Aiguille Blanche de Peuterey

montagna del Massiccio del Monte Bianco

L'Aiguille Blanche de Peuterey (pron. fr. AFI: [eɡɥij blɑ̃ʃ də pøtəʁɛ]; 4.112 m s.l.m.) è una montagna italiana situata nel massiccio del Monte Bianco (Alpi Graie).

Aiguille Blanche de Peuterey
Le pareti nord (innevata) ed est (in primo piano) dell'Aiguille Blanche de Peuterey viste dal Rifugio Torino.
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Valle d'Aosta
Altezza4 112 m s.l.m.
Prominenza178 m
Isolamentokm
CatenaAlpi
Coordinate45°49′23.99″N 6°52′52″E
Data prima ascensione31 luglio 1885
Autore/i prima ascensioneÉmile Rey, Ambros Supersaxo, Alois Andenmatten e H. Seymour King
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Aiguille Blanche de Peuterey
Aiguille Blanche de Peuterey
Mappa di localizzazione: Alpi
Aiguille Blanche de Peuterey
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi occidentali
Grande SettoreAlpi Nord-occidentali
SezioneAlpi Graie
SottosezioneAlpi del Monte Bianco
SupergruppoMassiccio del Monte Bianco
GruppoGruppo del Monte Bianco
SottogruppoContrafforti italiani del Monte Bianco
CodiceI/B-7.V-B.2.c/d

Caratteristiche

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È situata nel gruppo del Peuterey sopra l'arête de Peuterey, tra l'Aiguille Noire de Peuterey ed il Grand Pilier d'Angle.

La montagna è composta di tre distinte elevazioni[1]:

  • Punta Centrale o Punta Güssfeldt (4.112 m)[2]
  • Punta Sud-est o Punta Seymour King (4.107 m)[3], la più importante dal punto di vista orografico ed alpinistico
  • Punta Nord-ovest o Punta Jones (4.104 m).

Dal Rifugio Torino e da Punta Helbronner, entrambi facilmente raggiungibili con la Funivia dei Ghiacciai, si ha una superba visione della montagna sul suo versante est che precipita sul Ghiacciaio della Brenva.

Ascensioni

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Prima ascensione

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La prima ascensione della montagna è stata realizzata il 31 luglio 1885 da Émile Rey, Ambros Supersaxo, Alois Andenmatten e H. Seymour King.[4]

Vie alpinistiche

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La cresta integrale di Peuterey

Via normale

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La via normale all'Aiguille Blanche de Peuterey è per la cresta sud-est.[5] Si sale dal Bivacco Piero Craveri. Raggiunta la vetta si scende al Colle del Peuterey e poi si scende per i Rochers Gruber verso il colle dell'Innominata. Viene considerata come la via normale più difficile di tutti i 4.000 delle Alpi.

Cresta di Peuterey

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La montagna si sale generalmente nella traversata della Cresta di Peuterey oppure Cresta Integrale di Peuterey che conduce fino alla vetta del Monte Bianco. Il percorso completo (Cresta Integrale di Peuterey) parte dal Bivacco Lorenzo Borelli - Carlo Pivano (2.325 m) e normalmente viene compiuto in due giorni salendo prima l'Aiguille Noire de Peuterey, poi Les Dames Anglaises, dormendo al Bivacco Piero Craveri, e salendo successivamente l'Aiguille Blanche, il Grand Pilier d'Angle e raggiungendo infine il Monte Bianco. In alternativa si può partire dal Rifugio Monzino (2.590 m), evitando così l'Aiguille Noire de Peuterey. Questa via è superba ma molto difficile; pertanto è riservata ad alpinisti esperti.

La salita della cresta di Peuterey è avvenuta in fasi successive, avendo prima come punto di partenza la Aiguille Blanche (itinerario conosciuto come cresta di Peuterey), fino a comprendere anche l'Aiguille Noire e le Les Dames Anglaises (cresta integrale di Peuterey):

  • 14-16 agosto 1893 - Paul Güssfeldt, Émile Rey, Christian Klucker e César Ollier - Partiti da Courmayeur il 14 agosto i quattro alpinisti raggiungono la cima dell'Aiguille Blanche per la parete est il 15 agosto e quindi il Monte Bianco di Courmayeur e il Monte Bianco il 16 agosto.[6]
  • 30-31 luglio 1927 - Ludwig Obersteiner e Karl Schreiner - Per la cresta delle Dames Anglaises e dell'Aiguille Blanche.[7][8]
  • 28-31 luglio 1934 - Adolf Gottner, Ferdinand Krobath e Ludwig Schmaderer - Per il Mont Noir, l'Aiguille Noire e l'Aiguille Blanche.[9]
  • 24-26 luglio 1953 - Richard Hechtel e Günther Kittelmann - Per la cresta sud dell'Aiguille Noire.[10]

Parete nord

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  • Via di sinistra (Via Grivel-Chabod) - 4 settembre 1933 - Prima salita di Renato Chabod e Aimè Grivel.[5]
  • Via di destra - 6 luglio 1952 - Prima salita di Michel Bastien, M. Coutin, G. Gaudin e Pierre Julien.[11]
  • Via Gabarrou-Suzuki - 28 luglio 1975 - Prima salita di Patrick Gabarrou e Masalu Suzuki, versante nord-est.[11]

Parete est

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  • Via Güssfeldt-Rey-Klucker-Ollier - 15 agosto 1893 - Prima salita di Paul Güssfeldt, Émile Rey, Christian Klucker e César Ollier,[12] nel corso della prima salita assoluta della Cresta di Peuterey.
  • Via De Benedetti-Passino - 14 giugno 1986 - Prima salita di Stefano De Benedetti e Giorgio Passino. De Benedetti ne effettuò anche la discesa in sci mentre Passino dovette rinunciare per la troppa poca neve per due sciatori.[13]

Parete sud-ovest

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  • Sperone occidentale alla punta nord-ovest - 16 agosto 1909 - Prima salita di Humphrey Owen Jones con Laurent Croux padre e figlio.[14]
  • Via Boccalatte alla punta sud-est - 24 agosto 1936 - Prima salita di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta.[15]
  • Sperone centrale sud-ovest - 21-22 agosto 1974 - Patrick Olivet e Dominique Roulin.[16]

Discese in sci

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  • Parete nord, via di destra
  • Parete nord, via di sinistra (Via Grivel-Chabod)
    • 14 settembre 1980 - Prima discesa di Stefano De Benedetti
    • 4 giugno 2010 - Seconda discesa di Francesco Civra Dano e Luca Rolli[17]
  • Via De Benedetti-Passino
    • 14 giugno 1984 - Prima discesa di Stefano De Benedetti
    • 23 aprile 2013 - Seconda discesa di Francesco Civra Dano e Luca Rolli in sci e Julien Herry e Davide Capozzi in snowboard[18]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Chiaramente la vetta più alta è inserita tra le 82 vette alpine superiori a 4.000 metri. Le due elevazioni più basse sono inserite nella lista delle vette secondarie superiori ai 4.000 m. Confronta: Vette alpine superiori a 4000 metri.
  2. ^ Prende il nome da Paul Güssfeldt, alpinista tedesco che la salì nel 1893.
  3. ^ Prende il nome da Seymour King che fu uno degli autori della prima ascensione nel 1885.
  4. ^ Chabod, Grivel e Saglio, p. 291.
  5. ^ a b Labande, p. 84.
  6. ^ Chabod, Grivel e Saglio, pp. 229-234.
  7. ^ Chabod, Grivel e Saglio, p. 234.
  8. ^ Labande, p. 63.
  9. ^ Chabod, Grivel e Saglio, pp. 234-235.
  10. ^ Chabod, Grivel e Saglio, p. 236.
  11. ^ a b Damilano, p. 209.
  12. ^ Chabod, Grivel e Saglio, pp. 294-297.
  13. ^ Roberto Mantovani, Nuove frontiere per lo sci estremo?, in Rivista della Montagna, n. 66, gennaio 1985, p. 67.
  14. ^ Chabod, Grivel e Saglio, pp. 300-301.
  15. ^ Chabod, Grivel e Saglio, pp. 301-302.
  16. ^ (EN) Aiguille Blanche de Peuterey and Punta Gugliermina, su summitpost.org. URL consultato il 14 giugno 2012.
  17. ^ Grivel - Chabod, Aig. Blanche de Peuterey, discesa con gli sci, su planetmountain.com, 11 giugno 2010. URL consultato il 14 giugno 2012.
  18. ^ Davide Capozzi, Aiguille Blanche de Peuterey, dopo 29 anni la prima ripetizione della parete che non c'è, su planetmountain.com, 27 aprile 2013. URL consultato il 27 aprile 2013.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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