Laocoonte
Laocoonte (in greco antico: Λαοκόων?, Laokóōn; in latino Laocoon), personaggio della mitologia greca, era un abitante di Troia, figlio di Antenore[1][2] (o di Capi, secondo altre versioni[3][4]). Era un veggente e gran sacerdote di Poseidone o, secondo alcune fonti, di Apollo.
Laocoonte | |
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Laocoonte e i suoi due figli lottano coi serpenti, scultura greca della scuola di Rodi (I secolo), oppure copia marmorea eseguita tra I secolo a.C. e I secolo d.C. di un originale bronzeo del 150 a.C. circa. Museo Pio-Clementino, musei Vaticani | |
Saga | Guerra di Troia |
Nome orig. | Λαοκόων (Laokóōn) |
Lingua orig. | Greco antico |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | umano |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Troia |
Professione | Veggente Gran sacerdote |
Mitologia
modifica«Aut haec in nostros fabricata est machina muros
Inspectura domos venturaque desuper urbi,
Aut aliquis latet error: equo ne credite, Teucri.
Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes.»
«Questa è macchina contro le nostre mura innalzata,
e spierà le case, e sulla città graverà:
un inganno v'è certo. Non vi fidate, Troiani.
Sia ciò che vuole, temo i Dànai, e più quand'offrono doni.»
Nell'Eneide si narra che, quando i Greci portarono davanti alle mura della città il celebre cavallo di Troia, egli corse verso di esso scagliandogli contro una lancia che ne fece risonare il ventre pieno; proferì quindi la celebre frase Timeo Danaos et dona ferentes («Temo i Danai, anche quando portano doni»). Pallade Atena, che parteggiava per i Greci, punì Laocoonte mandando Porcete e Caribea, due enormi serpenti marini, che uscendo dal mare avvinghiarono i suoi due figli, Antifate e Tymbreus stritolandoli. Laocoonte cercò di accorrere in loro aiuto ma subì la stessa sorte. Secondo un'altra versione i due serpenti furono inviati da Poseidone, che punì Laocoonte per essersi sposato contro la volontà divina. I Troiani presero questo come un segno, tenendo così il cavallo tra le loro mura.
Note
modifica- ^ Tzetze, Scoli a Licofrone 347.
- ^ Pierre Grimal, Enciclopedia della mitologia 2ª edizione, pag. 361, Brescia, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1. Traduzione di Pier Antonio Borgheggiani.
- ^ Igino, Fabulae, 135.
- ^ Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Pag. 163, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- Pseudo-Apollodoro, Epitome, libro V, 17.
- Publio Virgilio Marone, Eneide, libro II, versi 214 ss.
- Gaio Giulio Igino, Fabulae, 135.
- Quinto Smirneo, Posthomerica, libro XII, versi 391 ss.
- Galleria delle fonti letterarie e iconografiche su Laocoonte, "La Rivista di Engramma" n. 50, luglio/settembre 2006 Archiviato il 16 giugno 2017 in Internet Archive.
- Edizioni delle fonti primarie
- Virgilio, Eneide. Testo a fronte, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi, 1989, ISBN 88-06-11613-4.
- Apollodoro, Biblioteca, traduzione di Marina Cavalli, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-55637-4.
- Igino, Miti, traduzione di Giulio Guidorizzi, Milano, Adelphi Edizioni, 2000, ISBN 88-459-1575-1.
- Fonti secondarie
- Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.
- Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
- Pierre Grimal, Dizionario di mitologia, Parigi, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1.
- Angela Cerinotti, Atlante illustrato dei miti dell'antica Grecia e di Roma Antica, Verona, Demetra, 1998, ISBN 88-440-0721-5.
- Felice Ramorino, Mitologia Classica illustrata, Milano, Ulrico Hoepli, 2004, ISBN 88-203-1060-0.
- Gaetana Miglioli, Romanzo della mitologia dalla A alla Z, Firenze, G. D'Anna, 2007, ISBN 88-8104-731-4.
- Laocoonte in Lombardia. 500 anni dopo la sua scoperta, a cura di Gemma Sena Chiesa con Elisabetta Gagetti, Viennepierre, Milano 2007. ISBN 978-88-7601-043-9.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Laocoonte
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Laocoonte
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Laocoön, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42629960 · CERL cnp00556829 · LCCN (EN) nb2018005705 · GND (DE) 118569651 · BNE (ES) XX4812329 (data) · BNF (FR) cb162485203 (data) |
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