerti.
Piazza Cima è nota anche per essere stata scenario di alcune scene di Signore & signori, celebre film del 1966, diretto da Pietro Germi e incentrato su una satira della dolce vita post boom economico nella provincia veneta.
Palazzo Municipale
modificaIl Municipio di Conegliano è un edificio del XVIII secolo, progettato dall'architetto Ottavio Scotti.
Ha due facciate simili, una sulla Contrada e quella principale sulla piazza: quest'ultima, disposta su tre livelli, ha il piano terra aperto da quattro grandi arcate a tutto sesto, che danno accesso al portico, dove, affiancate al grande portale, sono poste due colonne in marmo con i busti di Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II di Savoia; al piano nobile, disposte simmetricamente, ci sono quattro monofore rettangolari con balaustra; al secondo piano un sottotetto aperto da quattro finestrelle quadrate. Tutti i livelli sono marcati da spesse cornici marcapiano.
All'interno, nella sala del consiglio comunale, le pareti sono decorate con affreschi della scuola del pittore veneziano Giovan Battista Canal.
Palazzo Montalban vecchio
modificaPalazzo Montalban vecchio è la più antica delle due dimore dei Montalban presenti in Contrada: si tratta di un palazzo del XVI secolo, costruito su progetto della scuola di Michele Sammicheli.
La facciata simmetrica ha un tipico impianto cinquecentesco, coi tre livelli evidenziati da marcapiano: cinque alte arcate a tutto sesto con mascherone in chiave di volta al piano terra, dove è collocato centralmente il portale, anch'esso a tutto sesto e con lo stemma della nobile casata in chiave; il portico è coperto da cinque volte a crociera. Le aperture del piano nobile, tutte dotate di mascherone, sono due coppie di monofore a tutto sesto ai lati (poi parzialmente murate e contenenti ciascuna due monofore rettangolari sovrapposte) e, al centro, una grande serliana con balaustra. Il sottotetto è aperto da monofore quadrangoari (centralmente riunite a formare una trifora dotata di parapetto) e percorso in alto da un cornicione dentellato.
Internamente alcune stanze sono decorate da stucchi e rese eleganti da antichi caminetti; tra tutte va ricordata la stanza detta "della regina", dove fu ospitata la figlia del re di Polonia Federico Augusto, Maria Amalia di Sassonia.
Monte di Pietà
modificaIl palazzo noto come Monte di Pietà, attualmente sede di un'attività alberghiera, è un edificio del XVI secolo, tra i più caratteristici e preziosi della Contrada.
Esso si mostra con la facciata coperta da affreschi in perfetto stato di conservazione, opera di Ludovico Fiumicelli eseguita nel 1525: è rappresentato, sullo sfondo di un cielo azzurro, un gran numero di putti e angeli tra le nuvole, alcuni dei quali portanti i simboli della passione di Cristo; una lunetta, posta centralmente sopra le due arcate del piano terra, contiene un affresco raffigurante una Pietà.
Dal punto di vista architettonico, il Monte di Pietà è un palazzetto di tre piani coi due archi del pian terreno, sostenuti da una colonna di ordine composito (con elementi ionici e corinzi); sopra la volta degli archi sono presenti due oculi, rispetto ai quali la lunetta si posiziona al centro; il primo piano ha tre monofore a tutto sesto inserite in una cornice in pietra, a cui corrispondono nel sottotetto tre piccole fineste quadrate.
Palazzo Graziani e oratorio dell'Annunziata
modificaPalazzo Graziani è un edificio cinquecentesco di tre piani più un ammezzato nel sottotetto, caratterizzato da piccole aperture ovali. La facciata è simmetrica e, un tempo era decorata da affreschi con motivi geometrici, di cui attualmente, dopo un accurato restauro, restano alcune tracce scalpellate dagli intonaci moderni. Il primo piano è porticato, con tre arcate, i due piani hanno centramente, tra coppie di monofore rettangolari, due ordini di trifore a tutto sesto.
Annesso al palazzo, sul suo lato destro, dove si imbocca il percorso pedonale della calle degli Asini (che conduce al Castello), c'è l'oratorio dell'Annunziata, ora in cattivo stato di conservazione e usato come deposito.
Facciate del lato sud
modificaCasa Piutti
modificaCasa Piutti è un palazzo rinascimentale del XV secolo, posto ad angolo della piazzetta 18 luglio 1866, con la facciata che dà su piazza Cima. Di grande bellezza, oltre agli elementi architettonici, sono le decorazioni a fresco presenti su entrambe le facciate.
Disposta su quattro livelli e asimmetrica, Casa Piutti ha la facciata sulla Contrada aperta da tre arcate a tutto sesto sostenute da colonne corinzie al piano terra, da due ordini di trifore ai due piani nobili e da tre finestrelle quadrate nel sottotetto.
La facciata sulla piazzetta ha quattro arcate al piano terra e ai piani nobili semplici monofore.
Caratteristica, infine, la bifora ad angolo posta al secondo piano, sostenuta da un pilastrino e da un parapetto semicircolare in ferro battuto.
Ricordato come dimora della famiglia Piutti, l'edificio è stato a lungo sede delle scuole pubbliche di Conegliano, già in età umanistica.
Piazzetta 18 luglio 1866 e Scalinata degli Alpini
modificaVia centrale che collega viale Carducci (dove sorge la stazione ferroviaria di Conegliano) e l'area di San Rocco alla Contrada e a piazza Cima è la Scalinata degli Alpini, la quale culmina sotto la loggia ottocentesca di piazzetta 18 luglio 1866, piccolo spiazzo lastricato con al centro un pozzo; il lato est della piazzetta è chiuso da Casa Piutti, mentre il lato nord resta aperto sulla via e sulla piazza.
Casa Colussi
modificaEdificio rinascimentale, Casa Colussi si trova di fronte alle facciate comprese tra Municipio e Palazzo Montalban vecchio. La sua facciata è completamente affrescata, ma buona parte della superficie pittorica si è persa; tuttavia, dopo il restauro degli anni 2000, ha riacquistato colore e splendore.
Al piano terra il consueto portico è aperto da tre arcate sostenute da due colonne con capitello gotico; nel sottoportico, a sinistra, si trova l'affresco meglio conservato, Trinità, Madonna e Bambino.
I due piani superiori, secondo una perfetta simmetria, seguono lo stesso schema: una coppia di monofore per lato (rettangolari al primo piano, a tutto sesto al secondo) e una trifora al centro (quella del primo piano con l'apertura centrale chiusa da parapetto).
Porta San Polo
modificaAntico accesso da sud alla città murata e ancora oggi accesso meridionale della Contrada, Porta San Polo è una classica struttura di porta, col fornice a tutto sesto sovrastato da un piano, aperto da due finestre rettangolari.
Casa Longega
modificaTra le strutture di interesse maggiore c'è Casa Longega, del XV-XVI secolo: a renderla peculiare non è la struttura architettonica, che è quella di un edificio a due piani più ammezzato con portico al primo piano e aperture rettangolari, bensì la presenza di elementi scultorei sulla facciata principale e sulla piccolo prospetto laterale. Si tratta dell'inserimento di formelle e decori in cotto provenienti da un antico palazzo trecentesco: essi sono collocati sui capitelli, sulle volte delle arcate e al di sopra di esse, dando a Casa Longega uno stile inconfondibile; tra i bassorilievi teste, stemmi e iscrizioni.
Storia
modificaPalazzo Sarcinelli fu costruito nel 1518 da un ramo della famiglia Sarcinelli, quello di Ceneda (l'altro era quello di Serravalle), facente capo a Antonio Sarcinelli. Su modello della coeva dimora rinascimentale di Serravalle, anche quella coneglianese dei Sarcinelli di Ceneda era tra le più sfarzose dell'intero centro storico.
Nei secoli di maggior splendore la nobile famiglia ospitò nella sua sede coneglianese personaggi di rilievo come la regina Bona di Polonia (1556); Massimiliano d'Austria; Enrico III di Francia (1574).
Nel XX secolo diventa proprietà comunale e, a partire dal 1988, il palazzo, già sede della biblioteca comunale (trasferita negli anni 2000), è diventato una prestigiosa galleria d'arte, che ha ospitato numerose mostre di pittura, incentrate soprattutto su artisti e movimenti che hanno interessato l'arte veneta moderna e contemporanea.
Nel 2009 la struttura è in restauro, operazione che sarà completata nei primi mesi del 2010, quando il palazzo sarà sede di un'importante mostra di Cima da Conegliano.
Descrizione
modificaDi tradizionale impianto cinquecentesco, Palazzo Sarcinelli ha un'imponente facciata su tre livelli.
Al piano terra un portico è aperto da cinque arcate a tutto sesto, i cui pilastri presentano degli elementi scultorei, con una testa per lato tra elementi floreali. Sotto vanno segnalati il portale rettangolare affiancato da due colonne corinzie e la presenza di un mezzanino.
Al piano nobile, al di sopra di un marcapiano, tra due coppie di monofore a tutto sesto in cornice lapidea, è presente un'elegante quadrifora relativa al salone centrale: questa è sostenuta da tre colonnine ioniche in marmo rosa e anch'essa inserita in cornice lapidea. Tutte le aperture del primo piano sono dotate di balaustra.
Il secondo piano è costituito da un sottotetto con aperture quadrate rispettanti la simmetria della facciata; in alto un cornicione dentellato percorre tutta la lunghezza della facciata.
Internamente alcuni saloni sono abbelliti da stucchi e bassorilievi, in accordo col prestigio degli storici proprietari.
Oratorio della Madonna della Salute
modificaInserito a metà del tratto compreso tra Porta San Polo e Porta Monticano, l'oratorio della Madonna della Salute è un edificio di una certa importanza storica, legato alle vicende della pestilenza che nel XVII secolo colpì Conegliano.
Palazzo Montalban nuovo
modificaTra gli edifici più moderni e imponenti della Contrada Granda, c'è Palazzo Montalban nuovo, struttura settecentesca progettata da Andrea Zorzi. Posto in adiacenza con l'oratorio della Madonna della Salute e a breve distanza dal Monte di Pietà, dove la via s'incurva leggermente, secondo la forma del Colle di Giano, il palazzo si distingue subito dagli altri per la maggiore altezza, per le linee neoclassiche e per la forma leggermente arcuata.
L'edificio ha la peculiarità di possedere due facciate gemelle, una sulla Contrada e una su via XI Febbraio, la strada sottostante. La loro struttura è divisa in cinque parti, con la centrale e le laterali tripartite da lesene di ordine ionico al primo piano e di ordine corinzio al secondo; a questi tre settori dei piani nobili corrisponde il bugnato delle tre parti del piano terra, dove sono disposti i tre portali d'ingresso, che richiamano la forma della serliana.
La forometria conta due monofore rettangolari timpanate per piano in ciascuna delle quattro parti laterali, mentre al centro tra le monofore è inserita anche un'apertura maggiore a tutto sesto e dotata di balaustra; la parte centrale è di maggiore importanza anche per la presenza di un grande timpano sulla sommità, contenente lo stemma dei Montalban.
Internamente, Palazzo Montalban nuovo conserva decorazioni di grande pregio e affreschi di Giovan Battista Canal; tali ambienti, attualmente perlopiù sede di uffici, sono soprattutto noti per aver ospitato Napoleone Bonaparte nel 1797.
Porta Monticano
modificaPorta Monticano è l'uscita est della Contrada: il suo nome si deve al fatto che si affaccia sul fiume omonimo. Di epoca rinascimentale, è detta anche Porta Leone per la caratteristica immagine della sua facciata sul fiume: infatti, sopra l'arcata della porta, un grande affresco rappresenta il Leone di San Marco; vi sono dipinti anche degli stemmi e, sulla sommità della facciata, l'immagine della Giustizia, altro simbolo del potere della Serenissima.
Sotto l'arcata, le pareti sono dipinte con decorazioni di carattere floreale e geometrico. Sulla facciata interna che dà sulla Contrada, disadorna e adiacente a una vecchia torre, sono presenti una piccola nicchia affrescata con stemmi e simboli e, sotto di essa, un bassorilievo col leone di San Marco.
Altri palazzi
modificaCasa del Re di Cipro
modificaLa casa del Re di Cipro è un palazzo di Conegliano, ubicato fuori le mura, sul lato nord di via Madonna, in un'area compresa tra il Monticano e la Madonna delle Grazie.
Cenni storici
modificaLa casa del Re di Cipro fu edificata nel Quattrocento, per essere dimora coneglianese dei Lusignano, signori di Cipro, nell'epoca in cui Caterina Cornaro, per via matrimoniale, divenne regina di Cipro. Nello stesso secolo i proprietari commissionarono l'affrescatura della facciata e del sottoportico.
Nei secoli gli affreschi sono andati in gran parte perduti, tuttavia ne rimane ancora una traccia, seppur lieve, su tutta la superficie. Attualmente l'edificio si trova in discreto stato di conservazione ed è ancora proprietà di privati.
Descrizione
modificaLa facciata, su tre livelli, è quella di un edificio del primo Rinascimento, che risente ancora delle linee gotiche tre-quattrocentesche: al piano terra c'è il portico, aperto da tre archi a sesto acuto; i due piani nobili hanno una regolare forometria fatta di monofore rettangolari, con l'eccezione dell'apertura centrale del secondo piano, che è un'elegante trifora trilobata, di ispirazione veneziana (che probabilmente ha ispirato nel XIX secolo quella della non lontana Villa Moretti).
Sotto la trifora è presente un bel bassorilievo con stemma sostenuto da un angelo. Tutta la facciata era coperta da affreschi quattrocenteschi, di cui si salvano soprattutto dei motivi geometrici e floreali, ma sulla parte sinistra è ben conservata anche una raffigurazione di mucca.
Nel sottoportico, a sinistra, resta un'Annunciazione, risalente anch'essa alla seconda metà del Quattrocento e attribuita a Dario da Treviso: della rappresentazione resta soprattutto la parte alta, con lo sfondo di una città fortificata e le teste dell'arcangelo Gabriele e della Vergine; a destra, invece, sono affrescati degli elementi floreali di carattere decorativo.
Palazzo Gera Minucci
modificaPalazzo Gera Minucci è un palazzo di Conegliano, ubicato fuori le mura, tra via Cavour e via Colombo.
Cenni storici
modificaL'edificio, dimora della nobile famiglia locale dei Gera Minucci, risale al XVIII secolo.
Vi furono ospitati Napoleone Bonaparte e Giuseppe Garibaldi, ricordato in questo luogo per aver parlato al popolo coneglianese.
Attualmente l'edificio è ancora una residenza privata e si trova in discreto stato di conservazione.
Descrizione
modificaIl palazzo ha un'imponente facciata disposta su tre piani lungo via Cavour e guardante piazza Duca d'Aosta, dove sorge ciò che resta dell'ex convento di Sant'Antonio.
Tale facciata presenta un portico al piano terra, aperto da cinque arcate a tutto sesto bugnate. I due piani nobili, che seguono la stessa impostazione simmetrica, hanno centralmente un'elegante trifora a tutto sesto, inserita in elementi lapidei e dotata di balaustra (sporgente solo al primo piano). ai lati delle trifore si apre una coppia di monofore per lato. La parte alta è occupata da un ammezzato nel sottotetto, caratterizzato da sei aperture quadrate, sopra le quali scorre un largo cornicione dentellato.
Su via Colombo dà una seconda facciata, su due piani: essa ha centralmente la sommità terminata da un timpano a dentelli, tre monofore a tutto sesto al primo piano e un grande fornice al piano terra, che mette in comunicazione il giardino prospicente, le cui vecchie cancellate sono visibili su via Colombo, con il cortile interno al palazzo.
Internamente sono conservati degli affreschi settecenteschi attribuiti al pittore veneziano Giambattista Canal.
Fontana del Nettuno
modificaL'attuale fontana del Nettuno, anche detta popolarmente fontana dei cavalli, uno dei monumenti più caratteristici della città, è situata a pochi metri da Porta Dante, presso l'intersezione di corso Vittorio Emanuele II, via Calvi e via Cavour.
La fontana prese forma in diverse epoche: la parte più antica è la vasca trecentesca, opera di Filippo Spongadi, scultore veronese, anticamente posta in piazzetta 18 luglio 1866, nella vicina Contrada Granda.
Nel XVIII secolo fu aggiunta la scultura ancora visibile, in sostituzione di un obelisco cinquecentesco: su una grande conchiglia trainata da due ippocampi di grandi dimensioni dalle cui froge esce l'acqua, sta il dio Nettuno, impugnante con la mano destra il tridente. Tale scultura era precedentemente parte del patrimonio artistico di Villa Foscolo di Oderzo.
La dislocazione odierna si ebbe solo il 19 ottobre 1838, in occasione dell'imperatore austriaco Ferdinando I d'Austria.
Ville venete
modificaVilla Gera è una villa veneta di Conegliano, situata sul Colle di Giano, poco sotto il Castello, in posizione panoramica.
Storia
modificaVilla Gera fu voluta nel 1830 dall'omonima nobile famiglia, su commissione di Bartolomeo Gera, che chiese la mano dell'architetto Giuseppe Jappelli per il progetto; la costruzione di questa villa era destinata a modificare fortemente lo sguardo sul colle, divenendo uno degli edifici più caratteristici di Conegliano: essa infatti, ergendosi sulla parte alta del Colle di Giano, oltre a dominare tutta la città e la pianura coneglianese, si frappone tra il Castello e la parte alta del centro storico, dove sorge il Convento di San Francesco.
Nel 1837 fu chiamato Giovanni De Min, perché affrescasse il salone della villa, con episodi storico-mitologici.
Nel primo Novecento la villa fu luogo di occupazione tedesca durante le due guerre, perdendo parte degli affreschi proprio in occasione di un incendio divampato nel 1943.
Descrizione
modificaVilla Gera è un edificio in stile neoclassico, del quale l'imponente facciata è l'elemento più rappresentativo: essa è caratterizzata da un ampio pronao con dieci colonne ioniche, che sostiene l'architrave del portico del piano nobile; sopra un grande frontone contiene in rilievo il gruppo scultoreo L'architettura accoglie le arti sorelle, opera dello scultore canoviano Marco Casagrande.
Gli interni custodiscono, nel salone, preziosi affreschi neoclassici di Giovanni De Min: sia le pareti sia il soffitto sono interessati da episodi della vita di Giulio Cesare, sui quali spicca la grande pittura del soffitto con Vittoria di Cesare sugli Elvezi.
Villa Canello è una villa veneta di Conegliano, situata sul Colle di Giano, poco a nord del Castello, sulla via dei Pascoli che conduce al centro della località Costa, di cui la villa segna l'estremità meridionale.
Storia
modificaVilla Canello fu progettata, con le sue forme neoclassicheggianti, nel Settecento per essere l'elegante residenza dell'omonima famiglia.
Dopo aver subito una lunga decadenza durante il XX secolo, negli anni 2000 la villa ha beneficiato di un restauro integrale, che l'ha riportata allo splendore originario.
Descrizione
modificaLa struttura del complesso di Villa Canello è a L, con la facciata che guarda verso est, sull'area della città attraversata dal Monticano e sui colli di Monticella, dove si distingue il profilo di Villa Paccagnella.
Il corpo principale, disposto complessivamente su tre livelli, è caratterizzato da una parte centrale più alta timpanata e da pinnacoli a forma di obelisco sulle estremità del tetto.
Il piano nobile, evidenziato dai due marcapiani, si distingue per la presenza di una serliana, le cui aperture sono inserite tra semicolonne ioniche.
Il resto del complesso, inserito ortogonalmente sul lato nord, presenta le caratteristiche dell'edilizia rurale dei colli circostanti: un corpo minore di due piani collegato al volume principale e un corpo maggiore disposto su tre livelli, caratterizzati da una regolare forometria, composta da monofore rettangolari; da notare i due arconi a tutto sesto del piano terra, con quello di desta che attraversa tutta la larghezza dell'edificio, con funzione di sotoportego.
Villa Giustinian è una villa veneta di Conegliano, situata nell'area di Calpena (al confine colla frazione di Ogliano) poco distante da Villa Paccagnella e dal Lago di Pradella. Il suo complesso guarda sulla piana antistante, dove scorre il Monticano, con vista sul quartiere della Madonna di Lourdes e sul lato nord del Colle di Giano.
Cenni storici
modificaVilla Giustinian fu edificata nella seconda metà del XVII secolo come residenza gentilizia da dal marchese Agostino Soaver; la famiglia Giustinian, ascritta al patriziato veneziano e la più nobile a cui la casa appartenne, le diede il proprio nome.
Oggi la villa, in buono stato di conservazione, è ancora una residenza privata.
Descrizione
modificaLa villa si compone di più corpi. Quello centrale, adibito ad abitazione gentilizia e rivolto verso la vallata antistante (dove scorre il Monticano) e verso il Colle di Giano, si compone di due livelli più un blocco centrale rialzato e sovrastato da timpano, contenente un affresco con lo stemma della famiglia Giustinian. Tutto il sottotetto è percorso da un largo cornicione dentellato.
Gli altri edifici, di diverse forme e di dimensioni minori, ricalcano con eleganza gli stilemi dell'architettura rurale dei colli coneglianesi.
Villa Giustinian possiede una cappella privata autonoma dedicata a Sant'Antonio, posta a lato del corpo centrale: la facciata a capanna dell'edificio sacro si caratterizza per la presenza di un grande frontone dentellato, poggiante ai lati su due grossi pilastri; la forometria di tale prospetto consta di una finestrella a mezza luna e di un portale rettangolare.
Villa Paccagnella è una villa veneta di Conegliano, situata in località Calpena, dove sorge anche Villa Giustinian; è posta sulla sommità nord occidentale dei colli di Monticella di Conegliano, sul cui estremo orientale, in comune di San Vendemiano, sorge Villa Lippomano, l'altra residenza nobile che il Longhena disegnò in quest'area.
Storia
modificaVilla Paccagnella fu voluta nella seconda metà del XVII secolo dall'omonima famiglia del patriziato veneziano (che ne è ancora oggi proprietaria), perché divenisse la sua residenza estiva nell'entroterra veneto. Si attribuisce il progetto all'architetto Baldassare Longhena, attivo soprattutto a Venezia, dov'è maggiormente noto per capolavori come Ca' Pesaro, Palazzo Zane Collalto o la Madonna della Salute.
Nel 1766 un pittore lombardo impreziosiva con opere pittoriche le sale della villa: tuttavia l'opera andò perduta durante gli eventi della prima guerra mondiale, quando la villa subì danneggiamenti.
Oggi, restaurata e ricondotta all'aspetto originario, Villa Paccagnella è dimora privata che ospita eventi mondani e ricevimenti.
Descrizione
modificaDa Villa Paccagnella, grazie alla sua posizione panoramica, si dominano tutta la città e la pianura veneta a sud, verso cui guarda la facciata, i colli (specie i dintorni di Ogliano) e l'arco prealpino a nord. La nobile struttura è inserita in un ampio parco con piscina neoclassica.
L'edificio si compone di un unico stabile tripartito: un corpo centrale più sviluppato in profondità e in altezza e due corpi laterali simmetrici.
Un grande scalone conduce al portico della facciata, aperto da un colonnato, dal quale si accede al portale d'ingresso, in cornice lapidea terminante in un timpano spezzato.
Al piano nobile tre grandi monofore a tutto sesto chiuse da balaustra e inserite tra semicolonne ioniche. Sopra ad esse un grande frontone dentellato con tre statue alle estremità.
I corpi laterali presentano due livelli di monofore, il primo a tutto sesto e il secondo rettangolari; in alto, al di sopra di una cornice dentellata, scorre una balaustra.
Gli interni, di grande eleganza e sobrietà, contengono ancora gli arredi originali.
Villa Moretti è una villa veneta di Conegliano, ubicata nel quartiere orientale Monticella, lungo via XIV maggio, a pochi metri da Villa Soldera.
Cenni storici
modificaVilla Moretti è un edificio risalente al XIX secolo, dimora della famiglia Moretti. Come le altre tre ville venete di Monticella di Conegliano, anche Villa Moretti ha perso quasi totalmente i caratteri originari della sua collocazione, venendo inglobata in una zona a forte densità abitativa, dovuta alla crescente urbanizzazione del quartiere nella seconda metà del XX secolo.
Ancora casa dei Moretti, oggi la villa è in buono stato di conservazione.
Descrizione
modificaVilla Moretti si compone di un edificio padronale più degli annessi minori, rimaneggiati o di epoca presumibilmente successiva.
L'edificio padronale è a pianta rettangolare, con un blocco centrale più alto e due ali laterali, il tutto disposto secondo una perfetta simmetria.
La facciata vede i quattro piani della parte centrale evidenziati dalla disposizione delle aperture e da delle sottili cornici marcapiano. La forometria consta di tutte monofore rettangolari, organizzate, al piano terra, intorno al semplice portale, ai due piani superiori, intorno a una monofora più grande con parapetto.
Fa eccezione il terzo piano, dove si trova l'elemento che più conferisce eleganza all'altrimenti disadorna facciata: si tratta di una trifora trilobata a sesto acuto, di ispirazione veneto-bizantina, ai lati della quale si ergono due alti comignoli di forma ottagonale; questi due elementi sono gli unici a spuntare al di sopra della vegetazione del piccolo giardino addossato alla villa, dividendola dal traffico della strada antistante.
Le due ali seguono uno schema analogo a quello del blocco centrale, ma si differenziano da esso per la mancanza del terzo piano, qui sostituito da un ammezzato aperto da finestre ovali.
A sinistra dell'edificio padronale è annessa una piccola struttura di un piano con terrazza. Sul retro un altro annesso di piccole dimensioni, disposto su due livelli e rimaneggiato, richiama le forme dell'edilizia rurale.
Villa Fabris Giavi è una villa veneta di Conegliano, situata all'estremità occidentale della base del colle di Monticella, di fronte all'area dove sorge la Madonna delle Grazie.
Cenni storici
modificaLa residenza della famiglia Fabris fu costruita nel XIX secolo, sul lieve pendio di via Bidasio degli Imberti, in una zona destinata a diventare, nella seconda metà del XX secolo, una delle più densamente popolate della città.
Attualmente la villa, di proprietà dei Fabris, è in buono stato di conservazione.
Descrizione
modificaEdificio di buone dimensioni racchiuso nella parte anteriore da un muro di cinta, all'interno del quale ha luogo il giardino, Villa Fabris Giavi è formata da un unico edificio a pianta quadrangolare.
La facciata ricalca le forme dell'edificio padronale delle ville venete sei-settecentesche, con la parte centrale rialzata e terminata da un timpano dentellato.
Le aperture, disposte simmetricamente, disegnano i tre livelli di cui la struttura si compone: al piano terra, con superficie in bugnato, tre monofore rettangolari per lato si dispongono intorno al portale centrale; al piano nobile, diviso dall'inferiore per mezzo di marcapiano, le aperture sono a tutto sesto, con al centro una trifora con balaustra; il secondo piano, con piccole aperture rettangolari, è variato sotto il timpano da una più ampia monofora a tutto sesto balaustrata.
Sulla sommità dei due angoli della facciata e sullo spigolo più alto del timpano, sono posti dei piccoli elementi scultorei.
Villa Bortolon è una villa veneta di Conegliano, ubicata in via Manin, lungo la ferrovia.
Cenni storici
modificaVilla Bortolon è un edificio risalente al XVII secolo, ricordata come residenza della famiglia locale dei Bortolon.
Nei secoli, con l'espandersi del centro di Conegliano e con la forte urbanizzazione dell'area dove sorge la villa, adiacente al grande complesso industriale Zoppas (ora Setteborghi), l'originale contesto in cui Villa Bortolon era inserita si è completamente perduto.
Tra la fine del XX secolo e gli anni 2000, l'area comprendente la villa e le architetture industriali novecentesche che le erano annesse è stata oggetto di valorizzazione, nonché di un restauro che ha tolto Villa Bortolon dal degrado.
Descrizione
modificaEdificio di medie dimensioni, Villa Bortolon si presenta con una facciata seicentesca, addossata alla strada. La perfetta simmetria fa sì che due coppie di monofore rettangolari si dispongano lateralmente, al piano terra, al portale (raggiungibile attraverso due brevi gradinate) e, al piano nobile, alla monofora a tutto sesto centrale, dotata di balaustra.
Sopra, un ammezzato occupa il sottotetto, al quale danno respiro quattro piccole finestre ovali; centralmente è presente una parte rialzata, in corrispondenza di un grande abbaino: tale rialzo è sovrastato da un timpano, aperto da una monofora a tutto sesto balaustrata e affiancato da delle piccole volute.
Villa Civran Morpurgo Pini-Puig (anche detta Palazzo Morpurgo) è una villa veneta di Conegliano, situata nel quartiere Monticella (in via Monte Grappa), al confine est del comune, a pochi metri da Villa Lippomano.
Storia
modificaVilla Morpurgo fu costruita nel XVII secolo, dimora dei Montalbano, dei Civran, dei Morpurgo; ora è di proprietà della famiglia Pini-Puig.
Una cappella gentilizia fu demolita alla fine del XIX secolo e la pala d'altare che vi si conservava fu trasferita e ora si trova nella Chiesa dei Santi Martino e Rosa[3].
Nel XX secolo gran parte del parco e della campagna della villa sono state occupate da una fitta edilizia abitativa, che ha fatto del colle di Monticella e delle sue aree rurali una dei quartieri più popolosi della città.
Descrizione
modificaVilla Civran Morpurgo Pini-Puig si presenta come un edificio di due piani sviluppato in lunghezza, perpendicolarmente al pendio del colle, racchiuso da un muro aperto da cancellate, sui cui pilastri poggiano delle sculture con fanciulli in atteggiamento giocoso o con strumenti musicali.
La facciata è simmetrica, con la parte centrale sovrastata da un grande timpano, sulla sommità del quale campeggia una piccola statua rappresentante un putto. Sotto il timpano si collegano a una spessa architrave quattro lesene di ordine ionico, che tripartiscono questa parte della facciata, dove si trovano il portale e le tre monofore maggiori del piano nobile.
La forometria dell'abitato consta di sole monofore quadrangolari, alcune inscritte in arco cieco.
All'interno, al piano nobile, sono presenti i saloni, alcuni dei quali contengono preziose decorazioni.
Davanti alla villa è presente un unico annesso superstite, inserito nel muro di cinta e costituito da un edificio di due piani di piccole dimensioni a pianta rettangolare; sulle pareti esterne, molto rovinati, si vedono ancora dei decori a fresco.
Sul lato nord del parco fino alla sommità della collina, è presente l'unica parte della campagna originale non ancora edificata, al centro della quale c'è una tipica casa rurale, in posizione equidistante da Villa Morpurgo e Villa Lippomano.
Cenni storici
modificaVilla Soldera è fu edificata nel XIX secolo per divenire la dimora dell'omonima famiglia locale.
In origine situata in zona a bassa densità abitativa e periferica, si trova oggi inserita in un contesto profondamente urbanizzato. Attualmente in buona conservazione, la villa è ancora dei Soldera.
Descrizione
modificaEspressione tarda di villa veneta, come la vicina Villa Moretti, Villa Soldera è un complesso di disposto su due livello e sviluppato il lunghezza lungo il dolce pendio del colle di Monticella.
Il corpo centrale, a pianta quadrangolare, ha una facciata aperta da monofore rettangolari in cornice lapidea, disposte regolarmente a segnare i due livelli, evidenziati anche da un marcapiano.
Sulla sommità, in corrispondenza del portale (anch'esso rettangolare), c'è un timpano con inscritta una finestra circolare; sopra di esso campeggia un elemento scultoreo a forma di vaso, terminato da un motivo floreale in ferro battuto.
A destra del corpo principale è presente un rustico di piccole dimensioni, leggermente più basso ed anch'esso disegnato su due livelli, secondo le forme dell'architettura rurale del coneglianese.
Palazzo della Savno
modificaIn una delle zone industiali di Conegliano, quella a sud di Monticella, sorge dal 2008 la nuova sede della Savno (Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale)[4]: questo edificio è il primo interamente ecologico ed eco-compatibile in Italia, primato che gli ha fatto guadagnare l'Energy Globe Award 2009 per l'Italia ("...se invitiamo i cittadini a riciclare dobbiamo dimostrare che la raccolta differenziata non è una cosa vana, e dare loro il buon esempio...", le parole del presidente della Savno Riccardo Szumski sul progetto)[5].
Si tratta di un palazzo di due piani esteso su 600 m² e dotato sulla sommità di una terrazza con giardino pensile. Le pareti sono isolate termo-acusticamente per mezzo del materiale ricavato da migliaia di bottiglie di plastica. Tutte le componenti dell'edificio sono pensate per il risparmio energetico, compreso un sistema di raccolta dell'acqua piovana.
Bibliografia
modifica- Conegliano. La città di Giambattista Cima - Capitale dell'enologia italiana, Anno 1, N°2 de L'illustrazione veneta (rivista monografica), Editori Associati, 2000.
- AA VV, Ville venete: la provincia di Treviso, a.c. di Zucchello, Pratali Maffei, Ulmer, Marsilio editore, 2001.
- Luciano Caniato, Giovanna Baldissin Molli, Conegliano: storia e itinerari, Canova, 1987.
- Köhler Udo, Romor Assunta, Contrada Granda. La Via XX Settembre a Conegliano, 2007, Vianello libri
Note
modifica- ^ Cfr. informazioni nella pagina di marcadoc.it
- ^ L'uso frequente del toponimo "Contrada Granda" al posto di via XX settembre è attestato anche nelle pubblicazioni, tra le quali la principale ne prende il nome: Köhler Udo, Romor Assunta, Contrada Granda. La Via XX Settembre a Conegliano, 2007, Vianello libri.
- ^ Informazioni dal sito della parrocchia di Monticella
- ^ Cfr. informazioni sull'edificio dal sito terranauta.it
- ^ Estratto da edilportale.com