Aleksandar Savić
Aleksandar Savić (Zagabria, 1923 – Jadovno, luglio 1941) è stato un attivista e partigiano croato. Fu ucciso durante l'Olocausto nello Stato Indipendente di Croazia.
Biografia
modificaNacque a Zagabria in una famiglia ebraica, figlio di Miroslav Savić e Ina Juhn-Broda.[1] Il padre cambiò il cognome della famiglia da Schwarz a Savić per via del crescente antisemitismo degli anni trenta.[2]
Si unì alla Lega della Gioventù Socialista di Jugoslavia (in serbo-croato: Savez komunističke omladine Jugoslavije, SKOJ) durante gli anni del liceo,[3][4] fu influenzato da Beno Stein (comunista croato e medico internista il cui appartamento era uno dei luoghi di incontro preferito dagli intellettuali di sinistra)[5] e dalle attività comuniste della madre. Savić frequentò il ginnasio di Zagabria, dove guidò le attività dello SKOJ.[4] Riunì la gioventù dello SKOJ e tenne riunioni illegali nel suo appartamento.
Con la nascita dello Stato Indipendente di Croazia nel 1941, si unì al movimento di resistenza croato partecipando alla stesura degli slogan antifascisti e alla distribuzione dei volantini. Il 24-25 maggio 1941 fu arrestato con un gruppo di 165 giovani ebrei. Fu deportato nel Campo di concentramento di Danica e successivamente nel campo di concentramento di Jadovno, dove fu ucciso dagli Ustascia nel luglio 1941.[3][4]
Note
modificaBibliografia
modifica- Ivo Goldstein, Židovi u Zagrebu 1918-1941, Zagreb, Novi Liber, 2005, ISBN 953-6045-23-0.
- Ognjen Kraus, Dva stoljeća povijesti i kulture Židova u Zagrebu i Hrvatskoj, Zagreb, Židovska općina Zagreb, 1998, ISBN 953-96836-2-9.
- Ivo Goldstein, Holokaust u Zagrebu, Zagreb, Novi Liber, 2001, ISBN 953-6045-19-2.
- Jaša Romano, Jevreji Jugoslavije 1941–1945: žrtve genocida i učesnici narodnooslobodilačkog rata, Beograd, Jevrejski Istorijski Muzej, Saveza jevrejskih opština Jugoslavije, 1980.
- Paul Benjamin Gordiejew, Voices of Yugoslav Jewry, Albany, State University of New York Press, 1999, ISBN 9781438404479.