Battir
'''Battir''' (in arabo: بتير, in ebraico: ביתר) è un villaggio palestinese situato nel Governatorato di Betlemme, nello Stato di Palestina, nella regione della Cisgiordania. È ubicato a circa 6,4 km ad ovest di Betlemme e a sud-ovest di Gerusalemme. Nel 2017, la popolazione del villaggio era di 4.696 abitanti.
Battir comune | |
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بتير | |
Localizzazione | |
Stato | Palestina |
Regione | Cisgiordania |
Governatorato | Betlemme |
Territorio | |
Coordinate | 31°43′29″N 35°08′12″E |
Altitudine | 720 m s.l.m. |
Superficie | 7,4 km² |
Abitanti | 3 967 (2007) |
Densità | 536,08 ab./km² |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+2 |
Cartografia | |
Battir vanta una lunga storia che risale all'antichità. All'interno dei suoi confini si trova un sito archeologico che contiene i resti dell'antica città ebraica di Beitar, nota come l'ultima roccaforte della rivolta di Bar Kokhba contro l'Impero Romano. Il villaggio è celebre per i suoi antichi terrazzamenti e un sistema di irrigazione che risale al periodo romano. Nel 2014, Battir è stata inserita nella Lista dei Patrimoni dell'Umanità come Patrimonio dell'Umanità dello Stato di Palestina, con il nome di "Battir – Terra di Ulivi e Viti — Paesaggio Culturale del Sud di Gerusalemme".
Storicamente, Battir è stato abitato durante i periodi bizantino e islamico, e nei censimenti ottomani e del Mandato britannico la sua popolazione era prevalentemente musulmana. In passato, il villaggio si trovava lungo la via che collegava Gerusalemme a Bayt Jibrin.
Etimoologia
modificaIl nome arabo Battir conserva il nome Betar (Beitar), un'antica città ebraica distrutta nella rivolta di Bar Kokhba, le cui rovine si trovano all'interno del villaggio odierno.[1][2][3][4] Il nome è registrato per la prima volta nella Septuaginta come Bαιθηρ, cioè Bytr, ed è praticamente identico (senza la geminazione) alla forma araba moderna Battīr.
Storia
modificaPeriodo antico
modificaBattir è situata a nord-est di Khirbet el-Yahud (Arabo: خربة اليهود, letteralmente 'Rovina degli Ebrei'),[5] nota anche come Tel Beitar, un sito archeologico che comprende le rovine dell'antica Betar. È stata abitata continuamente dall'Età del Ferro fino al II secolo d.C., quando i Romani la distrussero durante la rivolta di Bar Kokhba.[6] Non ci sono prove di insediamenti nel periodo immediatamente successivo alla Rivolta.[1]
Secondo una tradizione ebraica, è anche il sito della tomba del saggio tannaitico Eleazar di Modi'im.[7]
Periodo bizantino
modificaÈ stato trovato un mosaico risalente alla tarda epoca bizantina o all'inizio del periodo islamico a Battir.[8]
Periodo Ottomano
modificaNel 1596, Battir appare nei registri fiscali ottomani come un villaggio nella Nahiya di Quds, appartenente al Liwa di Quds. Aveva una popolazione di 24 famiglie e due scapoli, tutti di fede musulmana, e pagava le tasse su grano, colture estive o alberi da frutto, e capre o alveari, per un totale di 4.800 Akçe. Tutti i proventi andavano a un Waqf.[9]
Cultura e gastronomia
modificaBattir è rinomata per la sua caratteristica varietà locale di melanzane, conosciuta come melanzana Battiri o "Bitinjan Battiri" nella cucina palestinese. Questa varietà è un ingrediente fondamentale in piatti tradizionali palestinesi come il Maqluba.[10][11][12][13] Inoltre, Battir è famosa per il suo khyar abyad, un tipo di cetriolo bianco coltivato nel villaggio e nelle vicine Wadi Fukin.[14]
Ogni estate, Battir ospita il Festival delle Melanzane, un evento annuale dedicato a sostenere i produttori locali e celebrare la coltivazione delle rinomate melanzane Battiri.[10][11][15]
Archeologia
modificaBattir ospita importanti reperti archeologici che testimoniano la sua antica storia. Nel centro del villaggio si trova un antico bagno romano alimentato da una sorgente.[16] L'archeologo D. Ussishkin data il villaggio all'Età del Ferro e afferma che durante la Rivolta fu scelto da Bar Kochba per la sua sorgente, la posizione difendibile sulla collina e la vicinanza alla strada principale che collegava Gerusalemme a Gaza.[1] Durante il regno dell'Imperatore Adriano, una lapide romana è stata scoperta vicino a una delle sorgenti naturali della città, sulla quale sono incisi i nomi della Quinta Legione Macedonica e della Undicesima Legione Claudio, che presumibilmente presero parte all'assedio della città.[17]
Nel 1907, sono stati trovati a Battir lance, palle di pietra, recipienti, due cisterne e monete sia dalla prima guerra giudaico che dalla rivolta di Bar Kokhba, quando tre famiglie locali, proprietarie del terreno vicino alla rovina, iniziarono a pulire le pietre.[18] Si dice che la Coppa di Warren sia stata trovata vicino a Battir.[19][20][21]
Città gemellate
modificaBene protetto dall'UNESCO | |
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Palestina: terra di olivi e vigne - Paesaggio culturale della Gerusalemme meridionale, Battir | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (iv) (v) |
Pericolo | dal 2014 |
Riconosciuto dal | 2014 |
Scheda UNESCO | (EN) Palestine: Land of Olives and Vines – Cultural Landscape of Southern Jerusalem, Battir (FR) Scheda |
Note
modifica- ^ a b c D. Ussishkin, Soundings in Betar, Bar-Kochba's Last Stronghold, Journal of the Institute of Archaeology of Tel Aviv University, 20, 1993, pp. 66-97.
- ^ Tamén, Claude R. Conder, Tent Work in Palestine: A Record of Discovery and Adventure, 1887ª ed., R. Bentley & Son, 1887, p. 143.
- ^ K. Singer, Pottery of the Early Roman Period from Betar, Tel Aviv 20, 1993, pp. 98-103.
- ^ W. D. Carroll, Bittîr and Its Archaeological Remains, in The Annual of the American Schools of Oriental Research, vol. 5, 1923, pp. 77–103, DOI:10.2307/3768521, ISSN 0066-0035 .
- ^ Palmer, 1881, p. 312
- ^ A. Oppenheimer, Between Rome and Babylon, 2005, 313-9
- ^ אוצר מסעות - יהודה דוד אייזענשטיין (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
- ^ Dauphin, 1998, p. 911
- ^ Hütteroth and Abdulfattah, 1977, p. 115
- ^ a b (AR) Palestine News Network (PNN), In Battir, the Eggplant Festival to encourage local production and Palestinian culture, su english.pnn.ps. URL consultato il 3 marzo 2024.
- ^ a b (AR) ريبورتاج - مهرجان ل"الباذنجان" في قرية بتير القريبة من بيت لحم في الضفة الغربية, su فرانس 24 / France 24, 16 settembre 2013. URL consultato il 3 marzo 2024.
- ^ (EN) The Flavors of Summer in Palestine, su This Week in Palestine. URL consultato il 3 marzo 2024.
- ^ (EN) Alessandra Gola, N. Perugini e H. Samir, The recovery of historical paths for tourism as tool for social and territorial development: the palestinian case of Battir, in Almatourism - Journal of Tourism, Culture and Territorial Development, vol. 1, n. 1, 2010, pp. 61, DOI:10.6092/issn.2036-5195/1888, ISSN 2036-5195 .
- ^ (EN) Whitney Bauck, ‘They kept us alive for thousands of years’: could saving Palestinian seeds also save the world?, su the Guardian. URL consultato il 29 marzo 2024.
- ^ (EN) The Battir Eggplant Festival, su enjoybethlehem.com. URL consultato il 3 marzo 2024.
- ^ West Bank barrier threatens villagers' way of life.. BBC News. 2012-05-09.
- ^ Clermont-Ganneau, 1899, pp. 463.-470.
- ^ Archdeacon Dowling, Interesting Coins of Pella and Bittîr, in Palestine Exploration Quarterly, vol. 39, n. 4, 1º ottobre 1907, pp. 295–297, DOI:10.1179/peq.1907.39.4.295, ISSN 0031-0328 .
- ^ WILLIAMS, Dyfri, A Cantharus from Ancient Betar near Jerusalem (the So-called Warren Cup) and Roman Silver Plate, in Babesch, vol. 90, 2015, pp. 155–198, DOI:10.2143/BAB.90.0.3089919, ISSN 1783-1369 .
- ^ Daniela Castaldo, Musical Themes and Private Art in the Augustan Age (XML), in Greek and Roman Musical Studies, vol. 6, n. 1, 22 marzo 2018, pp. 96–114, DOI:10.1163/22129758-12341314, ISSN 2212-9758 .
- ^ Christopher B. Zeichmann, Same-Sex Intercourse Involving Jewish Men 100 BCE–100 CE, in Religion and Gender, vol. 10, n. 1, 18 giugno 2020, pp. 13–36, DOI:10.1163/18785417-01001001, ISSN 2589-8051 .
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Battir
Collegamenti esterni
modifica- Scheda UNESCO, su whc.unesco.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316602270 · J9U (EN, HE) 987007475207905171 |
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