Aapravasi Ghat
Aapravasi Ghat è il nome in Hindi dell'antico centro di raccolta per gli immigrati situato a Port Louis, Mauritius che fu la prima colonia britannica ad impiegare forza lavoro fatta immigrare dall'India con il vincolo della servitù debitoria.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Aapravasi Ghat | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (vi) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2006 |
Scheda UNESCO | (EN) Aapravasi Ghat (FR) Aapravasi Ghat |
Il complesso è composto da un insieme di edifici tra i quali alcuni resti dei primi edifici dell'isola atti a ricevere lavoratori provenienti dall'India. I discendenti di questi immigrati costituiscono il 68% dell'attuale popolazione dello stato.
Resti
modificaDell'originario complesso fondato nel 1849, esiste attualmente solo il 15%, tra cui l'ingresso e l'infermeria, i muri di un capannone per l'alloggio e resti dei quartieri di servizio. I resti risalgono agli anni intorno al 1860. Rimangono i resti della banchina con i quattordici gradini che tutti i nuovi arrivati dovevano percorrere.
Storia ed origine del nome
modificaA seguito dell'abolizione della schiavitù del 1º febbraio 1835 vi fu una grande mancanza di forza lavoro nei campi di canna da zucchero. I britannici decisero di organizzare un nuovo sistema che mirava a rifornire gli stabilimenti zuccherieri di manodopera. La località divenne nota con il nome di Coolie Ghat durante gli anni settanta. Fin dal 1834, i coltivatori franco-mauriziani e britannici organizzarono l'assunzione ed il trasporto di lavoratori indiani. Questo commercio prese il nome di Commerci Coolie, e successivamente gli immigrati furono chiamati Coolie. La parola coolie deriva dal termine tamil kuli che significa "salario". La maggioranza dei primi immigrati indiani proveniva dal Bihar, nell'India orientale. Erano appartenenti alla casta del Dhangar, noto come Hill Coolies, da cui deriva il nome dato agli schiavi.
Negli anni 1970, il nome della località fu cambiato in Aapravasi Ghat, due parole hindi, di cui Ghat significa "riparo temporaneo". La parola coolie non è più utilizzata poiché ha una connotazione denigratoria in lingua locale. Durante il suo periodo d'attività la località ha visto il passaggio di quasi 400 000 lavoratori indiani. Questi ultimi lavorarono negli stabilimenti zuccherieri dell'isola, o vennero indirizzati verso altre destinazioni come l'Isola della Riunione, l'Australia o i Caraibi.
Nel dicembre 2002 cominciarono i primi scavi archeologici nel sito. In parallelo, ricerche sono condotte presso gli archivi di stato di Mauritius. Nel maggio 2003 ricevette la visita del International Council on Monuments and Sites (ICOMOS), organo consultivo dell'UNESCO. È l'inizio del progetto di rinnovamento. La prima relazione tecnica del ICOMOS fu realizzata nel luglio 2003. Nel settembre 2004 cominciò la seconda fase dei lavori aventi lo scopo di togliere tutto il cemento aggiunto alla struttura nel tempo, e rifare il tetto in assi di legno.
All'Isola della Riunione, il "commercio coolie" è più conosciuto sotto il nome di "engagisme". Il movimento migratorio generato verso questa colonia francese, soprattutto tra gli anni 1850 e 1880, è all'origine della creazione di un luogo di memoria così importante come la località mauriziana.
Aapravasti Ghat e i Lazarets della Grande Chaloupe sono divenuti importanti luoghi di memoria per ricordare gli esodi forzati del periodo schiavista.
Approvazione UNESCO
modificaA causa dell'"indesiderabile aggiunta fatta negli anni novanta" e della mancanza di documentazione di siti paragonabili a Réunion, Trinidad e Durban, l'ICOMOS si rifiutò di riconoscere l'importanza dell'Aapravasi Ghat nell'aprile 2006.
La sessione del 12 luglio 2006 del Comitato dell'UNESCO, comunque, ribaltò il consiglio degli esperti aggiungendo il sito ai patrimoni dell'umanità quale "luogo in cui ebbe inizio la diaspora della servitù debitoria".
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aapravasi Ghat
Collegamenti esterni
modifica- Scheda UNESCO, su whc.unesco.org.
- Rapporto ICOMOS (PDF), su whc.unesco.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315148237 · GND (DE) 7615821-4 |
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