Verba volant, scripta manent
Verba volant, scripta manent è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "le parole volano, gli scritti rimangono".
Questo antico proverbio, che trae origine da un discorso di Caio Tito al senato romano[1], insinua la prudenza nello scrivere, perché, se le parole facilmente si dimenticano, gli scritti possono sempre formare documenti incontrovertibili. D'altro canto, se si vuole stabilire un accordo, è meglio mettere "nero su bianco" e quindi agendo con i fatti, piuttosto che ricorrere ad accordi verbali facilmente contestabili a posteriori.
Tuttavia è da notare che tale proverbio aveva in origine una valenza del tutto opposta. In un'epoca in cui i più erano analfabeti, stava a indicare che le parole viaggiano, volano di bocca in bocca e permettono che il loro messaggio continui a circolare (Parole alate), mentre gli scritti restano, fissi e immobili, a impolverarsi senza diffondere il loro contenuto.[2]
Note
modifica- ^ (FR) J.P Bois, Dialogue militaire entre anciens et modernes, Université de Nantes, Centre de recherches sur l'histoire du monde atlantique. Presses universitaires de Rennes, 2004
- ^ Piergiorgio Odifreddi, (1994). In media stat virtus. Riportato il 30 settembre 2007
Voci correlate
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Collegamenti esterni
modifica- Verba volant, scripta manent, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.